Originariamente Scritto da
Tomįs de Torquemada
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Un altro caso di apparizione di un defunto a seguito di un preciso patto di mutua informazione sull'Aldilą č narrato nelle memorie biografiche di Don Giovanni Bosco, il noto santo astigiano vissuto nel 1800.
Il futuro santo, al tempo della preparazione al sacerdozio nel Seminario di Chieri, aveva stretto un patto con un suo caro amico, Luigi Comollo, con l'intesa che il primo che fosse morto si sarebbe impegnato a dare notizie dell'Aldilą al sopravvissuto.
All'alba del 2 aprile 1839, il Comollo muore all'etą di 22 anni. Nella notte successiva, fra il 3 e il 4 aprile, si verifica l'attesa apparizione. Giovanni Bosco scrive: "Ero a letto in un dormitorio di circa venti seminaristi. Verso le undici e mezzo, un cupo rumore si fa sentire nei corridoi. Sembrava che un grosso carro tirato da molti cavalli si stesse avvicinando alla porta del dormitorio. I seminaristi si svegliano, ma nessuno parla. Io ero impietrito dal terrore. Il rumore avanza ancora. Si apre violentemente la porta. Fu allora che sentii la chiara voce del Comollo dire tre volte: "Bosco, io sono salvo!". Poi il rumore cessņ. I miei compagni erano balzati dal letto, alcuni si stringevano attorno al prefetto della camerata Don Giuseppe Fiorito di Rivoli.
Fu la prima volta che mi ricordo di avere avuto paura. Uno spavento tale che in quel momento avrei preferito morire. Quello spavento mi causņ una grave malattia che mi portņ vicino alla tomba".
Grotta di Merlino
Dal sito Grotta di Merlino