l'E-commerce registrava anche una influenza pressoché ridicola anche nei prodotti farmaceutici, nei cosmetici, nei casalinghi e nella prima infanzia, va anche molto male nel vestiario, nelle scarpe, nei giocattoli, nel collezionismo. Nei libri è vero conta il 55% del mercato. Nell'elettronica il 38%.
Ma specialmente in america stanno nascendo tantissime campagne di boicottaggio dell'e-commerce, perché da un lato la gente sta riscoprendo il piacere di acquistare un libro o un cd in negozio, dall'altro perché gli stessi sono migliorati e vengono gestiti da appassionati del settore che sanno anche consigliare chi acquista. Dall'altro perché una volta appurato che dietro Amazon e altre compagnie online c'è una gestione del lavoratore da schiavo romano senza diritti e appurato che invece dietro al bancone del negozio c'è un concittadino che saluti tutti i giorni e che è pure simpatico quando fai acquisti... la gente ha deciso di supportare i negozi.
Una delle decisioni più stupide che abbiamo preso è stata quella di incoraggiare l'apertura di grandi negozio nelle periferie della città.Originariamente Scritto da Novis
Decisione che ha rovinato sia il commercio dei centri urbani che quello delle stesse periferia.
Pontevedra ad esempio è una città spagnola all'avanguardia: tutte le strade del centro urbano sono pedonali, i bambini giocano per strada e a scuola ci vanno a piedi, le distanza al di sotto dei 3 chilometri sono percorse a piedi o in bici, le poche corsie rimaste per le auto hanno limiti dei 20 km/h.
Grazie a questo e anche al disincentivo ad aprire centri commerciali in periferia, il settore commerciale della città non conosce crisi con negozi e ristoranti apparsi ovunque e sempre pieni, nelle strade ridate alle persone e sottratte all'anarchia automobilistica.
Tuttavia non sono d'accordo sul fatto che proprio l'elettronica non necessiti un'ispezione in prima persona.
Io ho preso un televisore in un piccolo negozio di elettronica, che grazie ad una carta fedeltà ed una promozione compri due paghi uno ho pagato molto meno di quanto avrei potuto mai pagarla online. Però ho potuto guardarle, il negoziante è stato così gentile da mostrarmi come si comportava con una partita, poi con un film in HD, poi con un cartone animato e una clip di paesaggi. Dall'alto della sua esperienza me l'ha settata nei migliori dei modi e alla fine l'intero acquisto è diventato anche un'occasione per farsi un giro, prendersi un gelato, parlare con una persona deliziosa supportandone il lavoro allo stesso tempo.
Io continuo a credere che non esista acquisto che non possa attendere, cioè considerato ad esempio l'acquisto di un'autoradio, di una cuccia per il cane e di un paio di pantaloni; non vedo proprio la necessità per persone alienate e sedentarie quali siamo noi, di sprecare ore in mutande davanti al pc per cercare, valutare, leggere le recensioni di un prodotto che con molta probabilità arrivato avrà un aspetto più deludente di quello che aveva in foto piuttosto che attendere il momento per rendere l'acquisto un momento di svago, approfittarne per fare un giro all'aria aperta, visionare i prodotti in un luogo fisico accogliente e portarlo subito a casa sicuri di quello che si è comprato.
In una indagine sul perché tante persone in america non comprassero online tra i motivi, pensate un po, oltre ad esserci appunto l'acquisto in città, vissuto come momento di svago, il piacere di guardare vetrine, parlare con le persone, portare a casa subito quello che si è acquistato e supportare il commercio più umano; c'era anche il risparmio di tempo. Moltissimi giuravano che comprare online porta via molto più tempo, ci si riscopre ad ignorare i figli stando ore attaccati allo schermo cercando l'offerta migliore, valutando le recensioni negative o positive o false, aggiungendo prodotti per poter raggiungere il prezzo minimo per avere un regalo o la spedizione gratis, distrarsi con i prodotti correlati consigliati...