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  1. #11
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    Predefinito Re: Rischio di “costituzionalizzazione della partitocrazia” (con il “vincolo di parti

    Citazione Originariamente Scritto da medisco Visualizza Messaggio
    Se non si volesse votare un vincolo di mandato la prima cosa da fare sarebbe non dare la possibilità di formare altri gruppi all'interno del parlamento. Puoi uscire da un gruppo ma non puoi aggregarti a nessun altro gruppo.
    [...]
    Sostanzialmente sarebbe una cosa simile al sistema portoghese. E, come ho già accennato nel messaggio con cui ho aperto la discussione, non vorrei che, alla fine, ci ritrovassimo decine di indipendenti in Parlamento, con eventuali conseguenti proposte di vincolare maggiormente il parlamentare, fino al punto che la semplice espulsione dal proprio gruppo ne provochi la decadenza. Insomma, temo che sarebbe solo il primo passo, anzi, una prima falcata, verso qualcosa di molto peggio. Non credo valga la pena correre il rischio.

    Saluti.

    Midìl

  2. #12
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    Predefinito Re: Rischio di “costituzionalizzazione della partitocrazia” (con il “vincolo di parti

    Citazione Originariamente Scritto da chichibio Visualizza Messaggio
    Peccato che la "nuova" politica, oltre a non riuscire a coinvolgere persone di qualita', mandando in parlamento decine di potenziali voltagabbana, propenda per leggi elettorali ultraproporzionali.
    Col proporzionale puro, i cambi di casacca si contavano sulle dita della mano di un monco, col maggioritario ce ne sono centinaia a legislatura. QUindi non è certo quello il problema. Anzi, sarebbe la soluzione di molti problemi.
    Una Cina, una Yugoslavia, una Russia, una Corea, una Palestina, un'Irlanda. E zero USA

  3. #13
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    Predefinito Re: Rischio di “costituzionalizzazione della partitocrazia” (con il “vincolo di parti

    Citazione Originariamente Scritto da Midìl Visualizza Messaggio
    Sostanzialmente sarebbe una cosa simile al sistema portoghese. E, come ho già accennato nel messaggio con cui ho aperto la discussione, non vorrei che, alla fine, ci ritrovassimo decine di indipendenti in Parlamento, con eventuali conseguenti proposte di vincolare maggiormente il parlamentare, fino al punto che la semplice espulsione dal proprio gruppo ne provochi la decadenza. Insomma, temo che sarebbe solo il primo passo, anzi, una prima falcata, verso qualcosa di molto peggio. Non credo valga la pena correre il rischio.

    Saluti.

    Midìl
    il problema però è concreto. siamo reduci da 6 anni e mezzo quasi di governi sostenuti da formazioni nate nei corridoi di palazzo e composte da persone che nella campagna elettorale del 2013 avversavano i partiti con i quali hanno poi (mal)governato.

    posso considerare una proposta interessante (perchè già esistente e rodata sul campo) ed accettabile quella portoghese.

  4. #14
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    Predefinito Re: Rischio di “costituzionalizzazione della partitocrazia” (con il “vincolo di parti

    Citazione Originariamente Scritto da Midìl Visualizza Messaggio
    Sostanzialmente sarebbe una cosa simile al sistema portoghese. E, come ho già accennato nel messaggio con cui ho aperto la discussione, non vorrei che, alla fine, ci ritrovassimo decine di indipendenti in Parlamento, con eventuali conseguenti proposte di vincolare maggiormente il parlamentare, fino al punto che la semplice espulsione dal proprio gruppo ne provochi la decadenza. Insomma, temo che sarebbe solo il primo passo, anzi, una prima falcata, verso qualcosa di molto peggio. Non credo valga la pena correre il rischio.

    Saluti.

    Midìl
    Il problema è che i nostri parlamentari non si possono paragonare alle democrazie più sviluppate. Nei tanti paesi che spesso nominiamo non esiste il trasformismo che c'è in italia. Noi siamo molto più simili ai paesi sudamericani. Facciamo come la francia, dove non esiste nessun gruppo misto. Puoi continuare ad essere parlamentare ma senza appartenenza a nessun gruppo. Tanto lo sappiamo che l'appartenenza ai gruppi serve solamente a riempirsi le tasche...
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  5. #15
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    Predefinito Re: Rischio di “costituzionalizzazione della partitocrazia” (con il “vincolo di parti

    Citazione Originariamente Scritto da Eric Draven Visualizza Messaggio
    il problema però è concreto. siamo reduci da 6 anni e mezzo quasi di governi sostenuti da formazioni nate nei corridoi di palazzo e composte da persone che nella campagna elettorale del 2013 avversavano i partiti con i quali hanno poi (mal)governato.

    posso considerare una proposta interessante (perchè già esistente e rodata sul campo) ed accettabile quella portoghese.
    Certo che il problema esiste. Ma ritengo sbagliato cercare di risolverlo costituzionalizzando "vincoli di partito". Meglio sarebbe operare diversamente. Un modo è quello di utilizzare, nell'ipotesi di un sistema proporzionale, l'istituto della preferenza. Ipotizziamo, ad esempio, che un parlamentare sia eletto nelle liste del partito X. Se, durante la legislatura, decide di lasciare il partito X, ed aderire al partito Y, nel caso voglia ricandidarsi, in una certa circoscrizione, sa che deve affrontare il giudizio degli elettori, che potranno, esprimendo una preferenza, votare non solo per il partito, ma anche scegliere, all'interno della lista di candidati, chi eleggere. E, allora, se il parlamentare uscente A, vuole essere rieletto, deve dimostrare che il suo cambio di partito è dovuto a fondati e convincenti motivi. Se ci riesce, potrebbe essere rieletto. Altrimenti, gli elettori, pur continuando a poter votare per il partito Y, potranno eleggere B, C o D, invece di A. Di conseguenza, A sa che, se decide di cambiare partito, alla fine della legislatura la sua esperienza di parlamentare è probabilmente finita, se non riesce a convincere gli elettori. Invece, nel caso di liste bloccate, A, se viene posto dal partito Y in una buona posizione di lista, sa che verrà molto probabilmente riconfermato, perché gli elettori sono "costretti" ad eleggerlo, se vogliono votare per il partito Y. Questo deresponsabilizza il parlamentare rispetto agli elettori, in quanto la sua riconferma dipende in larga parte, dalle decisioni dei vertici del partito a cui è passato. Ovviamente, le preferenze difficilmente eliminerebbero tutti i cambi di partito (peraltro nemmeno questa sarebbe l'intenzione), però potrebbero essere un efficace strumento per disincentivarli. Purtroppo, questo strumento non è a disposizine dei cittadini italiani (almeno nelle elezioni per il Parlamento nazionale), ed invece di introdurlo, e verificarne l'efficacia, si propongono esperimenti costituzionali, a mio parere alquanto pericolosi.

    Saluti.

    Midìl


    P.S.: In caso di legge maggioritaria uninominale, è forse possibile utilizzare lo stumento delle primarie di collegio, con il candidato A che deve conquistare la candidadatura, nel singolo collegio, contro, che so, B e C, spiegando, agli elettori delle primarie, le motivazioni del cambio di partito.

  6. #16
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    Predefinito Re: Rischio di “costituzionalizzazione della partitocrazia” (con il “vincolo di parti

    Citazione Originariamente Scritto da Midìl Visualizza Messaggio
    Certo che il problema esiste. Ma ritengo sbagliato cercare di risolverlo costituzionalizzando "vincoli di partito". Meglio sarebbe operare diversamente. Un modo è quello di utilizzare, nell'ipotesi di un sistema proporzionale, l'istituto della preferenza. Ipotizziamo, ad esempio, che un parlamentare sia eletto nelle liste del partito X. Se, durante la legislatura, decide di lasciare il partito X, ed aderire al partito Y, nel caso voglia ricandidarsi, in una certa circoscrizione, sa che deve affrontare il giudizio degli elettori, che potranno, esprimendo una preferenza, votare non solo per il partito, ma anche scegliere, all'interno della lista di candidati, chi eleggere.
    che era esattamente il sistema che c'era prima del maggioritario, il proporzionale puro con le preferenze, per cui al candidato non bastava essere scelto dal partito, ma doveva essere in grado di dimostrare che era capace di portare voti PER SE' al partito. Se un candidato prendeva poche preferenze restava fuori dal parlamento anche se il suo partito andava bene. In politica non c'è sistema più responsabilizzante. Prevengo l'obiezione dei soliti noti che così si incentiva il voto di scambio, che è farlocca. Il voto di scambio parte dal presupposto che l'elettore si vende il voto (che sia per 10 euro o un posto in comune, sempre vendita è). Ma contro la corruzione dell'elettorato NON ESISTE NESSUN SISTEMA ELETTORALE sicuro. Se c'è il maggioritario il voto di scambio sarà per il partito anzichè per il singolo candidato, ma non scomparirà di certo.
    Una Cina, una Yugoslavia, una Russia, una Corea, una Palestina, un'Irlanda. E zero USA

  7. #17
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    Predefinito Re: Rischio di “costituzionalizzazione della partitocrazia” (con il “vincolo di parti

    Citazione Originariamente Scritto da amaryllide Visualizza Messaggio
    che era esattamente il sistema che c'era prima del maggioritario, il proporzionale puro con le preferenze, per cui al candidato non bastava essere scelto dal partito, ma doveva essere in grado di dimostrare che era capace di portare voti PER SE' al partito. Se un candidato prendeva poche preferenze restava fuori dal parlamento anche se il suo partito andava bene. In politica non c'è sistema più responsabilizzante. [...]
    Non è però necessario che il proporzionale sia puro. Si può avere un proporzionale con correttivi e preferenze (ovviamente i correttivi tendono anche ad essere distrosivi, e bisogna di conseguenza trovare un accettabile compromesso).
    D'altra parte, istituzionalizzando (in qualche modo) le primarie di collegio, anche in un sistema maggioritario si può, probabilmente, limitare il fenomeno dei candidati decisi dall'alto (che poi l'elettore è "forzato" a votare). Quindi, ci dovrebbero essere diverse possibilità, con diversi sistemi, su cui riflettere. Ma l'importante è non fare "esperimenti" con l'articolo 67 della Costituzione.

    Saluti.

    Midìl

  8. #18
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    Predefinito Re: Rischio di “costituzionalizzazione della partitocrazia” (con il “vincolo di parti

    Ritengo sia assai opportuno risottolineare i rischi legati all'introduzione del "vincolo di partito".

    Saluti.

    Midìl

  9. #19
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    Predefinito Re: Rischio di “costituzionalizzazione della partitocrazia” (con il “vincolo di parti

    Considerando che è ormai assai probabile la formazione di un governo sostenuto da una coalizione M5S-Lega, e che il cosiddetto "contratto di governo", prevede esplicitamente l'introduzione di un vincolo di mandato, pur senza precisare in che termini, nell'attesa che venga chiarito questo punto, e che venga presentato un eventuale (spero di no) disegno di legge in merito, sono andato a cercare se, nelle precedenti legislature, il M5S, che mi pare, tra i due, il movimento più convinto sostenitore della cosa, avesse presentato una qualche proposta di legge costituzionale in materia. Ed ho trovato un disegno di legge, presentato al Senato, comunicato alla presidenza il 23 marzo 2017, contrassegnato come Atto del Senato n. 2759 ( senato.it - Legislatura 17ª - Disegno di legge n. 2759), e sottoscritto da 35 senatori del M5S. Magari la proposta della probabile futura maggioranza governativa sarà assai differente, ma mi sembra comunque utile fare qualche considerazione su quel disegno di legge, di cui riporto l'articolo 1 (che è anche l'unico):

    "Art. 1.

    1. L'articolo 67 della Costituzione è sostituito dal seguente:

    «Art. 67. -- Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni con il vincolo di mandato popolare. I deputati e i senatori che nel corso della legislatura si iscrivono ad un gruppo parlamentare diverso da quello per cui sono stati eletti sono dichiarati decaduti ed incandidabili».
    "

    ( senato.it - Legislatura 17ª - Disegno di legge n. 2759 )

    Quando l'ho letto la prima volta, ho pensato che avrebbe introdotto in Italia qualcosa di simile a quanto avviene in Portogallo, essendomi concentrato sul secondo comma. Ma, rileggendolo, non credo sia così. Premettendo che non sono un costituzionalista (e non ho nemmeno una laurea in legge), provo ad esplicitare i miei timori (auspicabilmente infondati). Il primo comma, nella formulazione proposta da quel disegno di legge costituzionale, avrebbe continuato a definire ogni membro come rappresentante della Nazione. Questo credo che storicamente indichi che il parlamentare non rappresenta la circoscrizione o il collegio in cui è eletto, ma la Nazione nel suo complesso. Il problema è che la seconda parte del comma, che peraltro in qualche modo contraddice almeno parzialmente la prima, afferma esplicitamente l'esistenza di un vincolo di mandato popolare. Questo è molto diverso dal caso portoghese. Infatti, la Costituzione del Portogallo, prevede che, non solo (articolo 152 comma 2) "I membri dell’Assemblea della Repubblica rappresentano l’intera nazione e non le circoscrizioni nelle quali sono stati eletti", ma anche che (articolo 155 comma 1) "I membri dell’Assemblea della Repubblica esercitano il proprio mandato liberamente [...]". Quindi, la decadenza da parlamentare per l'avvenuto cambio di partito, costituisce una particolare eccezione alla regola generale della libertà nell'esercizio del mandato. Ma non è quello che, a mio parere, sarebbe accaduto se fosse stato approvato il disegno di legge costituzionale S.2759, perché in quel caso, la decadenza per cambio di gruppo parlamentare, non sarebbe stata un'eccezione al divieto di vincolo di mandato, ma solo un semplice caso previsto di decadenza, mentre il parlamentare avrebbe potuto essere soggetto ad altre norme (a quel punto non più costituzionalmente vietate) volte a vincolarlo al mandato (come peraltro proprio esplicitamente previsto), temo anche di tipo ordinario, e non solo costituzionale. Magari anche nella forma di un semplice contratto con penali.
    A questo punto, credo sia utile fare riferimento ad altri due interessanti disegni di legge costituzionale presentati, stavolta, nella XVI legislatura.
    Il primo è quello presentato al Senato, riportante il numero progressivo 2497, nel 2010, da quattro senatori del Partito Democratico insieme ad uno del PDL, il cui primo (ed unico) articolo è il seguente:

    "Art. 1.

    1. L’articolo 67 della Costituzione è sostituito dal seguente:
    «Art. 67. – I membri del Parlamento rappresentano la Nazione senza vincolo di mandato.
    Decade dal mandato il parlamentare che s’iscrive ad un gruppo parlamentare, diverso dal misto, che non rappresenti il partito per cui è stato eletto».
    "

    ( senato.it - Legislatura 16ª - Disegno di legge N. 2497 )

    Il secondo, il disegno di legge costituzionale C. 5243, è quello presentato, nel 2012, da quindici deputati del PDL ed il cui primo (e nuovamente unico) articolo è:

    "Art. 1.

    1. All’articolo 67 della Costituzione è aggiunto, in fine, il seguente comma:
    « Al momento dell’entrata in carica, ogni membro del Parlamento dichiara l’appartenenza a un gruppo parlamentare; in caso di dimissioni da tale gruppo egli è iscritto di diritto al gruppo misto e non può aderire o formare altri gruppi
    ».

    ( Camera.it - XVI Legislatura - Lavori - Progetti di legge - Scheda del progetto di legge )

    Mi paiono abbastanza evidenti le differenze tra il progetto di legge S.2759, presentato da un folto numero di senatori del M5S nel 2017, e gli altri due che ho riportato, che mantenevano il principio del divieto di vincolo di mandato, ma ne prevedevano una precisa e circoscritta eccezione. Tra l'altro, confrontando i tre disegni di legge, il disegno di legge S.2759 del 2017 (quello presentato dai senatori del M5S), non mi sembra contempli la possibilità di aderire al gruppo misto. Ma, se non sbaglio, i regolamenti delle Camere prevedono l'obbligo di iscrizione ad un gruppo. Ora, se un parlamentare, uscito dal proprio gruppo, ha l'obbligo di iscriversi comunque ad un gruppo, che sia almeno quello misto, e, al tempo stesso, se l'iscrizione ad un gruppo, compreso, sembrerebbe, dal testo, quello misto (al contrario degli altri due progetti di legge che ho riportato), ne causa la decadenza, si rischia di trovarsi di fronte a conseguenze "spiacevoli". Andrebbero quindi, quanto meno, modificati i regolamenti parlamentari, per prevedere la possibilità di deputati e senatori indipendenti. Ma i regolamenti parlamentari, se non sbaglio, si possono modificare a maggioranza assoluta dei membri di ciascuna camera ( https://www.senato.it/1025?sezione=1...ro_articolo=64 ). Significa che, una maggioranza parlamentare, potrebbe forse modificarli in un secondo tempo, per rendere praticamente impossibile, ad un deputato, lasciare il proprio gruppo, pena decadenza (ripristinando l'obbligo di essere iscritti ad un gruppo).
    Ovviamente, in questo intervento, ho preso in considerazione una proposta di legge costituzionale presentata da numerosi senatori del M5S nel 2017, e l'eventuale proposta di legge in materia che verrà, temo, presentata in questa legislatura, potrebbe essere molto differente. Almeno si spera.

    Saluti.

    Midìl



    P.S.1: Ribadisco, comunque, la mia assoluta contrarietà anche a forme blande, diciamo "alla portoghese", di riforma dell'articolo 67 della Costituzione. Infatti, se si obbligano tutti i parlamentari fuoriusciti da un gruppo, indipendentemente dal numero, ad aderire al gruppo misto, senza altra possibilità, temo che questo gruppo potrebbe gonfiarsi a dismisura. E senza, in alcun modo, impedire ad alcuni dei suoi membri (magari decine di membri) eletti "da una parte", di appoggiare un governo insieme alla "parte opposta". Già immagino, in questo caso, le proteste, le critiche ad un insufficiente vincolo imposto dall'ipotetico articolo 67 riformato, e le richieste di ulteriori vincoli... Fino ad arrivare al divieto per un parlamentare di lasciare il proprio gruppo. O, addirittura, fino all'obbligo di votare in conformità al proprio gruppo, a pena di espulsione dal gruppo, e decadenza da parlamentare...


    P.S.2: Ovviamente non è mia intenzione mettere in discussione le buone intenzioni di chi vorrebbe riformare l'articolo 67 introducendo forme di vincolo di mandato. Purtroppo, le buone intenzioni, non sono di per sé sufficienti a scrivere buone costituzioni...



    Contratto di governo, ecco il testo finale - Repubblica.it

    https://www.senato.it/1044?articolo=1004&sezione=144

    https://www.senato.it/1044?articolo=1004&sezione=144

  10. #20
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    Predefinito Re: Rischio di “costituzionalizzazione della partitocrazia” (con il “vincolo di parti

    Citazione Originariamente Scritto da Kobra Visualizza Messaggio
    Le solite imprecise e approssimative imprecisioni...




    Dott. Kobra (Democritico)
    Guardando i numeri, dovrei dire che tutti coloro che sono confluiti in LeU hanno cambiato casacca.
    Il che è semplicemente assurdo.

    Occorre distinguere tra cambi di casacca "cattivi" e cambi "buoni"?

    Così facendo, non si sa dove si finisce.

    Ecco perché sono contrario: si darebbe un enorme potere ai partiti. E' l'ultima cosa da fare.

 

 
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