«Ma Fini vuole la crisi?», chiede il Cavaliere dopo aver letto l’editoriale del magazine di FareFuturo che racconta il berlusconismo come un insieme di «dossier», «editti bulgari» e «propaganda stupida e intontita». Acque agitatissime alla vigilia del vertice Pdl programmato per oggi a Palazzo Grazioli. «La situazione è aperta a tutti gli sviluppi», commenta il berlusconiano Osvaldo Napoli che butta lì un elenco amplissimo di opzioni: dal miracoloso rilancio del governo - immaginato qualche giorno fa da un più che ottimista Berlusconi in cerca di smarrite pecorelle finiane - fino all’ineluttabilità delle elezioni anticipate. Sempre che, incerto sui numeri del dopo voto, il premier non tenti la via «del governo delle fiducie», mettendo alla prova su ogni provvedimento «la lealtà» su cui giurano solennemente quelli del Fli e contando, magari, sull’opposizione costruttiva di Casini, in vista di un solido «patto elettorale».
Ma la strada della “contrattazione” è la più ostica per il Cavaliere. Siamo, ormai, al gioco del cerino. Berlusconi cerca di caricare la responsabilità della crisi sulle spalle di Fini, quest’ultimo di riposizionarla su quelle del Cavaliere. Che, peraltro, non sembra avere grandi spazi di manovra, visto che i finiani – come dice Briguglio – scanseranno “i trabocchetti” disseminati lungo la via. Un’altra giornata ad alta tensione, quella di ieri. Era iniziata in modo decisamente più disteso. Il vice ministro Adolfo Urso, che di FareFuturo è il segretario generale, pur tenendo il punto per conto dei finiani, rilasciava a Radio Radicale, dichiarazioni d’intesa sul tema che sta più a cuore al premier: la giustizia.
«Una riforma dei tempi dei processi è assolutamente importante – spiegava Urso – E all’interno di essa certamente può esserci un capitolo che tuteli le più alte cariche dello Stato». Musica per il Cav che teme la bocciatura del legittimo impedimento da parte della Consulta, la ripresa del processo Mills e una sentenza di condanna nei primi mesi del 2011. Dopo Urso, però, la doccia fredda degli attacchi di FareFuturo. «In Futuro e libertà vedo molta libertà e poco futuro», chiosa il ministro Rotondi, che - a questo punto - non vede «alternative al voto», visto che si potrebbe andare avanti «solo a forza di rammendi che servono poco al Paese».
Grande confusione, quindi, alla vigilia del vertice Pdl di oggi, che dovrebbe mettere a punto il programma prendere o lasciare da squadernare davanti ai cocci della frantumata formazione azzurra, finiani compresi. Un passaggio che Berlusconi aveva immaginato per dimostrare al Paese la sua capacità di ricompattare il centrodestra con la spada di Damocle delle elezioni. Il summit, in ogni caso, dovrebbe dare spinta a quel radicamento del Pdl nel territorio, che suona più che altro come un armare le truppe per la battaglia del voto. Botte da orbi, altro che tregua. «Fini la pensa come Urso o come FareFuturo?», sbottano gli uomini del Cavaliere, frastornati dalla brutta piega della verifica settembrina. «Non c’è nessun finiano che smentisce la rivista della fondazione vicina al Presidente della Camera?».
Lo fanno Viespoli e Bocchino congiuntamente in prima serata. «Fuorviante e strumentale alimentare polemiche a partire da editoriali sicuramente fuori misura che non rappresentano la linea che intendiamo seguire». Tensione rientrata, quindi? Si vedrà nelle prossime ore. Cicchitto la mette così: «Berlusconi presenterà una proposta in positivo su riforma della giustizia, Sud e federalismo. Su questo siamo chiamati a scegliere. O fiducia, o voto».
20 agosto 2010
Cè il vertice del Pdl, il premier già organizza la macchina elettorale - Italia - l'Unità.it
Ma Sivlio non avrà paura di un governo tecnico?