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  1. #11
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    Predefinito Re: Pasquale Tridico scelto da Di Maio al Lavoro: Via Jobs act, possibile ritorno art

    Citazione Originariamente Scritto da gladiator82ct Visualizza Messaggio
    Io in questa campagna elettorale di merda ho sentito parlare di tutte le stronzate possibili, tranne di come riuscire a creare lavoro.
    Programma +Europa:

    Lavoro

    Costruire un mercato del lavoro moderno significa non lasciare nessuno solo, ma accompagnarlo in tutte le fasi della vita professionale con un grande piano di politiche attive e formative. Garantire a tutti i cittadini il diritto alla formazione è il modo migliore per proteggerli da un mercato del lavoro in continua evoluzione, sempre di più basato sulle competenze. Dobbiamo tutelare tutti i lavoratori, anche quelli autonomi. Alleggerire l’imposizione fiscale non vuole essere uno slogan da campagna elettorale: è l’unico modo per dare forza a chi ha deciso di rischiare, di metterci la faccia. Il nostro obiettivo è quello di dare una risposta a tutti i giovani che pensano non sia possibile farcela da soli. Per essere, prima che liberi professionisti, professionisti liberi.

    Mercato del lavoro
    Per vent’anni lo scontro sull’articolo 18 è stato così totale da suscitare l’impressione che contenesse la totalità dei problemi da risolvere. L’Italia rimane invece un Paese con bassa occupazione, bassa produttività e bassi salari. Tutti sintomi di una malattia che ha cause in tutto o in parte diverse dalla rigidità del mercato del lavoro, ma che hanno a che fare con la totalità dei fattori di produttività. Il modello di flexsecurity del Jobs Act, basato su una maggiore flessibilità in uscita attraverso la riduzione delle tutele in caso di licenziamento e su una copertura quasi universale dei sostegni al reddito per chi ha perso il lavoro, non è quindi da considerare la panacea di tutti i mali, ma una tessera di un puzzle di riforme ancora da realizzare, anche al di fuori dell’ambito specifico del mercato del lavoro.

    È necessario andare nella direzione della costruzione di un vero mercato del lavoro europeo, interdipendente e integrato, sperimentando forme di apprendistato e mobilità formativa a livello continentale. In particolare, bisogna introdurre una forma di sussidio di disoccupazione europeo come strumento di stabilizzazione degli shock asimmetrici.

    Nella cornice della contrattazione collettiva nazionale serve rafforzare la contrattazione aziendale, territoriale o di filiera per incrementare la flessibilità organizzativa e redistribuire ai dipendenti la produttività realizzata in azienda, occorre anche stimolare percorsi di partecipazione organizzativa all’interno delle aziende, sperimentando forme di partecipazione alla decisione aziendali per le aziende quotate. Per avere relazioni industriali stabili, trasparenti ed efficaci serve una legge sulla rappresentanza sia per le associazioni datoriali che per le organizzazioni sindacali al fine di garantire efficacia erga omnes effettiva a tutti i lavoratori, prevedendo anche forme di tutela retributiva per quei lavoratori esclusi dalla contrattazione collettiva mediante un minimo retributivo legato ai contratto di riferimento stabilito dalle parti sociali. Una legge sulla rappresentanza è anche necessaria per potere al meglio prevenire gli abusi del diritto di sciopero, specialmente nei servizi pubblici.

    Serve un piano di politiche attive per il lavoro che coinvolga la scuola e l’università, i centri per l’impiego, gli enti locali e le imprese. In particolare è urgente riformare i centri per l’impiego, strutturalmente inadeguati a mettere in contatto domanda e offerta di lavoro in tempi rapidi, precondizione per la sostenibilità finanziaria dei nuovi ammortizzatori sociali. Vogliamo incentivare misure che spingano le aziende a creare posizioni di mentoring per i lavoratori più giovani su cui spostare quelli più anziani, per favorire la trasmissione delle competenze e la formazione dei giovani sul luogo di lavoro ed evitare l’allungamento del tempo di lavoro su mansioni usuranti.

    Il maggior coinvolgimento delle donne nel mondo del lavoro e il raggiungimento di un vero equilibrio di genere sono condizioni essenziali per la crescita del nostro paese. A fronte di una maggiore scolarizzazione rispetto agli uomini, la presenza delle donne nel mercato del lavoro è largamente inferiore alla media europea e la loro retribuzione è molto più bassa. Per modificare questa situazione occorre mettere a disposizione delle donne strumenti molto più efficaci per la conciliazione tra lavoro e famiglia. In particolare, occorre continuare a intervenire sul piano dei servizi, e in particolare degli asili nido, assicurandone anche il funzionamento in orari che consentano alle donne il pieno svolgimento della propria attività lavorativa. È anche importante promuovere il ritorno delle donne al lavoro dopo la maternità, con strumenti che le garantiscano sotto il profilo della retribuzione e dell’inquadramento professionale. Va superato il congedo di maternità in favore del congedo parentale, di cui possono usufruire sia gli uomini che le donne.

    Seguendo l’esempio di legislazioni europee virtuose (ad esempio quella tedesca), occorre arricchire l’attuale normativa prevedendo un sistema di controlli efficaci e di sanzioni significative al fine di accompagnare realmente per il futuro le aziende a rendere uguali i valori retributivi tra uomini e donne per le medesime tipologie di impiego o di mansioni svolte. Inoltre, è opportuno che le stesse aziende rendano conoscibili e diano evidenza dei livelli salariali adottati al proprio interno.

    Partite IVA e lavoro autonomo
    Le partite IVA non iscritte ad albi professionali sono fra i lavoratori più svantaggiati. Coerentemente con la proposta delle tre aliquote, vogliamo costruire un sistema dove l’autoimprenditorialità sia un’opportunità e non una vessazione, sia una scelta libera e non una necessità.

    Le attuali agevolazioni burocratiche vigenti per i regimi dei minimi vanno estese a tutti i titolari di partita IVA fino a 60mila euro di fatturato e l’imposizione fiscale deve essere alleggerita per tutti. I lavoratori autonomi iscritti ad albi professionali o freelance devono essere liberi di poter scegliere a chi versare i contributi previdenziali mantenendo però un’aliquota minima da versare all’INPS per assicurarsi in caso di malattia, infortunio o maternità. Va definito un vero e proprio Statuto dei Lavoratori Autonomi per garantire simmetria ed equità tra amministrazione tributaria e piccole imprese.

    Va ristabilito il diritto a pagare le tasse sui redditi conseguiti sull’anno, superando progressivamente l’obbligo degli acconti per i lavoratori autonomi, a cominciare da quelli con fatturati più bassi. Vogliamo anche estendere il limite, oggi pari a 5mila euro, della compensazione automatica dei crediti verso l’erario. Gli studi di settore e il redditometro devono essere usati come strumento indicativo, senza che sia ribaltato sul contribuente l’onere della prova in caso di non congruità. È necessaria la convocazione obbligatoria del contribuente prima dell’applicazione della sanzione da parte dell’Agenzia delle Entrate, e quest’ultima deve farsi carico del rimborso delle spese del contribuente per rispondere a contestazioni fiscali nel contenzioso, qualora l’esito del procedimento abbia dimostrato la correttezza del suo comportamento. Il ravvedimento operoso deve essere esteso anche alla contribuzione INPS.

    Occorre rivedere il sistema degli ordini professionali, separando le funzioni di governo e disciplina da quelle di rappresentanza delle categorie. Non si può essere insieme organismo di governo e sindacato. È anche fondamentale rivedere profondamente i meccanismi di elezione, riducendo il numero dei mandati consentiti ed eliminando requisiti di anzianità anacronistici, per evitare la cristallizzazione di rendite di posizione a danno dei giovani professionisti. In campo previdenziale, occorre promuovere il graduale passaggio a un sistema competitivo e il superamento delle casse obbligatorie.
    Legenda: NCUC: non c'entra un cazzo, NRAC: non rispondo ai cazzari
    4 Dicembre 2016: Lutto Nazionale

  2. #12
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    Predefinito Re: Pasquale Tridico scelto da Di Maio al Lavoro: Via Jobs act, possibile ritorno art

    Citazione Originariamente Scritto da Molly Visualizza Messaggio
    Pasquale Tridico è l'uomo indicato da Luigi Di Maio come titolare del Ministero del Welfare e del Lavoro di un Governo M5S. Calabrese, 42 anni, è professore associato di Politica economica a RomaTre. In un'intervista alla Stampa delinea le linee guida del suo progetto di azione: via il Jobs act, ridurre la flessibilità nel mondo del lavoro e valutare il ritorno dell'articolo 18; via gradualmente la Legge Fornero, in pensione si va con 41 anni di contributi a prescindere dall'età.

    Capitolo lavoro, cambiare rotta rispetto alla precarizzazione causata dal Jobs Act e valutare la reintroduzione dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, mentre interventi sul cuneo fiscale devono essere selettivi.

    "È urgente invertire le politiche di estrema flessibilizzazione del mercato del lavoro approfondite di recente dal decreto Poletti sui contratti a tempo determinato e dal Jobs Act. Le evidenze empiriche mostrano che sono i Paesi con mercati meno flessibili a presentare le migliori performance in termini di produttività del lavoro in Europa" [...] "La priorità è la revisione del decreto Poletti sui contratti a tempo determinato" [...] Sull'articolo 18 "valutaremo se tornare alla disciplina precedente per le imprese sopra i 15 dipendenti, per quelle sotto non c'era prima e non crediamo sia utile". [...] "Il nostro intervento sul cuneo fiscale sarà selettivo, stiamo pensando a riduzioni in determinati settori economici e soprattutto sui lavoratori più giovani, a patto che la riduzione si accompagni all'aumento degli investimenti in innovazione".

    Capitolo welfare, eliminare il reddito di inclusione e puntare al reddito di cittadinanza.

    "Il reddito di inclusione è una misura insufficiente. 187 euro a persona! Un altro bonus occasionale. La nostra misura di fatto è un reddito minimo condizionato, rivolta a circa 10 milioni di persone a cui permetterà anche di formarsi e di trovare un nuovo lavoro, nel caso non ce lo abbiano".

    Capitolo pensioni, Tridico è realista sui tempi del superamento della Legge Fornero.

    "Stiamo pensando a un superamento graduale, che costerà 11 miliardi annui. Con la nostra riforma si potrà andare in pensione o con 41 anni di contributi versati, qualunque sia l'età, o quando la somma tra età contributiva e anagrafica è quota 100. Inoltre bloccheremo per 5 anni l'adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita".
    La definitiva pietra tombale sui M5s

    Teniamoci stretti, che c'è vento forte.

    Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.

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  3. #13
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    Predefinito Re: Pasquale Tridico scelto da Di Maio al Lavoro: Via Jobs act, possibile ritorno art

    Citazione Originariamente Scritto da Molly Visualizza Messaggio
    Un altro santo sulla scia di d'antona e biagi insomma. A 'sto punto sono curiosa di vedere chi ci mette agli interni.
    Pensava a Cossiga, poi ha saputo che era defunto.
    Hitler or Hell.

  4. #14
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    Predefinito Re: Pasquale Tridico scelto da Di Maio al Lavoro: Via Jobs act, possibile ritorno art

    Citazione Originariamente Scritto da Sparviero Visualizza Messaggio
    Pensava a Cossiga, poi ha saputo che era defunto.
    E quindi non ha più avuto dubbi

  5. #15
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    Predefinito Re: Pasquale Tridico scelto da Di Maio al Lavoro: Via Jobs act, possibile ritorno art

    Citazione Originariamente Scritto da chichibio Visualizza Messaggio
    Io mi chiedo come ci sia ancora gente cosi' idiota da non capire che abbinare al RdC o altre forme di sostegno un mercato del lavoro senza flessibilita' e' una ricetta mortale per l'economia.
    Una cosa esclude l'altra.
    In Danimarca nessuno viene lasciato indietro ma l'art. 18 non esiste.
    Su questo concordo. Io sono iper favorevole al RmG ma ho sempre detto che va associato ad una maggiore flessibilità del lavoro. Il problema è quando con la flessibilità ci sono solamente dei sussidi momentanei che ti proteggono dal licenziamento...
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  6. #16
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    Predefinito Re: Pasquale Tridico scelto da Di Maio al Lavoro: Via Jobs act, possibile ritorno art

    Citazione Originariamente Scritto da chichibio Visualizza Messaggio
    Io mi chiedo come ci sia ancora gente cosi' idiota da non capire che abbinare al RdC o altre forme di sostegno un mercato del lavoro senza flessibilita' e' una ricetta mortale per l'economia.
    Una cosa esclude l'altra.
    In Danimarca nessuno viene lasciato indietro ma l'art. 18 non esiste.
    in Danimarca non hanno l'euro, mica sono fessi..

  7. #17
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    Predefinito Re: Pasquale Tridico scelto da Di Maio al Lavoro: Via Jobs act, possibile ritorno art

    mi auguro che i 5S non vadano mai al Governo, altrimenti tutti coloro che si fanno il mazzo impegnandosi nella società e che conquistano gli obiettivi con fatica ed impegno, dovranno mantenere una massa di gente che li vede come dei privilegiati, verso i quali prova un astio incontenibile.
    Chi oggi ha un lavoro e paga tasse e contributi secondo il programma di Di Maio e quella farsa di esecutivo che va presentando sarà spolpato all'osso per dare a chi non fa nient, questo movimento demolirà se si troverà nella condizione di Governare la classe media e per tale non intendo nulla di eclatante ma solo gente che lavora piccoli imprenditori artigiani ecc

  8. #18
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    Predefinito Re: Pasquale Tridico scelto da Di Maio al Lavoro: Via Jobs act, possibile ritorno art

    ps l'incompetenza, la mancanza di una linea politica definita può uccidere un Paese

  9. #19
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    Predefinito Re: Pasquale Tridico scelto da Di Maio al Lavoro: Via Jobs act, possibile ritorno art

    Citazione Originariamente Scritto da italiana63 Visualizza Messaggio
    mi auguro che i 5S non vadano mai al Governo, altrimenti tutti coloro che si fanno il mazzo impegnandosi nella società e che conquistano gli obiettivi con fatica ed impegno, dovranno mantenere una massa di gente che li vede come dei privilegiati, verso i quali prova un astio incontenibile.
    Chi oggi ha un lavoro e paga tasse e contributi secondo il programma di Di Maio e quella farsa di esecutivo che va presentando sarà spolpato all'osso per dare a chi non fa nient, questo movimento demolirà se si troverà nella condizione di Governare la classe media e per tale non intendo nulla di eclatante ma solo gente che lavora piccoli imprenditori artigiani ecc
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