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  1. #1371
    ___La Causa del Popolo___
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    Predefinito Re: Situazione politica italiana (dal 2018 a oggi)

    CENSIS: CHI SPAVENTA CHI?
    di Sandokan
    DIC 04, 2021



    “La società irrazionale”. Il CENSIS ha dato questo sorprendente titolo al suo ponderoso Rapporto annuale 2021. Nell’incipit del riepilogo, ad uso e consumo dei media, leggiamo infatti: “L’irrazionale ha infiltrato il tessuto sociale”.

    Un rapporto che merita di essere letto e studiato ritengo, perché, da punto di vista empirico e sociologico, getta un fascio di luce abbagliante sul declino in cui è rimasto intrappolato il capitalismo italiano da quando si è gettato nel vortice della globalizzazione neoliberista e, soprattutto, da quando si è inginocchiato ai piedi dell’euro-germania.

    Il Rapporto segnala infatti che gli italiani sono non solo più poveri e scontenti, sono consapevoli che sarà sempre peggio:

    «Per due terzi (il 66,2%) nel nostro Paese si viveva meglio in passato: è il segno di una corsa percepita verso il basso. Per il 51,2%, malgrado il robusto rimbalzo del Pil di quest’anno, non torneremo più alla crescita economica e al benessere del passato. Il Pil dell’Italia era cresciuto complessivamente del 45,2% in termini reali nel decennio degli anni ’70, del 26,9% negli anni ’80, del 17,3% negli anni ’90, poi del 3,2% nel primo decennio del nuovo millennio e dello 0,9% nel decennio pre-pandemia, prima di crollare dell’8,9% nel 2020. Negli ultimi trent’anni di globalizzazione, tra il 1990 e oggi, l’Italia è l’unico Paese Ocse in cui le retribuzioni medie lorde annue sono diminuite: -2,9% in termini reali rispetto al +276,3% della Lituania, il primo Paese in graduatoria, al +33,7% in Germania e al +31,1% in Francia. L’82,3% degli italiani pensa di meritare di più nel lavoro e il 65,2% nella propria vita in generale. Il 69,6% si dichiara molto inquieto pensando al futuro, e il dato sale al 70,8% tra i giovani.

    Solo il 15,2% degli italiani ritiene che dopo la pandemia la propria situazione economica sarà migliore. Per la maggioranza (il 56,4%) resterà uguale e per un consistente 28,4% peggiorerà. La ricchezza complessiva delle famiglie è pari a 9.939 miliardi di euro. Il patrimonio in beni reali ammonta a 6.100 miliardi (il 61,4% del totale), depositi e strumenti finanziari valgono 4.806 miliardi (al netto delle passività finanziarie, pari a 967 miliardi, corrispondono al 38,6% della ricchezza totale). Ma nell’ultimo decennio (2010-2020) il conto patrimoniale degli italiani si è ridotto del 5,3% in termini reali, come esito della caduta del valore dei beni reali (-17,0%), non compensata dalla crescita delle attività finanziarie (+16,2%). Gli ultimi dieci anni segnano quindi una netta discontinuità rispetto al passato: si è interrotta la corsa verso l’alto delle attività reali che proseguiva spedita dagli anni ’80. La riduzione del patrimonio, esito della diminuzione del reddito lordo delle famiglie (-3,8% in termini reali nel decennio), mostra come si sia indebolita la capacità degli italiani di formare nuova ricchezza».

    E’ a causa di questo declino, del generale impoverimento, di aspettative insoddisfatte e speranze tradite, che i cervelloni del CENSIS denunciano la “fuga nell’irrazionale degli italiani”. E quali sarebbero i sintomi, anzi i “chiari segnali” di questa “fuga nell’irrazionale”? Sentiamo:

    «Accanto alla maggioranza ragionevole e saggia si leva un’onda di irrazionalità. È un sonno fatuo della ragione, una fuga fatale nel pensiero magico, stregonesco, sciamanico, che pretende di decifrare il senso occulto della realtà. Per il 5,9% degli italiani (circa 3 milioni di persone) il Covid semplicemente non esiste. Per il 10,9% il vaccino è inutile e inefficace. Per il 31,4% è un farmaco sperimentale e le persone che si vaccinano fanno da cavie. Per il 12,7% la scienza produce più danni che benefici. Si osserva una irragionevole disponibilità a credere a superstizioni premoderne, pregiudizi antiscientifici, teorie infondate e speculazioni complottiste. Dalle tecno-fobie: il 19,9% degli italiani considera il 5G uno strumento molto sofisticato per controllare le menti delle persone. Al negazionismo storico-scientifico: il 5,8% è sicuro che la Terra sia piatta e il 10% è convinto che l’uomo non sia mai sbarcato sulla Luna. La teoria cospirazionistica del «gran rimpiazzamento» ha contagiato il 39,9% degli italiani, certi del pericolo della sostituzione etnica: identità e cultura nazionali spariranno a causa dell’arrivo degli immigrati, portatori di una demografia dinamica rispetto agli italiani che non fanno più figli, e tutto ciò accade per interesse e volontà di presunte opache élite globaliste. L’irrazionale ha infiltrato il tessuto sociale, sia le posizioni scettiche individuali, sia i movimenti di protesta che quest’anno hanno infiammato le piazze, e si ritaglia uno spazio non modesto nel discorso pubblico, conquistando i vertici dei trending topic nei social network, scalando le classifiche di vendita dei libri, occupando le ribalte televisive». [sottolineature mie]

    Sarebbe interessante smascherare i pregiudizi filosofici e le corbellerie epistemologiche che stanno dietro a questa violenta cascata di “giudizi di valore”. E’ evidente come tutto il discorso (inquisitorio) dei cervelloni del CENSIS si basi sull’ideologia oggi tornata in voga e dominante dello scientismo dogmatico, quella che considera Lascienza forma di sapere infallibile, indiscutibile e suprema, mentre tutte le altre forme di conoscenza sono squalificate come credenze fallaci e irrazionali.

    Lorsignori sbandierano lo spaventapasseri della “irrazionalità”, sperando così di fornire l’ennesima arma al regime psico-sanitario: tentano di terrorizzare i cittadini mostrandoli allo specchio, ovvero cercando di convincerli che sono dei mostri.

    In verità, se c’è qualcuno fa gli scongiuri perché davvero spaventato dai dati del CENSIS, sono proprio lorsignori. Cosa infatti ci dice il rapporto? Che una fortissima minoranza di italiani, malgrado tutti gli sforzi compiuti dal regime, non crede all’élite, né ai suoi scienziati, tantomeno ai suoi politicanti. Vien fuori anzi che grandi masse hanno compreso che l’unico mostro realmente esistente è la razionalità paranoica e diabolica del potere.

    Se si considera la massiccia operazione ideologica del regime per avere masse obbedienti la cosa è di buon auspicio per il futuro.


    https://www.sollevazione.it/2021/12/...-sandokan.html
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  2. #1372
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    Predefinito Re: Situazione politica italiana (dal 2018 a oggi)

    come è tipico del potere vengono mischiate cose demenziali (terra piatta) a cose vere (sostituzione etnica) affinchè tutte le possibili critiche al sistema ricadano nel calderone del complottismo
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  3. #1373
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    Predefinito Re: Situazione politica italiana (dal 2018 a oggi)

    Licenziamenti AirItaly. Paolo Maddalena: "Al governo Draghi non interessa che migliaia di famiglie vengono gettate nel lastrico"




    https://www.lantidiplomatico.it/dett.../43981_44640/#
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  4. #1374
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    Predefinito Re: Situazione politica italiana (dal 2018 a oggi)

    PUNTO DI SVOLTA di
    Leonardo Mazzei
    GEN 07, 2022 di SOLLEVAZIONE

    La criminale offensiva del governo Draghi continua. Più il fallimento della strategia vaccinale è manifesto, più si insiste con la ricerca del capro espiatorio, dunque con la caccia ai non vaccinati. Adesso toccherà alla platea degli ultracinquantenni. Oltre 27 milioni di persone, una parte delle quali (circa 7 milioni) verrà sottoposta – come già avvenuto con sanitari, lavoratori della scuola e forze dell’ordine – al ricatto della sospensione dal lavoro e della perdita del reddito.

    Il decreto approvato ieri sera segna in tutti sensi un punto di svolta. Il salto quantitativo della spinta all’obbligo è evidente, confermando ancora una volta il disegno autoritario del blocco dominante. Al tempo stesso, però, questo blocco comincia a presentarsi meno compatto del solito. Incrinature sono apparse tanto nel campo dei “tecnici” (si pensi alle dichiarazioni di uno come Crisanti, che ha parlato di “follia incostituzionale”), quanto nella maggioranza politica che sostiene Draghi. Per ora queste incrinature non hanno frenato l’azione del governo, al massimo l’hanno solo resa più confusa. Ma diamo tempo al tempo e forse ne vedremo delle belle.

    Il fatto è che queste prime crepe dipendono da tre fattori, strettamente connessi tra loro.

    Il primo sta nell’oggettività del fallimento vaccinale, sommato all’evidenza di un’epidemia che presenta ormai tassi di letalità di una normale influenza. Basti pensare che perfino Bassetti adesso ammette che la Omicron provoca al massimo “un raffreddore rinforzato anche nei non vaccinati”. Ne consegue che il problema dell’elevata contagiosità potrebbe (dovrebbe) essere affrontato privilegiando da un lato le terapie domiciliari, dall’altro potenziando gli ospedali e le terapie intensive. L’esatto contrario di quanto fatto finora dal governo.

    Il secondo fattore ci riguarda più da vicino. Se anche il Palazzo della politica inizia ad essere scosso, ciò dipende anzitutto dalle lotte di questi mesi. Senza il grande movimento contro il Green pass la strategia dei dominanti non avrebbe trovato ostacoli. Grazie a questo movimento, invece, qualcuno sta iniziando a fare i conti con un terzo del Paese, quello che non si è bevuto la narrazione dominante e che non si è piegato ai diktat del regime. En passant, questa è la dimostrazione di quanto sbagli chi dice che le manifestazioni non sono servite a nulla.

    Il terzo fattore si chiama Draghi. Quello che è stato (e in parte lo è ancora oggi) un decisivo elemento di forza dei nostri nemici, sta perdendo vistosamente potenza e credibilità. Anche chi non è d’accordo con noi osserva oggi una plastica verità: il Paese è nel caos, ed a gettarcelo è stato in buona parte il “governo dei migliori”. Uno statista, anche modesto, avrebbe provato a definire una strategia in grado di durare almeno qualche mese. Qui siamo invece ad un decreto legge a settimana, a norme spesso incomprensibili, contraddittorie, generalmente assurde. La vicenda dell’ultimo decreto è da guinness dei primati. In 24 ore siamo passati dall’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori, a quello limitato ai pensionati, fino al mix finale della fascia d’età più anziana.

    Certo, c’è del metodo in questa follia, ma c’è anche tanta improvvisazione. Ricordiamoci sempre una regoletta della politica: il nemico non va mai sottovalutato, ma anche quando ha un grande potere non per questo diventa invincibile. Fortunatamente, esso commette sempre errori. L’abilità di chi si oppone sta nel saperli cogliere per portare l’attacco giusto al momento giusto.

    Se questo è il quadro generale, vediamolo adesso dal nostro punto di vista.

    La nostra linea del Piave

    Grande è la posta in palio della lotta al regime. In gioco c’è la libertà, il diritto al lavoro, il ripristino di fondamentali principi costituzionali. Ma in ballo c’è anche qualcosa di più grande: lo stop al progetto della cupola mondialista che ci vorrebbe sudditi senza voce.

    Alimentato a Covid, sono due anni che quel disegno va avanti. Dopo tanti arretramenti siamo adesso alla linea del Piave. La linea di una ritirata come di un possibile contrattacco. Se l’ultimo decreto legge andrà in porto senza problemi si sarà aperta la strada ad una rotta dalle conseguenze incalcolabili. Lo dobbiamo evitare in tutti i modi. Se invece sapremo ingaggiare la lotta, inchiodare il governo alle sue responsabilità, trasformare la battaglia contro l’obbligo vaccinale in una mobilitazione unitaria più ampia, forse non fermeremo il decreto ma creeremo le basi della controffensiva. Le prossime settimane saranno dunque cruciali.

    Abbiamo sempre parlato di una lotta lunga, ma il momento decisivo è ora davanti a noi. I nodi stanno venendo al pettine. La prima cosa da fare è resistere, respingendo un obbligo vaccinale che ha soltanto obiettivi politici, non sanitari. La seconda è aiutare a resistere chi è maggiormente in difficoltà. E’ l’ora della solidarietà attiva! La terza cosa da fare è di natura politica. E’ questo il momento della massima unità di tutte le forze che si oppongono al regime. E’ il momento dell’elaborazione di una strategia di resistenza e contrattacco, è il momento di iniziative coordinate ed efficaci.

    Dobbiamo resistere sulla nostra linea del Piave. Se ci riusciremo, verrà presto il momento in cui inizieremo a strappare forze al blocco avversario. Anche la notte più lunga sfocia sempre nell’alba. La storia del nostro Paese non finirà con Draghi! Facciamo in modo che sia lui, il “vile affarista”, a finire nel fango quanto prima!

    https://www.sollevazione.it/2022/01/...do-mazzei.html
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  5. #1375
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    Predefinito Re: Situazione politica italiana (dal 2018 a oggi)

    Fabio Massimo Parenti - L'abuso di potere del governo Draghi: sulla non-gestione della pandemia




    https://www.lantidiplomatico.it/dett...a/39602_44684/
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  6. #1376
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    Predefinito Re: Situazione politica italiana (dal 2018 a oggi)

    "... ché l'antiquo valore ne gli italici cor' non è anchor morto“




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  7. #1377
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    Predefinito Re: Situazione politica italiana (dal 2018 a oggi)

    Dove sono ora quei 12 milioni di italiani che votarono per Renzi?




    https://www.lantidiplomatico.it/dett...i/27802_43895/
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  8. #1378
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    Predefinito Re: Situazione politica italiana (dal 2018 a oggi)

    Citazione Originariamente Scritto da LupoSciolto° Visualizza Messaggio
    Dove sono ora quei 12 milioni di italiani che votarono per Renzi?




    https://www.lantidiplomatico.it/dett...i/27802_43895/
    Con Renzi funziona come con Berlusca, nessuno lo votava ma poi vinceva sempre (o quasi)
    Il senso della vita è la pizza

  9. #1379
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    Predefinito Re: Situazione politica italiana (dal 2018 a oggi)

    Citazione Originariamente Scritto da Hynkel Visualizza Messaggio
    Con Renzi funziona come con Berlusca, nessuno lo votava ma poi vinceva sempre (o quasi)
    Esatto.
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  10. #1380
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    Predefinito Re: Situazione politica italiana (dal 2018 a oggi)

    Gramsci spiega benissimo perchè la "libertà" dei novax è nemica dei lavoratori (e infatti vanno a braccetto tranquillamente coi notori libertari di FN e CP)

    «Nella concezione individualista, base delle dottrine democratiche, la libertà è intesa in modo assoluto, come diritto sfrenato di ognuno a fare quanto gli piaccia. È evidente che questa teoria è assai comoda per i borghesi, giacché questa libertà, nel regime borghese, si traduce inevitabilmente nel predominio del più forte, cioè del più ricco. In regime socialista, invece, a tutti i cittadini sarà garantita una libertà, non assoluta ma relativa: libertà per ciascuno, purché non danneggi gli altri. La libertà di ognuno trova un limite nella libertà e nell'utilità degli altri. È evidente che in regime socialista vi sarà una disciplina sociale assai maggiore che in regime individualista. Nella società collettivista, che è un vero organismo, gli individui sono legati tra loro da mille vincoli, precisamente come le varie parti di un organismo. Ciò non accade in regime individualista, in cui gli individui sono paragonabili a microrganismi vaganti nell'acqua e nell'aria. Agli individualisti – comunque travestiti – che accusano noi socialisti di aspirare a una "tirannide" rispondiamo che la fatale e ineluttabile evoluzione dell'umanità porta verso una sempre crescente organizzazione e quindi verso una sempre crescente disciplina sociale».

    1919 Ordine Nuovo
    Una Cina, una Yugoslavia, una Russia, una Corea, una Palestina, un'Irlanda. E zero USA

 

 
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