Originariamente Scritto da
vanni fucci
E' un' ipocrisia, (ripeto), ricordare l'obbligo giuridico dello Stato citando come imperativo l'articolo 10 della Costituzione quando ce ne sono almeno altri due, il 3, comma II, e il 4 che riguardano i cittadini italiani e che sono completamente disattesi, in particolare in questi ultimi 25 anni. Dietro un governo, c'è innanzi tutto il suo popolo.
ART. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
ART. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Sappi che Le disposizioni sui principi fondamentali degli artt.1 al 5, secondo un orientamento dottrinale maggioritario che trova conferma nella giurisprudenza costituzionale (sent n. 1146/1988, nonché, in via implicita, sent. n. 2/2004), sono sottratte alla possibilità di revisione costituzionale prevista all'art. 138 Costituzione.
Inoltre, dato il particolare momento storico e la grave crisi economica italiana del dopoguerra, la povertà ultradiffusa, non credo proprio che l'Art. 10 sia stato scritto pensando che l'Italia avrebbe prima o poi dovuto accogliere centinaia di migliaia di persone (pensa se avessero dovuto farlo subito!); e tantomeno munirle di telefonino, di Sky e magari, occasionalmente, sentirsi anche dire che la pasta fa schifo. Affermarlo, come fai tu, significa essere in assoluta malafede. Inoltre (ripeto), questa invasione "pacifica" (in linea con le esigenze del capitalismo mondiale), secondo me, impedisce in modo definitivo la possibilità di realizzare quanto previsto nei due articoli che ho riportato. In particolare, per le già mutate e mutanti condizioni del mercato del lavoro, diventa praticamente utopia quanto precisato all'articolo 4.
Perché, altrimenti, secondo la logica di: " Lo dice la Costituzione!", che cosa dovrebbero fare milioni di disoccupati italiani considerate le condizioni "fantasma" promosse ultimamente dallo Stato? E quelli che sentono che il loro lavoro, svolto nel modo più doveroso possibile, non concorre "al progresso materiale e spirituale della società"? Dovrebbero ,licenziarsi e reclamarne un altro?
Traditi di fatto, (o almeno destinati all'oblio) i sogni e le utopie indicati da alcuni articoli fondamentali della Costituzione è giusto perseguire in modo perentorio quelli fantasticati da altri articoli?
Andrebbero perciò almeno precisate meglio, in modo evidentemente più restrittivo le "condizioni stabilite dalle legge" richiamate dall’art.10 stesso, cercando evidentemente di non andare, trattandosi della Costituzione, “contro la legge”.
E poi parlando di tradizione mediterranea e di ospitalità, l'espressione "gli albori della storia" riferita all'accoglienza di interi popoli o di centinaia di migliaia di persone è, se non altro, almeno ridicola.
Cito solo quello che mi viene in mente:
Per verificare il rispetto dell'ospitalità, Zeus si presentava travestito da viandante da solo o, al massimo, con Ermes (così nel mito di Filemone e Bauci) e non seguito da centinaia di amici, parenti o dei.
Un ospite famoso del mito fu Paride che fuggì con Elena (!), la moglie dell'ospite Menelao stesso (vedi il doppio significato della parola ospite), causando la guerra di Troia.
Troia fu distrutta (almeno otto volte) perché controllava l'accesso (!) delle navi lungo lo stretto dei Dardanelli.
I Rutuli di Turno (gli Etruschi che difendevano la propria terra, così immagina “l’ospitalità” Virgilio) tagliarono le teste dei due troiani Eurialo e Niso - i quali avevano fatto strage nel loro campo durante il sonno (è un passo noto dell'Eneide) - e le ficcarono esposte sulle picche in modo che i Troiani (che cercavano una nuova patria) le vedessero per bene.
E i Romani, c’era ancora Romolo, non ci pensarono due volte a rapire le Sabine dopo averle invitate a far festa.
Mito a parte - e per venire a tempi più recenti - che dire della "tradizionale ospitalità europea" manifestata nel 1938 alla conferenza di Evian? Non un popolo europeo fu disponibile ad ospitare gli ebrei in fuga dai paesi del III Reich.
Circa il test, avevano fatto meglio (ma meno ridere...) persino Adriano Celentano in “Rock Economy” con : “Che cosa è Lento e che cosa è Rock” e Giorgio Gaber con il noto brano: “Che cos’è la destra che cos’è la sinistra”.