tra questi ruderi raccolsero anche le iscrizioni (13); gli storici successivi ne citano tre, oltre quella già segnalata dal Celestino. Esse così recitano: P. R. limi vir Q. L. VERECUNDO. VR FT. VIBIAE. Q.L. VERECUNDAE. T.F.I. Essa ci parla di un quadrumviro, e di una famiglia Vibia, appartenente ad una tribù etrusca, che ai tempi dei re si era insediata sul monte Celio. DOMITIO L. F. VOT. MONTANO Questi è ricordato anche in una iscrizione ritrovata a Fornovo, mentre i Domitii appartenevano ad una potente ed antica famiglia di origine plebea. Essi appartenevano alla tribù Voturia, cui era ascritta la nostra città, mentre Cremona era ascritta alla Aniense (14). SAMICIO DUNTRI F. .ET NOVEDI. ALLEGNI. F Nella quale si riconoscono alcuni nomi gallici. Ben più esplicito nelle segnalazioni è Donato Calvi nella seconda metà del seicento, in alcuni manoscritti preparatori alla importante Effemeride (15); dagli scritti traspare chiaramente l’importanza della località, che in quel tempo conservava ancora qualche rudere. ”...et li serve per altare una grandissima arca di pietra bianca di grandissima consideratione, come pare vi si ritrova in Convento un’altra della medema pietra, ma più piccola, con suoi coperchi], et grandissima quantità de marmi di gran grosezza,
(13) Finazzi, pp. 33, 44, 100; Corpus lnscr. Lat., 5, 2, 5114, 5141, 5156; esse sono conservate presso il Museo Archeologico di Bergamo. (14) Grotefend, Imper. rom. Tributiti!, descript., p. 2, nota 4, p. 58. (15) D. Calvi, ’’Belle chiese...”, manoscritto con relazioni preparatorie alla Effemeride, conservato presso Bibl. Civica A. Maj di Bergamo, foglio 47.
figure all’anticha, mensole di marmo bianco lavorate all’anticha, et altre pietre; dicono fusse un deposito dell’Imperatore Valentiniano e Valente” (16). Nulla si conosce della attuale collocazione di questa ’’grandissima quantità de marmi”, delle arche scolpite a rilievo, delle mensole; esse furono certo disperse allorché il convento fu sopresso nell’anno 1770 dalla Serenissima. Nell’ottocento Gaetano Mantovani ci fornisce ulteriori chiarimenti di scoperte (17). ’’Nel febbraio 1893 presso un campo del Convento, scavandosi una fossa per gelsi, si scoperchiò una tomba romana chiusa da tegoloni a schiena di tetto. Conteneva uno scheletro umano di grandi proporzioni. Ignoro se altro vi fosse per corredo”. Egli comunque cita, per gli anni passati, la scoperta frequente di ’’sepolcri, oggetti e monete, troppo ignorantemente lasciati disperdere”. Nessun’altra notizia è segnalata dai cronisti negli anni successivi; il passato non costituiva certo più notizia degna di nota. Ricerche più approfondite sono state effettuiate in questi ultimi decenni, sulla scorta di prospezioni di superficie ed utilizzando il riflusso dei materiali riportati in superficie dalle profonde arature dei terreni coltivi; ciò ad opera di alcuni appassionati cultori locali. Un breve cenno su queste ricerche è riportato sul notiziario della Soprintendenza Archeologica relativo all’anno 1984 (18), nel quale viene segnalato il recupero di ’’frammenti di laterizio, di ceramica a vernice nera, numerose tessere di mosaico di colore nero, grigio e bianco, frammenti di ceramica a pareti sottili, di ceramica invetriata”. Allo stadio attuale delle ricerche di superficie possiamo fare una descrizione più puntuale, anche se approssimativa, dell’insediamento. E’ rettangolare, con lato lungo rivolto verso nord, con lieve spostamento dell’asse verso ovest, parallelamente cioè all’inclinazione della centuriazione segnalata da P.L. Tozzi; le misure sono di circa 180 mt. per il lato lungo, e 120 mt. per quello breve (19).
(16) Valentiniano e Valente furono imperatori romani d’oriente dal 364 d.C. (17) G. Mantovani, Not. Arch. Berg., 1891 - 1895, pag. 45. (18) Soprintendenza Archeologica della Lombardia, '’Notiziario 1984”, pag. 134. (19) La misura dell’insediamento potrebbe cioè corrispondere a 2 actus per 1,5.
Ultima modifica di GILANICO; 23-12-19 alle 21:35
Non vi dico che ricerca della MADONNA che ho fatto per trovare questa lapide che cerco da tempo e alla fine ce lo fatta!!
All'interno di questo pdf sulla Relazione Archeologica Preliminare ho trovato questa parte inerente proprio a tale iscrizione e su dove si trova tutt'oggi:
Il che mi ha portato su questo sito:
Epigraphik Datenbank
Ho scoperto che il CIL è l'acronimo di Corpus Inscriptionum Latinarum, un'opera in più volumi che raccoglie antiche iscrizioni in latino. Sempre all'interno dell'Epigraphik-Datenbank sono riuscito a trovare la pagina in questione:
http://db.edcs.eu/epigr/cil/cil-05/CIL05_p549.pdf
Ma anche l'immagine dell'epigrafe originale:
EDR - Epigraphic Database Roma
Tra l'altro io ero già stato al Civico Museo Archeologico di Bergamo, mannaggia a me, ma purtroppo mi ero concentrato principalmente sull'epoca preistorica, celtica e longobarda.
Sfogliando sempre la Relazione Archeologica Preliminare ho scoperto che il mio paese è uno dei più ricchi in quanto ritrovamenti archeologici di tutto il bergamasco, principalmente per quanto riguarda l'epoca romana:
Questa epigrafe votiva, mi correggo.
Cronologia dei ritrovamenti archeologici:
Sito n. 69
Località: ex convento dei Neveri, campo a Sud
Definizione: sepolture
Periodo: dal tardoantico al Medioevo
Descrizione: sito in pianura. Nel 1893 venne alla luce in seguito a lavori agricoli, una tomba alla cappuccina in tegoloni al cui interno si trovava un solo scheletro. Nel 1979, sempre nel campo a sud, durante lo scavo di un canale, si rinvenne una tomba con struttura in laterizi (muretti laterali in mattoni, fondo in tegoloni e copertura alla cappuccina poi scavata dalla Soprintendenza Archeologica. Conteneva lo scheletro, era priva di corredo. All'esterno tuttavia furono raccolti frammenti di ceramica comune tardoromana. Queste tombe non sono databili con precisione, potendo appartenere ad un ampio arco di tempo, dall'età tardo-antica al Medioevo.
Sito n. 70
Località: convento dei Néveri, campo a Nord
Definizione: reperti ceramici; villa
Periodo: preistorico; romano
Descrizione: sito in pianura. Nel 1979 e 1984 vennero effettuate delle raccolte di superficie, successive ad arature, in seguito alle quali si rinvennero frammenti ceramici preistorici, numerose tessere di mosaico di colore nero, grigio e bianco, frammenti di laterizio, ceramica a vernice nera, a pareti sottili, terra sigillata, invetriata, ceramica grezza, frammenti di recipienti in vetro, oggetti in piombo e 25 monete. Si notarono inoltre resti di muratura in ciottoli legati con malta ad indicare la presenza di strutture di epoca romana databili indicativamente dal I al IV sec. d.C. Il luogo è da taluni identificato con il vicus Averga (Cassinelli, Maltempi e Pozzoni 1986); esso comprenderebbe anche la zona del convento che mostra fondazioni simili ai blocchi rinvenuti nel campo a Nord e, nella parte delle due chiese, una planimetria con ambienti absidati che si ipotizza possa risalire ad epoca romana. I reperti preistorici, le monete, molti frammenti ceramici e gli oggetti in piombo si trovano nel Museo Rubini di Romano di Lombardia.
Sito n. 71
Località: Ex convento dei Neveri
Definizione: mosaico e villa
Periodo: romano – primi decenni del I sec. d.C
Descrizione: nel 1997 a seguito di alcune indagini di scavo all’interno della cappella della Madonna del Carmine, facente parte del complesso monastico Convento dei Neveri, è stato scoperta una porzione di lacerto di pavimento a mosaico inquadrabile nei primi decenni del I secolo d. C. Presso l’archivio della Soprintendenza è conservata la documentazione inerente a nuove indagini preliminari e di assistenza e rinforzo delle fondazioni perimetrali del complesso nel 2003; dal 2004 al 2007 è stata indagata archeologicamente quasi tutta l’area. E’ stato individuato un grande edificio di epoca romana, dei resti di edifici religiosi successivi e un’area cimiteriale ad essa connessa, murature con serie di affreschi presumibilmente riferibili al II-III sec. d.C. e affreschi medievali e rinascimentali, fondo di una buca utilizzata tra l’età rinascimentale ed epoca moderna come discarica di materiale. Il luogo è da taluni identificato con il vicus Averga. Il 28/07/05 il Ministero comunica la dichiarazione di interesse archeologico riguardante il complesso monumentale denominato “ex Convento dei Neveri (Prot. 0007471).
Sito n. 72
Località: fuori della chiesa della Madonna dei Carmelitani(= Néveri)
Definizione: epigrafe
Periodo: romano
Descrizione: fin dal XVI secolo viene menzionata la presenza a Bariano di una lastra funeraria con nicchia decorata a bassorilievo raffigurante mandria e pastori; nel secolo successivo viene menzionata la collocazione fuori della chiesa. Il testo recita: PR.../IIIlIIVIl.../Q.L.VERECVNDO AC.../ET VIBIAE Q.L./VERECUNDAE T.F.T. La lastra è databile al I sec. d.C. e si trova nel civico Museo Archeologico di Bergamo (inv. n. 918).
Sito n. 73
Località: ignota
Definizione: epigrafe
Periodo: romano
Descrizione: epigrafe funeraria romana (modalità di rinvenimento ignote, prima del 1517): DOMITIO L.F./VOT/MONTANO. Dispersa
Sito n. 74
Località: ignota
Definizione: epigrafe
Periodo: romano
Descrizione: lastra con epigrafe funeraria romana con intestatari di origine gallica, come attesta il patronimico citato per intero: SAMICIO DVNTRII F. ET INOVEDI ALLECNI F. Modalità e data di rinvenimento ignote; oggi si trova al Civico Museo Archeologico di Bergamo (inv. n. 942).
Sito n. 75
Località: ignota
Definizione: epigrafe
Periodo: romano
Descrizione: epigrafe sacra romana con dedica MARTI MINERVAE; per un certo tempo rimase murata nella casa di Clemente Vertova a sinistra della porta. Modalità e data di rinvenimento ignote, ma prima del 1517. Oggi si trova al Civico Museo Archeologico di Bergamo (inv. n. 3096).
Sito n. 76
Località: Cascina Fada
Definizione: sepolture
Periodo: imprecisato
Descrizione: sito in pianura in prossimità di un guado del Serio. Tombe «coperte da tegoloni» sono segnalate nei pressi della Cascina Fada. Mancano ulteriori dati sulla struttura, sul corredo e sul rituale funebre. Modalità e data di rinvenimento ignote, XX secolo.
Sito n. 77
Località: Cantiere BreBeMI
Definizione: frequentazione
Periodo: romano-tardo
Descrizione: tracce di frequentazione tardo-romana rintracciate nel cantiere per la costruzione dell’autostrada
Sito n. 78
Località: Cantiere BreBeMI
Definizione: tomba
Periodo: età del Ferro
Descrizione: tomba dell’età del Ferro scavata nel cantiere per la costruzione dell’autostrada
Sito n. 79
Località: Cantiere BreBeMI
Definizione: tomba
Periodo: età del Ferro
Descrizione: tomba dell’età del Ferro rinvenuta nel cantiere per la costruzione dell’autostrada.
Sito n. 80
Località: Cantiere BreBeMI
Definizione: canalette
Descrizione: ritrovamenti di canalette di epoca imprecisata.
Sito n. 81
Località: Cantiere BreBeMI
Definizione: evidenze
Periodo: preromano
Descrizione: evidenze preromane in questo sito scavato durante le indagini preliminari per la nuova autostrada
Sito n. 82
Località: Cantiere BreBeMI
Definizione: necropoli
Periodo: medioevo
Descrizione: rinvenimento di una necropoli medievale
Sito n. 83
Località: Cantiere BreBeMI
Definizione: insediamento rustico
Periodo: romano
Descrizione: rinvenimento di un insediamento rustico di epoca romana nel cantiere dell’autostrada.
Sito n. 84
Località: Cantiere Alta Velocità
Definizione: necropoli
Periodo: romano
Descrizione: si segnala il invenimento di una necropoli romana
Sito n. 85
Località: Cantiere Alta Velocità
Definizione: stradello glareato
Periodo: romano
Descrizione: nel cantiere per l’alta velocità è stato rinvenuto uno stradello glareato.
Sito n. 86
Località: Cantiere Alta Velocità
Definizione: canaletta e canale
Periodo: romano
Descrizione: rinvenuti una canaletta ed un canale di epoca romana
Sito n. 87
Località: Cantiere Alta Velocità
Definizione: area produttiva
Periodo: romano
Descrizione: è stata trovata un’area produttiva d’epoca romana
Sito n. 88
Località: Cantiere Alta Velocità
Definizione: pozzo; vasca
Periodo: romano
Descrizione: rinvenuti un pozzo e una vasca romani
Sito n. 89
Località: Cantiere Alta Velocità
Definizione: canalette; canale
Periodo: romano
Descrizione: rinvenute canalette e un canale romani
Se si scavasse ancora penso che si troverebbe ancora molto di interessante.
La prevalenza dei siti di epoca romana denota un processo di romanizzazione piuttosto preponderante nella mia zona.
Le ultime scoperte ad Averga sono le 136 tombe, di cui 36 romane, circa 80 di origine longobarda (VII–IX sec. d.C.) e una ventina risalenti al XIII secolo. Si colma così lo spazio temporale tra il primitivo insediamento e l’arrivo dei Carmelitani.
Oltre ad affreschi di epoca romana (e non) che ho postato in precedenza.
https://primabergamo.it/eventi/apert...ni-longobardi/
E pensare che da piccolo entravamo a giocare di nascosto in quel sito.
Posizionamento delle tombe all'interno dell'ex convento:
Le tombe longobarde sono il segno tangibile del processo di slavizzazione/germanizzazione winnilowica non solo di quel sito, ma di tutta la zona bergamasca, che, a detta sempre dell'archeologa Maria Fortuanati, il territorio bergamasco è il più ricco per quanto riguarda i ritrovamenti di sepolture winnilowiche rispetto a tutto il territorio nazionale.
La zone più antica di del complesso di epoca romana:
Sepolture con corredi:
Fonte:
NSAL 2010-2011:
Ritrovamenti nel bergamasco sotto la BreBeMi:
Fonte:
NSAL 2010-2011