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  1. #1
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    Predefinito Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    Lettera choc dell'antagonista dal carcere. Arrestato per gli scontri di Piacenza dove un carabiniere fu ferito: "Noi come i partigiani"


    Gli antifascisti non si pentono. E a un mese dal brutale pestaggio di un carabiniere durante gli scontri a Piacenza, due dei tre antagonisti arrestati scrivono lettere dal carcere per rivendicare la «memorabile giornata di lotta collettiva».









    E di violenza. «Cari compagni...» esordisce nostalgico Lorenzo "Dibi" Canti, 23enne modenese e attivista dei centri sociali bolognesi, finito in manette per resistenza a pubblico ufficiale. È accusato di aver preso a calci e pugni Luca Belvedere, il brigadiere circondato e pestato da un gruppo di manifestanti lo scorso 10 febbraio. La missiva ai fratelli in battaglia è stata pubblicata da InfoAut, portale di «informazione di parte» della galassia anarchica e antagonista.

    Un delirio ideologico da cui non trapela alcun ripensamento per le violenze contro le forze dell'ordine. Anzi. «Abbiamo vinto tutti noi che abbiamo conquistato le piazze a spinta - scrive Canti - per non permettere i comizi fascisti e l'equiparazione democratica dell'antifascismo militante con il fascismo».

    Per il giovane studente emiliano, che dopo aver menato le mani spera «di poter tornare presto in libertà e di non aver perso il posto di lavoro», quel giorno in strada «c'era la classe operaia», c'erano i «giovani delle periferie» che «crescono insieme alle seconde generazioni migranti» e gli «studenti universitari» schierati per «urlare il rifiuto all'avanzata fascista, contro i rigurgiti di un finto ideale che meno di cento anni fa spinse i nostri nonni partigiani ad imbracciare le armi per spedire la feccia fascista nelle fogne». Guarda caso, gli unici che il giovane dimentica di citare sono gli agenti costretti a subire le ferite inferte dalle intemperanze sue e dei suoi sodali. Ma tant'è.

    Nel vergare l'epistola, l'antagonista non scorda di elogiare la ribellione dei «lavoratori della logistica» che «conoscono bene il prezzo di essere immigrati nel nostro Paese». Tra loro Moustafa Elshennawi, il 23enne egiziano che diversi video immortalarono mentre con uno scudo colpiva il militare caduto in terra. Elshennawi poche settimane fa è uscito sorridente di galera per andare ai domiciliari. Gli altri due indagati, invece, sono ancora dietro le sbarre. Canti condivide la reclusione con Giorgio «Brescia» Battagliola, 29enne irriducibile No Tav: anche lui ha scritto una lettera ai rossi compagni dichiarandosi «sereno e consapevole di essere nel giusto».

    In fondo è dal giorno dell'arresto che i militanti dei centri sociali inviano telegrammi ai «prigionieri ad oltranza» per sostenerli nel loro sacrificio. E i reclusi rispondono per rinfocolare la fiamma delle battaglie antifasciste, rivendicando le ragioni della guerra «santa» contro una presunta onda nera, xenofoba e razzista. «Un grande grazie a voi - scrive Canti - per aver rotto la gabbia, per aver rotto le catene nel momento in cui sembravano stringersi. Noi dentro il carcere siamo come ostaggi nella rappresaglia dello Stato contro i poveri () che ora si serve dei tribunali per reprimere ciò che era giusto e naturale fare: scendere in strada e lottare».

    Era «giusto», insomma, fratturare la spalla a Belvedere a colpi di scudo e costringerlo all'operazione chirurgica.
    Intanto, nell'attesa di rivedere la luce del sole, gli arrestati si dicono pronti a tornare in piazza per «opporsi alla situazione politica che si è venuta a creare dopo le elezioni». Perché gli antagonisti non si ravvedono mai. E già preparano la prossima guerriglia «a testa alta e a pugno chiuso».

    Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    servono commenti?

  2. #2
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    Predefinito Re: Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    giusto,, la polizia doveva arrestare i fascisti che è un movimento fuori legge, dal momento che ha fatto morire per le sue guerre più di 200milioni di persone e non chi voleva mandarli via visto che con le buone non capiscono che sono un pericolo per l'umanità, come la peste bubbonica..
    in galera secondo me dovrebbe esserci chi ha ordinato quella carica contro chi protestava contro i fascisti che violavano la legge.
    ma a te piacciono i fascisti e i monarchici guerrafondai e perciò non sei d'accordo, nonostante la batosta che si sono presi alle elezioni...
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  3. #3
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    Predefinito Re: Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    Citazione Originariamente Scritto da anton Visualizza Messaggio
    giusto,, la polizia doveva arrestare i fascisti che è un movimento fuori legge, dal momento che ha fatto morire per le sue guerre più di 200milioni di persone e non chi voleva mandarli via visto che con le buone non capiscono che sono un pericolo per l'umanità, come la peste bubbonica..
    in galera secondo me dovrebbe esserci chi ha ordinato quella carica contro chi protestava contro i fascisti che violavano la legge.
    ma a te piacciono i fascisti e i monarchici guerrafondai e perciò non sei d'accordo, nonostante la batosta che si sono presi alle elezioni...
    Quindi CasaPound vuole sovvertire l'ordine democratico per restaurare la camera delle corporazioni e la dittatura. Devo rileggere il loro programma perché questa cosa mi è sfuggita...

  4. #4
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    Predefinito Re: Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    Citazione Originariamente Scritto da svicolone Visualizza Messaggio
    Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    Lettera choc dell'antagonista dal carcere. Arrestato per gli scontri di Piacenza dove un carabiniere fu ferito: "Noi come i partigiani"


    Gli antifascisti non si pentono. E a un mese dal brutale pestaggio di un carabiniere durante gli scontri a Piacenza, due dei tre antagonisti arrestati scrivono lettere dal carcere per rivendicare la «memorabile giornata di lotta collettiva».









    E di violenza. «Cari compagni...» esordisce nostalgico Lorenzo "Dibi" Canti, 23enne modenese e attivista dei centri sociali bolognesi, finito in manette per resistenza a pubblico ufficiale. È accusato di aver preso a calci e pugni Luca Belvedere, il brigadiere circondato e pestato da un gruppo di manifestanti lo scorso 10 febbraio. La missiva ai fratelli in battaglia è stata pubblicata da InfoAut, portale di «informazione di parte» della galassia anarchica e antagonista.

    Un delirio ideologico da cui non trapela alcun ripensamento per le violenze contro le forze dell'ordine. Anzi. «Abbiamo vinto tutti noi che abbiamo conquistato le piazze a spinta - scrive Canti - per non permettere i comizi fascisti e l'equiparazione democratica dell'antifascismo militante con il fascismo».

    Per il giovane studente emiliano, che dopo aver menato le mani spera «di poter tornare presto in libertà e di non aver perso il posto di lavoro», quel giorno in strada «c'era la classe operaia», c'erano i «giovani delle periferie» che «crescono insieme alle seconde generazioni migranti» e gli «studenti universitari» schierati per «urlare il rifiuto all'avanzata fascista, contro i rigurgiti di un finto ideale che meno di cento anni fa spinse i nostri nonni partigiani ad imbracciare le armi per spedire la feccia fascista nelle fogne». Guarda caso, gli unici che il giovane dimentica di citare sono gli agenti costretti a subire le ferite inferte dalle intemperanze sue e dei suoi sodali. Ma tant'è.

    Nel vergare l'epistola, l'antagonista non scorda di elogiare la ribellione dei «lavoratori della logistica» che «conoscono bene il prezzo di essere immigrati nel nostro Paese». Tra loro Moustafa Elshennawi, il 23enne egiziano che diversi video immortalarono mentre con uno scudo colpiva il militare caduto in terra. Elshennawi poche settimane fa è uscito sorridente di galera per andare ai domiciliari. Gli altri due indagati, invece, sono ancora dietro le sbarre. Canti condivide la reclusione con Giorgio «Brescia» Battagliola, 29enne irriducibile No Tav: anche lui ha scritto una lettera ai rossi compagni dichiarandosi «sereno e consapevole di essere nel giusto».

    In fondo è dal giorno dell'arresto che i militanti dei centri sociali inviano telegrammi ai «prigionieri ad oltranza» per sostenerli nel loro sacrificio. E i reclusi rispondono per rinfocolare la fiamma delle battaglie antifasciste, rivendicando le ragioni della guerra «santa» contro una presunta onda nera, xenofoba e razzista. «Un grande grazie a voi - scrive Canti - per aver rotto la gabbia, per aver rotto le catene nel momento in cui sembravano stringersi. Noi dentro il carcere siamo come ostaggi nella rappresaglia dello Stato contro i poveri () che ora si serve dei tribunali per reprimere ciò che era giusto e naturale fare: scendere in strada e lottare».

    Era «giusto», insomma, fratturare la spalla a Belvedere a colpi di scudo e costringerlo all'operazione chirurgica.
    Intanto, nell'attesa di rivedere la luce del sole, gli arrestati si dicono pronti a tornare in piazza per «opporsi alla situazione politica che si è venuta a creare dopo le elezioni». Perché gli antagonisti non si ravvedono mai. E già preparano la prossima guerriglia «a testa alta e a pugno chiuso».

    Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    servono commenti?

    Questa gente ai tempi di mio padre (per inciso i tempi delle BR, del sequestro Moro ecc.) si sarebbe ritrovata con un lenzuolo in testa e 4/5 persone col manganello vicino... il resto lo potete immaginare.


    Oggi i tempi sono cambiati, purtroppo o per fortuna?

  5. #5
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    Predefinito Re: Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    Citazione Originariamente Scritto da svicolone Visualizza Messaggio
    Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    Lettera choc dell'antagonista dal carcere. Arrestato per gli scontri di Piacenza dove un carabiniere fu ferito: "Noi come i partigiani"
    Certo che lo siete, "compagni".
    Come loro siete banditi vigliacchi, assassini mafiosi, i servi da due soldi dei (((padroni))), gli utili idioti del sistema.
    Andatene fieri.
    Hitler or Hell.

  6. #6
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    Predefinito Re: Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    ... ma il suo carcere non ha una rampa di scale?
    Le plus grand soin d’un bon gouvernement devrait être d’habituer peu à peu les peuples à se passer de lui.

  7. #7
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    Predefinito Re: Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    Citazione Originariamente Scritto da Matrix Visualizza Messaggio
    Quindi CasaPound vuole sovvertire l'ordine democratico per restaurare la camera delle corporazioni e la dittatura. Devo rileggere il loro programma perché questa cosa mi è sfuggita...
    L'utente anton non è una cattiva persona, il problema è che a causa della vecchiaia ogni tanto gli si blocca il cervello e scrive cazzate come la risposta n. 2, che ti posso dire, speriamo che prenda qualche farmaco contro l'invecchiamento cerebrale altrimenti sarà dura sopportarlo...

  8. #8
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    Predefinito Re: Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    Citazione Originariamente Scritto da svicolone Visualizza Messaggio
    Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    Lettera choc dell'antagonista dal carcere. Arrestato per gli scontri di Piacenza dove un carabiniere fu ferito: "Noi come i partigiani"


    Gli antifascisti non si pentono. E a un mese dal brutale pestaggio di un carabiniere durante gli scontri a Piacenza, due dei tre antagonisti arrestati scrivono lettere dal carcere per rivendicare la «memorabile giornata di lotta collettiva».









    E di violenza. «Cari compagni...» esordisce nostalgico Lorenzo "Dibi" Canti, 23enne modenese e attivista dei centri sociali bolognesi, finito in manette per resistenza a pubblico ufficiale. È accusato di aver preso a calci e pugni Luca Belvedere, il brigadiere circondato e pestato da un gruppo di manifestanti lo scorso 10 febbraio. La missiva ai fratelli in battaglia è stata pubblicata da InfoAut, portale di «informazione di parte» della galassia anarchica e antagonista.

    Un delirio ideologico da cui non trapela alcun ripensamento per le violenze contro le forze dell'ordine. Anzi. «Abbiamo vinto tutti noi che abbiamo conquistato le piazze a spinta - scrive Canti - per non permettere i comizi fascisti e l'equiparazione democratica dell'antifascismo militante con il fascismo».

    Per il giovane studente emiliano, che dopo aver menato le mani spera «di poter tornare presto in libertà e di non aver perso il posto di lavoro», quel giorno in strada «c'era la classe operaia», c'erano i «giovani delle periferie» che «crescono insieme alle seconde generazioni migranti» e gli «studenti universitari» schierati per «urlare il rifiuto all'avanzata fascista, contro i rigurgiti di un finto ideale che meno di cento anni fa spinse i nostri nonni partigiani ad imbracciare le armi per spedire la feccia fascista nelle fogne». Guarda caso, gli unici che il giovane dimentica di citare sono gli agenti costretti a subire le ferite inferte dalle intemperanze sue e dei suoi sodali. Ma tant'è.

    Nel vergare l'epistola, l'antagonista non scorda di elogiare la ribellione dei «lavoratori della logistica» che «conoscono bene il prezzo di essere immigrati nel nostro Paese». Tra loro Moustafa Elshennawi, il 23enne egiziano che diversi video immortalarono mentre con uno scudo colpiva il militare caduto in terra. Elshennawi poche settimane fa è uscito sorridente di galera per andare ai domiciliari. Gli altri due indagati, invece, sono ancora dietro le sbarre. Canti condivide la reclusione con Giorgio «Brescia» Battagliola, 29enne irriducibile No Tav: anche lui ha scritto una lettera ai rossi compagni dichiarandosi «sereno e consapevole di essere nel giusto».

    In fondo è dal giorno dell'arresto che i militanti dei centri sociali inviano telegrammi ai «prigionieri ad oltranza» per sostenerli nel loro sacrificio. E i reclusi rispondono per rinfocolare la fiamma delle battaglie antifasciste, rivendicando le ragioni della guerra «santa» contro una presunta onda nera, xenofoba e razzista. «Un grande grazie a voi - scrive Canti - per aver rotto la gabbia, per aver rotto le catene nel momento in cui sembravano stringersi. Noi dentro il carcere siamo come ostaggi nella rappresaglia dello Stato contro i poveri () che ora si serve dei tribunali per reprimere ciò che era giusto e naturale fare: scendere in strada e lottare».

    Era «giusto», insomma, fratturare la spalla a Belvedere a colpi di scudo e costringerlo all'operazione chirurgica.
    Intanto, nell'attesa di rivedere la luce del sole, gli arrestati si dicono pronti a tornare in piazza per «opporsi alla situazione politica che si è venuta a creare dopo le elezioni». Perché gli antagonisti non si ravvedono mai. E già preparano la prossima guerriglia «a testa alta e a pugno chiuso».

    Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    servono commenti?
    Una merda immonda del genere prima di parlare di classe operaia si deve sciacquare la bocca con l'acido nitrico, io sono stato sempre fieramente operaio e non mi sono mai sognato di devastare città né tantomeno malmenare carabinieri, queste cose le fanno gli annoiati figli di papà, gli operai, avendo essi la vita dura non hanno tempo per pensare a queste cazzate.

  9. #9
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    Predefinito Re: Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    Citazione Originariamente Scritto da angelo64 Visualizza Messaggio
    L'utente anton non è una cattiva persona, il problema è che a causa della vecchiaia ogni tanto gli si blocca il cervello e scrive cazzate come la risposta n. 2, che ti posso dire, speriamo che prenda qualche farmaco contro l'invecchiamento cerebrale altrimenti sarà dura sopportarlo...
    perchè tu presti subito fede a chi ti dice che è una brava persona nonostante ti dica che
    ammira i guerrafondai??? o si ispira alle gesta dei guerrafondai????
    la saggezza popolare dice<: il lupo perde il pelo ma non il vizio....credimi è un giusto proverbio.
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  10. #10
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    Predefinito Re: Picchiò il carabiniere e non si pente: «Ho fatto la cosa giusta»

    Citazione Originariamente Scritto da anton Visualizza Messaggio
    perchè tu presti subito fede a chi ti dice che è una brava persona nonostante ti dica che
    ammira i guerrafondai??? o si ispira alle gesta dei guerrafondai????
    la saggezza popolare dice<: il lupo perde il pelo ma non il vizio....credimi è un giusto proverbio.
    Dovresti essere più chiaro quando scrivi altrimenti non ti si può rispondere...

 

 
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