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Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
    x il Socialismo Mondiale
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    Predefinito Bitcoin: cosa ne penserebbe Marx?

    Abbiamo sentito di tutto in merito ai Bitcoin. C'è addirittura qualcuno che ha osato affermare che i Bitcoin sarebbero un'alternativa alla struttura economico-politica attuale e per questa ragione Marx li avrebbe apprezzati (‘Bitcoin and Marx’sTheory of History’, Kenny Spotz, Bitcoin Magazine 26, July 2014). Poveri noi!
    Vediamo allora se Marx avrebbe apprezzato i Bitcoin oppure no. I Bitcoin sono una 'criptomoneta', ovvero un mezzo digitale criptato di pagamento, sicuro, fino a quando non viene “hackerato”, ovviamente.
    Secondo Marx, la sola alternativa al capitalismo è una società basata sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e dei loro prodotti, una società senza profitto e senza denaro, nemmeno quello criptato o non convenzionale.
    Marx analizzò esaurientemente la natura e la funzione del denaro nel sistema capitalista. Questa la si può trovare nella prima sezione del primo volume del Capitale. Ripassiamone brevemente un paio di concetti. Qualsiasi cosa che ha la proprietà di soddisfare un bisogno ha un valore d'uso, che è un'utilità, una particolare qualità.
    Ma quando guardiamo lo scambio di due cose e le loro qualità, per esempio due sedie e 0,3 once d'oro, i loro valori d'uso non sono determinanti nello scambio; ciò che conta è una quantità comune misurabile. Nello scambio, queste due cose diventano merci e i loro valori diventano valori di scambio. Così nel nostro esempio, 2 e 0,3 sono i valori di scambio. Però, se guardiamo questo scambio dal punto di vista dell'utilità, due sedie dovrebbero essere più utili di 0,3 once d'oro (diciamo un anello d'oro). Ma chi o cosa decide che due sedie valgano solo 0,3 once d'oro, piuttosto che 20 once o 0,1 once? Questo è determinato dal fatto che l'ammontare di lavoro umano medio in una società, necessario per produrre due sedie e per estrarre 0,3 once d'oro, è il medesimo. Quindi, due sedie così come 0,3 once d'oro, si possono scambiare, come con 8.000 mele, o quattro paia di scarpe. Ogni merce quindi ha equivalenti, che riflettono il tempo medio di lavoro speso nel produrle dall'inizio alla fine. Per convenzione, storicamente, la forma generale di equivalente era attribuita ai metalli preziosi, come l'oro e l'argento, diventando così merce-denaro, come moneta, la quale in sé incarna uno standard di tempo di lavoro allo stesso modo e permette a tutte le altre merci di essere a lei comparata.
    Marx riassume tutto questo in un chiaro esempio:
    Se le merci avessero la parola, direbbero: il nostro valore d’uso può interessare agli uomini. A noi, come cose, non interessa. Ma quello che, come cose, ci interessa, è il nostro valore [di scambio].
    L’oro [inteso come denaro]… funziona come misura generale dei valori [di scambio]
    Originariamente, il denaro era una merce, i metalli preziosi (oro e argento), lo erano per le loro proprietà di durevolezza nel tempo e divisibilità; il loro valore di scambio era determinato dal loro peso. A un certo punto, per permettere scambi di più piccola dimensione, altri metalli meno durevoli come il rame vennero usati come monete, sostituendo l'oro o l'argento. Anche gli stessi oro e argento erano soggetti all'usura del tempo, diventando il loro valore sempre più convenzionale e sempre meno connesso al loro peso. Questo spianò la strada a una moneta puramente convenzionale come le banconote.
    La carta per sé ha un limitato valore di scambio, ma convenzionalmente le banconote hanno valori di £20, £50, £100 etc. Ai tempi di Marx le banconote della Banca d'Inghilterra erano ripagabili in oro. La Banca, alla quale era concesso dallo Stato di stampare carta moneta, doveva avere il corrispettivo in riserve auree nelle sue casseforti.
    Come scritto da Marx,
    La monetazione, come pure la definizione di scala di misura dei prezzi, è compito dello Stato.
    Inoltre,
    La carta è segno di valore, solo perché rappresenta quantità d’oro che sono pure quantità di valori, come tutte le quantità di merci.
    Uno alla volta, i vari governi del mondo decisero di revocare la convertibilità del loro conio in oro, facendone moneta a corso legale (fiat money). Fiat significa in latino “lascia che sia”. Che vuol dire: soldi senza obblighi di convertibilità. Quindi, oggigiorno, una banca centrale, che stampa banconote per concessione statale, può creare soldi dal nulla, aumentando le possibilità d'inflazione.
    Torniamo quindi alla criptomoneta, e a come la giudicherebbe Marx.
    È decisamente possibile creare criptomoneta dal nulla; è solo una questione di convenzione. Per diventare una vera moneta, lo Stato deve riconoscerla e in molti paesi, ma non in tutti, Bitcoin e altre criptovalute sono riconosciute legalmente ma solo come valute private. È importante notare che gli inventori dei Bitcoin hanno imposto un limite nel numero circolante (21 milioni) e questa scarsità, assieme ad altri vantaggi, ha dato loro una certa popolarità. L'altro principale vantaggio è che i Bitcoin garantiscono l'anonimato, ideale per chi è interessato a evadere il fisco, al gioco d'azzardo e al riciclaggio. In più gli acquisti non sono tassati. I Bitcoin non richiedono intermediari e quindi hanno costi di trasferimento più bassi. Le imprese possono raccogliere capitali, con i Bitcoin, senza essere valutate nella borsa valori ufficiale. Ad ogni modo, questi vantaggi non spiegano la loro popolarità e loro rapido aumento di valore azionario.
    Il Chicago Mercantile Exchange, l'operatore di scambio di derivati più grande al mondo, sta considerando di offrire la vendita di Bitcoin. Questo ha agevolato la bolla speculativa sui Bitcoin anche più grande di quella del “dot-com” della fine anni novanta. Mentre scriviamo questo articolo, nel dicembre 2017, i Bitcoin valevano $15.500, nella loro fase discendente, da un picco di $18.000 circa. Quanto varranno domani, $10.000, $500, $1? Gli investitori compravano Bitcoin perché contavano sul fatto che qualcun altro li ricomprasse da loro, e così via. Contavano su un 'fesso più grosso' che li comprasse da loro, come descritto nell'Economist (1 novembre). Chiaramente, nonostante quello che dice la “Bitcoin community”, questa non è una valuta adeguata per comprare beni quotidiani, ma si è dimostrata ideale per una bolla speculativa, di sicuro non un passo avanti verso il futuro dell'evoluzione umana.
    Marx non penserebbe neanche che i Bitcoin siano una buona valuta, in quanto non stabile come equivalente universale. Marx, allo stesso modo, non penserebbe che neanche il dollaro o ogni altra moneta a corso legale siano una buona forma di equivalente universale, in quanto fittiziamente sostenuti dallo Stato e quando stampati in eccesso causa d'inflazione. Marx non penserebbe che una moneta, invisibile perché digitale e criptata, sia intrinsecamente un passo in avanti o che sia in grado di cambiare l'ordine sociale. Il capitalismo può essere superato solo da un sistema dove i mezzi di produzione e i loro prodotti diventino di comune proprietà dell'intera società, e l’accesso a questi ultimi sia completamente libero. Una società dove l'oro non sarebbe la forma di equivalente universale, come neanche nessun altro tipo di moneta.

    Movimento Socialista Mondiale: Bitcoin: cosa ne penserebbe Marx?
    Il mercato favorisce la stupidità per favorire il consumismo e i profitti, e i politici di professione si adeguano in una spirale verso il basso.
    Che cos'è il Socialismo

  2. #2
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    Predefinito Re: Bitcoin: cosa ne penserebbe Marx?

    Citazione Originariamente Scritto da Gian_Maria Visualizza Messaggio
    Secondo Marx, la sola alternativa al capitalismo è una società basata sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e dei loro prodotti, una società senza profitto e senza denaro, nemmeno quello criptato o non convenzionale.

    Come scritto da Marx,
    La monetazione, come pure la definizione di scala di misura dei prezzi, è compito dello Stato.

    Marx non penserebbe neanche che i Bitcoin siano una buona valuta, in quanto non stabile come equivalente universale. Marx, allo stesso modo, non penserebbe che neanche il dollaro o ogni altra moneta a corso legale siano una buona forma di equivalente universale, in quanto fittiziamente sostenuti dallo Stato e quando stampati in eccesso causa d'inflazione. Marx non penserebbe che una moneta, invisibile perché digitale e criptata, sia intrinsecamente un passo in avanti o che sia in grado di cambiare l'ordine sociale. Il capitalismo può essere superato solo da un sistema dove i mezzi di produzione e i loro prodotti diventino di comune proprietà dell'intera società, e l’accesso a questi ultimi sia completamente libero. Una società dove l'oro non sarebbe la forma di equivalente universale, come neanche nessun altro tipo di moneta.

    Movimento Socialista Mondiale: Bitcoin: cosa ne penserebbe Marx?
    se vuoi abolire la moneta, ogni moneta è ugualmente da abolire, sia essa il dollaro, l'euro, il bitcoin.
    seperò pensiamo al mondo moderno come ad una scala verso un socialismo mondiale, il bitcoin è una un passo avanti o uno indietro?
    io credo sia un passo avanti verso una moneta unica mondiale.
    che NON è il socialismo mondiale, ma rende il mondo più unito, che è cosa buona e giusta
    Questo è il programma del Partito per il nuovo ordine mondiale: https://forum.termometropolitico.it/...-mondiale.html

  3. #3
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    Predefinito Re: Bitcoin: cosa ne penserebbe Marx?

    Non mi pare proprio che il bit(ch)coin, con il suo grande spreco di energia, abbia l'ambizione di diventare l'unica moneta mondiale.
    Il mercato favorisce la stupidità per favorire il consumismo e i profitti, e i politici di professione si adeguano in una spirale verso il basso.
    Che cos'è il Socialismo

  4. #4
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    Predefinito Re: Bitcoin: cosa ne penserebbe Marx?

    Citazione Originariamente Scritto da Gian_Maria Visualizza Messaggio
    Abbiamo sentito di tutto in merito ai Bitcoin. C'è addirittura qualcuno che ha osato affermare che i Bitcoin sarebbero un'alternativa alla struttura economico-politica attuale e per questa ragione Marx li avrebbe apprezzati (‘Bitcoin and Marx’sTheory of History’, Kenny Spotz, Bitcoin Magazine 26, July 2014). Poveri noi!
    Vediamo allora se Marx avrebbe apprezzato i Bitcoin oppure no. I Bitcoin sono una 'criptomoneta', ovvero un mezzo digitale criptato di pagamento, sicuro, fino a quando non viene “hackerato”, ovviamente.
    Secondo Marx, la sola alternativa al capitalismo è una società basata sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e dei loro prodotti, una società senza profitto e senza denaro, nemmeno quello criptato o non convenzionale.
    Marx analizzò esaurientemente la natura e la funzione del denaro nel sistema capitalista. Questa la si può trovare nella prima sezione del primo volume del Capitale. Ripassiamone brevemente un paio di concetti. Qualsiasi cosa che ha la proprietà di soddisfare un bisogno ha un valore d'uso, che è un'utilità, una particolare qualità.
    Ma quando guardiamo lo scambio di due cose e le loro qualità, per esempio due sedie e 0,3 once d'oro, i loro valori d'uso non sono determinanti nello scambio; ciò che conta è una quantità comune misurabile. Nello scambio, queste due cose diventano merci e i loro valori diventano valori di scambio. Così nel nostro esempio, 2 e 0,3 sono i valori di scambio. Però, se guardiamo questo scambio dal punto di vista dell'utilità, due sedie dovrebbero essere più utili di 0,3 once d'oro (diciamo un anello d'oro). Ma chi o cosa decide che due sedie valgano solo 0,3 once d'oro, piuttosto che 20 once o 0,1 once? Questo è determinato dal fatto che l'ammontare di lavoro umano medio in una società, necessario per produrre due sedie e per estrarre 0,3 once d'oro, è il medesimo. Quindi, due sedie così come 0,3 once d'oro, si possono scambiare, come con 8.000 mele, o quattro paia di scarpe. Ogni merce quindi ha equivalenti, che riflettono il tempo medio di lavoro speso nel produrle dall'inizio alla fine. Per convenzione, storicamente, la forma generale di equivalente era attribuita ai metalli preziosi, come l'oro e l'argento, diventando così merce-denaro, come moneta, la quale in sé incarna uno standard di tempo di lavoro allo stesso modo e permette a tutte le altre merci di essere a lei comparata.
    Marx riassume tutto questo in un chiaro esempio:
    Se le merci avessero la parola, direbbero: il nostro valore d’uso può interessare agli uomini. A noi, come cose, non interessa. Ma quello che, come cose, ci interessa, è il nostro valore [di scambio].
    L’oro [inteso come denaro]… funziona come misura generale dei valori [di scambio]
    Originariamente, il denaro era una merce, i metalli preziosi (oro e argento), lo erano per le loro proprietà di durevolezza nel tempo e divisibilità; il loro valore di scambio era determinato dal loro peso. A un certo punto, per permettere scambi di più piccola dimensione, altri metalli meno durevoli come il rame vennero usati come monete, sostituendo l'oro o l'argento. Anche gli stessi oro e argento erano soggetti all'usura del tempo, diventando il loro valore sempre più convenzionale e sempre meno connesso al loro peso. Questo spianò la strada a una moneta puramente convenzionale come le banconote.
    La carta per sé ha un limitato valore di scambio, ma convenzionalmente le banconote hanno valori di £20, £50, £100 etc. Ai tempi di Marx le banconote della Banca d'Inghilterra erano ripagabili in oro. La Banca, alla quale era concesso dallo Stato di stampare carta moneta, doveva avere il corrispettivo in riserve auree nelle sue casseforti.
    Come scritto da Marx,
    La monetazione, come pure la definizione di scala di misura dei prezzi, è compito dello Stato.
    Inoltre,
    La carta è segno di valore, solo perché rappresenta quantità d’oro che sono pure quantità di valori, come tutte le quantità di merci.
    Uno alla volta, i vari governi del mondo decisero di revocare la convertibilità del loro conio in oro, facendone moneta a corso legale (fiat money). Fiat significa in latino “lascia che sia”. Che vuol dire: soldi senza obblighi di convertibilità. Quindi, oggigiorno, una banca centrale, che stampa banconote per concessione statale, può creare soldi dal nulla, aumentando le possibilità d'inflazione.
    Torniamo quindi alla criptomoneta, e a come la giudicherebbe Marx.
    È decisamente possibile creare criptomoneta dal nulla; è solo una questione di convenzione. Per diventare una vera moneta, lo Stato deve riconoscerla e in molti paesi, ma non in tutti, Bitcoin e altre criptovalute sono riconosciute legalmente ma solo come valute private. È importante notare che gli inventori dei Bitcoin hanno imposto un limite nel numero circolante (21 milioni) e questa scarsità, assieme ad altri vantaggi, ha dato loro una certa popolarità. L'altro principale vantaggio è che i Bitcoin garantiscono l'anonimato, ideale per chi è interessato a evadere il fisco, al gioco d'azzardo e al riciclaggio. In più gli acquisti non sono tassati. I Bitcoin non richiedono intermediari e quindi hanno costi di trasferimento più bassi. Le imprese possono raccogliere capitali, con i Bitcoin, senza essere valutate nella borsa valori ufficiale. Ad ogni modo, questi vantaggi non spiegano la loro popolarità e loro rapido aumento di valore azionario.
    Il Chicago Mercantile Exchange, l'operatore di scambio di derivati più grande al mondo, sta considerando di offrire la vendita di Bitcoin. Questo ha agevolato la bolla speculativa sui Bitcoin anche più grande di quella del “dot-com” della fine anni novanta. Mentre scriviamo questo articolo, nel dicembre 2017, i Bitcoin valevano $15.500, nella loro fase discendente, da un picco di $18.000 circa. Quanto varranno domani, $10.000, $500, $1? Gli investitori compravano Bitcoin perché contavano sul fatto che qualcun altro li ricomprasse da loro, e così via. Contavano su un 'fesso più grosso' che li comprasse da loro, come descritto nell'Economist (1 novembre). Chiaramente, nonostante quello che dice la “Bitcoin community”, questa non è una valuta adeguata per comprare beni quotidiani, ma si è dimostrata ideale per una bolla speculativa, di sicuro non un passo avanti verso il futuro dell'evoluzione umana.
    Marx non penserebbe neanche che i Bitcoin siano una buona valuta, in quanto non stabile come equivalente universale. Marx, allo stesso modo, non penserebbe che neanche il dollaro o ogni altra moneta a corso legale siano una buona forma di equivalente universale, in quanto fittiziamente sostenuti dallo Stato e quando stampati in eccesso causa d'inflazione. Marx non penserebbe che una moneta, invisibile perché digitale e criptata, sia intrinsecamente un passo in avanti o che sia in grado di cambiare l'ordine sociale. Il capitalismo può essere superato solo da un sistema dove i mezzi di produzione e i loro prodotti diventino di comune proprietà dell'intera società, e l’accesso a questi ultimi sia completamente libero. Una società dove l'oro non sarebbe la forma di equivalente universale, come neanche nessun altro tipo di moneta.

    Movimento Socialista Mondiale: Bitcoin: cosa ne penserebbe Marx?
    Povero Marx, è rimasto un pò indietro

  5. #5
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    Predefinito Re: Bitcoin: cosa ne penserebbe Marx?

    Citazione Originariamente Scritto da Gian_Maria Visualizza Messaggio
    Non mi pare proprio che il bit(ch)coin, con il suo grande spreco di energia, abbia l'ambizione di diventare l'unica moneta mondiale.
    nel whitepaper di Bitcoin, Satoshi Nakamoto non dichiara esplicitamente di voler sostituire la moneta fiat. Tuttavia nella comunità bitcoin è ben presente l'obiettivo della mass adoption e la superiorità del bitcoin sulla moneta fiat. ad esempio, The Bitcoin Standard: The Decentralized Alternative to Central Banking (che non ho letto)
    Questo è il programma del Partito per il nuovo ordine mondiale: https://forum.termometropolitico.it/...-mondiale.html

  6. #6
    fronte internazionale
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    Predefinito Re: Bitcoin: cosa ne penserebbe Marx?

    ho chiesto poi a Claude:

    consuma più elettricità nel mondo i videogiochi, lo streaming o il mining bitcoin?

    risposta.
    Tra videogiochi, streaming e mining di Bitcoin, il settore che consuma più elettricità a livello globale è il gaming. Ecco un confronto dei consumi energetici stimati per ciascuna categoria:

    Videogiochi:
    Secondo uno studio del 2020 di Evan Mills, ricercatore del Lawrence Berkeley National Laboratory, il gaming su PC e console consuma circa 75 miliardi di kWh all'anno a livello globale. Questo equivale all'output annuale di 25 centrali elettriche a carbone e corrisponde a un costo energetico di circa 10 miliardi di dollari.

    Streaming video:
    Uno studio del 2019 del think tank francese The Shift Project stima che lo streaming video globale emetta circa 300 milioni di tonnellate di CO2 all'anno, pari all'1% delle emissioni globali. In termini di consumo elettrico, si stima che lo streaming video consumi circa 200 TWh all'anno.

    Mining di Bitcoin:
    Stime del Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index (CBECI) indicano che il mining di Bitcoin consuma circa 130 TWh all'anno (dato aggiornato a maggio 2023). Questo rappresenta circa lo 0,6% del consumo globale di elettricità.

    In sintesi, l'ordine decrescente di consumo elettrico è:

    Videogiochi (circa 75 miliardi di kWh/anno)
    Streaming video (circa 200 TWh/anno)
    Mining di Bitcoin (circa 130 TWh/anno)
    Va notato che queste stime possono variare in base alla metodologia e al periodo di riferimento considerato. Inoltre, l'efficienza energetica in ciascun settore è in continua evoluzione, il che potrebbe influire sui consumi futuri.
    Questo è il programma del Partito per il nuovo ordine mondiale: https://forum.termometropolitico.it/...-mondiale.html

 

 

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