Arresti e perquisizioni per gli scontri con la polizia al corteo antifascista del 22 febbraio - La Stampa

Sono scattate alla prime luci dell’alba di oggi, lunedì 19 marzo, alcune perquisizioni da parte degli investigatori della Digos per rintracciare gli autori degli scontri del 22 febbraio scorso, in occasione del corteo antifascista organizzato dai centri sociali contro il comizio di CasaPound che si teneva nell’hotel Nh Torino Centro. I provvedimenti, come, già rilanciato dalle pagine social antagoniste del centro sociale Askatasuna, riguarderebbero sette antagonisti, tutti attivisti di Askatasuna: di questi tre sono stati arrestati (uno sottoposto ai domiciliari) e quattro con obblighi di firma. Le perquisizioni non hanno coinvolto la palazzina di corso Regina Margherita ma abitazioni private.



Gli arrestati sono Jacopo Araldi, 18 anni, trasferito in carcere, Matheus Augusto Romualdo, brasiliano di 23 anni (domiciliari), e G.V., No Tav di 22 anni, pluripregiudicata anche per reati commessi durante altre manifestazioni di piazza. Sono loro, secondo gli investigatori, i responsabili - in concorso con altri soggetti ancora in corso di individuazione - di resistenza a pubblico ufficiale aggravata (ed uno di loro anche per esplosione di artifici pirotecnici per incutere pubblico timore e suscitare pubblico disordine) in occasione dei gravi episodi di violenza verificatisi a Torino lo scorso 22 febbraio. Proprio nella casa di Araldi la polizia ha trovato e sequestrato 70 petardi, mentre nell’abitazione della studentessa con obbligo di firma c’erano quasi 800 adesivi con la scritta «qui abita un@ antifascista»: riconducibili al movimento antagonista di Pavia.

La sera del 22 febbraio, un nutrito gruppo di antagonisti, nel tentativo di aggirare le forze dell’ordine, schierate a presidio dell’hotel, aveva attaccato i poliziotti del reparto mobile con un fitto lancio di bottiglie e bombe carta. Un ordigno, con all’interno delle schegge, aveva colpito un agente alla gamba. Altri poliziotti erano rimasti feriti negli scontri. Per disperdere i manifestanti, la polizia era stata costretta a impiegare un camion con gli idranti. In seguito c’era astata anche una carica in corso Inghilterra, con un fuggi fuggi fino nel centro della città.



È lo stesso centro sociale Askatasuna, sulla propria pagina Facebook, a confermare come «le persone coinvolte sono sette, tra loro uno studente delle scuole superiori, due studentesse universitarie, un carpentiere e un barista. Alcuni sono militanti del centro sociale Askatasuna impegnati nei comitati anti-sfratto. Per due è stato predisposto l’arresto in carcere, uno ai domiciliari mentre i restanti sono sottomessi a obbligo di firma. Una delle persone sottoposte a misura cautelare è tutt’ora irrintracciabile».



L’INSEGNANTE
Nel corso della serata si era distinta anche Lavinia Flavia Cassaro, l’insegnante della scuola elementare di Falchera che aveva insultato e minacciato di morte gli stessi poliziotti. Una perquisizione è stata eseguita anche a casa sua. A suo carico è stato avviato un provvedimento disciplinare per le sue frasi aggressive e la procura di Torino l’ha indagata. Sempre gli attivisti contestano il «processo mediatico» che sarebbe seguito a pochi giorni dallo stesso corteo contro Casa Pound: «Persino il premier Matteo Renzi aveva chiesto pene esemplari per i manifestanti. Lamentele che hanno trovato orecchie attente in procura con il PM Rinaudo che fatto scattare in fretta e furia l’operazione contro i giovani che erano scesi in piazza. La legge, insomma, non è poi tanto uguale per tutti, soprattutto se il processo lo fa in diretta televisiva il segretario del Partito democratico».

Il cerchio si stringe.