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Raramente si incontrano storie più paradossali di quella che sta vivendo attualmente Constantin Reliu, cittadino della Romania che sta lottando contro la burocrazia per convincere tutti che è… vivo.

Già: le autorità non vogliono andare oltre le pratiche in loro possesso e continuano a considerare Constantin un ex cittadino, un uomo defunto, in poche parole un morto. Un morto vivente però, che ha tutti i documenti necessari per dimostrare che non sta cercando di truffare lo Stato. Ma come si è arrivati a questo punto?

Constantin Reliu ha oggi 63 anni, dei quali almeno gli ultimi 20 trascorsi in Turchia. Reliu partì per la prima volta in direzione Turchia nel 1992, per cercare lavoro. Da ciò che dice, Constantin ruppe i contatti dopo aver scoperto un presunto tradimento della moglie. Nel 1995 tornò in Romania, appena in tempo per avere la certezza del tradimento. Nel 1999 partì definitivamente per la Turchia, nazione nella quale ha vissuto lavorando come cuoco. Nel gennaio 2018 la Turchia però lo ha espulso e rimandato indietro, avendo riscontrato alcune irregolarità nel suo permesso di soggiorno.

Appena fatto ritorno in Romania, nella sua terra madre, ha scoperto una realtà diversa da quella che si aspettava. La moglie lo aveva fatto dichiarare come ufficialmente morto nel 2016, dopo anni di mancate notizie.

E il mistero si infittisce ancora di più: Constantin, dopo anni di silenzio, subisce ora lo stesso destino essendo rimasto a corto di novità sul destino della moglie, che non è più in Romania. Dopo la dichiarazione della morte, la moglie aveva ereditato una proprietà e ora i suoi conoscenti dicono che sia in Italia. Dove di preciso? Nessuno lo sa esattamente, e questo è un bel guaio per Constantin.


Nonostante i suoi continui appelli, il tribunale di Vaslui ha rifiutato di annullare il suo certificato di morte perché la sua richiesta è stata presentata “troppo tardi”. Una beffa devastante.

All’atterraggio a Bucarest era stato sottoposto a sei ore di interrogatorio e test per verificare la sua identità. Gli avevano addirittura misurato la distanza tra gli occhi per vedere se corrispondeva a una vecchia fotografia del passaporto; gli avevano fatto domande sulla sua città natale; avevano controllato infine le sue impronte digitali.

Ora il problema può assumere delle tinte davvero molto fosche. “Non ho entrate perché sono elencato come morto. Vorrei presentare una nuova causa, ma non ho soldi e in più ho problemi di salute, soffro di diabete“. Alcune associazioni si stanno interessando alla sua causa, sperando che torni a essere di nuovo vivo.