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    Predefinito “I torturatori del G8 ai vertici della nostra polizia. Come

    Regeni, il pm Zucca: “I torturatori del G8 ai vertici della nostra polizia. Come possiamo chiedere quelli dell’Egitto?”
    https://www.ilfattoquotidiano.it/201...gitto/4240274/
    "Lo sforzo che chiediamo a un paese dittatoriale è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper far per vicende meno drammatiche", ha detto il sostituto procuratore generale ligure, già giudice del processo sui fatti della Diaz, intervenendo allo stesso dibattito sulla difesa dei diritti internazionali al quale hanno partecipato anche i genitori del ricercatore torturato e ucciso. "Siamo stati abbandonati", ha detto la madre di Giulio

    di F. Q. | 20 marzo 2018
    I torturatori del G8 di Genova sono ai vertici della nostra polizia. Come possiamo dunque chiedere all’Egitto di consegnarci i torturatori di Giulio Regeni? È questo il senso dell’intervento di Enrico Zucca, sostituto procuratore generale di Genova, durante un dibattito dedicato alla vicenda del ricercatore italiano torturato e assassinato in Egitto il 3 febbraio del 2016. “I nostri torturatori sono ai vertici della polizia, come possiamo chiedere all’Egitto di consegnarci i loro torturatori?”, ha detto il magistrato che conosce bene gli orrori del G8 del 2001 essendo stato tra i magistrati del processo per i fatti della scuola Diaz. “L’11 settembre 2001 e il G8 – ha continuato Zucca- hanno segnato una rottura nella tutela dei diritti internazionali. Lo sforzo che chiediamo a un paese dittatoriale è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper far per vicende meno drammatiche“.
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    I genitori: “Abbandonati dallo Stato”- Un intervento duro quello del sostituto procuratore generale ligure, finito all’attenzione del ministero della giustizia. Via Arenula, infatti, acquisirà gli atti relativi alle dichiarazioni di Zucca al dibattito sulla difesa dei diritti internazionali organizzato dall’ordine degli avvocati a Genova. Evento al quale hanno partecipato anche i genitori di Regeni. “Ho fiducia nella legge, negli avvocati bravi e nella stampa buona e abbiamo tanta solidarietà dai social. Ci aspettavamo di più da chi ci governa: dal 14 agosto quando il premier Gentiloni ci ha annunciato che l’ambasciatore tornava in Egitto, siamo stati abbandonati“, ha detto Paola Regeni, madre di Giulio. “Siamo decisi ad andare avanti anche a piccoli passi. Combattiamo per Giulio ma anche per tutti quelli che possono trovarsi in situazioni simili a quelle che lui ha vissuto”, ha aggiunto il padre Claudio. Alessandra Ballerini, avvocato della famiglia, ha invece ricostruito i depistaggi e la vicenda: “il corpo di Giulio parla da solo e si difende da solo. Siamo arrivati a nove nomi delle forze di polizia implicati”.


    Il ritorno dell’ambasciatore al Cairo e le indagini – Era il 9 novembre 2017, quando il ministro degli Esteri Angelino Alfano annuncia il ritorno dell’ambasciatore italiano al Cairo. “Siamo convinti che il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi sia un interlocutore appassionato nella ricerca della verità“. La decisione di riaprire le relazioni diplomatiche con l’Egitto, ricordava nel dicembre scorso la famiglia di Regeni, “seguiva di pochi minuti il comunicato congiunto delle procure italiana ed egiziana nel quale si riferiva che: ‘come preannunciato sempre nel maggio scorso, è stata poi effettivamente affidata ad una società l’attività di recupero dei video della metropolitana e le attività stesse sono in corso. La Procura egiziana ha ribadito l’impegno a condividere i risultati raggiunti non appena la società incaricata depositerà l’esito del proprio lavoro’; e si dava atto di aver ‘concordato un nuovo incontro tra i due uffici da organizzarsi a breve per fare assieme il punto della situazione’. In realtà – ricordava ancora i Regeni – i video della metropolitana non sono mai stati consegnati e, ad oggi, non si sa neppure se qualche e quale ditta sia stata incaricata del loro recupero. L’incontro tra le due procure poi, diversamente da quanto annunciato, non si è tenuto a breve, ma solo a fine dicembre su insistenza dei nostri procuratori che hanno consegnato ai colleghi egiziani ‘una articolata e attenta ricostruzione dei fatti, effettuata dalla Polizia Giudiziaria italiana’. La Procura generale egiziana si era impegnata, come si legge nel comunicato del 21 dicembre scorso a ‘proseguire le indagini, sulla base anche delle ipotesi investigative formulate dai magistrati italiani’“. Da allora – continuava la famiglia di Giulio – “non è stata registrata in realtà nessuna ‘reazione’ da parte della magistratura egiziana sulla informativa italiana che ricostruisce le precise responsabilità di nove funzionari di pubblica sicurezza egiziani perfettamente individuati. Sono passati, da quel 14 agosto, altri sei mesi.

    L’intervento del giudice del G8 – Ma d’altra parte, come dice il pm Zucca, se i torturatori del G8 di Genova come si fa a chiedere all’Egitto di consegnarci i loro di torturatori? Già in passato, e più volte, il pm Zucca aveva duramente criticato l’operato della polizia con riferimento ai fatti di Genova: in particolare, in un dibattito pubblico aveva parlato di una “totale rimozione” delle vicende del G8 e del rifiuto per anni da parte della polizia italiana, diversamente da quella straniere, di “leggere se stessa” per “evitare il ripetersi” di errori. Immediata era stata la reazione dell’allora capo della polizia, Alessandro Pansa che, d’intesa col ministro dell’Interno dell’epoca – che era sempre Alfano – aveva lamentato la lesione dell’onorabilità della polizia, chiedendo al guardasigilli Andrea Orlando l’avvio di un’azione disciplinare nei confronti di Zucca Magistratura Democratica e la giunta dell’Anm si erano schierate in difesa del pm (‘a tutelà del quale era stata anche chiesta l’apertura di una pratica al Csm), sottolineando come il suo ragionamento non aveva inteso mettere in discussione l’onorabilità della polizia.


    Poliziotti condannati e promossi – I riferimenti del magistrato sono da ricercare nei recenti articoli di cronaca. Come quello del 24 dicembre scorso, quando Gilberto Caldarozzi era stato nominato vicedirettore della Direzione Investigativa Antimafia. Per i fatti della Diaz venne condannato a tre anni e otto mesi in via definitiva. L’accusa era quella di falso: mise la firma nei verbali che attestavano l’esistenza di prove fasulle usate per accusare ingiustamente le persone picchiate all’interno della scuola diGenova, durante il G8 del 2001. Assolto in primo grado nel novembre 2008 dopo 172 udienze, Caldarozzi viene condannato in appello nel maggio 2010 dopo altre 18 udienze: poi su quella condanna arriva il bollo della Cassazione il 5 luglio 2012. Ai tempi del G8 era il più alto in grado, subito dopo Francesco Gratteri, anche lui condannato e promosso prefetto prima di andare in pensione. Considerato un investigatore esperto (ha fatto parte dei gruppi che hanno arrestato boss di Cosa nostra come Bernardo Provenzano e Nitto Santapaola) prima dei fatti della Diaz Caldarozzi dirigeva lo Sco, il servizio centrale operativo della polizia all’epoca guidata da Gianni De Gennaro. Dopo la condanna venne interdetto per cinque anni. Un lustro trascorso lavorando per una banca ma anche come consulente per la sicurezza da Finmeccanica, chiamato sempre dal suo ex capo De Gennaro. Nel 2014 Cassazione scrisse nelle motivazioni sul rigetto del suo affidamento ai servizi sociali: “Si è prestato a comportamenti illegali di copertura poliziesca propri dei peggiori regimi antidemocratici“. Ora scaduta l’interdizione torna a vestire la divisa. E occupando un ruolo prestigioso. A fare l’elenco degli altri poliziotti coinvolti nei fatti della Diaz e poi promossi è stato sul Fatto Quotidiano Ferruccio Sansa. Quando nel luglio 2012 la Cassazione conferma le pesanti condanne di appello per falso (quell salvate dalla prescrizione a differenza delle lesioni gravi) Gratteri eri capo della Direzione centrale anticrimine, Giovanni Luperi era capo-analista dell’Aisi (il servizio segreto interno). Filippo Ferri, figlio di Enrico (l’ex ministro socialdemocratico) e fratello di Cosimo (sottosegretario alla Giustizia), guidava la squadra mobile di Firenze. Ancora: Fabio Ciccimarra, capo della squadra mobile de L’Aquila, o Spartaco Mortola capo della polfer di Torino. Nel frattempo l’Italia ha persino approvato una nuova legge contro la tortura, criticata dagli stessi magistrati dei processi di Genova. “Con questa legge la Diaz e Bolzaneto non sarebbero punite”, era il commento del magistrato Roberto Settembre.
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  2. #2
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    Predefinito Re: “I torturatori del G8 ai vertici della nostra polizia. Come

    coraggioso il magistrato,.. ma la casta non perdona,,, ci vuole tutti a testa bassa e silenziosi,
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

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    Predefinito Re: “I torturatori del G8 ai vertici della nostra polizia. Come



    che vergogna, d'altronde questa faccia grifana e giacobina fa' il paio con quelle dei $inistri di facciata!
    C'e' da vergognarsi a vivere in quel paese i-taglia
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
    Stupri, attentati, invasione, fallimenti, disoccupazione, emergenza sociale, denatalita',violenza verbale , suicidi, omicidi....

  4. #4
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    Predefinito Re: “I torturatori del G8 ai vertici della nostra polizia. Come

    https://www.ilfattoquotidiano.it/201...abili/4241409/
    Il pm Zucca, il G8 e la nostra ipocrisia: processiamo giudici e vittime, non i responsabili
    Il pm Zucca, il G8 e la nostra ipocrisia: processiamo giudici e vittime, non i responsabili

    Giustizia & Impunità | 21 marzo 2018
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    Ferruccio Sansa
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    Così sul banco degli imputati rischia di finirci il pm del G8, Enrico Zucca. Dopo anni di depistaggi, di silenzi, di omertà. Dopo che addirittura alcuni tra i (pochissimi) condannati dopo i fatti di Genova sono finiti a ricoprire posizioni di prestigio nella Polizia di Stato.

    E invece adesso tutti a puntare il dito contro Zucca che per anni ha indagato con coraggio, in solitudine, sulle terribili violenze compiute dalle forze dell’ordine nel luglio del 2001. Zucca che ieri ha detto quello che molti pensano: “Ai vertici della Polizia c’è anche chi ha coperto i torturatori del G8”. E’ il mondo capovolto: nemico dello Stato è il magistrato che difende la giustizia, e non invece l’uomo in divisa che tortura e tradisce la Repubblica. Difendere lo Stato significa tacere i suoi abusi e non combatterli.

    Adesso addirittura scopriamo che il ministro della Giustizia Andrea Orlando avrebbe chiesto di acquisire le dichiarazioni di Zucca. Se si avviasse un procedimento disciplinare – dopo tanti silenzi da parte del governo sulle violenze del G8 e le promozioni dei poliziotti condannati – sarebbe la vergogna delle vergone. Speriamo che Orlando ce la risparmi.

    Ma la vicenda di Zucca va ben oltre il G8 e forse rivela il grande male della nostra Italia di oggi: l’ipocrisia. Le ong da salvatrici diventano complici degli scafisti. Per lavarci la coscienza dal nostro razzismo (neppure più strisciante), dalla nostra indifferenza, puntiamo il dito contro chi aiuta i migranti. Sono loro i colpevoli, non noi. Di nuovo il mondo capovolto.

    E ancora: viviamo in un Paese divorato e distrutto dall’illegalità. Ma chi sono i soli responsabili? I migranti, che hanno importato in Italia la delinquenza. Come se il nostro male non fossero la corruzione, la mafia, l’evasione fiscale. Un cancro che ci divora e di cui siamo i responsabili. Come se non fossimo noi – lo dimostra la storia del giornalista ucciso in Slovacchia forse dalla ‘ndrangheta – che abbiamo esportato in mezzo mondo le mafie.


    Il mondo capovolto. Processiamo i giudici e le vittime, invece che i responsabili.

    Così non andremo avanti. Finché non sapremo guardare le vere responsabilità e non avremo il coraggio di puntare il dito su noi stessi.
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
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  5. #5
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    Predefinito Re: “I torturatori del G8 ai vertici della nostra polizia. Come

    Citazione Originariamente Scritto da animal Visualizza Messaggio


    che vergogna, d'altronde questa faccia grifana e giacobina fa' il paio con quelle dei $inistri di facciata!
    C'e' da vergognarsi a vivere in quel paese i-taglia
    Nel senso che Zucca ha detto solo la verità

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    Predefinito Re: “I torturatori del G8 ai vertici della nostra polizia. Come

    Nel senso che Zucca ha detto solo la verità....quoto...

  7. #7
    ik manèbimus òptime
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    Predefinito Re: “I torturatori del G8 ai vertici della nostra polizia. Come

    Citazione Originariamente Scritto da anton Visualizza Messaggio
    coraggioso il magistrato,.. ma la casta non perdona,,, ci vuole tutti a testa bassa e silenziosi,
    Ai tuoi amici zecche dei cessi sociali di botte glie ne hanno date ancora poche, sono ancora in debito.
    La moderazione è una virtù solo per quelle persone che pensano di avere un'alternativa.”
    HENRY KISSINGER
    @Scomunista Reloaded più incazzoso di prima!!

  8. #8
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    Predefinito Re: “I torturatori del G8 ai vertici della nostra polizia. Come

    Brutta faccia, quello potesse non torturerebbe a schiaffoni come fecero magari i poliziotti, ma impiccando i suoi avversari!
    stessa ghigna del medico Strada
    Possiamo concludere che tutto il peggio che succede in Italia e' dovuto alle elites PD ed al vaticano?
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  9. #9
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    Predefinito Re: “I torturatori del G8 ai vertici della nostra polizia. Come

    Schiaffoni? Non diciamo cazzate pf

  10. #10
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    Predefinito Re: “I torturatori del G8 ai vertici della nostra polizia. Come

    per principio sono sempre a favore delle fdo.
    se qualcuno ha sbagliato è stato processato.
    se qualcuno è stato promosso si vede che poteva essere promosso.

    non è che solo i rossi possono menare o fare conferenze dopo aver ammazzato

 

 
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