Corriere della Sera
È ancora tira e molla tra Di Maio e Salvini, dopo l’ennesima giornata di dichiarazioni al vetriolo, riavvicinamenti, distanze marcate e tentativi di riconciliazione a distanza. A segnare l’inizio delle contrattazioni è quella che a prima vista sembra una gaffe dell’account Lega Salvini Premier, che rilancia, condividendola su Twitter, l’intervista del deputato Pd, Michele Anzaldi, in cui il parlamentare attacca i pentastellati su un tema caldo nelle trattative verso un eventuale accordo di governo: ««Dopo 5 anni di propaganda ora scoprono che si sono sbagliati. Sul reddito di cittadinanza i Cinquestelle son senza vergogna».
Nel post rilanciato dalla Lega viene, inoltre, riportato un altro passaggio dell'intervista al deputato dem: «Per anni hanno promesso soldi, illudendo le persone e speculando sulla pelle di chi non ce la fa. Passata la festa, gabbato lo santo. Vergogna».
Ma in casa Cinque Stelle non raccolgono l’ascia di guerra. Il Movimento risponde alle accuse di Anzaldi (e quindi anche alla Lega) attraverso il deputato pentastellato Alfonso Bonafede (che aveva scatenato - qualche giorno fa - il «caso» dicendo «Il reddito universale non è realizzabile»): «La Lega non ha capito, io parlavo del reddito universale di cittadinanza che è quello che dice Beppe Grillo - dice - Riguarda una visione di più lungo termine, io ho detto che quello non è ancora sostenibile, però il reddito di cittadinanza così come l'abbiamo posto in campagna elettorale è coperto e rimane la nostra priorità da realizzare». Zero a zero, palla al centro.
Di Maio: «Io il più votato»
Anche il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, frena, e insiste sulle convergenze che ci sono sui temi, sia a destra che a sinistra: «Ce lo aspettavamo perché le idee che portiamo avanti sono di buon senso e non hanno etichette ideologiche», scrive su Facebook. «L’unico gruppo che finora si è sottratto al confronto è il Pd che sta portando avanti la linea del freno al cambiamento», sottolinea Di Maio. Che però non frena di un centimetro sulla premiership: «Basta premier non votati da nessuno o ancora peggio premier che hanno perso. Per il resto parlano i numeri. Il MoVimento, la Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, il Pd hanno tutti proposto agli italiani un candidato premier. Quello del MoVimento, ossia il sottoscritto, è stato votato da 11 milioni di italiani, quasi il doppio del secondo più votato con oltre il 32% dei consensi. Per cui il mio obiettivo è garantire che la volontà popolare venga rispettata».
Salvini: «Non siamo subalterni a nessuno»
Ma questo è un tasto che a Salvini non piace. «Non siamo subalterni a nessuno, visto che il centrodestra è la coalizione più votata dagli italiani», ricorda il segretario della Lega. E, temi 5S a parte, l’obiettivo per lui resta sempre lo stesso: «Andare al governo, per trasformare in fatti le idee che gli italiani hanno appoggiato e votato, dalla tassa unica al 15% all’abolizione della legge Fornero, dalla legittima difesa all’espulsione dei clandestini». La partita sembra appena iniziata.