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    Predefinito Forme moderne di eterosessismo nella formazione degli adulti

    Gli psicologi sociali John F. Dovidio e Samuel L. Gaertner, nel corso degli anni '70 e '80, hanno condotto una serie di studi ed esperimenti attorno al tema del razzismo dei bianchi americani nei confronti degli afroamericani. I risultati dei loro studi, in parte riassunti nel testo Prejudice, Discrimination and Racism (1986) e, in particolare, nell'articolo The aversive form of racism, hanno prodotto la messa a punto del concetto di «aversive racism».

    Gaertner e Dovidio, occupandosi delle forme moderne assunte dal razzismo, hanno aperto la strada ad altre indagini volte ad indagare fenomeni quali la discriminazione nei confronti delle donne, dei disabili e delle persone LGBT, nelle loro varianti più
    «moderne», meno «ostili» ed esplicitamente denigratorie o inferiorizzanti. Gli esiti di queste ricerche hanno messo in evidenza come non solo i comportamenti di stampo razzista, ma anche i comportamenti negativi verso altri individui appartenenti a gruppi storicamente oggetto di stigmatizzazione sociale, hanno subito nel tempo profonde trasformazioni.

    Da forme di razzismo, sessismo, eterosessismo e disabilismo tradizionali, caratterizzate dal ricorso a comportamenti o espressioni aggressive, si è passati alla coesistenza con forme più sottili, meno connotate negativamente, caratterizzate da una profonda ambivalenza nei soggetti che, anche inconsapevolmente, le mettono in atto. Le forme moderne di razzismo, sessismo, eterosessismo e disabilismo si presentano principalmente caratterizzate da due aspetti: da una parte tendono a condannare espressioni, modalità comportamentali o prese di posizione di stampo violento o aggressivo nei confronti di individui o gruppi stigmatizzati, dall'altra conservano un orientamento volto ad ostacolare l'acquisizione di una pari legittimità sociale e/o normativa delle rivendicazioni provenienti da individui e gruppi oggetto di stigma sociale.

    Il razzismo tradizionale si esprime negativizzando o inferiorizzando l'
    «Altro» oppure dipingendolo come deviante e/o anormale. Ecco alcuni esempi:

    I ne*ri sono sporchi e pigri

    F*oci e lesbiche sono malati

    Le donne sono inferiori

    Le forme moderne di discriminazione tentano di mantenere un assetto gerarchico tra differenti gruppi sociali, utilizzando espressioni più pulite, ovvero senza fare ricorso ad un linguaggio o modalità comportamentali ostili o aggressive:

    Sono contrario a determinate agevolazioni nei confronti delle donne immigrate

    Le unioni civili sono sufficienti, ci sono ben altri problemi!

    Le donne sono più sensibili e portate per i lavori di cura

    I due studiosi hanno messo in luce che le forme moderne di discriminazione vengono generalmente messe in atto da soggetti che, diversamente dal passato:

    A) si dichiarano vicini e simpatizzano con individui appartenenti a gruppi oggetto di ingiustizie sociali;
    B) appoggiano le politiche pubbliche che nei principi promuovono l'uguaglianza degli individui e le azioni positive;
    C) si identificano generalmente con i programmi politici di stampo liberale;
    D) si autodefiniscono non discriminanti e privi di pregiudizi.

    I soggetti che mettono in atto delle discriminazioni moderne possiedono sentimenti AMBIVALENTI - non totalmente negativi, ma neppure totalmente positivi - e spesso inconsapevoli, verso determinati individui o gruppi stigmatizzati. Le forme moderne di razzismo, sessismo, eterosessismo e disabilismo vengono così definite dai due studiosi come l'esito di un ADATTAMENTO risultante dalla condivisione, su un piano razionale, di un sistema di valori egualitario e dall'assimilazione, anche inconsapevole, di credenze ed emozioni negative associate a determinati gruppi sociali in contesti storicamente stigmatizzanti.

    Ecco le forme di discriminazione verso le persone lesbiche, gay e bisessuali più diffuse nelle società contemporanee:

    Discriminazione tradizionale
    Nelle società contemporanee non può dirsi superata la discriminazione tradizionale che fa ricorso a comportamenti o espressioni di stampo denigratorio nei confronti delle persone lesbiche, gay e bisessuali. Tale forma di discriminazione agisce in gran parte a livello individuale attraverso episodi di violenza fisica e/o sessuale, discriminazioni intenzionali, bullismo, molestie, ricorso ad espressioni linguistiche intrise di odio o a repertori discorsivi che intendono ad associare l'omosessualità alla perversione sessuale, ad altre parafilie (pedofilia, zoofilia, ecc.) e altri tipi di reati. Non è infatti raro sentire o leggere ancora espressioni del tipo:

    I gay sono pedofili, le lesbiche odiano gli uomini

    L'omosessualità è vizio, perversione, malattia

    Molte indagini hanno messo in evidenza l'esistenza di eterosessismo ostile nei contesti educativi e formativi, in particolare verso gli adolescenti lesbiche, gay e bisessuali, ma anche verso i docenti non etero. In genere i comportamenti vengono messi in atto dai pari: studenti o, nel caso di insegnanti gay e lesbiche, da parte di colleghi, studenti, genitori e - più raramente - superiori. Questi comportamenti hanno ricadute negative sulla vita personale sia su quella professionale delle persone offese, tra cui aumento dello stress, depressione, malattia, perdita di fiducia in se stessi, abuso di alcol e droghe, tentativi di suicidio, maggiori visite mediche e consulenze psicologiche, atteggiamenti di ipervigilanza, autoesclusione dalle relazioni sociali, isolamento.

    Discriminazione paternalistica
    Comprendere un insieme di atteggiamenti e convinzioni soggettive neutre o positive che esprimono preoccupazione per il benessere fisico, emozionale e cognitivo delle persone non eterosessuali a causa delle discriminazioni ancora esistenti nella società; contemporaneamente esprime una preferenza per l'eterosessualità. Vediamo alcuni esempi:

    Preferirei che mia figlia non fosse lesbica, perché dovrebbe affrontare delle discriminazioni

    Preferirei che mio figlio non fosse gay, perché non potrebbe avere dei figli

    È meglio non dichiari di essere lesbica, gli altri studenti ti prenderebbero in giro!

    Non ho nulla contro l'omosessualità, ma preferirei non ti dichiarassi con altri colleghi perché saresti finito/a!

    Nell'ambito formativo e lavorativo la preoccupazione per eventuali discriminazioni o violenze nei confronti di un individuo/gruppo omo-bisessuali può tradursi nella messa in atto di varie forme di scoraggiamento, ad esempio:

    A) della visibilità di lesbiche e gay... e quindi di uno degli strumenti più efficaci per il superamento degli stereotipi sull'omosessualità;
    B) della formulazione di proposte per l'introduzione di tematiche lesbiche e gay benché rilevanti... e quindi di azioni positive per il raggiungimento di un'uguaglianza sostanziale;
    C) dello svolgimento da parte di lesbiche e gay di determinate professioni perché considerate maggiormente rischiose in termini di discriminazione e violenza omofobica... frenando così l'acquisizione di pari opportunità;
    D) ad intraprendere determinati corsi di studio perché considerati «da gay» o «da lesbica», per il timore che una persona possa essere percepita, a torto o a ragione, come lesbica e gay e pertanto discriminata... questo si traduce nel mantenimento della versione stereotipata dell'omosessualità.

    Discriminazione stereotipica positiva
    Comprende convinzioni e comportamenti soggettivi positivi che esprimono apprezzamento nei confronti di caratteristiche stereotipate attribuite a lesbiche e gay, concorrendo nel contempo a mantenerle e rafforzarle. Tale operazione si ritrova anche nella variante sessista benevolente, che si manifesta ad esempio con l'espressione «le donne hanno più buon gusto degli uomini» oppure «le donne sono più portate per accudire le persone». Esempio tipico di eterosessismo stereotipico positivo:

    I gay tengono molto alla cura di sé

    I gay sono portati a prendersi cura delle persone

    Gli stereotipi positivi legati al lesbismo e all'omosessualità maschile, così come al genere, mantengono inalterata una visione distorta della sessualità; veicolano in particolare il messaggio che l'orientamento omosessuale non si esaurisca nell'attrazione verso individui del proprio sesso, ma determini caratteristiche e attitudini individuali o abilità sociali. Nell'ambito formativo e professionale questa forma di discriminazione, così come il sessismo benevolente, può esercitare un qualche tipo di influenza sulle scelte formative e professionali individuali oltreché sulla valutazione delle stesse.

    Gli studenti gay sono più portati per materie come l'arte, la musica e la letteratura

    Sono stata da un parrucchiere: bravissimo, anche se non è gay

    Le giocatrici di calcio più brave sono lesbiche

    Discriminazione apatica
    Comprende un insieme di comportamenti e convinzioni che disconoscono o banalizzano il rilievo dell'orientamento sessuale nelle vite delle persone e nell'accesso alle opportunità sociali. Tende ad interpretare le richieste di diritti o di pari dignità sociale da parte di lesbiche, gay e bisessuali come richieste di privilegi a scapito degli individui e delle relazioni eterosessuali. A livello discorsivo la discriminazione apatica è rilevabile nelle affermazioni in cui si sostiene che il riconoscimento dei diritti singoli o delle coppie gay determinerebbe un'ingiustificata sottrazione di «diritti» ai singoli e alle relazioni etero: «Permettere i matrimoni gay significa indebolire la famiglia tradizionale» oppure «le unioni civili minano la famiglia». In questo caso il linguaggio ostile tradizionale è sostituito da forme più sottili, meno connotate negativamente e spesso fa ricorso al repertorio della «discriminazione nei confronti degli eterosessuali» allo scopo di bloccare gli interventi volti a legittimare socialmente l'omosessualità. Tale forma di discriminazione tende ad emergere ogni qual volta vengono proposte leggi volte a promuovere l'inclusione sociale e giuridica verso le persone lesbiche, gay e bisessuali.

    Se si proietta un ciclo di film sull'omosessualità nella scuola bisogna fare altrettanto per l'eterosessualità!

    È discriminatorio verso gli etero promuovere la lotta al bullismo omofobico

    Discriminazione aversiva
    Esprime una valenza negativa verso l'omosessualità simile a quella che si ritrova nell'eterosessismo tradizionale, tuttavia tende a manifestare proprie argomentazioni anti-gay con un linguaggio meno acceso e più politicamente corretto. Espressioni tipiche sono «il movimento gay sta chiedendo troppo...» e «vi è eccessiva attenzione all'omosessualità». Si tratta di un comportamento simile a quello di molte persone che negli anni '60 si opponevano all'integrazione degli afroamericani nella società statunitense, affermando che tali processi erano «forzati»e non si evolvevano «naturalmente». Altre espressioni tipiche sono:

    Il movimento gay pretende troppo

    L'adozione gay è eccessiva

    C'è una sorta di propaganda omosessuale in tv...

    Nell'ambito formativo-educativo l'eterosessismo aversivo può tradursi in espressioni ambivalenti che, se da una parte legittimano l'omosessualità al pari dell'eterosessualità, dall'altra tendono ad impedire la messa in atto di azioni positive per il raggiungimento della piena parità. Ad esempio:

    È eccessivo svolgere dei corsi di formazione per il personale sanitario per una maggiore inclusione delle persone LGBT;

    È sbagliato coinvolgere la scuola sui progetti sulla sessualità;

    È esagerato prevedere programmi formativi per venire incontro a bisogni delle persone LGBT;

    È inutile fare dei corsi di formazione per il personale di polizia sulle aggressioni omofobiche.

    Discriminazione amnestica
    Si riferisce ad un insieme di comportamenti e convinzioni che negano l'esistenza di discriminazioni nei confronti delle persone lesbiche, gay e bisessuali, malgrado episodi di omofobia nella società diffusi anche dai media, oppure rifiutano di considerare rilevanti la parità di diritti e le richieste di diritti LGBT. Ad esempio:

    Non esistono più discriminazioni contro gay e lesbiche!

    I gay hanno le stesse opportunità degli etero

    In ambito educativo o professionale si può tradurre nella negazione della necessità di una formazione ad hoc per affrontare bisogni specifici di lesbiche e gay e quindi per il superamento di eventuali discriminazioni che li colpiscono.

    La formazione per il personale delle risorse umane è superata, nessuno discrimina più i gay al lavoro!

    Non capisco il senso di formare i docenti sul tema dell'omofobia, i ragazzi sono trattati tutti allo stesso modo!

    Non trovo necessario introdurre una legge contro l'omofobia, i violenti vengono già puniti


  2. #2
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