La Sardegna ha terminato di formarsi quale parte della nazione italiana assai dopo le altre regioni, cominciando però assai prima e costruendosene certezze altrove assenti e politicamente determinanti per lo Stato italiano quale Stato nazionale.
La natura assai varia, composita, pluralista della nostra nazione, è paragonabile alla misteriosa molteplicità che costituisce "la nazione indiana in Asia", espressione che definisce qualcosa di tanto vasto ed incatalogabile da sembrare una affermazione vana, ma che si interpreta o identificando differenze tra Asia ed America, o individuando ciò che di asiatico in India è assente. Certo resta una piccola impresa dell'intelletto pervenire al concetto corrispondente!
In Europa l'Italia suscita negli altri europei sorta di disorientamento a considerare la nazionalità italiana con una idea precisabile e comunicabile senza previe conoscenze. Si dice comunemente che l'Italia in realtà non è altra cosa dal resto di Europa, ed è ottimo modo questo per evitare incomprensioni, ovviamente purché si stia pensando alla Europa nella sua comunanza ed unità indeterminata. Da questo modo sorge la maniera di spiegare il senso della pur ovvia non alterità: l'Italia è un microcosmo nel macrocosmo, come l'India è un universo nell'universo; dunque come accade in India di trovare corrispondenze con il resto dell'Asia, così in Italia si trovano uguaglianze col resto d'Europa. In tal senso la nazionalità italiana è comprensibile nonostante si presenti in forma non catalogabile ma solamente descrivibile.
Quando la Sardegna viveva il tempo della discesa di stranieri interessati a diventar parte nazionale e politica del e nel luogo, erano gli anni del Risorgimento: infatti, sembrerebbe assurdo ma..., i sardi non furono prima della Unità di Italia interamente parte di formazioni politiche: restava loro, ugualmente non stessamente che adesso, la politica "dell'altra parte", cioè loro posti e ruoli di potere non inclusi nelle comunanze col resto di Italia, quindi facoltà esclusive, di gruppi e persone.
Durante gli anni del mandato del Cavour, i sardi erano amici dei russi, che nell'Isola avevano un potere di esercizio politico italiano-russo non della Russia né dei russi della Russia (non esistono solo questi!). Siglato dal Cavour un patto a nome ed autorità del Popolo Sardo e di aristocratico russo Orlov e con beneplacito non necessario permesso dei Sabaudi, in Sardegna di fatto l'amministrazione politica autonoma era dominante sul controllo delle autorità italiane-non-sarde-e-italiane-sarde e gli amministratori erano italiani-russi di Italia, tra cui Casato aristocratico Orlov, non diversamente che gli Svevi coi loro Imperatori in 'quelle' terre italiane bisognose dei loro ordini-non-comandi.
La nazione italiana esisteva già dai tempi del regno franco-longobardo-bizantino poi franco longobardo, ma si era ultimata ai tempi del Rinascimento evolvendosi e definendosi solo ai tempi del Risorgimento!
Fu con la Resistenza ai totalitarismi ed al fascismo in particolare, che la nazione italiana iniziò a manifestarsi direttamente e compiutamente, non solo con azioni ma con stessa presenza.
Quando Garibaldi era sardo non italiano cioè del Continente e francese, non esisteva possibilità di nazionalità comprensibile e dunque durativa. Garibaldi voleva essere italiano, e gli era necessario avere Stato Unitario e combattere per ottenerlo; solo iniziando la sua tremenda lotta era diventato italo-sardo, continuandola con sommo ingegno diventando italiano e sardo, restando tale combattendo per avere e serbare residenza in suolo italiano!
Da piccolo Giuseppe Garibaldi era un poco francese ovvero non italiano ma con desiderio di essere oltre che sardo anche italiano ed ex francese.
Sardi stranieri? Gli elleni si chiedono: greci italiani? Ebbene sì! Non tutti i sardi sono italiani, vi sono anche i greci di Italia (ed anche di Sardegna!).
I non sardi si domandano cose che a volte i sardi non permettono loro di ridire o risapere, per scopo di vitale salvifica riservatezza; in me essendovene chiara definizione intellettuale, è il segno che il veto sardo è scaduto nei miei riguardi per suoi naturali tempi.
La manifestazione della nazione degli italiani si compie, trovando comunanza europea e appartenenza euroasiatica, prima non tanto chiare.
Così, la chiarezza diventa esigenza della politica, per la politica. Ne fa fede anche il sindacalismo sardo, la tolleranza, il non allineamento al totalitarismo comunista di Gramsci e dei gramsciani.
Una chiarezza moscovita o quasi, da fine dei Soviet? Dal mondo sardo ne viene anche una tutta italiana da principio, non a caso siamo in anni di manifestazioni dirette.
Ma la consapevolezza della natura estremamente variegata della nazione italiana deve restare! Per riconoscere anche nel sindacalismo sardo ciò di uguale al resto di Europa: pure bolscevichi e pure menscevichi ed anche in Italia perché: italiani. Infatti: varieghi e variaghi nelle Russie ma pure in Europa ed Italia e dal principio della vera storia di cui i fatti corrispondenti.
Perché riconoscere? Per continuare a comprendere l'Italia restando così italiani.
Altrimenti nessuna logica di esistenza o di vita consentono intelligenza sufficiente per restare ciò che si vorrebbe.
MAURO PASTORE