La Repubblica

La delibera del settore welfare che introduce il reddito comunale garantito è stata approvata. Entra così in vigore una delle promesse più consistenti del programma elettorale di Effetto Parma anche se il provvedimento cambia nome: si chiamerà redito di solidarietà comunale.


La novità emersa dal dibattito che in Consiglio comunale ha portato al voto favorevole è stato il sì del gruppo consiliare del Pd; una apertura di credito che pesa molto più del sì di Roberta Roberti che può considerarsi ormai organica al gruppo consiliare dei pizzarottiani. Astenuti Parma Protagonista e Parma Unita Centristi (che già prima della seduta avevano esposto dubbi sulla delibera), contraria la Lega.

La misura, come aveva chiarito in commissione l'assessora al Welfare Laura Rossi, si propone di "distribuire meglio le risorse a disposizione per arrivare ad aiutare chi è escluso dai sostegni recentemente introdotti a livello nazionale e regionale, cioè Res e Rei. Un contributo continuativo mensile che si basa su un patto tra il servizio che eroga e la persona che riceve: 'ti sostengo tutti i mesi a fronte di un percorso verso l'autonomia lavorativa, linguistica, culturale'. Un approccio più forte rispetto alla pura assistenza. Uno strumento che, dal punto di vista sociale, conta di costruire legami più stringenti".Nel corso del confronto, andato avanti circa quattro ore, è stato approvato un emendamento di Effetto Parma che limita la platea dei beneficiari (escluso ad esempio chi è inserito nei percorsi Sprar) mentre è stato respinto quella della Lega che chiedeva di introdurre un vincolo di residenza di cinque anni per poter beneficiare del reddito. "A beneficiarne saranno soprattutto i non parmigiani" ha detto Carlotta Marù.

Il capogruppo del Pd Lorenzo Lavagetto ha espresso perplessità sulla definizione di garantito: "Non lo è perché sussiste una valutazione degli uffici su ciascuna posizione che fa richiesta dell'aiuto economico"; da qui il cambio di denominazione che spiana la strada al via libera del gruppo consiliare.

Dai dem dubbi anche sul carico di lavoro che andrà a gravare "in modo pesantissimo" sugli operatori del settore welfare: "Si trovano i fondi per assumere dirigenti e non si vede la priorità di chi opera in sofferenza di organico".

Per Fabrizio Pezzuto il provvedimento è stato connotato dalla maggioranza di una "valenza nazionale" quando si tratta di un qualcosa che a Parma "esiste da anni. Siamo quindi nella continuità rispetto al passato, non c'è alcuna rivoluzione. In più il reddito comunale si innesta su interventi nazionali e regionali. Anche le risorse stanziate sono le stesse: la 'coperta' è di 2, 2 milioni"; ed evidenzia come "qualcuno si sia già presentato agli uffici per richiedere il contributo" con annesso aggravio per gli uffici.

Anche Pier Paolo Eramo ha espresso critiche sulla definizione: "Non è un reddito garantito ma un aiuto a progetto" e ha lanciato la proposta di creare un osservatorio comunale sulla povertà per una lettura analitica dei dati che ora sono stimati solo dalla Caritas. Il consigliere evidenzia inoltre lo "scarto fra i toni trionfalistici usati in conferenza stampa da Effetto Parma e le parole più caute utilizzate da Rossi in aula" nel proporre la delibera.

"I toni trionfali derivano dal fatto che l'atto rappresenta uno dei punti nodali del nostro programma" replica Cristian Salazano, capogruppo di Ep.

Quanto allo stanziamento, Rossi rileva che le risorse al momento a disposizione sono quelle inserite nel bilancio di previsione e non esclude manovre correttive al rialzo in corso d'opera, quando saranno più chiari gli impatti dei beneficiari locali degli aiuti statli e regionali. Rispetto al milione e 200mila euro del 2012 il Comune è comunque salito a 2,6 milioni di euro: "Quello che noi mettiamo a Parma per il contrasto alla povertà è infinitamente più alto di quello che stanziano altre città. Con l'ingresso del Res e del Rei avremmo dovuto ridurre il capitolo di bilancio comunale e invece abbiamo portato avanti la scelta coraggiosa di mantenere gli importi del bilancio precedente che in parte andranno ad ampliare la platea dei beneficiari, per intercettare le persone escluse dai provvedimenti statali e regionali; quindi non si trattta di un gioco a somma zero. Attuiamo una riorganizzazione dei servizi e diamo risposte a più persone".

E sui numeri della povertà a Parma osserva che l'assessorato ha "il polso della situazione" mentre sulla tenuta degli uffici rispetto al carico di lavoro ribadische il settore Servizi sociali è "in affanno da tempo e a prescindere dal reddito garantito", parla di "assoluta difficoltà" alla luce delle tante nuove normative introdotte dal Governo e dalla Regione: "Intasamenti sono prevedibili ma riusciremo nella gestione" e ricorda di avere già spostato da tempo più personale agli sportelli in attesa di un potenziamento dell'organico e del graduale rientro di 10 lavoratrici ora in maternità.

La nota politica da evidenziare è dunque il sì del Pd; non un sì incondizionato - ha precisato Lavagetto - ma una mano tesa alla maggioranza in un ambito, quello del contrasto alla povertà, sensibile ai principi dei dem. "Il regolamento approvato in Consiglio va nella direzione già indicata dal Pd attraverso Res e del Rei, cui il reddito comunale si integrerà. Nel 2016, cioè prima del Res e del Rei, era stato il turno del “minimo garantito”, una cosa molto simile, ovvero erogazioni (annuali) su progetto sociale per l’inserimento di persone che si trovano in condizione di povertà (Isee sotto 6000 euro), il tutto in base a parametri d’accesso, tabelle, e limiti massimi di erogazione rimasti pressoché invariati. Cosa cambia oggi? Poco".

L'occasione è propizia per Forza Italia che con Francesca Gambarini commenta: "Pizzarotti e il Pd approvano insieme il reddito di solidarietà comunale. Un voto che ha rappresentato quindi il primo momento di unione tra Effetto Parma e il Pd. Già mi immagino la gioia del presidente della Regione Bonaccini e del sindaco di Bologna Merola che questo matrimonio lo aspettano da anni".