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"Un saluto speciale va alle nuove guardie svizzere, ai loro familiari ed amici, nel giorno della festa di questo storico e benemerito corpo".
Così papa Francesco, in piazza san Pietro, si è rivolto alle 32 reclute ricordando al contempo la ricorrenza del 6 maggio, fissata in ricordo dei 147 soldati elvetici caduti in difesa di Clemente VII nel Sacco di Roma del 1527.
Cantone ospite della cerimonia è stato quest'anno Lucerna. Nessuna nuova leva della Guardia svizzera pontificia ha giurato in lingua italiana.
Il comandante Christoph Graf ha annunciato la novità dell'aumento del contingente da 110 fino a un massimo 135 uomini, che dovrà fare i conti con la difficoltà a trovare nuovi aspiranti idonei, nonostante una campagna moderna come quella su YouTube.
Lo stesso Graf aveva presentato il nuovo elmo nero delle Guardie, non più in ferro battuto ma in PVC, e prodotto in Svizzera con stampanti tridimensionali. Ne risulta un casco molto più leggero e funzionale, che costa la metà.
La cerimonia si è svolta nel Cortile di San Damaso, alla presenza di centinaia di persone: rappresentanti politici e militari della Confederazione, personalità del Vaticano e della Chiesa cattolica in Svizzera, parenti e amici delle reclute.
La Guardia si è schierata al suono della banda in uniforme di gran gala, dal comandante all'ultimo alabardiere.
Dopo il testo integrale del giuramento, letto dal cappellano del piccolo esercito, ogni recluta è stata chiamata per nome a confermare a gran voce fedeltà, lealtà, ubbidienza e l'impegno a sacrificare, ove occorra, anche la propria vita.