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  1. #71
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    Predefinito Re: Nicaragua. Cosa succede?

    Nicaragua, Daniel Ortega: «Il golpe è stato sconfitto»



    Nonostante l’estrema violenza e gli ingenti fondi di cui dispongono i gruppi afferenti l’opposizione al sandinismo, il presidente Daniel Ortega ai microfoni teleSUR afferma che «il golpe è stato sconfitto»

    Dallo scorso mese di aprile il Nicaragua è investito da un’ondata di violenza. Per i soliti noti del circuito mainstream in compagnia di alcuni settori progressisti si tratta della risposta spropositata di un governo autoritario a legittime proteste popolari. Fingendo così di non vedere l’azione dei gruppi armati paramilitari, i rapimenti e le torture a danno dei sandinisti. Proprio come accaduto in Venezuela durante le tristemente note ‘guarimbas’. A Caracas ieri, oggi a Managua ma l’obiettivo è sempre lo stesso: rovesciare il governo legittimamente eletto per instaurare un regime prono ai voleri di Washington.



    Nonostante l’estrema violenza e gli ingenti fondi di cui dispongono i gruppi afferenti l’opposizione al sandinismo, il presidente Daniel Ortega ai microfoni teleSUR afferma che «il golpe è stato sconfitto».

    Per proseguire nella lettura dell'articolo: https://www.lantidiplomatico.it/dett...to/5694_24853/
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  2. #72
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    Predefinito Re: Nicaragua. Cosa succede?

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Attilio Visualizza Messaggio
    Se te lo permettono i padroni di Panama che sono quelli che stanno mettendo loro i dazi.
    Eh, sembra che si stiano avvicinando... Specialmente a Panamà i soldi non puzzano, neanche quelli dei cinesi.
    Hitler or Hell.

  3. #73
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    Predefinito Re: Nicaragua. Cosa succede?

    Citazione Originariamente Scritto da Kavalerists Visualizza Messaggio
    Roba da impiccarli per quanto sono imbecilli.
    La sinistra di oggi non è la vera sinistra.

  4. #74
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    Predefinito Re: Nicaragua. Cosa succede?

    Citazione Originariamente Scritto da utenteacaso Visualizza Messaggio
    La sinistra di oggi non è la vera sinistra.
    La sinistra da circa trent'anni a questa parte non ha più nulla di sinistra.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  5. #75
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    Predefinito Re: Nicaragua. Cosa succede?

    Stella Calloni alla sinistra che sostiene il golpismo in Nicaragua: «Ci sono terroristi e gruppi violenti come in Venezuela. È così difficile vederlo?»

    «Non tutti quelli che si dichiarano di sinistra lo sono in realtà» denuncia inoltre Stella Calloni portando ad esempio: «I gruppi trotskisti hanno lavorato con le destre in tutti i paesi dell’America Latina»

    Il comportamento di certa sinistra ormai allo sbando, riguardo alla destabilizzazione in Nicaragua che punta a rovesciare il legittimo governo sandinista di Daniel Ortega, è inqualificabile. Atilio Boron attraverso le colonne di teleSUR ne ha denunciato la miopia. Ancora dall’Argentina si leva una voce importante e autorevole. La scrittrice e giornalista Stella Calloni, come riporta sandinistak.org, ha denunciato: «È vergognoso e allarmante che non si rendano conto di chi manovra i terroristi che hanno ucciso molte persone in maniera atroce».

    Taluni sedicenti progressisti o addirittura ultra-rivoluzionari duri e puri, in realtà perennemente schierati sulle posizioni dell’Impero, accusano Ortega di repressione e di aver ordinato ogni tipo di nefandezza. A costoro Stella Calloni si rivolge chiedendo: «Ci sono terroristi e gruppi violenti come in Venezuela. È così difficile vederlo? È così difficile vedere la realtà?».

    Poi sull’oggetto del contendere, la ormai famigerata riforma del sistema previdenziale la scrittrice spiega «la riforma delle pensioni: quando parlano della riforma pensioni, sanno che con questa riforma pensionistica i datori di lavoro avrebbero iniziato a pagare i servizi sociali per la prima volta nella loro vita? Se non lo sanno, perché parlano? Perché parlano? Fanno danni irreparabili».

    Leggi anche: Atilio Borón e la miopia di quella sinistra che sostiene il golpismo contro il governo sandinista di Ortega in Nicaragua

    Infatti sotto gli occhi di tutti abbiamo le reazioni di tante persone ignare le quali si accodano alla canea mefitica imperiale solo perché alcuni personaggi sedicenti di sinistra hanno lanciato i loro strali contro il governo sandinista.

    Per questo Stella Calloni lancia un appello chiaro: «Chiedo a Sergio Ramírez così come a Gioconda Belli, di prendere le distanze dai gruppi armati». Perché non si può essere complici dei «crimini aberranti che sono stati commessi».

    «Non tutti quelli che si dichiarano di sinistra lo sono in realtà» denuncia inoltre Stella Calloni portando ad esempio: «I gruppi trotskisti hanno lavorato con le destre in tutti i paesi dell’America Latina e favoriscono l’impero nel tentativo di avanzare nella nostra America Latina», secondo la scrittrice argentina questi «devono essere messi in discussione».

    L’appassionato intervento in difesa del Nicaragua e della verità bistrattata termina così: «Credo che ci sia una sola strada: la verità e la decenza. Basta. Basta seminare confusione nei nostri popoli in momenti così difficili. O stai con l’impero o contro l’impero, non c'è nient'altro nel mezzo. (…) Per favore, quelli che si dicono di sinistra non si schierino con l’impero, perché altrimenti non sono di sinistra. Basta mentire ai popoli. I popoli hanno bisogno della verità, necessitano di essere guidati in momenti molto difficili come quelli che stanno vivendo. Per favore, dov'è la decenza in tutto questo?».

    https://www.lantidiplomatico.it/dett...lo/5694_24831/
    Venezuela e Zimbabwe nei nostri cuori!

  6. #76
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    Predefinito Re: Nicaragua. Cosa succede?

    Atilio Borón e la miopia di quella sinistra che sostiene il golpismo contro il governo sandinista di Ortega in Nicaragua

    La caduta del sandinismo indebolirebbe il contesto geopolitico del Venezuela brutalmente aggredito e aumenterebbe le possibilità di generalizzazione della violenza in tutta la regione

    di Atilio Borón - teleSUR

    L'attuale dolorosa congiuntura in Nicaragua ha provocato una vera e propria raffica di critiche. La destra imperiale e i suoi epigoni in America Latina e Caraibi hanno raddoppiato la loro offensiva con un unico ed esclusivo obiettivo: creare il clima giusto a livello di opinione pubblica che permetta di rovesciare senza proteste internazionali il governo di Daniel Ortega, eletto meno di due anni fa (novembre 2016) con il 72 percento dei voti.

    Questo era prevedibile; non lo era che a quest’attacco partecipassero, anche con singolare entusiasmo, alcuni politici e intellettuali progressisti e di sinistra che hanno unito le loro voci a quelle degli svergognati servi dell’impero. Un noto rivoluzionario cileno, Manuel Cabieses Donoso, della cui amicizia sono onorato, ha scritto nella sua fiammeggiante critica al governo sandinista che «la reazione internazionale, il ‘sicario’ generale dell’OSA, i mezzi della disinformazione, la classe imprenditoriale e la Chiesa Cattolica si sono impadroniti della crisi sociale e politica innescata dagli errori del governo. I reazionari sono saliti sull'onda della protesta popolare».

    Corretta descrizione di Cabieses Donoso da cui, tuttavia, vengono tratte conclusioni errate. Giusta perché è vero che il governo di Daniel Ortega ha commesso un gravissimo errore nel siglare patti ‘tattici’ con i nemici storici del FSLN e, più recentemente, nel tentativo di imporre una riforma delle pensioni senza alcuna consultazione con le basi sandiniste o agendo con incomprensibile disprezzo per la crisi ecologica nella riserva biologica Indio-Maíz.

    Corretta anche quando afferma che la destra locale e i suoi padroni stranieri si sono appropriati della crisi sociale e politica, un dato di importanza trascendentale che non può essere ignorato o sottovalutato. Ma radicalmente scorrette sono le sue conclusioni, come quelle di Boaventura de Sousa Santos, quella del profondo ed enorme poeta Ernesto Cardenal, e di Carlos Mejía Godoy, così come tutta una pletora di attivisti che nelle loro numerose denunce e scritti richiedono - apertamente, altri in un modo più sottile - la destituzione del presidente del Nicaragua senza nemmeno abbozzare una riflessione o arrischiare una congettura su quanto sarebbe avvenuto dopo.

    Alla luce dei bagni di sangue che hanno devastato l’Honduras in seguito alla destituzione di ‘Mel’ Zelaya; quanto avvenuto in Paraguay in seguito al rovesciamento ‘express’ di Fernando Lugo nel 2012, e quanto accaduto prima in Cile nel 1973 e in Guatemala nel 1954; o quello che fecero i golpisti venezuelani dopo il golpe dell’11 di aprile durante l’interregno di Carmona Estanga ‘il breve’, o quello che sta succedendo adesso in Brasile e le centinaia di migliaia di omicidi che la destra ha compiuto durante i decenni di ‘cogestione FMI-PRIAN’ in Messico, o il genocidio dei poveri praticato da Macri in Argentina. Qualcuno sano di mente può supporre che la destituzione del governo di Daniel Ortega creerebbe una democrazia scandinava in Nicaragua?

    Una debolezza comune a tutti i critici è che in nessun momento alludono al quadro geopolitico in cui si dipana la crisi. Come possiamo dimenticare che il Messico e l'America centrale sono una regione di massima importanza strategica per la dottrina della sicurezza nazionale negli Stati Uniti? L'intera storia del ventesimo secolo è contrassegnata da questa ossessiva preoccupazione di Washington di sottomettere il popolo ribelle del Nicaragua. A qualsiasi prezzo. Anche attraverso la sanguinaria dittatura di Anastasio Somoza, la Casa Bianca non ha esitato e agito di conseguenza. Criticato da alcuni rappresentanti democratici nel Congresso degli Stati Uniti per il sostegno che Franklin D. Roosevelt dava al dittatore, egli rispose semplicemente che «sì, (Somoza) è un figlio di puttana ma è il NOSTRO figlio di puttana».

    E le cose non sono cambiate da allora. Quando il 19 Luglio 1979 il Fronte Sandinista sconfigge il regime di Somoza, il presidente Ronald Reagan non esita un minuto nell’organizzare un’operazione mafiosa di traffico illegale di armi e droga al fine di poter finanziare, ben oltre di quanto autorizzasse il Congresso degli Stati Uniti, la ‘contra’ nicaraguense. Tutto questo andò sotto il nome di ‘Operazione Iran-Contras’. Possiamo essere così ingenui oggi da dimenticare questo precedente, o pensare che queste politiche interventiste e criminali rappresentino pratiche del passato? Un paese, inoltre, che negli ultimi tempi ha pianificato la costruzione di un canale interoceanico - finanziato da enigmatici capitali cinesi - in grado di competere con il Canale di Panama, controllato di fatto se non di diritto, dagli Stati Uniti. Questi non sono dati aneddotici ma di fondo, necessari per calibrare con precisione il contesto geopolitico in cui i tragici eventi si svolgono in Nicaragua.

    Tutto ciò non significa ignorare i gravi errori del governo di Daniel Ortega e l'enorme prezzo pagato per un pragmatismo che ha stabilizzato la situazione economica del paese e migliorato le condizioni di vita della popolazione ipotecando la tradizione rivoluzionaria sandinista. Ma il patto con i nemici è sempre volatile e transitorio. E al minimo segno di debolezza del governo, e davanti un grossolano errore basato sul disprezzo per l'opinione della base sandinista, si sono scagliati con tutto il loro arsenale in strada per rovesciare Ortega. Hanno trasferito molti dei mercenari che hanno messo in scena le ‘guarimbas’ in Venezuela in Nicaragua e ora stanno applicando in Nicaragua la stessa ricetta per la violenza e la morte insegnata nei manuali della CIA.

    Conclusione: la caduta del sandinismo indebolirebbe il contesto geopolitico del Venezuela brutalmente aggredito e aumenterebbe le possibilità di generalizzazione della violenza in tutta la regione.

    Mentre ero al Forum di San Paolo che si svolge a L'Avana, ho potuto godere della contemplazione dei Caraibi. Lì vidi, in lontananza, una fragile barchetta. Era condotta da un robusto marinaio e, dall'altra parte, c'era una ragazza. Il timoniere sembrava confuso e lottava per mantenere il suo corso nel bel mezzo di una minacciosa mareggiata. E mi è venuto in mente che questa immagine potrebbe rappresentare eloquentemente il processo rivoluzionario, e non solo in Nicaragua ma anche in Venezuela, in Bolivia, ovunque. La rivoluzione è come quella ragazza, e il timoniere è il governo rivoluzionario. Quest’ultimo può sbagliare, perché non c'è lavoro umano al riparo dall'errore; e compiere manovre errate che lo lasciano in balia delle onde e mettono in pericolo la vita della ragazza. A completare il tutto, non lontano c'era la sagoma minacciosa di una nave da guerra statunitense, carica di armi letali, squadroni della morte e soldati mercenari. Come salvare la ragazza? Sbalzando il timoniere in mare e facendo affondare la barca, e con essa la ragazza? Consegnandola alla marmaglia di criminali che si affollano, assetati di sangue e pronti a saccheggiare il paese, rubare le loro risorse e stuprare e poi uccidere la ragazza?

    Non credo sia questa la soluzione. Non vedo che questa sia la soluzione. Più produttivo sarebbe che alcune delle altre barche che si trovano nella zona si avvicinino a quella in pericolo e facciano sì che il disordinato timoniere possa raddrizzare la rotta. Affondare colui che guida la ragazza della rivoluzione, o consegnarlo alla nave nordamericana, difficilmente potrebbe essere considerato una soluzione rivoluzionaria.

    (Traduzione dallo spagnolo per l’AntiDiplomatico di Fabrizio Verde)

    https://www.lantidiplomatico.it/dett...ua/5694_24794/
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  7. #77
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    Predefinito Re: Nicaragua. Cosa succede?

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Attilio Visualizza Messaggio
    Stella Calloni alla sinistra che sostiene il golpismo in Nicaragua: «Ci sono terroristi e gruppi violenti come in Venezuela. È così difficile vederlo?»

    «Non tutti quelli che si dichiarano di sinistra lo sono in realtà» denuncia inoltre Stella Calloni portando ad esempio: «I gruppi trotskisti hanno lavorato con le destre in tutti i paesi dell’America Latina»

    Il comportamento di certa sinistra ormai allo sbando, riguardo alla destabilizzazione in Nicaragua che punta a rovesciare il legittimo governo sandinista di Daniel Ortega, è inqualificabile. Atilio Boron attraverso le colonne di teleSUR ne ha denunciato la miopia. Ancora dall’Argentina si leva una voce importante e autorevole. La scrittrice e giornalista Stella Calloni, come riporta sandinistak.org, ha denunciato: «È vergognoso e allarmante che non si rendano conto di chi manovra i terroristi che hanno ucciso molte persone in maniera atroce».

    Taluni sedicenti progressisti o addirittura ultra-rivoluzionari duri e puri, in realtà perennemente schierati sulle posizioni dell’Impero, accusano Ortega di repressione e di aver ordinato ogni tipo di nefandezza. A costoro Stella Calloni si rivolge chiedendo: «Ci sono terroristi e gruppi violenti come in Venezuela. È così difficile vederlo? È così difficile vedere la realtà?».

    Poi sull’oggetto del contendere, la ormai famigerata riforma del sistema previdenziale la scrittrice spiega «la riforma delle pensioni: quando parlano della riforma pensioni, sanno che con questa riforma pensionistica i datori di lavoro avrebbero iniziato a pagare i servizi sociali per la prima volta nella loro vita? Se non lo sanno, perché parlano? Perché parlano? Fanno danni irreparabili».

    Leggi anche: Atilio Borón e la miopia di quella sinistra che sostiene il golpismo contro il governo sandinista di Ortega in Nicaragua

    Infatti sotto gli occhi di tutti abbiamo le reazioni di tante persone ignare le quali si accodano alla canea mefitica imperiale solo perché alcuni personaggi sedicenti di sinistra hanno lanciato i loro strali contro il governo sandinista.

    Per questo Stella Calloni lancia un appello chiaro: «Chiedo a Sergio Ramírez così come a Gioconda Belli, di prendere le distanze dai gruppi armati». Perché non si può essere complici dei «crimini aberranti che sono stati commessi».

    «Non tutti quelli che si dichiarano di sinistra lo sono in realtà» denuncia inoltre Stella Calloni portando ad esempio: «I gruppi trotskisti hanno lavorato con le destre in tutti i paesi dell’America Latina e favoriscono l’impero nel tentativo di avanzare nella nostra America Latina», secondo la scrittrice argentina questi «devono essere messi in discussione».

    L’appassionato intervento in difesa del Nicaragua e della verità bistrattata termina così: «Credo che ci sia una sola strada: la verità e la decenza. Basta. Basta seminare confusione nei nostri popoli in momenti così difficili. O stai con l’impero o contro l’impero, non c'è nient'altro nel mezzo. (…) Per favore, quelli che si dicono di sinistra non si schierino con l’impero, perché altrimenti non sono di sinistra. Basta mentire ai popoli. I popoli hanno bisogno della verità, necessitano di essere guidati in momenti molto difficili come quelli che stanno vivendo. Per favore, dov'è la decenza in tutto questo?».

    https://www.lantidiplomatico.it/dett...lo/5694_24831/
    Non è affatto difficile vederlo, e che non lo si vuole vedere.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  8. #78
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    Predefinito Re: Nicaragua. Cosa succede?

    Citazione Originariamente Scritto da Lord Attilio Visualizza Messaggio
    Atilio Borón e la miopia di quella sinistra che sostiene il golpismo contro il governo sandinista di Ortega in Nicaragua

    La caduta del sandinismo indebolirebbe il contesto geopolitico del Venezuela brutalmente aggredito e aumenterebbe le possibilità di generalizzazione della violenza in tutta la regione

    di Atilio Borón - teleSUR

    L'attuale dolorosa congiuntura in Nicaragua ha provocato una vera e propria raffica di critiche. La destra imperiale e i suoi epigoni in America Latina e Caraibi hanno raddoppiato la loro offensiva con un unico ed esclusivo obiettivo: creare il clima giusto a livello di opinione pubblica che permetta di rovesciare senza proteste internazionali il governo di Daniel Ortega, eletto meno di due anni fa (novembre 2016) con il 72 percento dei voti.

    Questo era prevedibile; non lo era che a quest’attacco partecipassero, anche con singolare entusiasmo, alcuni politici e intellettuali progressisti e di sinistra che hanno unito le loro voci a quelle degli svergognati servi dell’impero. Un noto rivoluzionario cileno, Manuel Cabieses Donoso, della cui amicizia sono onorato, ha scritto nella sua fiammeggiante critica al governo sandinista che «la reazione internazionale, il ‘sicario’ generale dell’OSA, i mezzi della disinformazione, la classe imprenditoriale e la Chiesa Cattolica si sono impadroniti della crisi sociale e politica innescata dagli errori del governo. I reazionari sono saliti sull'onda della protesta popolare».

    Corretta descrizione di Cabieses Donoso da cui, tuttavia, vengono tratte conclusioni errate. Giusta perché è vero che il governo di Daniel Ortega ha commesso un gravissimo errore nel siglare patti ‘tattici’ con i nemici storici del FSLN e, più recentemente, nel tentativo di imporre una riforma delle pensioni senza alcuna consultazione con le basi sandiniste o agendo con incomprensibile disprezzo per la crisi ecologica nella riserva biologica Indio-Maíz.

    Corretta anche quando afferma che la destra locale e i suoi padroni stranieri si sono appropriati della crisi sociale e politica, un dato di importanza trascendentale che non può essere ignorato o sottovalutato. Ma radicalmente scorrette sono le sue conclusioni, come quelle di Boaventura de Sousa Santos, quella del profondo ed enorme poeta Ernesto Cardenal, e di Carlos Mejía Godoy, così come tutta una pletora di attivisti che nelle loro numerose denunce e scritti richiedono - apertamente, altri in un modo più sottile - la destituzione del presidente del Nicaragua senza nemmeno abbozzare una riflessione o arrischiare una congettura su quanto sarebbe avvenuto dopo.

    Alla luce dei bagni di sangue che hanno devastato l’Honduras in seguito alla destituzione di ‘Mel’ Zelaya; quanto avvenuto in Paraguay in seguito al rovesciamento ‘express’ di Fernando Lugo nel 2012, e quanto accaduto prima in Cile nel 1973 e in Guatemala nel 1954; o quello che fecero i golpisti venezuelani dopo il golpe dell’11 di aprile durante l’interregno di Carmona Estanga ‘il breve’, o quello che sta succedendo adesso in Brasile e le centinaia di migliaia di omicidi che la destra ha compiuto durante i decenni di ‘cogestione FMI-PRIAN’ in Messico, o il genocidio dei poveri praticato da Macri in Argentina. Qualcuno sano di mente può supporre che la destituzione del governo di Daniel Ortega creerebbe una democrazia scandinava in Nicaragua?

    Una debolezza comune a tutti i critici è che in nessun momento alludono al quadro geopolitico in cui si dipana la crisi. Come possiamo dimenticare che il Messico e l'America centrale sono una regione di massima importanza strategica per la dottrina della sicurezza nazionale negli Stati Uniti? L'intera storia del ventesimo secolo è contrassegnata da questa ossessiva preoccupazione di Washington di sottomettere il popolo ribelle del Nicaragua. A qualsiasi prezzo. Anche attraverso la sanguinaria dittatura di Anastasio Somoza, la Casa Bianca non ha esitato e agito di conseguenza. Criticato da alcuni rappresentanti democratici nel Congresso degli Stati Uniti per il sostegno che Franklin D. Roosevelt dava al dittatore, egli rispose semplicemente che «sì, (Somoza) è un figlio di puttana ma è il NOSTRO figlio di puttana».

    E le cose non sono cambiate da allora. Quando il 19 Luglio 1979 il Fronte Sandinista sconfigge il regime di Somoza, il presidente Ronald Reagan non esita un minuto nell’organizzare un’operazione mafiosa di traffico illegale di armi e droga al fine di poter finanziare, ben oltre di quanto autorizzasse il Congresso degli Stati Uniti, la ‘contra’ nicaraguense. Tutto questo andò sotto il nome di ‘Operazione Iran-Contras’. Possiamo essere così ingenui oggi da dimenticare questo precedente, o pensare che queste politiche interventiste e criminali rappresentino pratiche del passato? Un paese, inoltre, che negli ultimi tempi ha pianificato la costruzione di un canale interoceanico - finanziato da enigmatici capitali cinesi - in grado di competere con il Canale di Panama, controllato di fatto se non di diritto, dagli Stati Uniti. Questi non sono dati aneddotici ma di fondo, necessari per calibrare con precisione il contesto geopolitico in cui i tragici eventi si svolgono in Nicaragua.

    Tutto ciò non significa ignorare i gravi errori del governo di Daniel Ortega e l'enorme prezzo pagato per un pragmatismo che ha stabilizzato la situazione economica del paese e migliorato le condizioni di vita della popolazione ipotecando la tradizione rivoluzionaria sandinista. Ma il patto con i nemici è sempre volatile e transitorio. E al minimo segno di debolezza del governo, e davanti un grossolano errore basato sul disprezzo per l'opinione della base sandinista, si sono scagliati con tutto il loro arsenale in strada per rovesciare Ortega. Hanno trasferito molti dei mercenari che hanno messo in scena le ‘guarimbas’ in Venezuela in Nicaragua e ora stanno applicando in Nicaragua la stessa ricetta per la violenza e la morte insegnata nei manuali della CIA.

    Conclusione: la caduta del sandinismo indebolirebbe il contesto geopolitico del Venezuela brutalmente aggredito e aumenterebbe le possibilità di generalizzazione della violenza in tutta la regione.

    Mentre ero al Forum di San Paolo che si svolge a L'Avana, ho potuto godere della contemplazione dei Caraibi. Lì vidi, in lontananza, una fragile barchetta. Era condotta da un robusto marinaio e, dall'altra parte, c'era una ragazza. Il timoniere sembrava confuso e lottava per mantenere il suo corso nel bel mezzo di una minacciosa mareggiata. E mi è venuto in mente che questa immagine potrebbe rappresentare eloquentemente il processo rivoluzionario, e non solo in Nicaragua ma anche in Venezuela, in Bolivia, ovunque. La rivoluzione è come quella ragazza, e il timoniere è il governo rivoluzionario. Quest’ultimo può sbagliare, perché non c'è lavoro umano al riparo dall'errore; e compiere manovre errate che lo lasciano in balia delle onde e mettono in pericolo la vita della ragazza. A completare il tutto, non lontano c'era la sagoma minacciosa di una nave da guerra statunitense, carica di armi letali, squadroni della morte e soldati mercenari. Come salvare la ragazza? Sbalzando il timoniere in mare e facendo affondare la barca, e con essa la ragazza? Consegnandola alla marmaglia di criminali che si affollano, assetati di sangue e pronti a saccheggiare il paese, rubare le loro risorse e stuprare e poi uccidere la ragazza?

    Non credo sia questa la soluzione. Non vedo che questa sia la soluzione. Più produttivo sarebbe che alcune delle altre barche che si trovano nella zona si avvicinino a quella in pericolo e facciano sì che il disordinato timoniere possa raddrizzare la rotta. Affondare colui che guida la ragazza della rivoluzione, o consegnarlo alla nave nordamericana, difficilmente potrebbe essere considerato una soluzione rivoluzionaria.

    (Traduzione dallo spagnolo per l’AntiDiplomatico di Fabrizio Verde)

    https://www.lantidiplomatico.it/dett...ua/5694_24794/
    Ma poi non è più manco questione di miopia, di vedere non voler vedere ecc., ormai quella "sinistra" cui l'articolo fa riferimento è filoamericana da un bel pò di anni, per non dire decenni.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
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  9. #79
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    Predefinito Re: Nicaragua. Cosa succede?

    Citazione Originariamente Scritto da Kavalerists Visualizza Messaggio
    Non è affatto difficile vederlo, e che non lo si vuole vedere.
    Se parli della sinistra imperiale è vero, nel caso dei trozkisti però è proprio demenza.

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  10. #80
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    Predefinito Re: Nicaragua. Cosa succede?

    Moncada, ministro degli Esteri del Nicaragua: «Siamo di fronte a un tentativo di rompere l’ordine costituzionale per far cadere un governo progressista»



    L'ex comandante guerrigliero del Fronte Sandinista inoltre spiega: «C’è una crisi della sinistra mondiale. Più che guardare alla complessità della situazione e della lotta di classe in questo contesto globale, certi intellettuali si esercitano in elucubrazioni con cui è difficile interloquire»


    di Geraldina Colotti

    E’ un sandinista della prima ora, Denis Moncada Colindres, ministro degli Esteri del Nicaragua. Ha partecipato al movimento di liberazione e poi alla rivoluzione che, nel 1979, ha posto fine alla dittatura di Anastasio Somoza dando il potere al Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), che ha governato fino al 1990. Moncada è sempre rimasto nella direzione dell’FSLN, congedandosi con il grado di Generale di Brigata. In seguito, ha lavorato per il ritorno di Daniel Ortega al governo del paese. Dopo la vittoria elettorale del Fronte sandinista, nel 2006, è stato per otto anni ambasciatore all’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), poi assessore del presidente per le questioni internazionali e, da due anni, è ministero degli Esteri. Lo abbiamo incontrato a Roma in occasione del suo viaggio in Vaticano, compiuto con l’intento di ridar vita al processo di dialogo per riportare la pace nel paese dopo le violenze scoppiate ad aprile. “Al di là dell’incarico che si ricopre nelle diverse condizioni storiche, quel che conta – dice – è la lotta per portare avanti un progetto di emancipazione popolare”.

    per proseguire nella lettura dell'intervista: https://www.lantidiplomatico.it/dett...ta/5694_24943/
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

 

 
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