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Torino, il Comune scrive ai genitori no vax: "Niente scuola per i vostri figli"
Coinvolti 250 bambini delle materne gestite da Palazzo Civico: dieci giorni per mettersi in regola, poi scatterà il blocco
di DIEGO LONGHIN22 aprile 2018
Le lettere sono partite venerdì: 250 missive dirette alle famiglie che non hanno rispettato l’obbligo vaccinale imposto dalla legge voluta dal ministro alla Salute Beatrice Lorenzin. Sulle buste inviate dall’assessorato alla scuola del Comune il nome e il cognome dei genitori dei bimbi non vaccinati iscritti alle materne comunali.
All’interno una lettera che ricorda alle famiglie gli obblighi di legge e la necessità di rispettare ciò che la norma impone. Se non si ha intenzione di farlo la famiglia ha solo una possibilità: tenere a casa il bambino. In alternativa i figli potranno essere “allontanati” dalla scuola.
Una nota messa a punto dal direttore dei Servizi Educativi, Aldo Garbarini. Un obbligo per il massimo dirigente del settore di fronte a norme e scadenze precise. Una lettera che dà ancora qualche giorno di tempo alle famiglie inadempienti considerando i tempi di consegna delle raccomandate e quelli di notifica
che scatta in automatico dopo alcuni giorni dal mancato ritiro della lettera. Tra tutto, se si aggiungono i ponti e le festività, passeranno almeno altri dieci giorni, arrivando così a maggio. E dopo? I bambini che non sono vaccinati dovrebbero stare a casa.
Non è chiaro come sarà gestito l’allontanamento da parte di Palazzo Civico, anche perché in ballo c’è una sentenza del Tar di Brescia che apre una breccia nelle maglie della legge e concede i supplementari alle famiglie che richiedono informazioni.
La sindaca Chiara Appendino era determinata su un punto: «Non manderò i vigili davanti ai cancelli delle scuole». La questione vaccini, a livello politico, per il Movimento 5 Stelle e la maggioranza che regge l’attuale amministrazione comunale è un tema spinoso.
Anche l’invio delle lettere da parte dell’assessorato, guidato da Federica Patti, è avvenuto sotto traccia. Gli effetti si inizieranno a vedere quando le famiglie riceveranno le missive.
Oltre ai 250 che frequentano le materne comunali ci sono altri 250 bambini che vanno alle materne statali. In quest’ultimo caso tocca al dirigente scolastico far rispettare la legge.
Da parte dell’Ufficio scolastico regionale la scorsa settimana è partita una circolare firmata dal direttore Fabrizio Manca per sottolineare che sono infondate le esternazioni e la diffida della consigliera regionale Francesca Frediani.
L’esponente grillina invitava i presidi a non dare seguito alle norme contenute nella legge Lorenzin sulle vaccinazioni obbligatorie per questioni legate alla privacy. Una questione «totalmente priva di fondamento giuridico», sottolinea Manca.
Procedono anche le convocazioni delle famiglie da parte delle scuole Fism. Nelle materne cattoliche i casi sono una settantina. Le famiglie vengono convocate, iter che ha convinto alcuni genitori a vaccinare il figlio, mentre altri, pochi, hanno deciso di tenere il bimbo a casa.
Ma la casistica comprende, dopo la sentenza del Tar di Brescia, anche la possibilità che la famiglia abbia prenotata una vaccinazione. Il dispositivo del Tar, che ha riammesso a scuola un bimbo allontanato da una materna, dice che la famiglia ha il diritto di essere informata.
Di fronte a genitori che hanno preso un appuntamento all’Asl per affrontare la questione i responsabili delle materne comunali di Torino sospendono l’iter fino alla data dell’appuntamento. Pratica che potrà essere adottata anche dal Comune di Torino?
Secondo il Tar di Brescia la richiesta di informazione rivolte al Tar sospende l’obbligo per le famiglie di vaccinare i figli e l’obbligo per le strutture scolastiche di escludere i non vaccinati.