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  1. #1
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    Predefinito Parte l'hashtag renziano #senzadime


    I renziani lasciano solo Martina: "Se fai un accordo con Di Maio, senza di noi"


    "Ai renziani non interessa sedersi al tavolo con Luigi Di Maio. Sono passati pochi minuti dalla fine del colloquio tra la delegazione del Partito Democratico e il presidente della Camera Roberto Fico per ragionare su una possibile intesa Pd-M5S e su twitter ha subito ripreso a circolare l'hashtag #senzadime. Prese di distanza nette dall'apertura fatta dal segretario Maurizio Martina che all'uscita dal confronto con Fico - incaricato con un mandato esplorativo dal presidente della Repubblica Mattarella - aveva parlato di una valutazione su "un percorso comune", di fronte al potenziale "passaggio di fase" dopo la chiusura del forno Lega da parte dei 5 Stelle.

    Decisione, l'ipotetica apertura ai grillini, di cui si dovrà discutere negli organismi deputati, in primis la Direzione del partito che verrà convocata nei prossimi giorni. Ma, a leggere i commenti apparsi sui social subito dopo la conferenza stampa di Martina, per gli esponenti dem vicini all'ex segretario Renzi non c'è molto su cui avviare ragionamenti. Se Martina apre, loro chiudono e sono pronti ad andare alla conta in Direzione. "Secondo i siti, Martina apre. Davvero qualcuno nel Pd pensa di fare il governo con Di Maio e Casaleggio? Messaggio incomprensibile e umiliante per i nostri elettori, che hanno fatto sentire loro voce con #senzadime, ancora in queste ore", ha commentato Michele Anzaldi, parlamentare di fede renziana.

    Per Anna Ascani, "qualora il reggente Martina, come ha annunciato, sottoponesse qualsivoglia ipotesi di governo PD-Cinque Stelle alla direzione del partito, io voterò convintamente, senza esitazioni, contro. Senza di me". Secondo Sandro Gozi è giusto che si esprima la Direzione sull'eventuale accordo di programma con il Movimento ma lui ha le idee chiare: "Io voterò contro #senzadime". Anche Ivan Scalfarotto è dello stesso avviso: "Un accordo con M5S non è pensabile". A chiudere, il solito hashtag."

  2. #2
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    Predefinito Re: Renzi in piazza: "Tu faresti il governo con i Cinquestelle?". E tutti dicono no

    Show dell’ex premier a Firenze dopo un lungo silenzio. Il gelo con Mattarella

    «Matteo non cadere in trappola coi grillini eh!». «Ci hanno chiamato mafiosi fino a ieri, e ora...», ripetono come un mantra i sostenitori che lo fermano per strada. «Matteo, se si fa l’accordo io mi dimetto», rincara il segretario del Pd fiorentino. Piazza Santa Croce: dopo quasi un mese di silenzio, che per uno loquace come lui equivale a un secolo, Matteo Renzi spunta a sorpresa alle celebrazioni per il 25 Aprile, a Firenze. Lo fa a modo suo, inforcando la super bici viola con giglio, che il cavalier Ernesto Colnago gli aveva regalato quando era premier
    Renzi, mentre poco più in là c’erano tafferugli tra polizia e antagonisti, per arrivare pedalando, e senza costrizioni, è uscito di casa senza avvisare la scorta. Un piano da regista consumato, di quelli che stanno dietro le quinte ma invece continuano a giocare un ruolo di primo piano. Telecamere e taccuini sono tutti per lui. I giornalisti gli chiedono di tutto, ma Renzi si divincola ed è lui che si mette a fare domande a raffica a chi gli chiede una foto: «Ma tu lo faresti un governo con i Cinque Stelle?». L’esito delle consultazioni di strada è a senso unico. «Macché, sei bischero (poco intelligente, ndr), così è la volta buona che si sparisce davvero. Noi siamo altro», è la risposta di un vecchio amico che sintetizza l’umore degli elettori democratici che fermano l’ex sindaco di Firenze lungo il corteo della Liberazione. Renzi sorride compiaciuto, come a far notare ai giornalisti, nemmeno troppo involontariamente: «Vedete, la gente la pensa come me: l’accordo col M5S non va fatto».
    Questa uscita pubblica dell’ex leader, che però continua a tirare le fila del Pd, arriva in un momento molto delicato. Nel partito, l’ala governista che vuole un’intesa di governo con il Movimento si sta ingrossando. Renzi, nonostante i numeri negli organi dirigenti siano dalla sua, a taccuini chiusi racconta di sapere bene che esponenti di rilievo come Paolo Gentiloni, Dario Franceschini e Marco Minniti stiano spingendo per un esecutivo di salvaguardia del Paese. Ma lui, che ha messo ben da parte l’idea che gli era balenata di fondare un nuovo partito, sta sulla sponda opposta: «Se andiamo al governo con Di Maio siamo morti per sempre». La sponda su cui stanno i suoi oppositori è la stessa su cui corre la road map del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la cui priorità sarebbe un governo M5S-Pd. E non è un caso che i rapporti tra Renzi e il capo dello Stato, già freddi da mesi, siano ormai prossimi allo zero. Il palcoscenico della Liberazione è un momento importante, scelto non a caso. Ad abbracciare Renzi arriva Silvano Sarti, presidente dell’Anpi fiorentina, nome di battaglia Pillo, primo partigiano che sdoganò «il ragazzo» estraneo alla filiera Pci-Pds-Ds durante la battaglia contro tutti per arrivare a Palazzo Vecchio

    C’è tempo per un abbraccio e una chiacchierata con il sindaco Dario Nardella, fino a quando il corteo arriva in piazza della Signoria per la cerimonia solenne. Il senatore fiorentino si mette in ultima fila, alla Nanni Moretti del «mi si nota di più, se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?». Renzi continua a starsene in disparte, metaforicamente ma non troppo. Tanto che il sottosegretario «lottiano» Antonello Giacomelli, da Prato se ne viene fuori con una dichiarazione sorprendente: «Renzi ritiri le dimissioni da segretario. Penso quindi che tocchi a lui condurre il partito in un confronto senza sconti e senza pregiudizi per dire tutti insieme in modo chiaro e trasparente al presidente Mattarella e al Paese se ci sono o non ci sono le condizioni perché il Pd assuma una responsabilità che fin qui non abbiamo in alcun modo previsto di assumere». Si aggiunge il capogruppo a Palazzo Madama Andrea Marcucci, che convoca tutti i senatori per il 2 Maggio: accordo con il M5S o ritorno alle urne? Una mossa che assomiglia molto a un test sulla tenuta delle truppe renziane in Parlamento. E mentre Renzi segue l’intervento di Nardella, dall’altro lato della piazza appare il ministro Luca Lotti. Anche lui «in disparte», ma sempre in prima linea in questa fase cruciale. Mentre Renzi fa sapere: «Ritirare le dimissioni? È un’ipotesi che non esiste».
    https://www.corriere.it/politica/18_...76a4f827.shtml
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  3. #3
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    Predefinito Parte l'hashtag renziano #senzadime

    La Repubblica

    Roberto Fico e il Pd, atto secondo. Il presidente della Camera e la delegazione dem guidata dal reggente Maurizio Martina, si sono ritrovati questa mattina a 72 ore di distanza dal loro primo incontro. Tre giorni in cui i vertici del Movimento e quelli del Pd hanno dovuto far fronte soprattutto ai reciproci malumori interni: militanti in rivolta, malumori tra i gruppi dirigenti, accordo sì, accordo no. A prevalre sembra essere la linea del dialogo: una convergenza che potrebbe, a quasi due mesi di distanza dalle elezioni, dare un governo al Paese.


    "Ci sono stati passi avanti", dice il reggente del Pd alla fine dell'incontro con Fico. Ancora: "Noi registriamo passi in avanti in particolare rispetto ad una richiesta fondamentale che avevamo avanzato e ciò che si chiude definitivamente una fase, quella della trattativa tra m5s e centrodestra". Poi la convocazione della direzione del partito che dovrà decidere sul patto di governo con i 5 Stelle: "Abbiamo deciso di convocare la direzione nazionale Pd il 3 maggio prossimo per decidere se e come accedere a questo confronto da comunità collettiva. Insieme discutiamo e poi insieme lavoriamo".

    Dopo l'incontro con i dem, Fico riceverà il capo politico del suo Movimento, Luigi Di Maio, alle 13. E qui ad essere centrale sarà il fattore tempo. I Cinque Stelle potrebbero chiedere a Mattarella di allungare il mandato esplorativo affidato al presidete della Camera per poter permettere al Pd di affrontare tutti i passaggi interni che consentano di arrivare a una decisione. Tempo che i Cinque Stelle potrebbero utilizzare per una sorta di sondaggio lampo tra gli elettori che consenta di valutare, senza l'approssimazione fornita dalle reazioni social, l'indice di gradimento di un accordo di governo con gli ex avversari.

    Un percorso che però potrebbe essere complicato proprio dai trascorsi tra i due partiti. Le critiche maggiori arrivano da una parte cospicua di dirigenti del Pd. L'ultimo a inntervenire in ordine di tempo è il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda. Che a Circo Massimo, la trasmissine condotta da Massimo Giannini su Radio Capital, dice: "Ci separano distanze siderali dal Movimento. Va bene il dialogo, è l'essenza della politica. Ma guai a fare un accordo".

  4. #4
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    Predefinito Re: Parte l'hashtag renziano #senzadime

    a sto giro l'hashtag cavalcato dai bot o senza?
    -Ma dai, sarà la bora..
    -Ma non siamo a Trieste!

  5. #5
    Lo spirito del '22
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    Predefinito Re: Parte l'hashtag renziano #senzadime

    In ogni caso non servirà a nulla, il 3 maggio piddy e grilli andranno a nozze.
    Hitler or Hell.

 

 

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