Menichetti: Maccio Capatonda, lo Zalone dei radical chic?
Questa settimana esce il primo film di Maccio Capatonda. Ecco cosa ne pensa Alberto Menichetti.
Tre film in uscita questa settimana a Prato.
Partiamo da quello che incasserà di più.
Maccio Capotonda rischia di diventare suo malgrado il Checco Zalone dei radical chic.
Come Zalone è cattivo, sopra le righe e “nuovo” nelle forme paratelevisive, parodistiche e frammentarie. Ma è meno sputtanante, meno Canale 5 e maggiormente sdoganabile dai trentenni della critica 2.0 e quindi, se per Zalone si osavano paragoni con Sordi, per ITALIANO MEDIO in quanto “film” si osano paragoni con i brutti, sporchi e cattivi della commedia all’italiana al suo ultimo stadio di Monicelli e Scola, quella più sulfurea, acida, grottesca, come l’avevamo lasciata alla fine degli anni ’70. Manco fossimo nel primo, ispiratissimo film di Ciprì.
Cerchiamo di fare chiarezza – se date un minimo credito a queste pagine ovvio e non partite prevenuti che Maccio è Dio, altrimenti cercate “capolavoro” e “maccio capotonda” su google e troverete quello che fa per voi.
Italiano Medio è certo un bel po’ brutto, sporco, grottesco. Ed è un pregio in sé nell’epoca di Papa Bergoglio e di Siani, del “carino”.
E’ intelligente, più riuscito di molte delle uscite mediatiche di Maccio.
Anche se purtroppo ci sono un numero esagerato di abusatissimi giochi di parole ed Andrea Scanzi che fa una comparsata.
Però in generale risponde affermativamente alla domanda che ci ponevamo all’epoca dell’uscita di Sole a Catinelle: fa ridere? Sì, fa ridere.
Però come Zalone non è cinema, è qualcosa a metà tra Mtv e una consapevole sciatteria tutta anni 80 da sottoAbatantuono. E’ roba che puoi vedere su internet, sui siti di streaming illegali, in dvd o su Italia1 con gli amici tra una cannetta e una birra, senza sentirti in colpa per aver disertato le sale mentre Hungry Hearts floppa e l’ultima, strepitosa commedia di Bogdanovich arriverà forse tra qualche mese.
Eppure nonostante questo o forse proprio per questo – e ci sarà da interrogarsi di nuovo sulle nuove forme di visuale nell’epoca dell’effimero e delle instant web-series – sarà un successo.
TURNER è uno dei migliori biopic degli ultimi tempi – e sono tempi pieni di film biografici. Perché Turner era un pittore pre-cinematografico, perché Mike Leigh è un regista adatto a portarlo sullo schermo con misura (dopo dieci anni di lavoro), perché Timoty Spall è strepitoso.
E perché l’alternativa tra i film veri e propri è davvero inaffrontabile: UNBROKEN, l’esordio dietro la macchina da presa di Angelina Jolie. Il contentino dato da Hollywood alla viziatissima diva. Tutto il peggio della retorica in un unico film. Meglio Maccio? Sì, meglio Maccio via.
https://www.pratosfera.com/2015/01/3...-radical-chic/