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Discussione: L'Angolo Culturale

  1. #351
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    Predefinito Re: L'Angolo Culturale

    IL GOLPE IN PAKISTAN
    di OG
    APR 12, 2022di SOLLEVAZIONE

    Riceviamo e pubblichiamo. Quanto accade in Pakistan è pressoché taciuto dai provincialissimi mezzi d’informazione italiani.

    * * *

    “Ciò che accade in Afghanistan non resta mai in Afghanistan”

    Proverbio pashtun

    L’Asse Tehran-Dehli-Pechino nella profezia di Soleimani

    Nell’ultima settimana di marzo il ministro degli Esteri cinese Wang Yi visitava Pakistan, Afghanistan, India, Nepal e partecipava alla riunione del Consiglio dei Ministri degli Esteri dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica che ospitava una serie di conferenze internazionali sull’Afghanistan. Il viaggio di Wang in India era fondamentale ed epocale dato che i ricordi dello spargimento di sangue nella Galwan Valley del Ladakh, dove si scontrarono furiosamente due anni fa i soldati indiani e cinesi, sono ancora freschi. Riguardo alla crisi ukraina, Cina e India pur condividendo il neutralismo filorusso avevano posizioni certamente differenti. Se a Pechino interessava soprattutto allontanare il più possibile le forze NATO dall’Asia pur non potendo condividere totalmente, come è evidente, il sostegno al “separatismo” russofilo del Donbass, l’India condivideva con la Russia il medesimo orizzonte ideologico – nazionalismo politico-religioso e non etnico, tradizionalismo ideocratico, antiglobalismo radicale, guerra culturale al progressismo genderista ed al postmodernismo – ed era particolarmente interessata alle armi russe di ultima generazione. I cinesi erano soprattutto interessati a trovare un’opportunità per colmare le tradizionali distanze sino-indiane ed a definire una posizione comune contro le richieste occidentali basate su azioni più decise nei confronti della Russia. Pechino sosteneva che la “prepotenza americana” avrebbe portato India e Cina, che pur partivano da posizioni divergenti, su un fronte comune:

    “Il conflitto russo-ucraino ha fatto sentire all’India lo stile prepotente di Washington. Per non aver seguito la prepotenza statunitense nel condannare e sanzionare la Russia, Washington ha ripetutamente accusato e minacciato di sanzionare l’India, ed ha anche sfacciatamente avvertito l’India di non importare petrolio russo. Tale persecuzione di una tale potenza emergente come l’India è senza dubbio una grave offesa al principio indiano della diplomazia indipendente. I netizen indiani una volta hanno inserito l’argomento “Io sostengo Putin” nella ricerca a caldo di Twitter, che è la semplice resistenza del popolo patriottico indiano alle pratiche egemoniche di Washington”


    24 marzo 2022: Wang Yi con il Mininistro degli Esteri indiano S. Jaishankar, ideologo di un Nazionalismo indiano “neo-mazziniano” e teorico della globalizzazione del principio sovrano indiano

    Il Ministro degli esteri di Nuova Dehli S.Jaishankar durante l’incontro poneva al suo omologo come centrale la questione afghana. Dal ritiro delle truppe americane lo scorso agosto, l’influenza della Cina nel Paese era infatti notevolmente cresciuta, così come i suoi interessi economici e di sicurezza nell’area; l’India pur avendo interessi significativi nello sviluppo e nella sicurezza strategica dell’Afghanistan, non era però stata inclusa in nessuno di questi incontri guidati dalla Cina mentre il Pakistan, come noto uno dei principali problemi della sicurezza nazionale indiana, partecipava a tutti e tre. I nazionalisti indiani del BJP (Bharatiya Janata Party) ponevano dunque ai cinesi come condizione fondamentale la sicurezza e la stabilizzazione dell’area afghana come già il 6 agosto 2021, una settimana prima della “liberazione di Kabul” dalla coalizione occidentale, il ministro degli esteri indiano aveva fatto presente al presidente iraniano Raisi, che andò appositamente a incontrare a Tehran subito dopo il giuramento del 5 agosto. Il nazionalismo indiano diceva in sostanza a Pechino di non aver affatto dimenticato il proditorio attacco compiuto dall’Esercito Popolare di Liberazione nel maggio 2020 nel LAC, che uccise 20 soldati indiani, attacco condannato anche da Mosca e Tehran, ma di essere disponibile a un nuovo Asse geopolitico e strategico, con il fine prioritario di stabilizzare Kabul e annientare il terrorismo takfirista sostenuto dalla NATO e dall’Occidente contro il nazionalismo afghano e in prospettiva contro Dehli. La profezia di Qassim Soleimani, leggendario generale persiano vigliaccamente ucciso da The Donald nel gennaio 2020, in realtà non ucciso ma “martirizzato” secondo le forze della Resistenza sciita, consisteva per Jilles Kepel nella elaborazione teorica di un Asse tra Cina Iran e India che gettasse le fondamenta di un nuovo ordine multipolare. Niente è più vicino alla realtà storica oggi di quanto Soleimani teorizzò anni e anni fa: la coalizione in fieri tra Cina India e Iran potrebbe accellerare l’avvento del Multipolarismo e del differenzialismo organico non universalista e non globalista ma su base nazionale e culturale. Nel marzo 2022 ad esempio, nel giorno della nascita dell’Imam Mahdi secondo il calendario sciita, una delegazione talebana rendeva omaggio simbolico all’ambasciatore iraniano Bahadur Aminian celebrando la sincera propria devozione alla “millenaria nazione persiana”.

    continua...

    https://www.sollevazione.it/2022/04/...tan-di-og.html
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
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  2. #352
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    Predefinito Re: L'Angolo Culturale

    RIFLESSIONI SULLE PROSPETTIVE DEL MOVIMENTO
    di Leonardo Mazzei*
    MAG 28, 2022



    Premessa

    Quelle che seguono sono delle brevi riflessioni personali sul futuro del movimento. Riflessioni brevi, quindi molto schematiche, dato che talvolta gli schemi possono essere più utili dei lunghi discorsi. Riflessioni personali, dunque aperte al confronto ed alla discussione, che è poi lo scopo di queste note. Riflessioni, quindi, sul movimento “no green pass”, quella che abbiamo chiamato “nuova resistenza” — di fatto l’unica opposizione reale al governo Draghi.

    Dal Covid alla guerra
    Per due anni il Covid ha preso il centro della scena, ma adesso la situazione è drasticamente cambiata. Per due anni, mentre la maggioranza delle persone accettava spaventata tanto la narrazione pandemica, quanto le misure liberticide che ne derivavano, una consistente minoranza – la nostra – vi si opponeva con forza. Questa opposizione è il bene più prezioso di cui disponiamo, ed è dunque da lì che dobbiamo partire. Ma la lotta politica è dinamica, e non sempre quel che andava bene ieri può andare bene per l’oggi ed il domani.

    Oggi l’opposizione va costruita anzitutto – che non vuol dire esclusivamente – sulla guerra e sulle sue conseguenze economiche e sociali. Mi è già capitato di scrivere che «quella che stiamo percorrendo è la strada della Terza Guerra Mondiale». E’ la mia una valutazione sbagliata ed eccessivamente pessimista? Può darsi, ma discutiamone seriamente. L’importante è che non si dica, come pure mi è capitato di sentire anche di recente, che la guerra è in realtà una “falsa guerra”, solo un “diversivo” tra un virus e l’altro. Ecco, queste sono sciocchezze che dobbiamo bandire al più presto.

    Ma c’è una seconda ragione per cui oggi occorre un riorientamento generale del movimento. Io non credo che in autunno ci ritroveremo nella situazione dello scorso anno. Non credo, cioè, che torneremo alle chiusure ed al green pass. E non lo credo per quattro motivi. Primo, perché il regime rischierebbe troppo sul piano del consenso. Secondo, perché la linea rigorista dell’Italia è troppo isolata sul piano internazionale. Terzo, perché la stessa curva del Covid sta piegando drasticamente verso il basso, togliendo così ogni “giustificazione” all’emergenzialismo. Quarto, perché altre emergenze prenderanno il sopravvento.

    continua....


    https://www.sollevazione.it/2022/05/...movimento.html
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  3. #353
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    Predefinito Re: L'Angolo Culturale



    DIEGO FUSARO: Resilienza, la virtù richiesta ai sudditi del neoliberismo

    Contro la mistica della sopportazione. Si fa un gran parlare di resilienza. Viene descritta come la virtù dell’uomo che ha capito come va il mondo. Nulla può spezzare il resiliente, perché è capace di assorbire qualsiasi colpo e resistervi, come il metallo regge l’urto e riprende la forma originaria. Tutti i media ne parlano in questi termini, ricorre nei discorsi dei governanti, abbonda nelle narrazioni sulla collettivi-tà. Ma la resilienza è una favola, ci dice Diego Fusaro. Una fiaba della buonanotte cantilenata al fine di stordirci e farci assopire. È un incubo che minaccia il nostro futuro.L’uomo resiliente è il suddito ideale. Si accontenta di ciò che c’è perché pensa che sia tutto ciò che può esserci. Non conosce nulla di grande per cui lottare e in cui credere. Ha abbandonato gli ideali e vivacchia convincendosi che il suo compito, la sua missione, sia di accettare un destino ineluttabile. Anzi, viene portato a pensare che proprio nella passività possa dare il meglio di sé.È storia vecchia. Da sempre chi ha il potere ci chiede di subire in silenzio, di sopportare con stoica resilienza per poter agire indisturbato. Ma in questi anni ce lo chiede ancora di più: il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di Mario Draghi ne è un esempio lampante, ma già nel 2013 il «dinamismo resiliente» era la parola d’ordine del World Economic Forum. Perché, certo, la resilienza è un profilo psicologico, ma anche un atteggiamento politico. I cittadini sono chiamati a fare propria la virtù dell’adattarsi senza reagire alle storture invocando il cambiamento. Non è forse il sogno inconfessabile di ogni padrone quello di governare schiavi docili e mansueti? Eppure “vivere vuol dire adoperarsi per cambiare il mondo con i propri pensieri e con le proprie azioni” scrive l’autore: una vera e propria chiamata alle armi. “Riprendiamoci le nostre passioni annichilite da questa docilità. Frangar, non flectar.”

    https://rizzoli.rizzolilibri.it/libr...la-resilienza/

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  4. #354
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: L'Angolo Culturale

    Sinisa Mihajlovic è morto, aveva 53 anni. La famiglia: “Uomo unico, professionista straordinario”


    https://www.ilfattoquotidiano.it/202...morto/6908141/
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

  5. #355
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    Predefinito Re: L'Angolo Culturale

    INCHIESTA SULLA COSCIENZA DELLE MASSE
    di Esteban Hernández*
    DIC 11, 2022
    di SOLLEVAZIONE



    IPSOS conduce regolarmente un sondaggio, chiamato Broken System Index , in 28 paesi. Serve a misurare il polso della società e il grado di accettazione e acquiescenza con il sistema nei diversi paesi. Le domande sono spinose perché cercano di cogliere l’umore sociale sotterraneo, e ciò non si ottiene ponendo domande su questioni specifiche e definite, come se sei preoccupato per la disoccupazione o il cambiamento climatico. Sono domande dirette che, nell’ultima ondata, da settembre a novembre 2022, hanno prodotto esiti brutali e inquietanti.

    La prima domanda è se l’economia del paese sia truccata per favorire i ricchi ei potenti. Il consenso è generale, con una media globale del 64% degli intervistati che ha risposto affermativamente. In Stati come Ungheria e Romania la percentuale ha raggiunto rispettivamente il 78 e il 75% e segnano il livello più alto. Nei Paesi Bassi, in Germania e in Svezia, che si trovano nel gradino più basso, la percentuale è del 55% per i primi due e del 45% per gli svedesi. La Spagna è nella fascia più bassa, con il 57%, rispetto al 66% negli Stati Uniti. Ad eccezione di un Paese, nei restanti 27 ci sono più del 50% dei cittadini che sentono che il sistema economico non funziona per loro, e non lo fa perché è strutturato per favorire chi ha di più.

    “Se ne fregano di noi”

    Nella seconda domanda: «Ai partiti e ai politici tradizionali non interessano le persone come me», le percentuali sono simili.

    Romania e Turchia (79% e 70%) sono in cima alla classifica, rispetto al 44% della Svezia e al 45% dei Paesi Bassi. La Spagna è al 61%, gli Stati Uniti al 64% e Francia e Gran Bretagna al 65%. Questa categoria è particolarmente rilevante, nella misura in cui “la politica”, quindi l’assetto istituzionale che definisce il governo di un Paese, dovrebbe essere un meccanismo di salvaguardia. Quando le cose non funzionano, le persone interrogano in primo luogo i politici, si rivolgono a governanti e oppositori per chiedere soluzioni. Se la risposta che si riceve, o che si crede di ricevere, è intessuta di un “se ne fregano di noi”, la separazione tra cittadini e governanti diventa abissale.

    La quarta domanda è collegata alla precedente: «I tecnici e gli esperti di questo paese non capiscono la vita delle persone come me».

    Il Perù (70%) e la Turchia (69%) sono in testa alla classifica, mentre i Paesi Bassi (45%) e la Svezia (42%) hanno la percentuale più bassa. La Spagna è al 59%, accanto a Stati Uniti e Gran Bretagna, con il 61%. I tecnici hanno un tasso di accettazione leggermente superiore rispetto ai politici, ma hanno un livello di discredito simile. Questa distanza è importante, in quanto è un ambito considerato supplente per sopperire al fallimento della “politica”. Dal momento che i tecnici consigliano i politici, potrebbero spingerli nella giusta direzione se questi ultimi si perdono in interessi di parte o non prestano attenzione ai problemi reali. Da tempo si sente dire che questi tecnici dovrebbero avere molto più peso nelle misure che vengono prese, ma l’inchiesta dimostra che i tecnici sono molto lontani dalla gente e, quindi, le loro formulazioni teoriche si basano su un mondo tanto irreale quanto quello dei politici.

    L’Uomo forte…

    Le due domande rimanenti costituiscono un blocco diverso. Se le precedenti contengono un ritratto del momento, queste ultime puntano verso le soluzioni teoriche, e lo fanno indagando sul tipico meccanismo di confronto con il sistema che è emerso negli ultimi tempi.

    La terza domanda è se sia necessario un leader forte per strappare il Paese dalle mani dei ricchi e dai potenti. La media affermativa complessiva è del 59%. In Spagna è del 55%, in Gran Bretagna del 67%, negli Stati Uniti del 63%, in Francia del 57%, in Italia del 50% e in Germania del 37%. Il punto più alto è segnato da Romania (74%) e Indonesia (70%).

    L’ultima domanda del sondaggio: è se sia necessario un leader forte per sistemare la situazione nel Paese, anche se dovesse infrangere le regole per farlo. La domanda è molto rilevante, poiché indica un cambiamento di regole, a non rispettare i limiti, di fare ciò che è necessario anche ove ciò implicasse profonde trasformazioni. Qui l’accoglienza è molto minore. La media globale è del 45%. La Spagna è il quarto paese dal fondo, 33%. In Germania la percentuale è del 29%, in Francia del 36%, negli Stati Uniti del 40%, in Italia del 47% e nel Regno Unito del 50%.

    La differenza tra la terza e la quinta domanda segna un aspetto molto importante, nella misura in cui la percepita mancanza di una solida direzione politica non implica la volontà di rompere con il sistema. Anche se la percentuale di cittadini che aspirano a cambiamenti risolutivi è alta, è ben al di sotto delle cifre in cui si muovono nel resto delle domande. C’è un desiderio di direzione forte, ma ciò non implica che esso sia anti-sistema. Almeno per ora, perché se le società continuano a deteriorarsi, è probabile che l’umore sociale cambi.

    I tre paradigmi

    Se si analizzano i dati nel loro insieme, è facile concludere che le società sono impigliate in un clima particolare: si ritiene che l’economia non funzioni perché è pianificata per favorire chi ha soldi e potere, mentre quelli che governano si sono allontanati dei cittadini perché non li capiscono e perché non se ne curano. In estrema sintesi: il momento sociale è segnato da tre paradigmi: il sistema economico è truccato, in alto non si preoccupano di noi, e non ci capiscono.

    Si tratta di processi e modi di pensare che spesso sfuggono ai radar, che fanno appello a un diverso tipo di “politica”, strettamente legata alla vita quotidiana della maggior parte delle persone. È qui che si farà la “politica” nei prossimi anni: chi saprà rispondere alle tre domande avrà molto da guadagnare. Tuttavia, queste istanze vengono ignorate dai media, dai partiti, dalle istituzioni e dai tecnici, spesso in modo interessato.

    Quando queste lacune si sono manifestate, sono state snobbate come il prodotto di una società che vira verso il populismo, cioè contro la democrazia, manifestazione di costumi antiquati, se non direttamente fascisti, di cittadini incapaci di per accettare i cambiamenti necessari che hanno dovuto affrontare. Questa interpretazione, va sottolineato, è venuta sia dalla sinistra culturale che dalla destra tecnocratica.

    Tuttavia, il sondaggio contraddice tale lettura. Sebbene sia vero che le società richiedono direzioni politiche forti, la maggioranza non vuole trasformazioni radicali nel sistema. Più propriamente, vogliono che il sistema funzioni per loro, e invece non lo fa.

    Più in profondità

    Forse coloro che hanno meglio analizzato questo divario sono stati alcuni politologi e sociologi francesi. Gli anglosassoni hanno prodotto materiale molto interessante, ma forse si sono concentrati troppo sul perché Trump è riuscito a vincere le elezioni e perché la destra ha voti così alti, e continuano ad analizzare da quelle categorie.

    Jérôme Sainte-Marie, con la sua analisi dei due blocchi sociali che si stanno formando, Jérôme Fourquet con il suo studio sugli usi e costumi della società francese e Christophe Guilluy.

    Con la loro visione di un nuovo tipo di classi popolari, tra l’altro, mostrano potenti intuizioni su ciò che si sta trasformando sottotraccia e su quale tipo di società, anche politicamente e ideologicamente, sta emergendo. La cosa interessante di questi autori è che, prima di proporre qualsiasi soluzione o indicare i responsabili, cercano di descrivere cosa sta accadendo. Cercano di capire e riflettere una società, che è proprio ciò di cui abbiamo bisogno.

    Credo che, come afferma Guilluy in Les dépossédés , il suo ultimo libro, gli avvenimenti politici degli ultimi anni «siano in realtà solo epifenomeni, sintomi microscopici di una rivolta esistenziale»; che questioni come il populismo le democrazie ecc., hanno a che fare con qualcosa di più profondo, correlato ai tre paradigmi che l’indagine sottolinea. Ed è molto probabile che «a differenza dei movimenti sociali dell’Ottocento e del Novecento, gli attuali ed i futuri non siano mossi da una lotta per l’acquisizione di nuovi diritti, ma dalla volontà di preservare lo status sociale e culturale di una maggioranza ordinaria che ieri chiamavamo la classe media occidentale. [Questi movimenti] non si basano sull’ideologia di un mondo che verrà, ma sul desiderio di non scomparire, di essere in questo mondo oggi. Incoporano interessi di classe, quelli dei più modesti, ma vanno al di là … dando loro una dimensione esistenziale, quella di voler conservare un senso per questa società».

    * Fonte: ElConfidential

    ** Traduzione a cura della Redazione

    https://www.sollevazione.it/2022/12/...hernandez.html
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  6. #356
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    Predefinito Re: L'Angolo Culturale

    L’ETERNO RITORNO DELLE ANTICHE CASTE
    di Glauco BENIGNI
    GEN 03, 2023
    di SOLLEVAZIONE



    Brahmani, Guerrieri e Commercianti: sono le 3 Caste menzionate nelle antiche civiltà Egizia e Indiana e, in parte citate, anche nella civiltà Mesopotamica. Nel corso della Storia hanno sempre gestito il Potere fino alle grandi Rivoluzioni: Americana, Francese e Russa, utilizzando tra loro e i loro appartenenti le caratteristiche di complementarietà e di interdipendenza.

    I loro Membri effettivi non sono mai stati numericamente rilevanti, anzi sono sempre stati una minima porzione, ma sono stati in grado — agendo quali élite riconosciute — di indirizzare le sorti degli altri umani.

    Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, con la fondazione delle Nazioni Unite e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, le Caste sembravano totalmente estinte, soprattutto nelle Nazioni dove vigevano le Democrazie (che si autodefiniscono) Liberali; ma oggi invece, proprio in Occidente assistiamo a una situazione tendenzialmente autoritaria in cui le Caste sono ricomparse, con nuove denominazioni e forme diverse, ma uguali nella sostanza e nel perseguimento dei loro scopi egemonici.

    Per un’analisi della realtà contemporanea può quindi essere utile adottare una interpretazione che tenga conto del loro ruolo e della loro efficacia. Un ruolo inteso recentemente, per i loro Membri, non più quale derivante da nascita e immutevoli condizioni di appartenenza, ma dalla libera adesione tanto a Moderni Modelli Sociali quanto ad Antichi Spiriti Guida. Insomma anche se non si nasce in famiglie di Brahmani o Guerrieri o Commercianti, oggi si può decidere, per scelta, di cercare di aderire ad una di quelle caste. Non è sempre certo che ci si riesca, ma una volta conquistata la posizione il nuovo membro si comporta di conseguenza.

    Ogni Casta è chiamata a gestire, quasi per un “Occulto Mandato Cosmico” i diversi aspetti e le contraddizioni di Bipoli altamente strategici per la Specie Umana. Vediamo.

    I Brahmani – bipolo “Materia/Spirito”

    I loro strumenti privilegiati sono le Verità e le VISIONI … in origine erano i Sacerdoti che si occupavano di tramandare e gestire Verità Rivelate e Leggi immutabili, cioè coloro che stabilivano un rapporto tra la Terra e il Cielo, tra la materia e (il cosiddetto) Spirito, tra gli Umani e i loro eventuali Padri Creatori e così facendo conferivano una forma definita e un “senso” all’invisibile, all’astratto e all’opinabile.

    Nella Casta dei Brahmani confluiscono nel corso del tempo altri individui che hanno caratteristiche simili. Tra questi: i Filosofi credenti o meno; gli Scienziati che si dedicano alle Verità dimostrate e che diventeranno poi i Ricercatori e gli Analisti strategici e inoltre i Gran Maestri della Massoneria e alcuni Politici che formulano (se onesti) leggi e visioni di vita sociale quali i Parlamentari, gli Statisti, i Giuristi e i Costituzionalisti.

    In sostanza i Brahmani sono coloro i quali erano e sono chiamati a fornire le linee guida per meglio affrontare il futuro alla luce delle esperienze compiute nel passato e nel presente. Il loro colore è (idealmente) il BIANCO.

    I Guerrieri – bipolo “attacco/difesa”

    I loro strumenti privilegiati sono le ARMI e la FORZA in generale … In origine erano i Nobili appartenenti a famiglie divenute egemoni, armati e pronti a morire e a uccidere, chiamati a difendere il territorio di appartenenza da invasioni ostili e da rivolte interne o organizzati per acquisire nuovi territori grazie alla gestione militare delle caste inferiori e degli schiavi. Nel corso della Storia gli eserciti hanno assunto diverse forme, in relazione alle condizioni di ingaggio, riconducibili fondamentalmente a tre: il volontariato civile, la leva obbligatoria o il rapporto mercenario. Si conoscono molte forme di Guerrieri che vanno dagli appartenenti a eserciti regolari, ai Combattenti per la libertà, ai terroristi, alle guardie del corpo, agli agenti di polizia e ai servizi segreti per finire con gli addetti alla Guerra digitale e batteriologica. Il loro colore è (idealmente) il ROSSO.

    I Commercianti – bipolo “vendere/comprare”

    Il loro strumento privilegiato è il DENARO … In origine erano coloro i quali , oltre a barattare, compravano e vendevano merci, legname, frutti degli alberi e della terra, manufatti, animali ma anche schiavi, e “scambiavano” oggetti/metalli più o meno preziosi. La loro attività ha a che fare con il Valore di Scambio e con il debito/credito ed è indissolubilmente legata al gioco bivalente del “fare prezzo” e della compravendita, da cui si traggono profitti che li mettono in condizione di accumulare e conseguentemente di poter prestare denaro e/o comprare attività altrui: idee, prestazioni lavorative, beni mobili e immobili.

    In pratica sono quindi in grado di “vendere e comprare” le visioni, i progetti, le armi, le azioni, gli strumenti operativi degli appartenenti alle altre Caste e gli oggetti e i servizi utili alle loro vite. Ai Mercanti originari, nel corso della storia, si sono aggiunti i Banchieri, gli addetti alla Finanza e alle Borse, gli Assicuratori, i gestori di brevetti e copyright. Il loro Potere risiede nel fornire Risorse economiche per ”finanziare” le attività delle altre Caste. Il loro colore è il GIALLO BRONZO.

    In estrema sintesi si può dire che le 3 Caste si occupano di: “interpretare il presente e predire il futuro”, “gestire le dispute con la forza/ violenza” e “fare il prezzo di ogni cosa”. Questa triade di attività viene svolta grazie a Idee guida e Spiriti di gruppo che si incarnano da secoli sempre nelle stesse forme, con variabili, che a ben guardare, non sembrano sostanziali.

    Badate bene! Nei secoli le élite hanno esercitato il Potere fondamentalmente sempre e dovunque stabilendo una gerarchia, creando e attribuendo ruoli in questa gerarchia a loro favorevoli e tali che alcune posizioni intermedie — fedelissime alle élite in quanto fortemente privilegiate — agissero quali cuscinetto e alla bisogna quali cani da guardia, servitori, controllori, delatori, esattori, aguzzini. Le loro Gesta, per ottenere/mantenere il consenso e minimizzare il dissenso, hanno avuto e hanno tuttora bisogno di essere descritte e narrate affinché le Caste Subalterne, ovvero la immensa base di umani abusati, le accettino più o meno consapevolmente. Il ruolo di descrivere e narrare, del “costruire immagine seducente tendenzialmente emulativa ma comunque non raggiungibile”, è affidato ad una quarta casta con competenze molto specifiche: gli Scribi.

    Gli Scribi – bipolo “Vero – Falso”

    Il loro strumento privilegiato sono i Linguaggi (parole, immagini, note musicali, in parte anche numeri, etc…) … In culture ed epoche diverse si occupavano di scrivere, tenere la contabilità e altre attività legate al trasferimento di conoscenza. Gli esempi storici più famosi sono quelli degli scribi mesopotamici, egiziani, ebraici e indiani.

    Essi appartenevano ad una casta potente, ammirata e ben retribuita ed erano il tramite tra due mondi differenti: quello dell’analfabetismo e quello della cultura. Mentre però, per le civiltà Mediterranee, gli Scribi sono in una posizione gerarchica superiore a quella dei Commercianti, per gli Indiani gli Scribi sono in quarta posizione. Nel corso del tempo le attività degli Scribi vennero connotate al variare delle tecnologie dei linguaggi: dal geroglifico al bassorilievo, dalla scrittura dei monaci alla pittura, dalla stampa a caratteri mobili alle attuali manifestazioni a mezzo radio, tv, cinema fino alla gestione del mondo digitale.

    In questa trattazione dell’argomento ci piace considerare Scribi tutti coloro che, di volta in volta: al servizio di Brahmani, Guerrieri o Mercanti, e da costoro pagati, hanno narrato le loro gesta, hanno tramandato i loro volti e le loro sontuose abitazioni, hanno descritto i loro fasti o le nefandezze (soprattutto) dei loro avversari in ogni forma di linguaggio conosciuto. Sono pertanto oggi considerabili Scribi non solo i giornalisti o gli scrittori di libri ma anche i pittori, i cantanti, gli attori, i registi, i musicisti, gli scultori, i pubblicitari, gli uffici stampa, etc…

    Semplificando si può dire che chiunque si occupa di comunicazione è uno Scriba.
    Le Caste Dominanti non sono tra loro tragicamente e separate. E’ ovvio che tra l’una e l’altra esistono “cerniere” rappresentate da ruoli intermedi che favoriscono la continuità e l’interscambio. Ad esempio i Poeti e i Liberi Pensatori, pur essendo all’origine Scribi, possono sconfinare con i Brahmani; così come alcuni Mercanti finanziatori di costruttori d’Armi sconfinano con i Guerrieri e così via.

    Da notare che ogni Casta agisce grazie ad uno Spirito Guida mosso da pulsioni bivalenti. I Brahmani oscillano tra Spirito e Materia, idealismo e pragmatismo, immanenza e trascendenza; i Guerrieri sono in grado di assumere posizioni di attacco e/o difesa contemporaneamente; talvolta sono Falchi altre volte Colombe. I Mercanti creano debito/credito e sono connotati dalla compravendita, ovvero due polarità che si manifestano unitariamente. Gli Scribi infine, la recente stagione lo ha ampiamente dimostrato, soffrono a causa del bipolo vero/falso che trasforma spesso la narrazione in fiction o accredita la fiction quale “verità”.

    Ora, a ben guardare le cronache contemporanee, tenendo bene a mente che esse sono il frutto del lavoro di Scribi pagati e finanziati e quasi mai indipendenti, si può e si deve notare che gli orientamenti generali della geopolitica e della geoeconomia derivano dalla costante e inarrestabile interazione e contaminazione delle attività svolte dalle Caste dominanti.

    In passato abbiamo assistito a stagioni della storia durante le quali, in un certo territorio, si realizzava una dominante di potere caratterizzata dall’attività di una Casta la quale, in quella fase, riusciva a subordinare le altre due. Ci sono periodi a dominante Brahmanica come per esempio la gran parte della storia della Santa Sede Romana o dell’ISLAM; periodi a dominante Guerriera, per esempio l’Impero Romano o la Guerra dei Cento Anni (1337-1453) o le due guerre mondiali; e periodi a dominante Mercantile, per esempio l’espansione dei Fenici o la nascita della Borghesia o l’attuale era Rothchild/Rockfeller dominata dalla produzione di valore sia dalle borse che dalle Banche centrali.

    In passato abbiamo studiato teorie della conoscenza dettate dai Brahmani quali Verità rivelate e in seguito dai filosofi “non credenti” e dai sociologi, quali Verità dimostrate grazie alla scienza, per esempio il Darwinismo che oggi impera in Occidente. Oppure abbiamo dibattuto ideologie “compatte” e “concluse”, quali il materialismo storico, l’idealismo, il liberismo, il fascismo. Oggi dobbiamo confrontarci con un progresso continuo che deriva dall’interazione di Spiriti Guida non sopprimibili ed inoltre oscillante a causa della bipolarità nella quale si muovono gli Spiriti Guida stessi.

    Ne deriva una scena molto complessa (che Qualcuno infatti definisce “complessità”) … Una scena in cui: si capisce con una certa evidenza che non funzionano più i parametri di riferimento e le leadership del passato, ma con la stessa evidenza non si individuano le linee guida del futuro, né tantomeno i leader. I Brahmani appaiono molto incerti e confusi, mentre i Mercanti sono favoriti dal fatto che “fare il prezzo” è una delle poche attività misurabili immediatamente e che genera effetti visibili nel mondo reale . Ciò purtroppo li mette in condizione di esercitare continue pressioni — ai limiti del ricatto — sulle Popolazioni e sui Governi.

    La questione centrale, in un mondo ormai privo di veri confini sia geografici che culturali — un fenomeno che si definisce “globalizzazione” — dovrebbe essere ovviamente il confronto tra le diverse visioni dei Brahmani, le quali dovrebbero fornire la bussola e l’orientamento verso il futuro collettivo. Tale confronto però , come dicevamo, appare incerto e confuso nelle sedi preposte, quali ad esempio l’ONU e/o il G 20, perché il sostegno alle elezioni e all’esistenza stessa dei Brahmani è ormai gestito dai Mercanti. E i Mercanti tendono a stabilire relazioni tra liberismo e statalismo o tra le diverse visioni religios, solo ed esclusivamente in modo che tali relazioni generino profitti a loro vantaggio.

    L’ingerenza del Dio Denaro che si manifesta nella vita di ogni giorno grazie alla triade finanza-economia-valute, genera molta confusione e impotenza tra i Brahmani e ciò conduce a un altro problema: sollecita i Guerrieri delle rispettive parti a scendere in campo per minacciarsi e perfino “menar le mani”.

    In fondo, ma non meno importante, si intravede una questione che riguarda gli Scribi e che non è ancora stata molto dibattuta. La Rivoluzione Digitale che è in corso sostituisce costantemente alla Storia e alla sua lenta costruzione d’insieme, una Cronaca incessante e tumultuosa, talmente veloce da confondere se non impedire una narrazione che fornisca la “visione” e la misurazione dei rapporti di Forza. E’ pur vero che ciò è in armonia con il concetto di “progress”, ma pone una domanda epocale : a quale Velocità di cambiamento si può sottoporre la Specie Umana, senza condurla nel Caos derivante dalla continua oscillazione e confronti di Verità accelerate? “The answer is blowing in the wind” risponde Bob Dylan già dai primi anni 60 e infatti così si è guadagnato il Nobel per la Letteratura. I suoi “colleghi” Nobel per l’Economia però ancora non riescono a tradurre la visione.

    https://www.sollevazione.it/2023/01/...g-benigni.html
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  7. #357
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    Predefinito Re: L'Angolo Culturale

    È morta Gina Lollobrigida, aveva 95 anni


    A settembre era stata dimessa dall'ospedale dopo una frattura del femore




    https://www.ansa.it/sito/notizie/cul...67b778acf.html
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  8. #358
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    Predefinito Re: L'Angolo Culturale

    Fu candidata per Italia Sovrana e Popolare

    https://roma.corriere.it/elezioni/22...a769c80f.shtml
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  9. #359
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    Predefinito Re: L'Angolo Culturale

    Andrea Zhok - Elodie e l'uso delle parole come matrice del loro significato




    https://www.lantidiplomatico.it/dett...o/39602_48696/
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  10. #360
    Rossobruno cattivone
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    Predefinito Re: L'Angolo Culturale

    @Kavalerists @Legionarivs cosa ne pensate?
    Potere a chi lavora. No Nato. No Ue. No immigrazione di massa. No politically correct.

 

 
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