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A San Francisco, in California, è iniziata Google I/O, la serie di conferenze che Google organizza ogni anno per presentare le novità sul software per gli sviluppatori, cioè quelli che si occupano di realizzare applicazioni e programmi. Come ormai da diversi anni, Google I/O è iniziata con un lungo evento di apertura, dove sono stati presentati dettagli sulla prossima versione di Android, il nuovo Google News e molte novità legate ai sistemi di intelligenza artificiale che iniziano a comparire all’interno dei numerosi prodotti di Google.


Android P
La novità più interessante della nuova versione di Android è una sezione che secondo Google dovrebbe aiutare a ridurre la propria dipendenza dallo smartphone. Ormai da qualche anno circolano studi e ricerche su come applicazioni e notifiche creino una forte dipendenza, con il risultato di portare a un uso compulsivo del proprio cellulare, perdendo spesso tempo, sonno e produttività. La nuova sezione di Android P cerca di alleviare il problema mostrando:

• per quanti minuti è stato usato lo smartphone nella giornata,
• quante notifiche sono state ricevute,
• per quanto tempo è stata usata una singola applicazione e in quali periodi della giornata.

Un grafico aiuta a farsi rapidamente un’idea del proprio rapporto con lo smartphone, specialmente per quanto riguarda l’uso eccessivo e non giustificato di alcune applicazioni.

Il nuovo strumento dà anche la possibilità di darsi da soli limiti sull’utilizzo delle singole app. Se, per esempio, siete tra quelli che finiscono regolarmente su Instagram e poi ci girano sopra a vuoto più volte, Android P vi dà la possibilità di impostare un tempo massimo oltre il quale non si potrà più usare l’applicazione nel corso della giornata. Scaduto il tempo a disposizione, l’icona sulla home di Android diventa grigia e non più accessibile, inoltre smette di mostrare notifiche. Se si prova ad avviarla, un messaggio comunica che il tempo massimo di utilizzo giornaliero è scaduto: l’unico modo per estenderlo è andare nelle impostazioni e cambiare la durata del limite. Google ha cercato di rendere macchinoso il processo di riattivazione per incentivare comportamenti virtuosi da parte degli utenti, ma nella versione finale di Android P il sistema potrebbe essere reso meno intransigente.

Google ha aggiunto una funzione simile a quella disponibile da tempo su iOS di Apple per indicare a che ora si vuole andare a dormire e le ore di sonno. Quando si arriva all’orario indicato, il sistema manda un avviso e attiva la modalità “Non disturbare”, che esclude la ricezione di qualsiasi notifica e chiamata, fatte salvo le eccezioni indicate dal proprietario del telefono per le emergenze. Inoltre, lo schermo diventa completamente grigio, per ricordare al proprietario dello smartphone di rispettare il proprio impegno a mettere da parte il telefono e dormire. L’accorgimento dello schermo grigio riprende i consigli di diversi ricercatori, che hanno rilevato come la mancanza di colori riduca gli stimoli visivi e aiuti a staccarsi più facilmente dallo smartphone.

Altre novità all’interno di Android P riguardano l’aggiunta di sistemi di intelligenza artificiale per semplificare l’uso dello smartphone. Man mano che lo si utilizza, impara dalle proprie abitudini cercando di anticipare le esigenze degli utenti. Il sistema rende accessibili più facilmente le app che è più probabile siano utilizzate in un dato momento della giornata, chiude le applicazioni in background che non sono in uso e che possono consumare inutilmente la batteria, riduce dinamicamente la luminosità dello schermo a seconda delle ore del giorno e delle proprie abitudini, sempre per ridurre il consumo di energia.

Google ha lavorato molto per rifinire la grafica di Android P, ma non ci sono comunque grandissime differenze rispetto alla versione precedente del sistema operativo. Alcune soluzioni sono molto simili a quelle che iOS offre già da quasi un anno, come un modo più semplice e fluido per visualizzare le applicazioni aperte e passare da una app all’altra.

Android P sarà disponibile entro fine anno, ma gli utenti più esperti lo possono già sperimentare scaricando una versione di prova. La diffusione degli aggiornamenti alle nuove versioni del sistema operativo è il vero punto debole di Google: a differenza di iOS, che deve funzionare con un ristretto numero di smartphone tutti prodotti da Apple, Android deve funzionare su centinaia di diversi smartphone presenti sul mercato e spetta ai singoli produttori adattare il nuovo sistema operativo in modo che possa essere compatibile con i loro telefoni più recenti. Il fatto che l’attuale versione di prova sia disponibile per una decina di smartphone fa comunque ben sperare sulla possibilità di avere un aggiornamento più rapido, per lo meno tra i modelli di cellulari più diffusi.

Gmail
Oltre ad avere mostrato le funzionalità del nuovo Gmail, da qualche giorno disponibile per buona parte degli iscritti al servizio, durante la presentazione di San Francisco è stato presentato “Smart Compose”, un sistema per ricevere suggerimenti in tempo reale sulle frasi da scrivere nelle mail di risposta. Mentre si sta scrivendo, “Smart Compose” mostra una frase completa ed è sufficiente premere il tasto “Tab” (quello sopra al tasto della maiuscola sulla sinistra della tastiera) per accettare il suggerimento. L’idea è di offrire uno strumento per scrivere più rapidamente le risposte, soprattutto alle mail di lavoro dove si usano spesso frasi ricorrenti o che riprendono quanto già scritto dal mittente. Per ora la funzione è in fase di sperimentazione e funziona in inglese, ma Google sta lavorando per renderla disponibile anche in paesi diversi da quelli anglosassoni.

Google Foto
Il servizio per salvare online le proprie foto si arricchirà nei prossimi mesi di nuovi strumenti, anche in questo caso basati su sistemi di intelligenza artificiale. Tra i più promettenti ce n’è uno per colorare automaticamente le vecchie fotografie in bianco e nero; il sistema potrebbe anche essere usato per scansioni di vecchie fotografie a colori ingiallite, ma non è ancora chiaro il livello di accuratezza dei risultati.

Altri strumenti suggeriranno automaticamente modifiche all’esposizione e ad altri parametri per migliorare l’immagine. Le AI di Google Foto potranno essere usate per separare i soggetti nelle fotografie dagli sfondi. Da tempo Google Foto è considerato uno dei maggiori successi tra i servizi online offerti da Google, ma la società non ha fatto sapere quando le nuove funzionalità saranno messe a disposizione dei suoi milioni di iscritti.

Google Lens
Una delle cose più difficili per i computer è riuscire a vedere all’interno delle immagini, cioè comprendere ciò che mostrano senza che ci debba essere un intervento umano per dare suggerimenti. Lo sviluppo delle AI negli ultimi anni ha reso questi sistemi di riconoscimento automatico sempre più accurati, specialmente nel caso di Google che li ha usati per migliorare la parte “Immagini” del suo motore di ricerca. Google Lens è un’app che serve proprio a riconoscere le cose che si fotografano: a breve – invece di essere un’applicazione dentro a Google Foto – sarà inserita direttamente all’interno della fotocamera di Android.

Google Lens si attiva quando viene avviata l’app per fare le foto e scansiona in tempo reale tutto ciò che riprende l’obiettivo, cercando di interpretarlo. Se si sta inquadrando una locandina, compare una scheda che mostra informazioni su quel film, se si sta inquadrando del testo, il riconoscimento automatico provvede a trascriverlo rendendolo disponibile per copia/incolla in altre app. Entro certi limiti e con qualche carenza, Lens riesce anche a riconoscere gli oggetti, compresi i vestiti, offrendo suggerimenti sulla loro marca e sui siti dove possono essere acquistati.

Assistente Google
Google ha annunciato sei nuove voci per il suo assistente automatico, che può essere utilizzato tramite smartphone e il suo dispositivo per la casa Google Home. Le nuove voci comprendono quella del cantante John Legend, che è stata sintentizzata partendo da alcune frasi registrate. Con le nuove voci la qualità è migliorata molto, ma i progressi riguardano soprattutto la versione in inglese, mentre dovremo attendere un po’ per miglioramenti con quella italiana e in altre lingue.

Google ha inoltre presentato Duplex, una nuova funzione che serve per delegare al suo Assistente le telefonate per prenotare visite, tavoli al ristorante e cose di questo genere. La dimostrazione durante la presentazione di martedì è stata sorprendente, sia per la qualità della voce sintetica di apparire praticamente umana, sia per la capacità dell’Assistente di comprendere le sfumature nelle frasi dell’interlocutrice, rispondendo a diverse domande. Potete sentire l’audio della dimostrazione qui sotto.

In un lungo post pubblicato sul suo blog dedicato all’intelligenza artificiale, Google ha illustrato come funziona Duplex e come potrà gestire in autonomia telefonate e conversazioni per fissare appuntamenti. Il sistema è ancora in fase sperimentale e richiederà qualche ulteriore aggiustamento, ma i risultati raggiunti finora sono molto promettenti, e forse anche un po’ inquietanti.

Google è consapevole di non poter fare affidamento solo sui suoi Google Home per diffondere il suo Assistente nelle case. Per questo motivo sta collaborando con diversi altri produttori di prodotti per la casa, che stanno realizzando dispositivi domestici con all’interno l’assistente virtuale. Nei prossimi mesi ne saranno messi in vendita di vario tipo – alcuni permetteranno anche di fare videochiamate – realizzati da Lenovo, JBL, Sony e LG.

Google Maps
Fallito il progetto di Google+, negli ultimi anni Google ha lavorato molto per inserire funzionalità tipiche dei social network direttamente all’interno dei suoi servizi. YouTube è dove questa soluzione ha riscosso il maggior successo, che ora Google cercherà di ripetere nel suo servizio Maps. Nelle prossime settimane sarà aggiunta una nuova scheda che si chiama “Per te” e che mostrerà consigli sui posti nelle vicinanze, sulla base delle proprie preferenze. I suggerimenti riguarderanno soprattutto locali e negozi, che potranno essere salvati nei preferiti e votati, in modo da mostrare il proprio gradimento (la funzione dei voti con le stelline esiste già da tempo, ora Google vuole metterla più in evidenza e incentivarne l’utilizzo).

Sulla app per smartphone di Google Maps arriverà inoltre una nuova funzione per ottenere indicazioni stradali in tempo reale con la realtà aumentata. Le indicazioni saranno mostrate sullo schermo mentre il telefono riprende la strada, rendendo più semplice la loro comprensione. La realtà aumentata potrà anche essere utilizzata per riconoscere più facilmente i posti, attraverso etichette virtuali.

Google News
Tra applicazioni e sezioni del suo motore di ricerca, Google ha da tempo diversi servizi per trovare e leggere le notizie pubblicate dai siti d’informazione, con un’offerta spesso caotica e poco coerente. Il nuovo Google News appena presentato ha il compito di mettere ordine e unificare tutto sotto un unico grande servizio, che funziona con sistemi di intelligenza artificiale per fare una selezione più accurata e personalizzata delle notizie. Google News ha una nuova sezione “Per te” nella quale sono raccolte le cinque notizie più importanti della giornata, sulla base dei propri interessi e delle abitudini di navigazione (quali siti di notizie si leggono più spesso, per esempio). La sezione dà poi la possibilità di approfondire le notizie consultando più fonti sullo stesso tema. Anche la grafica è stata rivista e ripulita, dando più risalto alle immagini e dove presenti ai video.

Durante la presentazione, i responsabili di Google non hanno fatto direttamente riferimento al tema molto discusso delle notizie false, ma il fatto di avere lavorato molto sui sistemi di AI indica la volontà di migliorare l’offerta dei contenuti, anche se potremo capire solo tra qualche mese con quali risultati. Il nuovo Google News sostituirà gli esistenti Google Play Edicola e Google Notizie e Meteo a partire dalla prossima settimana, sia su desktop sia su smartphone Android e iPhone.