Quando arrivò a Palazzo dei Normanni disse che la storia che ereditava non era encomiabile e se la prese con il suo predecessore, Gianfranco Miccichè, sostenendo – più o meno – che si era impegnato nell’inseguimento alla successione di Totò Cuffaro. Ed in effetti, la sensazione era stata questa, che Miccichè avesse fatto del cuffarismo il suo nemico pubblico numero uno, pur spiegando che esso non era nato con Cuffaro ma molto prima, una osservazione che non sta né in cielo né in terra.
Le considerazioni del Presidente dell’Assemblea regionale, Francesco cascio, ferme e pacate, sembravano preludere ad uno stile diverso, al ritorno dei Presidenti super partes, arbitri dei conflitti politici e regolamentari dell’Assemblea. Ben presto, tuttavia, questa previsione venne smentita dai fatti, perché il Presidente Cascio ha marcato ad uomo Raffaele Lombardo, dicendogliene di cotte e di crude. Si è preoccupato pure del “caratterino” di Raffaele Lombardo, giudicato poco utile a creare rapporti positivi con il Parlamento regionale. Ha denunciato la sua spocchia e la sua estraneità ai lavori dell’Assemblea. Una pagella piena di brutti voti che con il tempo non è affatto migliorata, anzi. L’ultima esternazione del Presidente Cascio è stata lapidaria: il governo in carica è il peggiore degli ultimi quindici anni.
C’è chi spiega, pur senza giustificarle, queste esternazioni con la posizione dello stesso Cascio nel PDL, schieramento del quale fa parte come autorevole esponente della corrente di Schifani e Alfano - , una di quelle correnti che “non esistono” –impegnato in una vecchia contrapposizione con Gianfranco Miccichè.
La “geografia” correntizia, tuttavia, non può in alcun modo spiegare per quale ragione l’arbitro del Parlamento regionale continui a tenere il fischietto mentre parteggia in modo chiaro con una delle parti in causa ed addirittura entri costantemente nelle vicende interne dei partiti, assumendo di volta in volta posizioni nette a favore di questo o di quello. Se ci fosse una opposizione che si oppone, glielo avrebbe fatto notare, ma non c’è; nel suo interno sembra prevalere la considerazione che il conflitto interno al centrodestra, di cui Cascio è uno dei protagonisti, vada rubricato come “fatti loro” e perciò “tutto buono e benedetto”. Una logica rozza, ove fosse questa a prevalere, perché la neutralità del Presidente dell’Assemblea è essenziale ai fini di un’attività parlamentare corretta ed efficiente.
Anche nei giorni più bui i Presidenti dell’Assemblea si sono astenuti dalle esternazioni politiche e quando ciò è avvenuto non ne hanno fatto un sequel come nel caso di Cascio, diventato – forse senza averne consapevolezza piena – l’avversario politico del governatore nel Parlamento regionale, una situazione paradossale e senza precedenti.
Il predecessore di Cascio, Miccichè, in verità ha condotto una sua battaglia politica nei confronti del governo regionale, sostenendo la necessità di un ritorno alle regole ed al merito, rimanendo in qualche modo distante dall’attacco frontale al governatore. In qualche misura ha “preparato” questa deriva.
Il Presidente dell’Assemblea, come vuole il regolamento, rappresenta tutti e tratta tutti in egual modo, disciplina l’attività parlamentare attenendosi alle norme che la regolano. Non può e non deve fare altro. Se ne ha voglia, deve lasciare lo scanno più alto di sala d’Ercole e fare altro. Ma restando dov’è, non può.
E questo a prescindere dalle buone ragioni.
Il governatore della Regione siciliana, Raffaele Lombardo (Mpa), ha replicato in modo lapidario al presidente Francesco Cascio (Pdl) che aveva giudicato la giunta come "la peggiore degli ultimi 15 anni". "Agisca in maniera coerente, presenti una mozione di sfiducia e verifichi se ci sono 46 deputati regionali intenzionati a mandare a casa il presidente".
"Se però Cascio non riuscisse a raccogliere queste firme - ha aggiunto Lombardo - allora dovrebbe agire di conseguenza, presentare a sua volta le dimissioni da presidente dell'Ars".
Ci mancava in Sicilia la guerra fra i due Presidenti.
SiciliaInformazioni | Cascio contro Lombardo, la guerra dei due Presidenti. Ci mancava anche questa in Sicilia...