LA LEGA E TREMONTI BLOCCANO IL QUOZIENTE CHE SGRAVEREBBE LE TASSE DELLE FAMIGLIE CON FIGLI: COSTA 3 MILIARDI CHE E’ MEGLIO SPUTTANARE NEL FEDERALISMO… EPPURE ILQUOZIENTE FAMILIARE ERA NEL PROGRAMMA DEL PDL, VERO SILVIO? … BOSSI CHIEDE LA TESTA DELLA MORATTI E DI GALAN, MA NEI SONDAGGI NON VA OLTRE L’11% CONTRO IL 12,3% DI QUESTA PRIMAVERA
E’ in programma stamane all’ora dell’aperitivo, non a caso a Villa Campari, residenza non monegasca del premier sul Lago Maggiore, sita a Lesa, in provincia di Novara, il solito vertice tra Berlusconi e Bossi.
E come sempre, invece che un “vis a vis” tra i due, Bossi avrà il solito seguito di badanti (Cota e Calderoli in primis) e potrà contare anche sulla presenza da lui richiesta del suo infiltrato nel Pdl, il ministro Tremonti.
Il premier a questo punto ha esteso il vertice anche a qualche suo uomo di fiducia, per non sentirsi accerchiato.
L’incontro verte sul futuro delle sorti del governo ed è stato preceduto da una settimana tesa, con Silvio molto irritato nei confronti del Carroccio (chi è causa del suo mal, pianga se stesso).
Si stanno scontrando due interessi contrapposti, con il Pdl che non vuole elezioni anticipate e cerca semmai di allargare la propria maggioranza e la Lega che invece le invoca al più presto.
E’ risultato evidente che come Berlusconi ha cercato una sponda in Casini, per lo meno su qualche singolo provvedimento che gli sta a cuore ( uno a caso? il processo breve, ovvio), Bossi abbia iniziato un fuoco di sbarramento a base di insulti nei confronti dell’Udc, onde far fallire questa ipotesi.
Qualcuno sostiene che lo scopo della Lega sia quello di ottenere un forte successo elettorale: una favola metropolitana, perchè se si vanno a vedere i sondaggi, il Carroccio è dato tra il 10% e l’11%, ben lontano dal 12,3% delle regionali di promavera 2010 e dall’11,5% delle europee.
Un risultato certamente superiore all’8,3% delle politiche 2008, ma che invertirebbe il trend degli ultimi due anni.
In realtà il fine di Bossi è quello di far fuori Berlusconi e di spianare la strada all’infiltrato Tremonti.
Se al Senato non dovesse certificarsi, come dicono i sondaggi elettorali, una maggioranza di centrodestra, Silvio dovrebbe fare un passo indietro e favorire un governo tecnico con Tremonti premier.
E a Silvio non rimarrebbe che la promessa, tra due anni, di una candidatura a Capo dello Stato.
Con tutti i rischi che comportano promesse di questo genere.
Ma Bossi così facendo sta anche mostrando il vero volto della classe dirigente leghista nei confronti degli interessi degli italiani tutti.
Perchè nel programma del Pdl era ben segnata l’introduzione del quoziente familiare, ovvero la detassazione dei nuclei familiari numerosi, un cavallo di battaglia anche dell’Udc di Casini.
Un provvedimento sociale che darebbe un po’ di respiro ai bilanci di tante famiglie del nostro Paese.
Un provvedimento che avrebbe potuto costituire la base di intesa per un atteggiamento più morbido dell’Udc nei confronti dei problemi giudiziari del premier e che Bossi ha subito respinto per mano di Tremonti.
Costerebbe relativamente poco al bilancio dello Stato, dai 2 ai 3 miliardi di euro, ma l’imput dato a Tremonti è che quei soldi vanno sputtanati per coprire almeno una piccola parte dei costi del federalismo fiscale, in modo che l’elettore non si accorga di quella grande patacca che rappresenta.
Pazienza se verranno penalizzati gli italiani, l’importante è che la Lega faccia collezione di poltrone.
Ecco allora la rivendicazione della candidatura leghista al comune di MiIano e la richiesta di far fuori Galan dal ministero dell’Agricoltura, per poter riprendere la politica delle marchette clientelari inaugurata da Zaia.
Come reagirà il premier alle richieste leghiste?
C’è chi parla di un Silvio seccatissimo e sospettoso con Bossi e Tremonti, ma perennemente incerto sul da farsi.
Ha in mano sondaggi che dicono che l’85% degli italiani è contrario ad elezioni anticipate e che il il Pdl è in caduta libera al 28% di consensi, quelli che aveva in pratica Forza Italia prima della fusione con An.
I sondaggisti ricordano anche che chi provoca le elezioni ne paga le conseguenze nel segreto del’urna.
Quello che Fini aspetta con calma olimpica.
Non resta che augurare un buon Campari ai protagonisti del vertice, per una coalizione che del “tirare a campare” ha fatto la ua filosofia politica.
destra di popolo