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  1. #21
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    Predefinito Re: Drieu La Rochelle e la generazione del dopoguerra

    Di lui non ho letto mai niente ancora. Sembrerebbe interessante quel testo sulle radici giacobine dei totalitarismi.
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

  2. #22
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    Predefinito Re: Drieu La Rochelle e la generazione del dopoguerra

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Di lui non ho letto mai niente ancora. Sembrerebbe interessante quel testo sulle radici giacobine dei totalitarismi.
    Lo sono anche taluni romanzi, i quali sono sia politici che esistenziali.

  3. #23
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    Predefinito Re: Drieu La Rochelle e la generazione del dopoguerra

    Cosa pensi delle seguenti citazioni @Avanguardia: «Morirò con gioia selvaggia all'idea che Stalin sarà il padrone del mondo. Finalmente un padrone. È bene che gli uomini abbiano un padrone il quale faccia loro sentire l'onnipresenza feroce di Dio, l'inesorabile voce della legge» (27 dicembre 1942)

    «Quello che mi piace nel trionfo del comunismo è non solo la scomparsa di una borghesia detestabile e ottusa, ma anche l'inquadramento del popolo e la rinascita dell'antico dispotismo sacro, dell'aristocrazia assoluta, della teocrazia definitiva. Scompariranno così tutte le assurdità del Rinascimento, della riforma, della rivoluzione americana e francese. Si torna all'Asia; ne abbiamo bisogno» (25 aprile 1943)

    «In mancanza del fascismo (...) solo il comunismo può mettere veramente l'Uomo con le spalle al muro costringendolo ad ammettere di nuovo, come non avveniva più dal Medioevo, che ha dei Padroni. Stalin, più che Hitler, è l'espressione della legge suprema» (2 settembre 1943)

  4. #24
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    Predefinito Re: Drieu La Rochelle e la generazione del dopoguerra

    Le frasi che hai riportato rappresentano un attacco a uno dei più grandi miti del liberalismo, nato nel Rinascimenti post-medioevale: l' uomo artefice del proprio destino, significa che il destino di una persona non è determinato da Dio ma da se, dalla propria volontà e dalle sue capacità, dal suo impegno. L' asserzione nei secoli avvenire sarà assorbita nel liberalismo economicista e borghese, pervenendo all' imperativo che ognuno è imprenditore di se stesso. Col tempo Dio viene sostituito dallo Stato per cui ad essere contestato non è più il determinismo promanante da Dio ma quello dello Stato, per cui si arriva a sostenere che i successi e gli insuccessi personali non dipendendo dallo Stato ma da se stessi, che la la persona non ha bisogno dello Stato e che anzi lo Stato è di ostacolo al successo personale. Quest' ultima concezione è il fulcro del libertarianesimo statunitense, praticamente noi non avremo bisogno dello stato, abbiamo delle grandissime capacità e con l' impegno otterremo quanto vogliamo.
    Queste concezioni possono essere vere ma solo parzialmente: l' impegno, la volontà possono avere un ruolo ma spesso ci sono i limiti: naturali, famigliari, statuali, sociali, pure trascendenti (riferiti alle vite passate e al periodo pre-morte).
    Drieu La Rochelle voleva che l' uomo moderno, addomesticato dal liberalismo, capisse questo concetto, concetto in realtà che capiamo benissimo se ci guardiamo attorno.
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

  5. #25
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    Predefinito Re: Drieu La Rochelle e la generazione del dopoguerra

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Le frasi che hai riportato rappresentano un attacco a uno dei più grandi miti del liberalismo, nato nel Rinascimenti post-medioevale: l' uomo artefice del proprio destino, significa che il destino di una persona non è determinato da Dio ma da se, dalla propria volontà e dalle sue capacità, dal suo impegno. L' asserzione nei secoli avvenire sarà assorbita nel liberalismo economicista e borghese, pervenendo all' imperativo che ognuno è imprenditore di se stesso. Col tempo Dio viene sostituito dallo Stato per cui ad essere contestato non è più il determinismo promanante da Dio ma quello dello Stato, per cui si arriva a sostenere che i successi e gli insuccessi personali non dipendendo dallo Stato ma da se stessi, che la la persona non ha bisogno dello Stato e che anzi lo Stato è di ostacolo al successo personale. Quest' ultima concezione è il fulcro del libertarianesimo statunitense, praticamente noi non avremo bisogno dello stato, abbiamo delle grandissime capacità e con l' impegno otterremo quanto vogliamo.
    Queste concezioni possono essere vere ma solo parzialmente: l' impegno, la volontà possono avere un ruolo ma spesso ci sono i limiti: naturali, famigliari, statuali, sociali, pure trascendenti (riferiti alle vite passate e al periodo pre-morte).
    Drieu La Rochelle voleva che l' uomo moderno, addomesticato dal liberalismo, capisse questo concetto, concetto in realtà che capiamo benissimo se ci guardiamo attorno.
    Concordo colla tua analisi. Però, onestamente, in assenza del Führer e del Duce, avresti ben visto Stalin? Se non fossi stato Fascista/NazionalSocialista (o Comunista Aristocratico) avresti parteggiato per il bolscevismo?

  6. #26
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    Predefinito Re: Drieu La Rochelle e la generazione del dopoguerra

    Se non fossi stato fascista o nazionalsocialista è plausibili che avrei parteggiato per il bolscevismo o magari per l' anarchismo.
    Riguardo Stalin, diciamo che sotto di lui si era fiscalissimi: se non ti conformavi minimamente, ma anche per il minimo sospetto di non farlo, era finita.
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  7. #27
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    Predefinito Re: Drieu La Rochelle e la generazione del dopoguerra

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Se non fossi stato fascista o nazionalsocialista è plausibili che avrei parteggiato per il bolscevismo o magari per l' anarchismo.
    Riguardo Stalin, diciamo che sotto di lui si era fiscalissimi: se non ti conformavi minimamente, ma anche per il minimo sospetto di non farlo, era finita.
    Non si addice molto con la tua (ed anche mia) 'indole' 'anarchica'.

  8. #28
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    Predefinito Re: Drieu La Rochelle e la generazione del dopoguerra

    Citazione Originariamente Scritto da Vero Socialismo Visualizza Messaggio
    A me, dell'autore francese, oltre alla ottima prosa 'garba assai' lo stile di vita 'anarchico'.
    Era in scia con personaggi "eretici" come D'Annunzio, poi Céline, Marinetti, Brasillac etc.
    "Sono contro tutti i sistemi, il più accettabile è quello di non averne nessuno"
    Tristan Tzara

    Je m'exalte, je degresse encore... Je vous ai reperdu mon histoire... Non! Non!
    (L.F. Céline, Maudits soupirs pour une autre fois)

  9. #29
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    Predefinito Re: Drieu La Rochelle e la generazione del dopoguerra

    @Avanguardia, ti pongo una domanda non al 100% coerente con La Rochelle (anche se egli ebbe a pensarvi vita natural durante e 'cessò' di vivere in tale maniera): cosa pensi del suicidio? Debbo rilevare come io ci abbia pensato, e ci pensi, sovente.

  10. #30
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    Predefinito Re: Drieu La Rochelle e la generazione del dopoguerra

    Non ho posizioni di condanna verso il suicidio. Posso ritenere riprovevole l' atto quando sei ancora di sostegno a familiari, diversamente non ho posizioni di condanna, anzi posso apprezzarlo come atto di rifiuto dell' ordine costituito, della situazione, o come modo di non dare la soddisfazione all' avversario di esser riuscito a farti fare quello che vuole da te. L' avversario, inteso ampiamente magari come Stato, Società ecc. mi impone che se devo vivere devo fare così-cosà, col suicidio quel successo non lo ottiene.
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