di Oddo Biasini – “La Voce Repubblicana”, 1-2 giugno 1966.


Il giudizio obiettivo e fondato sui primi venti anni di regime repubblicano non deve porsi sul piano dei valori astratti né muovere da considerazioni di carattere sentimentale, quali spontaneamente sorgono nel cuore dei repubblicani, che negli anni della lunga attesa ed in quelli della fervida vigilia partigiana videro nella Repubblica l’instaurazione di un nuovo ordine politico, sociale, morale, un radicale salto di qualità, una frattura rivoluzionaria capace di capovolgere certi rapporti economico sociali del nostro paese.
Una valutazione serena deve farsi sul piano del concreto giudizio storico e muovere da alcune ben definite e obiettive considerazioni che possono riassumersi nelle seguenti: 1) la proclamazione della Repubblica avvenne con un margine di maggioranza esiguo e ristretto; 2) il cammino verso il rinnovamento fu quindi fortemente ostacolato dalla presenza in Italia di notevoli forze moderate decise e frenare ogni processo di rinnovamento. Questa azione di freno sembrava trovare una legittimità e giustificazione particolarmente per l’azione del partito comunista, che, durante tutto il periodo staliniano, oscillante tra platoniche affermazioni di carattere democratico e pseudo-rivoluzionari veniva a configurarsi come sabotaggio dell’azione dei partiti che si sforzavano a far progredire l’Italia sul cammino della democrazia; 3) la politica italiana era condizionata in ogni suo aspetto, positivo e no, dall’essere il nostro paese inserito in un sistema di rapporti internazionali dominato per lungo tempo dalla guerra fredda e dalla conseguente necessità di dare preminenza assoluta ai problemi delle difesa e della democrazia. In questa situazione l’obiettivo delle forze moderate fu quello di considerare il voto popolare del due giugno come punto terminale del processo di riscossa popolare che si era iniziato con la lotta antifascista e che era culminato nella guerra partigiana, e di tentare di inserirsi nel nuovo ordine istituzionale con l’intento di neutralizzare dall’interno ogni slancio di rinnovamento soffocando la carica morale della Resistenza. Purtroppo il tentativo dei moderati fu favorito dalle condizioni obiettive di debolezza della sinistra italiana e dalla totale indisponibilità dei comunisti per un’azione di rinnovamento democratico. In questo senso la Repubblica più che l’inizio di una nuova era di rinnovamento radicale fu un epilogo.
Molte speranze sono andate deluse e la Repubblica di oggi è molto diversa da quella sognata nel corso del primo e del secondo Risorgimento. Ma in questo caso la responsabilità del mancato rinnovamento è direttamente proporzionale alla consistenza numerica dei vari partiti dello schieramento di sinistra. Ad onta di tutto questo il bilancio di venti anni non è un bilancio negativo. È però innegabile che la costruzione dello stato repubblicano, ossia moderno, è in gran parte ancora da compiersi, e il compimento è condizionato dal superamento della crisi ideologica della sinistra e dalla sua capacità di abbandonare le anacronistiche impostazioni leniniste, marxiste, per portarsi sul piano della vera democrazia.
I problemi più urgenti del momento: riforma dello Stato, modelli di sviluppo, necessaria revisione, in una visione globale, dei sistemi delle autonomie locali; moralizzazione della vita pubblica; rapporti tra classe politica e organi burocratici; scuola; previdenza e assistenza sanitaria; possono essere avviati a soluzione solo nella misura in cui si saprà demistificare la lotta politica e contrapporre all’astratto ideologismo e agli schemi superati di vuote riforme le soluzioni autenticamente democratiche che il PRI viene proponendo sul fondamento di una interpretazione storica dei problemi e di una visione avanzata e moderna delle soluzioni.
Per questo, l’affermazione che oggi, più che mai, la Repubblica per inverarsi, per diventare tale, in ogni campo, ha soprattutto bisogno del Partito repubblicano, non è uno slogan di facile effetto ma un’affermazione fondata sulla storia e sulla realtà del paese.


Oddo Biasini