Istat, vendite ad aprile giù dello 0,7%
«Nei prossimi mesi rallentamento»
Su base annua il calo è del 4,6% a valore e del 5,4% in volume. L’effetto calendario. L’economia italiana proseguirà, nei prossimi mesi, con una fase di «rallentamento dei ritmi produttivi»
Ad aprile 2018 l’Istat stima che le vendite al dettaglio siano diminuite, rispetto al mese precedente, dello 0,7% in valore e dello 0,9% in volume. La flessione congiunturale è imputabile alle vendite di beni alimentari, che registrano un calo dell’1,9% in valore e del 2,4% in volume, mentre quelle di beni non alimentari sono in lieve aumento (+0,2% in valore e +0,1% in volume). Il calo annuo, sottolinea l’Istat, «risente in misura rilevante della diversa collocazione delle vendite di prodotti alimentari legate alla Pasqua»: «quest’anno si sono concentrate a marzo, mentre lo scorso anno hanno avuto luogo ad aprile».
Trend negativo
L’economia italiana proseguirà, nei prossimi mesi, con una fase di «rallentamento dei ritmi produttivi». E’ quanto rileva Istat nella nota mensile di maggio sull’andamento dell’economia italiana. Nel mese, spiega l’istituto di statistica, la fiducia dei consumatori ha segnato una forte flessione, alimentata dal marcato peggioramento dei giudizi e dalle attese sulla situazione economica del Paese, mentre quella delle imprese ha manifestato una sostanziale stabilità. L’indicatore anticipatore segnala «una ulteriore riduzione, suggerendo una fase di rallentamento dei ritmi produttivi nel breve periodo», sottolinea
Tornando ai dati sui consumi nel trimestre febbraio-aprile 2018 l’indice del totale delle vendite registra un calo congiunturale dello 0,5% in valore e dello 0,2% in volume. In questo caso sono le vendite di beni alimentari a limitare la flessione (+0,2% in valore e +0,3% in volume), mentre quelle di beni non alimentari diminuiscono dello 0,8% in valore e dello 0,7% in volume. Su base annua, le vendite al dettaglio mostrano una flessione del 4,6% in valore e del 5,4% in volume. Dopo la marcata crescita tendenziale di marzo, le vendite di beni alimentari diminuiscono del 7,3% in valore e dell’8,7% in volume; anche le vendite di beni non alimentari registrano un calo (-2,3% in valore e -2,4% in volume) confermando la continua flessione registrata da inizio anno.
Il commento di Coldiretti
«È importante scongiurare l’aumento delle aliquote Iva per evitare una pericolosa spirale recessiva in una situazione in cui i consumi interni risultano particolarmente deboli, soprattutto per effetto del forte calo degli alimentari». Così la Coldiretti commenta i dati forniti dall’Istat sul brusco calo del commercio al dettaglio ad aprile. «Anche se i numeri sono in parte falsati - sottolinea la Coldiretti in una nota - da una Pasqua «bassa» che ha determinato l’anticipo a marzo degli acquisti per i tradizionali pranzi, la distribuzione alimentare è quella che fa segnare i risultati più preoccupanti con cali tendenziali in tutte le categorie distributive, dalle piccole botteghe (-7,1%) agli ipermercati (-9,1%), dai supermercati (-8,3%) fino addirittura ai discount (-2,4%)». «L’aumento dell’Iva - continua la Coldiretti - riguarderebbe anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22% che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie». Sarebbe dunque un duro colpo per la spesa in alimenti e bevande che nel 2017, dopo cinque anni di valori negativi, ha invertito la tendenza e ha fatto segnare un balzo record del 3,2%, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea. «La spesa alimentare - conclude la nota - è la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 244 miliardi ed è quindi un elemento fondamentale per la ripresa dell’economia.
https://www.corriere.it/economia/18_...d5ff2c18.shtml
adesso i seervi lecchini piddini che ci diranno? che la colpa è del governo m5s-lega che ha ottenuto ieri la fiducia?
o per caso, sempre per caso, eh, la colpa è dei terrificanti governi RENZI GENTILONI che hanno sgovernato finora?