L'architettura e la presa di possesso dello spazio. Il simbolo viene in un secondo tempo.
Per Gaudí credo fosse anche qualcosa di più, nel senso che attingeva al significato profondo, quasi ecologico, dell'architettura investendo le proprie opere di un vincolo di indissolubilità con la natura. E inoltre, si percepisce nella sua architettura un forte senso del sacro, che ne accende la dimensione simbolica e comunicativa.
Il simbolo è l'archetipo alla base della vera realtà. I nostri 5 sensi ne percepiscono solo una frazione, ragion per cui nelle cattedrali gotiche viene codificato architettonicamente.
Nell'Antico Egitto la scrittura geroglifica era simbolica in quanto avevano una percezione molto precisa della realtà che ci trascende.
A Luxor un esempio mirabile è "Il tempio dell'uomo" di Schwaller de Lubicz...
Ultima modifica di Nostradamus; 08-09-10 alle 21:29
"Tutto è luce. In uno dei suoi raggi c'è il destino delle nazioni, ogni nazione ha il suo raggio in quella grande fonte di luce che vediamo come il Sole. E ricordate: nessun uomo che sia esistito è morto" - Nikola Tesla -
Qualcuno abbia la conpiacenza di riportare la fotografia della parte della Sagrada dove riposa il corpo di Antoni morto sotto un tram e postato all'obitorio come un barbone. Bellissima questa discussione!!!
Gaudí è sepolto nella cappella del Carmine, all’interno della cripta della Sagrada Família, che oggi racchiude anche un museo e un laboratorio dove artisti e scultori preparano i calchi di gesso per la facciata (tuttora mancante) della Gloria.
Album di JayCpix - Sagrada Familia - The Crypt | Flickr.com
Album di Francesc_2000
Cripta | Flickr.com
Luciano Gianfranceschi
ANTONI GAUDÍ E IL TEMPIO BENEDETTO
II Papa ha inaugurato il 7 novembre a Barcellona la Sagrada Familia, cattedrale incompiuta dell'architetto catalano.
Foto di libertyemi - sagrada familia | Flickr - Photo Sharing!
"Si rivolterà nella tomba, Gaudí, il 7 novembre 2010", mormora un artista di strada, a chi gli offre una moneta nella Rambla di Barcellona. Il viale pedonale - tornando da una visita alla Sagrada Familia - da l'impressione d'essere popolato da personaggi appena scesi dal colossale complesso di Gaudí. L'artista sta dentro un box, come a testa in giù, parla tramite un imbuto, ed è sicuramente più originale di altri - mimi, statue viventi, suonatori - che sollecitano qualche euros. Ma raccoglie di meno perché non chiede niente. Né ringrazia chi gli fa l'elemosina. Eppure con poche parole induce a qualche riflessione: se provassimo a guardare il mondo da un punto di vista diverso? Non si riferisce alla visita del Papa che la prima domenica di questo mese inaugura ufficialmente il colossale tempio, capolavoro dell'architetto Antoni Gaudí i Cornet, ma alla chiesa, che all'interno non ha raffigurazioni - invece tantissime quelle all'esterno - né cappelle laterali, ma solo il presbiterio, l'altare, e poco altro tra cui le immagini della Croce, la Vergine Maria e san Giuseppe.
A oltre un secolo dall'inizio, la costruzione è a poco più di metà. Ma la complessità prevedeva tempi lunghi. Perché la cattedrale viene costruita mediante le offerte, e ora anche con i proventi dei biglietti d'ingresso. Il pontefice Benedetto XVI consacrerà questo tempio, che nell'immaginario popolare è una bizzarra cattedrale gotica. Chi in ascensore sale alle torri del Tempio espiatorio della Sacra Famiglia s'informa con l'audio guida che Gaudí stava recandosi alla Messa quando fu investito dal tram, il 7 giugno 1926. Aveva 74 anni. I soccorritori lo scambiarono per un barbone, vedendo il suo aspetto trasandato. Non aveva moglie, dormiva ormai in una stanzetta del cantiere per non allontanarsi mai dal lavoro. Pochi giorni dopo morì, e soltanto allora fu riconosciuto e sepolto nella Sagrada Familia. Aveva vissuto tutto preso dall'opera grandiosa che modificava ad ogni estasi. E ha concepito l'edificio come una specie di poema mistico. Mentre attualmente al capolavoro di Gaudí sta lavorando freneticamente una squadra di quasi duecento persone, tra architetti, scultori, decoratori, muratori.
Romanzesca è la fine, ma anche la vita dell'architetto considerato ora un grande artista. In effetti le sue opere sono capolavori, e non soltanto d'architettura. Perché ha debordato dallo stile tradizionale, aggiungendo figure, simboli e iscrizioni. Tanto geniale e allucinato quanto concreto e appassionato, Gaudí intuì qualcosa che gli fece tenere duro. Va tenuto presente che un secolo fa - non diversamente da ora - era crescente l'ottimistica convinzione che il progresso tecnico scientifico avrebbe portato qualsiasi problema a soluzione. Però tale medaglia, d'indubbio valore, ha anche un rovescio: lo sviluppo senz'anima rischia d'inaridire l'umanità fino a ucciderne la spiritualità. Nelle chiese antiche spiccavano affreschi e quadri, perché il popolo che non sapeva leggere imparasse dalle figure. L'architetto, aggiornando il modo di fare, mise mano a un edificio monumentale che rinnovasse le emozioni. Fin da subito. Non era portato per la scrittura, sono stati seguaci ad averne raccolto le osservazioni.
Gaudí proveniva da una famiglia d'artigiani: il bisnonno, il nonno e il padre erano calderai: davano rilievo alla lamiera e al rame, aggiungendo quindi una dimensione. Così imparò a lavorare con le mani, ma anche – alla scuola d'architettura a Barcellona - con la testa. Aveva 31 anni quando, dopo divergenze tra il mecenate Bocabella e l'architetto Del Villar, ebbe l'incarico di continuare il lavoro - appena iniziato - alla Sagrada Familia. Era il novembre del 1883, forse proprio il giorno 7, un mercoledì. Poi, dopo quarantatré anni, alla sua morte, l'edificazione del grandioso tempio passò ad altri, anche se i modelli di Gaudí andarono distrutti nel luglio 1936. Il lavoro è finora continuato tra caratterizzazione gotica e spiritualità fantastica. La "cattedrale dei poveri", incompiuto testamento, è valso a Gaudí il soprannome di architetto di Dio. Così da una decina d'anni è in corso il suo processo di beatificazione, non culturale ma religioso. E allora perché - in questo mese, nel giorno della sua consacrazione anche artistica - Gaudí, sotto il baldacchino che nella cattedrale ne accoglie le spoglie, dovrebbe essere irrequieto nella tomba? Perché ha ragione quell'artista di strada a testa in giù: Gaudí voleva che la costruzione durasse. .. all'infinito. Infatti l'uomo alla ricerca della divinità considera la propria natura finita e limitata, mentre quella divina è infinita e onnipotente. Lo spirito del cristianesimo, pur se nato in Medio Oriente, dall'Europa ha sviluppato il mondo. In esso il trascendentale esiste.
Luciano Gianfranceschi, Il Giornale dei Misteri n° 465 (novembre 2010)
Gaudí sapeva bene che nelle cattedrali medievali niente è casuale. Nella sua cattedrale gotica di stile moderno, stando al progetto originale, dopo essere partito dalla costruzione della cripta, aveva in animo di realizzare un pozzo, la cui profondità doveva essere uguale all'altezza della guglia principale (170 metri), in modo da creare una risonanza spirituale tra cielo e terra. Le cattedrali gotiche hanno infatti disposizioni precise, che le trasformerebbero in casse di risonanza: sia della potenza solare (calda, discendente dal cielo), sia di quella lunare (fredda, proveniente dalle viscere della terra).