Non si vedeva da prima dei Sacconi e dei Poletti (tutti miseri figuri in combutta e collusi con le aziende sfruttatrici di lavoratori) un ministro del lavoro che dichiara di volere mettere la parola fine al lavoratore senza diritti e sotto pagato. Di Maio fa bene a partire dai cosiddetti "rider", quei superprecari che sulle loro biciclette fanno le consegne porta a porta; ragazze e ragazzi senza un fisso, che rischiano continui incidenti, massacrati da pedalate infinite per diverse ore al giorno, senza ammortizzatori, senza malattia, ferie etc. Il rider è il frutto di quel sistema di sfruttamento criminale messo in sesto a partire dagli anni novanta sia dai governi di destra (compresa quella Lega che ora si spaccia per nuova) sia dai finti governi di centro sinistra con il Pd che è stato il principale artefice della trasformazione del lavoro da tutelato a schiavistico. Un sistema di massacro sistematico che ha toccato l'apice e la "perfezione" con il job act e l'abolizione dell'articolo 18 di renziana memoria e che di fatto sono stati il riconoscimento da parte dello Stato e la legalizzazione dello sfruttamento del lavoro.
Ma se i rider sono un simbolo di questo sfruttamento, ed è giusto iniziare da loro, allo stesso tempo Di Maio si ricordi che questi schiavi sono soltanto poche migliaia. In realtà ormai il lavoro super precariato riguarda milioni di cittadini e quindi non basterà una legge limitata o un semplice accordo per radere al suolo un sistema di sfruttamento schiavistico messo in sesto da una classe politica fatta di bastardi e collusi con i vari Marchionne del mondo. Se Di Maio vuole fare una cosa di sinistra deve radere al suolo quasi tutta la normazione sul lavoro creata negli ultimi 25 anni e mettere con le spalle al muro le aziende sfruttatrici. Ci riuscirà? Ne avrà la forza e Lega, che ha contribuito a tutto questo, sarà davvero disponibile. Ho molti dubbi.......