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  1. #11
    Blut und Boden
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    Predefinito Re: L'orrore dell'Italia del rancore che punta su percezioni e non sulla realtå.

    Citazione Originariamente Scritto da Dav. c. G. Visualizza Messaggio
    https://www.ilfoglio.it/politica/201...aliana-203467/

    L'orrore dell'Italia del rancore punta su percezione e non sulla realtā
    I comunisti ripetono pedissequamente i dogmi dei banchieri e dei media mainstream.

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  2. #12
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    Predefinito Re: L'orrore dell'Italia del rancore che punta su percezioni e non sulla realtå.

    Citazione Originariamente Scritto da Dav. c. G. Visualizza Messaggio
    Guarda che da inizi 2014 a metā 2017 le ore di lavoro sono aumentate piū degli occupati.
    Da metā 2017 c'ē un aumento di produttivitā ma con aumento di ore di lavoro.

    Sono le bufale come le tue a creare false percezioni.
    le bufale sono le tue, informati capra.
    http://www.rassegna.it/articoli/occu...velli-del-2008
    Nel primo trimestre 2018 il numero degli occupati torna ai livelli precedenti la crisi, ma lo stesso non avviene per la quantità di ore lavorate. Lo sottolinea il report “Ore lavorate e Pil dieci anni dopo”, elaborato dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio della Cgil. “È corretto affermare – si legge nella ricerca – che il numero di persone occupate recupera il livello massimo toccato prima della crisi, ma nello stesso tempo va segnalato che la quantità di lavoro effettivamente prestata nel primo trimestre 2018 è ancora inferiore di 693 milioni di ore a quella dello stesso trimestre del 2008; tale differenza corrisponde a meno 1,2 milioni di unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula), che rappresentano il numero di ore necessario per coprire continuativamente a un orario standard un posto di lavoro”.
    Una divaricazione, quella tra andamento delle ore e occupati, che – ne è convinto Fulvio Fammoni, presidente della Fondazione Di Vittorio – “segnala, assieme ai dati sul tempo determinato e sul part time involontario, il peggioramento della qualità dell’occupazione”. Gli occupati a tempo determinato nel primo trimestre del 2018 sono infatti 2,92 milioni, circa 600 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2008. Sempre nello stesso arco di tempo, il part time (di cui oltre il 64% involontario) si attesta, invece, a quota 4,27 milioni, un milione in più rispetto allo stesso periodo del 2008.

    Un elemento ulteriore, utile a comprendere le tendenze in atto nel lavoro, è la relazione tra l’andamento del Pil e le ore lavorate. Nel primo trimestre 2018, il Pil è inferiore del 5,5% rispetto al livello di dieci anni prima e le ore lavorate del 6%. “Questi numeri – sottolinea ancora Fammoni – confermano che quantità e qualità del lavoro sono prevalentemente legate ai meccanismi dello sviluppo e molto meno a interventi normativi o di temporanea incentivazione”.

  3. #13
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    Predefinito Re: L'orrore dell'Italia del rancore che punta su percezioni e non sulla realtå.

    Citazione Originariamente Scritto da Perseo Visualizza Messaggio
    La realtà sarebbe quella stabilita dai giornali di Soros immagino.
    Mentre percezione è tutto quel che non ricade nella narrazione dei giornali comunisti di Soros.
    immagini male, la realtà è quella che si misura con i numeri: un occupato in più significa che l'occupazione aumenta, negarlo significa basarsi su percezioni errate.
    Le plus grand soin d’un bon gouvernement devrait être d’habituer peu à peu les peuples à se passer de lui.

  4. #14
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    Predefinito Re: L'orrore dell'Italia del rancore che punta su percezioni e non sulla realtå.

    Citazione Originariamente Scritto da furioso2013 Visualizza Messaggio
    le bufale sono le tue, informati capra.
    Occupati in aumento, ore prestate sotto i livelli del 2008 - Rassegna
    Nel primo trimestre 2018 il numero degli occupati torna ai livelli precedenti la crisi, ma lo stesso non avviene per la quantità di ore lavorate. Lo sottolinea il report “Ore lavorate e Pil dieci anni dopo”, elaborato dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio della Cgil. “È corretto affermare – si legge nella ricerca – che il numero di persone occupate recupera il livello massimo toccato prima della crisi, ma nello stesso tempo va segnalato che la quantità di lavoro effettivamente prestata nel primo trimestre 2018 è ancora inferiore di 693 milioni di ore a quella dello stesso trimestre del 2008; tale differenza corrisponde a meno 1,2 milioni di unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula), che rappresentano il numero di ore necessario per coprire continuativamente a un orario standard un posto di lavoro”.
    Una divaricazione, quella tra andamento delle ore e occupati, che – ne è convinto Fulvio Fammoni, presidente della Fondazione Di Vittorio – “segnala, assieme ai dati sul tempo determinato e sul part time involontario, il peggioramento della qualità dell’occupazione”. Gli occupati a tempo determinato nel primo trimestre del 2018 sono infatti 2,92 milioni, circa 600 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2008. Sempre nello stesso arco di tempo, il part time (di cui oltre il 64% involontario) si attesta, invece, a quota 4,27 milioni, un milione in più rispetto allo stesso periodo del 2008.

    Un elemento ulteriore, utile a comprendere le tendenze in atto nel lavoro, è la relazione tra l’andamento del Pil e le ore lavorate. Nel primo trimestre 2018, il Pil è inferiore del 5,5% rispetto al livello di dieci anni prima e le ore lavorate del 6%. “Questi numeri – sottolinea ancora Fammoni – confermano che quantità e qualità del lavoro sono prevalentemente legate ai meccanismi dello sviluppo e molto meno a interventi normativi o di temporanea incentivazione”.
    Tu oltre che capra sei anche bufalaro e mistificatore.
    Infatti ho scritto che le ore di lavoro da inizi 2014 sono aumentate come e anche piū degli occupati.
    Ma tu, come un qualsiasi bufalaro di professione, vuoi mettere nel conto dei governi di Renzi e Gentiloni anche I disastri fatti dalla lega dal 2008 al 2011.

  5. #15
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    Predefinito Re: L'orrore dell'Italia del rancore che punta su percezioni e non sulla realtå.

    Scemelnick e dav da Arcore si devono mettere il cuore in pace.
    I loro padroni non governeranno mai più perché hanno fatto troppi danni

  6. #16
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    Predefinito Re: L'orrore dell'Italia del rancore che punta su percezioni e non sulla realtå.

    Citazione Originariamente Scritto da furioso2013 Visualizza Messaggio
    le bufale sono le tue, informati capra.
    Occupati in aumento, ore prestate sotto i livelli del 2008 - Rassegna
    Nel primo trimestre 2018 il numero degli occupati torna ai livelli precedenti la crisi, ma lo stesso non avviene per la quantità di ore lavorate. Lo sottolinea il report “Ore lavorate e Pil dieci anni dopo”, elaborato dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio della Cgil. “È corretto affermare – si legge nella ricerca – che il numero di persone occupate recupera il livello massimo toccato prima della crisi, ma nello stesso tempo va segnalato che la quantità di lavoro effettivamente prestata nel primo trimestre 2018 è ancora inferiore di 693 milioni di ore a quella dello stesso trimestre del 2008; tale differenza corrisponde a meno 1,2 milioni di unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula), che rappresentano il numero di ore necessario per coprire continuativamente a un orario standard un posto di lavoro”.
    Una divaricazione, quella tra andamento delle ore e occupati, che – ne è convinto Fulvio Fammoni, presidente della Fondazione Di Vittorio – “segnala, assieme ai dati sul tempo determinato e sul part time involontario, il peggioramento della qualità dell’occupazione”. Gli occupati a tempo determinato nel primo trimestre del 2018 sono infatti 2,92 milioni, circa 600 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2008. Sempre nello stesso arco di tempo, il part time (di cui oltre il 64% involontario) si attesta, invece, a quota 4,27 milioni, un milione in più rispetto allo stesso periodo del 2008.

    Un elemento ulteriore, utile a comprendere le tendenze in atto nel lavoro, è la relazione tra l’andamento del Pil e le ore lavorate. Nel primo trimestre 2018, il Pil è inferiore del 5,5% rispetto al livello di dieci anni prima e le ore lavorate del 6%. “Questi numeri – sottolinea ancora Fammoni – confermano che quantità e qualità del lavoro sono prevalentemente legate ai meccanismi dello sviluppo e molto meno a interventi normativi o di temporanea incentivazione”.
    https://twitter.com/Grillus/status/1013885944343212032

  7. #17
    Super Troll
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    Predefinito Re: L'orrore dell'Italia del rancore che punta su percezioni e non sulla realtå.

    Capirai che credibilità del "pulpito da cui proviene la critica" : un articolo del giornale ultraberlusconiano di Ferrara "Il Foglio"
    Avessero mai scritto una critica , fosse anche mezza parola, sulla percezione della realtà dei pietosi governi di Berlusconi
    Sarà smemorato io ma mi ricordo che al Foglio dicevano sempre che tutto andava benissimo e alla grande persino quando il governo berluschino stava ad un passo dal collasso

  8. #18
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    Predefinito Re: L'orrore dell'Italia del rancore che punta su percezioni e non sulla realtå.

    La sinistra ridotta a farsi propaganda col foglietto di carta igienica da 10mila lettori di Giulianone Ferrara ex comunista ex socialista berlusconianissimo neo-antisalviniano è la farsa che segue la tragedia degli anni in cui la medesima sinistra ha governato e di cui gli italiani, fortunatamente, hanno deciso di liberarsi.
    "Il comunismo è una psicopatologia che risulta fatale per la civiltà: è da eradicare come la più temibile delle infezioni, in qualunque tempo, forma e maschera si manifesti", Raffaele Vizioli.

  9. #19
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    Predefinito Re: L'orrore dell'Italia del rancore che punta su percezioni e non sulla realtå.

    Spettacolo....altro che 30 anni di governo.
    Voi altri di sicuro non siete in grado di fermarli....ma banda de morti che deambulano.
    All I need is love and a M134 minigun

  10. #20
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    Predefinito Re: L'orrore dell'Italia del rancore che punta su percezioni e non sulla realtå.

    il problema è che i poveri sono in generale anche profondamente ignoranti, quindi votano che gli propone la flat-tax, che è un enorme favore alle classi più abbienti, beandosi di avere un governo che abbandona altri poveri in mezzo al mediterraneo.

 

 
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