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  1. #1
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Un'Italia "incravattata" -

    Debito e criminalità -
    Usura, l’Italia è “incravattata”


    Un’indagine Eurispes. Fenomeno diffuso in tutto il paese, ma le punte sono nel Mezzogiorno, in particolare in Calabria e Campania. Al nord meno problemi. Dal vicino di casa al grossista: i volti diversi del “cravattaro”. Anche le banche chiedono troppo





    L’usura è un fenomeno diffuso in tutta Italia, anche se risulta più marcato nel Mezzogiorno. Le denunce presentate non sono però attendibili per misurare la reale entità del fenomeno, che resta principalmente sommerso. E’ quanto rileva l’Eurispes nello studio ‘L’usura: quando il credito è nero’. Il paese è fortemente sbilanciato, secondo l’indagine dell’istituto: a fronte di un indice 100 a Vibo Valentia, corrisponde un valore zero a Trento, segno evidente di uno squilibrio del Sud nei confronti del Centro Nord. L’usura va da quella del vicino di casa e di quartiere fino a forme più sofisticate della criminalità organizzata, e si caratterizza per la ‘presenza di un elemento di sopraffazione nei confronti di soggetti che si trovano in difficoltà’: famiglie bisognose, anziani, piccoli commercianti e piccoli imprenditori, fasce deboli della popolazione. A differenza del metodo estorsivo e all’attività di riciclaggio attraverso i mercati finanziari, secondo l’Eurispes, l’usura ha il ‘vantaggio di una minore visibilità sociale’.

    Nella rilevazione effettuata dall’Eurispes per il Rapporto Italia 2010 è stato chiesto ai cittadini se fossero o meno a conoscenza di persone che si rivolgono agli usurai per ottenere prestiti (i dati riportati nelle tabelle 1 e 2 vengono pubblicati per la prima volta in questo studio). Nel 25,2% dei casi la risposta è stata affermativa. La percentuale di quanti sono a conoscenza di persone che hanno fatto ricorso a prestiti usurai è più elevata, e addirittura sopra la media nazionale, nelle regioni del Mezzogiorno (30,7%) seguite da quelle del Centro-Italia (29,1%).

    Tre tipi di usura
    L’Eurispes individua tre segmenti di usura. Il primo segmento, definito “di base”, raccoglie in sé innanzitutto l’usura detta di “vicinato”, caratterizzata cioè da una vicinanza diretta dell’usuraio alla propria clientela, che presenta le caratteristiche dei prestiti a breve scadenza diretti sostanzialmente alle famiglie di lavoratori che versano temporaneamente o stabilmente in stato di necessità. Per tale motivo, il prestito può essere definito di sussistenza e coinvolge spesso anche gli anziani pensionati.

    Il secondo segmento è rappresentato dall’usura di “quartiere”, più stabile della precedente, basata su una disponibilità finanziaria maggiore, ma ancora senza le caratteristiche dell’investimento. Assimilabile all’usura di quartiere è la già citata usura fra “colleghi” che coinvolge soggetti prestatori di soldi a breve scadenza senza il ricorso a metodi di sopraffazione: la vicinanza del posto di lavoro permette loro un’azione più discreta e talora tesa al solo arrotondamento delle entrate.

    Il terzo segmento è quello dei fornitori di merci alle imprese locali, cioè dei grossisti che forniscono un’assistenza globale a piccoli commercianti o artigiani, anticipando loro le spese per la costituzione del magazzino. Sempre in tale segmento, si può inserire l’usura tra commercianti rappresentata dal prestito tra colleghi, di somme destinate alla formazione del capitale d’esercizio.

    Il contesto
    L’Eurispes ricorda che in un contesto socio-economico di difficoltà, come è quello attuale, i fenomeni di “sofferenza” delle famiglie italiane tendono ad aumentare: il 28,6% delle famiglie non ha un reddito mensile tale da consentirgli di arrivare alla fine del mese; il 42,9% può sostenere economicamente le proprie esigenze di consumo solo utilizzando i propri risparmi; il 23,3% e il 18,1% delle famiglie, rispettivamente, dichiarano difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo e del canone di affitto.

    Per analizzare il fenomeno dell’usura e fotografarlo nelle diverse aree territoriali del paese, l’Eurispes. ha formulato un Indice di Rischio Usura (IRU), “fondato sull’analisi di quelle variabili di contesto socio-economico che si ritiene possano influenzare il grado di vulnerabilità e/o permeabilità di un territorio rispetto all’usura”. Tra le variabili rientrano il Pil, la disoccupazione, il sistema bancario (protesti, sofferenze, tasso di interesse medio attivo ecc.), il tessuto imprenditoriale e la criminalità.

    Un’analisi del valore dell’IRU riscontrato a livello provinciale evidenzia anzitutto come la totalità delle province con un Indice di Rischio Usura classificato come “Alto” (Valore IRU 80-100) e “Medio-Alto” (Valore IRU 60-80) appartengono al Mezzogiorno. Particolarmente a rischio sono le province della Calabria (tutte nelle prime sei posizioni della graduatoria, con un IRU medio regionale di 97,1), della Campania (a rischio “Alto” tutte le province, ad esclusione di Napoli, con un IRU medio regionale di 88,4) e della Sicilia (quattro province a rischio “Alto”, cinque province a rischio “Medio-Alto” e un IRU medio regionale di 78,2).

    Nella categoria identificata come a rischio “Medio” (IRU 40-60, con valori compresi tra 40,6 della provincia di Perugia e 58,5 della provincia di Viterbo) si riscontra, viceversa, una netta predominanza delle province del Centro (60% del totale), mentre costituiscono una minoranza le province del Mezzogiorno e del Nord-Ovest (40% del totale). La più alta concentrazione delle province del Centro Italia nella classe di rischio usura “Medio” trova conferma anche nella classifica regionale (tabella 5), nella quale Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria registrano valori IRU compresi tra 41,8 e 57,3.

    Al ridursi ulteriore dell’IRU e della classe di rischio usura (“Basso”, con valori IRU 20-40), il contributo delle province appartenenti alle diverse aree geografiche cambia nuovamente, con una presenza sempre più significativa delle province del Nord-Ovest (43,3% del totale, con valori IRU compresi tra 20,1 di Como e 40 di Asti) e del Centro (36,7% del totale, con valori IRU compresi tra 22,4 di Siena e 39,2 di Massa Carrara) e la totale assenza di province del Mezzogiorno.

    Infine, nella classe di rischio usura “Molto Basso” (valore IRU 0-20) tutte le province, ad eccezione di Firenze, appartengono al Nord Italia, con una netta prevalenza delle province del Nord-Est rispetto a quelle del Nord-Ovest (rispettivamente 64% e 32% del totale). Le province di Trento e Bolzano risultano in assoluto le meno vulnerabili rispetto al fenomeno dell’usura (con un valore IRU rispettivamente di 0,0 e 5,6), cui corrisponde nella graduatoria regionale il primato del Trentino Alto Adige (valore IRU 2,8), seguito da Emilia Romagna, Lombardia e Veneto (con un valore IRU rispettivamente di 15,3, 18 e 18,7).

    Il rapporto con le banche
    Dai risultati dell’indagine emerge, inoltre, come circa un terzo degli intervistati o delle loro famiglie (34,2% del totale) si sia rivolto, negli ultimi tre anni, a forme di finanziamento esterno e, più precisamente, a prestiti bancari, ritenendo l’accesso al credito bancario l’unico modo per sostenere il proprio tenore di vita o, più in generale, per poter far fronte a spese per l’acquisto di beni e servizi vari.

    Relativamente all’onerosità dei prestiti bancari, il giudizio degli intervistati è decisamente negativo, dal momento che la maggioranza di coloro che ha avuto accesso al credito bancario negli ultimi tre anni ritiene che il tasso di interesse applicato sia alto (45,7%). Solo un intervistato su tre (32,2%) ritiene, viceversa, che il tasso di interesse applicato al prestito bancario concesso sia adeguato e poco più di un intervistato su dieci (14,5%) che sia contenuto.



    14/05/2010


    Usura, l’Italia è “incravattata†- Rassegna.it - Sito di informazione su lavoro, politica ed economia sociale

  2. #2
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: Un'Italia "incravattata" -

    Economia

    Debito medio famiglie meridionali pari a 31.200 euro. Allarme usura in Puglia

    di Redazione

    Pubblicato il 25 agosto, 2010



    Usura bancaria (SIGNORAGGIO NETWORK (signet@work) & PRIMIT denunciano la grande truffa dell'usura bancaria, del signoraggio e della riserva frazionaria)

    Ostuni – ALLARME usura nel mezzogiorno. “Nel 2010 sta dilagando l’usura nel mezzogiorno a seguito della grave situazione di difficolta’ economica in cui versano le famiglie e le piccole imprese. Il sovra indebitamento delle famiglie del mezzogiorno, nel 2010, è cresciuto del 156,2%, rispetto al 2009 e l’usura è aumentata del 117,6%”. Lo rilevano i dati resi noti oggi ad Ostuni, all’apertura del convegno “Usura e fisco”, da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani che con Lo Sportello Antiusura monitora costantemente il fenomeno del sovra indebitamento delle famiglie e delle piccole imprese in Italia.

    “Nel mezzogiorno sono a rischio d’usura 681.000 famiglie e 716.000 piccoli imprenditori- afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani –Il debito medio delle famiglie meridionali ha raggiunto la cifra di 31.200 euro, mentre quello dei piccoli imprenditori ha raggiunto il tetto dei 49.300 euro”.

    “Al primo posto delle regioni maggiormente esposte all’usura – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani – troviamo la Campania, seguita dalla Puglia, Sicilia, Calabria, Basilicata ed il Molise”. ”La crisi economica del mezzogiorno, l’aggressione al patrimonio familiare da parte delle esattorie, il proliferare del pagamento delle tasse a rate, la impossibilità di accesso al credito bancario, la crescita del gioco d’azzardo e delle scommesse sportive legalizzate ed il boom delle carte di credito revolving, con tassi del 25%, – continua Carlomagno – stanno trascinando migliaia di famiglie e piccole imprese meridionali nelle mani di spregiudicati usurai”.

    ”I dati – conclude Carlomagno – confermano che il fenomeno sta aumentando ed è ancora difficile intravedere l’apice. In passato, ogni qual volta l’economia ha segnato brusche frenate, l’usura ha subito delle forti crescite. Ora c’e’ un ulteriore problema: oltre la poca propensione alla elargizione del credito associata a commissioni insopportabili applicate dalle banche e dalle esattorie, si sta registrando una aggressione al patrimonio familiare da parte del fisco, sia direttamente mediante la riscossione coattiva, che indirettamente attraverso l’uso spregiudicato delle scommesse sportive, costringendo numerose famiglie monoreddito a richiedere prestiti”.

    Contribuenti.it chiede urgentemente al governo uno stanziamento straordinario a favore del Sud di 10 MLD di euro, di sospendere la riscossione delle imposte nei confronti delle famiglie e dei piccoli imprenditori assistite dalle fondazioni antiusura e di tutti coloro che hanno perso un lavoro, di bloccare il gioco di azzardo che sta diventando l’altra faccia di un’Italia sempre più povera e, soprattutto, di riformare urgentemente il fisco, rendendolo più equo, ponendo al centro del sistema la famiglia al posto dell’impresa”.




    Debito medio famiglie meridionali pari a 31.200 euro. Allarme usura in Puglia | Economia

  3. #3
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    Predefinito Rif: Un'Italia "incravattata" -

    Il modo per evitare di finire in queste reti è abituarsi a vivere di poco, e poi lasciare stare progetti di attività in proprio tipo negozi etc., ormai non fa più. Il problema è quando deve indebitarsi ad esempio il semplice pensionato per comprarsi le medicine, perchè le pensioni non bastano in molti casi per sopravivere. Le istituzioni non sono capaci neppure di prescrivere cose più semplici per permettere al pensionato o alla ragazza madre di comprare da mangiare e il sapone. Quando propongono qualcosa, anche lo Stato inventa aiuti sotto forma di prestiti. Sempre debito.
    Il debito sotto forma di interessi è una grave forma di sfruttamento del valoro altrui, direi un estorsione.

  4. #4
    Avamposto
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    Predefinito Rif: Un'Italia "incravattata" -

    Carabinieri e Guardia di Finanza: «Usura? In regione bisogna abbattere il muro d'omerta»

    Cosimo Santimone




    Sempre più di frequente nelle aule dei Tribunali molisani «approdano» vicende legate all'usura. Il reato, punito con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da euro 5.000 a euro 30.000, è, purtroppo, in netta ascesa in regione. Tante le famiglie ridotte sul lastrico perchè finite nelle mani degli strozzini. «Il reato - fanno sapere dalle forze dell'ordine - è monitorato costantemente. Ci troviamo in un'epoca in cui molta gente rischia di trovarsi nelle mani degli strozzini. Quello dell'usura è, purtroppo, il fenomeno più subdolo e occulto, in quanto difficilmente chi subisce è pronto a denunciare i suoi «aguzzini». Solo quando si arriva, come si dice in gergo, con «l'acqua alla gola», si trova il coraggio di parlare. Naturalmente l'attezione, come detto, è sempre alta. Vengono monitorate le persone che già in passato hanno avuto «precedenti» per questo reato e le agenzie di finanziamenti e prestiti. Il nostro invitano è naturalmente quello di denunciare. Solo in questo modo si può rompere il muro di omertà che spesso finisce con il rovinare delle famiglie che dall'oggi al domani vedono vanificati i sacrifici di una vita intera». Una situazione dunque che va «attenzionata» anche in Molise. Tant'è vero che l'associazione Contribuenti.it già in passato ha stilato una sorta di mappa e ha analizzato il fenomeno in tutta Italia. E nella nostra regione l'attenzione è alta in quanto il Molise per la sua particolare posizione rischia seriamente di subìre pericolose infiltrazioni dalla malavita delle regioni limitrofe. Malavita che, grazie anche alla crisi dilagante in tutta Italia, sta allargando i suoi tentacoli un pò ovunque. «Nell'anno scorso - fanno sapere dall'Associazione Contribuenti.it - si è diffuso a macchia d'olio l'usura in Italia a seguito della grave situazione di difficoltà economica in cui versano le famiglie e delle piccole imprese ed al proliferarsi delle scommesse sportive. Il sovra indebitamento delle famiglie, nei primi 7 mesi del 2009, è cresciuto del 84,6%, rispetto al 2008 e l'usura è aumentata del 68,4%». Secondo i dati resi noti da Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani, che con Lo Sportello Antiusura monitora costantemente il fenomeno del sovra indebitamento delle famiglie e delle piccole imprese, nella penisola sono a rischio 1.668.000 famiglie e 1.213.000 piccole imprese. «Nei primi 7 mesi del 2009 - afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - il debito medio delle famiglie ha raggiunto la cifra di 27.500 euro, mentre quello dei piccoli imprenditori ha raggiunto il tetto dei 47.700 euro». Un fenomeno, quello dell'usura, preoccupante e che viene tenuto d'occhio costantemente dallo Stato che ha già adottato in merito diversi provvedimenti. E tra le forze dell'ordine che «aiutano» lo Stato ci sono le Fiamme Gialle che proprio in Molise, nell'ultimo anno, hanno effettuato diversi arresti per usura. «Il fenomeno dell'usura - fanno sapere dal Comando delle Fiamme Gialle - è molto accentuato. Le vittime sono anche quelle persone che vanno alla ricerca quasi spasmodica dei beni di lusso (persone che posseggono diverse abitazioni e auto di lusso) e che poi si ritrovano ad avere a che fare con gli usurai». Per quel che riguarda il Molise negli ultimi 24 mesi sono state ben 9 le persone arrestate (in distinte operazioni) per il grave reato di usura. Sei invece le denunce. In aumento, come detto, anche i procedimenti in Tribunale che hanno visto diverse persone sul banco degli imputati nelle aule di Campobasso, Larino e Isernia.



    28/08/2010




    Il Tempo

  5. #5
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: Un'Italia "incravattata" -

    News > Cronaca > Usura: ogni anno 20 mld euro nel giro d'affariUsura: ogni anno 20 mld euro nel giro d'affari



    Roma, 21 set. - (Adnkronos) - Ogni anno il giro d'affari dell'usura si aggira intorno ai 20 miliardi di euro. Le regioni piu' colpite sono il Lazio (3,3 mld), la Campania (2,8 mld) e la Sicilia (2,5 mld). Il numero dei commercianti coinvolti dall'attivita' degli usurai e' in aumento: negli ultimi due anni sono stati piu' di 200mila. In almeno 70mila casi sono coinvolte associazioni a delinquere di tipo mafioso. Gli interessi sono ormai stabilizzati oltre il 10% mensile. I dati sono forniti da un rapporto presentato oggi da Confesercenti e Sos impresa in occasione del 'No usura day', che si e' celebrato nella sede della Provincia di Roma, a Palazzo Valentini.


    Usura: ogni anno 20 mld euro nel giro d'affari - Adnkronos Cronaca

  6. #6
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: Un'Italia "incravattata" -

    Tre arresti per usura ed estorsione ad Altomonte .

    Martedì 21 Settembre 2010 08:18 - di Redazione

    ALTOMONTE - Questa mattina, nel corso di un’operazione di servizio, effettuata dai militari della compagnia di San Marco Argentano, sono state tratte in arresto ad Altomonte tre persone. Durante l'operazione, in esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e cinque decreti di perquisizione e sequestro emessi dal Tribunale di Castrovillari, i tre, già noti alle Forze dell'ordine, sono stati accusati di usura ed estorsione.
    In una terra come la Calabria il coraggio, il senso civico ed il desiderio di cambiare il proprio destino di una vittima di usura ha permesso ai Carabinieri della Compagnia di San Marco Argentano di individuare ed arrestare tre soggetti di Altomonte.
    La storia inizia nel gennaio 2008 quando la vittima, un bracciante agricolo 50enne, si confida con quello che credeva un amico, raccontandogli del difficile momento che attraversava. Spese improvvise, gli aiuti dati ai figli l’hanno ridotto sul lastrico, non riuscendo più a far fronte alle scadenze.
    I due si conoscono. Svolgono la stessa attività ed inoltre la vittima ha fatto qualche lavoretto per “l’amico”. A questo punto per la vittima sembra accendersi una speranza ma è solo un’illusione destinata a svelarsi molto presto. “L’amico”, Franco Roberto, 55enne bracciante agricolo di Altomonte, si offre di elargirgli un prestito di 7.000 euro. La vittima accetta di aggrapparsi a quell’ancora di salvezza e pochi giorni dopo si reca in Contrada Grondi ad Altomonte dove effettivamente riceve la somma ma le carte cominciano a scoprirsi. Gli viene infatti richiesto di firmare un foglio di quaderno sul quale è riportato un impegno alla restituzione dell’importo. Non solo. Oltre alla sua firma, per maggiore garanzia, gli viene richiesto di apporre anche la firma della moglie.
    Ottenute le firme, l’aguzzino si rivela per quello che è descrivendo le modalità di restituzione. La somma doveva essere restituita entro 2/3 mesi ma all’inizio di ogni mese, a titolo di interessi, andava versata una somma pari a 600 euro più eventuali 100 euro in caso di ritardo, in modo da infondere nella vittima una tensione tale da farlo essere il più puntuale possibile. Le condizioni sono palesemente gravose ma la vittima non può far altro che accettare, anche perché ormai ha già firmato.
    I mesi trascorrono, la vittima continua a pagare ma il capitale resta intatto. A gennaio 2009 aveva già versato 7.500 euro a solo titolo di interessi. Ma veri problemi iniziano quando l’uomo non riesce più a far fronte ai pagamenti. Iniziano le minacce. Telefonate minatorie e termine perentorio per il pagamento di tutte le mensilità arretrate. L’uomo è prostrato, intimorito, teme per l’incolumità propria e dei suoi familiari e prende una decisione destinata a risollevarlo. Chiede aiuto di nuovo ma stavolta si rivolge ai Carabinieri della Stazione di Malvito. Parte così un’indagine durata diversi mesi fatta di intercettazioni telefoniche, di appostamenti, pedinamenti. I militari trovano immediatamente riscontro alle dichiarazioni della vittima. Vengono registrate innumerevoli telefonate dai toni sempre più pesanti. Fanno poi il loro ingresso in scena altre due persone, il fratello del Roberto, Franco Francesco, 40enne ed un “fiancheggiatore“, Balbi Giuseppe, 45enne, anch’essi braccianti agricoli. Sale anche il livello delle minacce. Si fa riferimento a denaro proveniente e destinato a clan malavitosi, gli strozzini si spacciano per prestanome, intermediari. Viene fatto anche il nome del clan Magliari per incutere sempre più timore ed indurre la vittima al silenzio ed alla sottomissione. Ma i carabinieri sono appostati. Vengono intercettate tutte le conversazioni telefoniche tra i soggetti poi tratti in arresto e di questi ultimi con la vittima. In occasione di incontri i militari si appostano sia nelle immediate vicinanze dell’abitazione della vittima sia all’interno in modo da garantire l’incolumità di quest’ultima e raccogliere quanti più elementi possibile. Infatti gli arrestati progettavano di malmenare la povera vittima ed inoltre seguivano gli spostamenti dei familiari. Vengono ascoltate chiaramente e riportate in apposite relazioni le richieste estorsive che confluiscono nel fascicolo aperto dalla dottoressa Larissa CATELLA della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, sotto la supervisione del Procuratore Capo Franco Giacomantonio.
    Vista la materiale impossibilità per la vittima di pagare, gli strozzini lo inducono a svolgere attività lavorativa presso i propri appezzamenti di terreno a titolo gratuito. Stanco dalle continue vessazioni, la vittima si rivolge all’ospedale per farsi ricoverare ed avere così un po’ di tregua ma anche lì gli aguzzini non lo mollano continuando a tempestarlo di telefonate e progettando ritorsioni. Le visite presso l’abitazione della vittima si fanno sempre più insistenti, e le minacce si diversificano, dalla minaccia di incendio dell’autovettura alla possibilità di appropriarsi direttamente della busta paga della moglie presso il datore di lavoro. Per identificare i soggetti vengono predisposti appostamenti e posti di controllo in modo da rilevare modelli e targhe di autovetture da controllare successivamente in modo da avere il riscontro diretto sull’identità degli occupanti e non destare sospetti in questi ultimi. Pur di uscire dall’incubo l’uomo simula di aver stipulato un contratto di finanziamento al fine di ottenere una proroga ma ben presto i tre si stancano di aspettare. Messo alle strette l’uomo si trova costretto a firmare tre cambiali per un importo complessivo di oltre 9.000 euro. Viste le sue pessime condizioni economiche sono gli stessi aguzzini a dover acquistare le cambiali, addebitandogliene i costi, in quanto la vittima è impossibilitata.
    Prima della richiesta di ordinanza, il P.M. ha richiesto una perizia sugli interessi applicati alla vittima. Il risultato lascia pochi dubbi: si arriva ad oltre il 240%.
    Nelle prime di stamattina diverse pattuglie dei carabinieri hanno bussato alle porte dei tre indagati ponendo fine alla vicenda. Inoltre è stata data esecuzione a nr. 5 decreti di perquisizione e sequestro a carico dei suddetti e di due loro familiari, la sorella 50enne, ed un altro fratello 50enne, tutti braccianti agricoli. I militari hanno setacciato le abitazioni, le autovetture e tutte le pertinenze alla ricerca di documentazione utile alle indagini. Durante le operazioni i carabinieri si sono trovati di fronte a ville con piscine e fiammanti autovetture di grossa cilindrata quali Mercedes classe E e BMW X6. Sono al vaglio degli inquirenti documentazioni inerenti diversi beni immobili quali appartamenti e terreni.
    Con l’accusa di usura aggravata e tentata estorsione aggravata il tutto in concorso, sono stati tratti in arresto i fratelli Franco, mentre per il solo secondo capo di imputazione il Balbi.
    Sicuramente la vittima potrà guardare al futuro con maggior serenità.
    C’è la speranza che operazioni come questa inducano le vittime di un reato così grave a denunciare i propri aguzzini/vessatori al fine di estirpare un male che ha conseguenze devastanti sia sul piano sociale che sul piano economico.




    Tre arresti per usura ed estorsione ad Altomonte

  7. #7
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: Un'Italia "incravattata" -

    Liberaci dall'usura

    (17/9/2010, 133)




    Risveglio amaro, oggi, con i titoli di cronaca di agenzie, quotidiani e siti web che strillavano: "Pastore di una chiesa evangelica arrestato per estorsione" (Libero), "Pastore evangelico fermato per usura" (Ansa), "Estorsione con la tonaca, arrestato un pastore evangelico" (Il Fatto), "Pastore evangelico arrestato per usura" (Corriere della Sera).

    A finire in manette, in flagranza di reato, un sessantenne responsabile di una comunità evangelica milanese; la vittima era un 45.enne bolognese finito in mano a un'organizzazione di usurai, e «a tenere i rapporti con l'impiegato - spiega il Corriere - era proprio l'insospettabile religioso», che «smessi i panni caritatevoli del pastore di anime, non aveva esitato a minacciare il 45.enne».

    Ci sarà certamente chi, ora, userà questo fatto di cronaca per gettare fango sul mondo evangelico. E, nel mondo evangelico, ci sarà inevitabilmente chi dirà "io lo sospettavo", chi imbastirà una lezione sui passi biblici che parlano dell'usura e chi, più sottilmente, si eserciterà nella dietrologia del «se ha fatto questo, non ha mai avuto una vera vocazione».

    Per quanto ci riguarda, e per quanto se ne sa finora, ci limitiamo a concordare con il Corriere: non sappiamo cosa ci sia dietro ai fatti (che la magistratura acclarerà), né quali possano essere i motivi di una simile scelta; di certo, però, partecipare a un'attività così socialmente riprovevole e biblicamente amorale dovrebbe comportare da parte della persona coinvolta - quantomeno per rispetto verso quel Gesù che dice di servire - la decisione di "smettere i panni del pastore". Definitivamente.



    Liberaci dall'usura - Evangelici.net Media&Fede

  8. #8
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: Un'Italia "incravattata" -

    Usura: famiglia di Battipaglia applicava tassi 180%, tutti in manette


    (18 Settembre) Prestavano denaro applicando un tasso d'interesse di circa il 180 per cento annuo: un intero nucleo familiare è stato arrestato a Battipaglia (Salerno) dai carabinieri della locale compagnia diretti dal capitano Giuseppe Costa. Le manette sono scattate ai polsi di L.P. 64 anni, A.G. 58 anni e C.P, di 38 anni, componenti di un unico nucleo familiare (padre, madre e figlia), titolari di una attività commerciale nella cittadina della piana del Sele.

    I tre sono stati bloccati dai militari subito dopo aver ricevuto materiale per costruzione per un valore di settemila euro, consegnato dalla vittima, un altro commerciante del posto, come controvalore della rata mensile del prestito maggiorato degli interessi usurari. Secondo la denuncia presentata dal commerciante, stritolato dalla morsa degli usurai, il pagamento della rata del prestito poteva avvenire non solo in contanti ma anche attraverso la consegna di materiale da rivendere. Il commerciante vessato dalla continua richiesta di restituzione dei soldi e quindi del pagamento dell'importo degli interessi mensili, è riuscito a trovare la forza di dire basta e si è rivolto ai carabinieri, riuscendo a porre termine, nel giro di pochi giorni a una invivibile situazione di assoggettamento psicologico che durava ormai dal 2004.




    Usura: famiglia di Battipaglia applicava tassi 180%, tutti in manette - Lunaset::

  9. #9
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: Un'Italia "incravattata" -

    SOCIETA'. Il 21 settembre il "No usura Day" per denunciare un fenomeno in crescita

    17/09/2010 - 11:21



    L'usura non è per niente un fenomeno superato, anzi gode di ottima salute ed è sempre di più in mano alla criminalità organizzata. Per dare voce alle numerose imprese e famiglie italiane colpite dal fenomeno, Confesercenti ed SOS Impresa lancia il "No usura Day": lunedì, 21 settembre, una manifestazione nazionale che prenderà il via a Palazzo Valentini a Roma e si concluderà con una fiaccolata la sera a Piazza Santissimi Apostoli. Confesercenti e SOS Impresa avanzeranno proposte precise e concrete a cominciare dalla richiesta di una seria e profonda revisione della legge sull'usura.



    2010 - redattore: GA




    Help Consumatori - Leggi news
    Ultima modifica di Avamposto; 21-09-10 alle 11:43

  10. #10
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: Un'Italia "incravattata" -

    11:10 21 SET 2010

    (AGI) - Roma, 21 set. - Il giro d'affari in Italia sull'usura si aggira intorno ai 20 miliardi di euro. E' quanto emerge dal rapporto presentato questa mattina nella sede della Provincia di Roma dall'associazione 'Sos impresa', in collaborazione con la Confesercenti. Secondo quanto emerge dal rapporto Sos impresa i commercianti vittime di usura si concentrano prevalentemente nelle regioni di Campania, Lazio e Sicilia. In totale sono oltre 600mila le persone vittime dell'usura, a cui vanno aggiunte altre 15mila persone immigrate. Sos impresa fa inoltre notare che a monte di questi dati le denunce sono poche. In particolare dal 1996, quando e' stata introdotta la legge 108 (la legge antiusura), si assiste a un calo sistematico e inarrestabile del numero delle denunce.




    AGI News On - USURA: SOS IMPRESA, IN ITALIA GIRO D'AFFARI DI 20 MLD EURO

 

 
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