I salari reali sono troppo bassi. Se lo dice anche l’Economist…
Il settimanale economico prende spunto da una riunione dei rappresentanti delle banche centrali, tenutosi recentemente a Sintra, in Portogallo, per rendere pubblica la “preoccupazione” che i salari dei lavoratori in Europa siano diventati troppo bassi
di Stefano Porcari - Contropiano
Che l’invocazione contro i salari troppo bassi appaia sulla Bibbia del liberismo come L’Economist non può che destare stupore.
Il settimanale economico prende spunto da una riunione dei rappresentanti delle banche centrali, tenutosi recentemente a Sintra, in Portogallo, per rendere pubblica la “preoccupazione” che i salari dei lavoratori in Europa siano diventati troppo bassi.
Secondo l’Economist, nella maggior parte dei Paesi ad alto reddito il salario reale (al netto degli aumenti dei prezzi) è cresciuto in media dell’1% all’anno, dal 2000 a oggi – e nella fascia dei salari più bassi l’incremento è stato ancor più contenuto. L’attuale economia globale, si interroga il settimanale, potrebbe aver “indebolito oltre misura il potere contrattuale dei lavoratori al punto che nemmeno tassi di disoccupazione particolarmente bassi riescono a infiammare le loro pretese salariali”.
Parte del problema, nota l’Economist, è che l’inflazione, la crescita dei prezzi, tende a “mangiare” la maggior parte degli aumenti del salario, e nei paesi dell’Unione Europea ancora di più che negli Stati Uniti.
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