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    Predefinito Italia e Spagna scambiate

    1939, 28 marzo: i Falangisti prendono Madrid, ha fine la Guerra Civile Spagnola. Il governo repubblicano fugge in esilio in Francia e poi in Messico, Francisco Franco restaura nominalmente la monarchia ma si autonomina Luogotenente del Regno, governando da autocrate.


    1939, 1° settembre: Hitler, che ha già conquistato Austria e Cecoslovacchia, invade anche la Polonia dopo aver stretto un patto di non aggressione con l'URSS di Stalin. Immediatamente Francia e Regno Unito dichiarano guerra alla Germania: è l'inizio del peggior conflitto di tutti i tempi, la Seconda Guerra Mondiale. L'Italia di Mussolini e la Spagna di Franco per ora dichiarano la loro non belligeranza, nonostante il Patto d'Acciaio stretto con il dittatore tedesco.


    1939, 28 dicembre: Papa Pio XII si reca in visita al Quirinale dal Re Imperatore Vittorio Emanuele III, e gli chiede di premere sul Duce affinché mantenga la neutralità italiana, ma il Re risponde che il Comandante in Capo delle Forze Armate Italiane è Mussolini, e la scelta spetta a lui. Allora Giovanni Battista Montini, Segretario di Stato Vaticano, prende contatti con la Principessa di Piemonte Maria José, che notoriamente non nutre grandi simpatie per i Fascisti, ed anzi è in contatto con molti intellettuali invisi al regime.


    1940, 31 gennaio: Maria José, Umberto di Savoia e Italo Balbo si incontrano a Tripoli: i due reali sono spesso ospiti del Quadrumviro della Marcia su Roma. Nel colloquio riservato si parla di come evitare il coinvolgimento dell'Italia nel conflitto, che Balbo giudica disastroso, in quanto le colonie nel Corno d'Africa andrebbero immediatamente perdute, vista l'impossibilità di rifornirle, dato che gli inglesi controllano Gibilterra e Suez. Maria José propone di formare una "fronda" interna al Regime di gerarchi non filonazisti, con i quali concertare un piano dì azione.


    1940, 26 febbraio: come promesso, Maria José, definita giustamente da alcuni "l'unico vero uomo in Casa Savoia", prende contatti con Galeazzo Ciano, con l'ambasciatore d'Italia in Germania Bernardo Attolico e con l'ex ambasciatore a Londra Dino Grandi, rimosso proprio per ordine di Hitler perché giudicato troppo filobritannico. I tre inizialmente nicchiano, ma poi si convincono ad agire per evitare che Mussolini scenda in guerra accanto al dittatore tedesco, precipitando l'Italia nell'abisso.


    1940, 15 marzo: Galeazzo Ciano e Bernardo Attolico ottengono un colloquio con Mussolini, nel quale gli propongono addirittura di denunciare il Patto d'Acciaio, dato che Hitler ha trattato gli italiani « da servi e non da alleati». «Ci hanno sempre ingannato», avrebbe detto Ciano al suocero: «Stracciate il patto, Duce, gettatelo in faccia a Hitler e l'Europa riconoscerà in voi il capo naturale della crociata antigermanica!» Mussolini tuttavia si mostra freddo, afferma che non esiste alcuna potenza militare al mondo in grado di opporsi alla Germania di Hitler, e che quindi conviene onorare i trattati e scendere in guerra al suo fianco; ed inoltre aggiunge: « Ho bisogno di mille morti da gettare sul tavolo della pace!» Poco dopo Attolico è destituito da ambasciatore in Germania e sostituito con Dino Alfieri, più filonazista. Dopo che il suo tentativo si è risolto in un buco nell'acqua, Ciano si convince che l'unica possibilità per evitare all'Italia di avere ben più di mille morti nel conflitto, è quello di silurare Mussolini; stessa conclusione a cui erano giunti Balbo e i Principi di Piemonte. Però Attolico, diplomatico esperto, anziano ma energico, scaltro e attento anche alla politica interna, suggerisce che non basta liquidare il Duce: occorre anche un cambio al vertice del Regno, in modo che la popolazione italiana e gli Alleati contro Hitler percepiscano che il vento a Roma è cambiato.


    1940, 20 maggio: Benito Mussolini, vista la travolgente avanzata di Hitler in Danimarca, Norvegia, Belgio, Olanda, Lussemburgo e Francia, ordina di allertare le forze armate e di preparare le dichiarazioni di guerra da consegnare agli ambasciatori di Francia e Regno Unito. A questo punto avviene il colpo di scena: Galeazzo Ciano e Italo Balbo domandano che, per prendere una decisione di tale portata, sia riunito il Gran Consiglio del Fascismo, organo che da molto tempo non si riunisce più. Mussolini, ignaro del complotto che si sta tramando ai suoi danni, reagisce con stizza ma poi accetta la convocazione, sicuro che esso si limiterà a ratificare i suoi ordini, come ha sempre fatto. A dir la verità Achille Starace, ex segretario del PNF, ha cercato di mettere in guardia Mussolini su un possibile putsch ai suoi danni, ma il dittatore lo ha trattato da idiota, come del resto ha sempre fatto, allontanandolo da sé.


    1940, 24 maggio: si riunisce a Palazzo Venezia il Gran Consiglio del Fascismo. A sorpresa Dino Grandi propone un Ordine del Giorno il quale prevede la restituzione al Re Vittorio Emanuele III del ruolo di Comandante in Capo dell'Esercito, in vista della Guerra a fianco della Germania, perché "nessuno come il Re Soldato può ricoprire quel ruolo agli occhi della Nazione". Mussolini si rende conto che quell'ordine del giorno equivale ad una sua destituzione, e reagisce con durezza, ma si accorge che molti dei presenti sono d'accordo con l'"eretico" Grandi. Allibito, e pallido di rabbia, è costretto a mettere ai voti la mozione. L'Ordine del Giorno Grandi passa con 19 voti a favore: quelli di Italo Balbo, Dino Grandi, Giuseppe Bottai, Luigi Federzoni, Galeazzo Ciano, Cesare Maria De Vecchi, Alfredo De Marsico, Umberto Albini, Giacomo Acerbo, Dino Alfieri, Giovanni Marinelli, Carluccio Pareschi, Emilio De Bono, Edmondo Rossoni, Giuseppe Bastianini, Annio Bignardi, Alberto De Stefani, Luciano Gottardi e Giovanni Balella;. Invece votano contro Achille Starace, Carlo Scorza, Roberto Farinacci, Guido Buffarini-Guidi, Enzo Galbiati, Carlo Alberto Biggini, Gaetano Polverelli, Antonino Tringali Casanova ed Ettore Frattari. "Il vostro è un colpo di stato!" reagisce Mussolini; ma, appena esce da Palazzo Venezia, alcuni carabinieri fedeli a Giuseppe Bottai lo prendono in custodia con la scusa di "proteggerlo" da qualche iniziativa frondista e lo portano in una caserma, guardato a vista. Intanto altri carabinieri fanno irruzione a Palazzo Venezia ed arrestano tutti coloro che hanno votato l'Ordine del Giorno Grandi.


    1940, 25 maggio: Umberto di Savoia e sua moglie Maria José, accompagnati dal Ministro della Real Casa Pietro Acquarone, si presentano al re Vittorio Emanuele III, chiedendogli di firmare l'atto di abdicazione. «Tu sarai Re, ma solo quando io sarò morto!» il sovrano risponde al figlio a muso duro. «È tutto merito di questa belga intrigante, vero?» «È tutta colpa delle leggi inique che voi avete firmato, e della guerra che volevate scatenare per compiacere Mussolini», gli ribatte la nuora. Il Re fa resistenza, e manda a chiamare il Maresciallo d'Italia Pietro Badoglio; ma, quando scopre che anche lui caldeggia la sua abdicazione, getta la spugna e firma, chiedendo di poter andare in esilio ad Alessandria d'Egitto. «Sarete scortato alla nave oggi stesso», gli risponde freddamente il nuovo sovrano. La radio interrompe le trasmissioni per diffondere il seguente comunicato: «Sua Maestà il Re e Imperatore Vittorio Emanuele Terzo di Savoia ha abdicato questa mattina stessa per motivi di salute a favore del figlio, Sua Maestà il Re e Imperatore Umberto Secondo di Savoia. Subito dopo quest'ultimo ha accettato le dimissioni dalla carica di Capo del Governo, Primo ministro e Segretario di Stato, presentate da Sua Eccellenza il Cavaliere Benito Mussolini, e ha nominato Capo del Governo, Primo ministro e Segretario di Stato, Sua Eccellenza il Cavaliere Maresciallo dell'Aria Italo Balbo».
    Umberto II e sua moglie si affacciano dal balcone del Quirinale davanti a una folla tripudiante, la quale ha intuito che la guerra è rimandata sine die.
    A mezzogiorno si registra una sollevazione armata di camice nere guidate da Alessandro Pavolini, Ministro della Cultura Popolare (il famoso Minculpop) e leader dell'ala filotedesca del Fascismo. Le truppe fedeli a Badoglio stroncano però la sollevazione, e Pavolini si toglie la vita. Il Maresciallo d'Italia ne approfitta per guidare l'esercito nell'occupazione dei punti nevralgici delle principali città italiane e nelle retate dei fascisti che non accettano il "nuovo corso".
    Italo Balbo, che secondo i patti ha assunto la carica e il titolo di Duce, presenta al nuovo Re Imperatore la lista dei suoi ministri. Galeazzo Ciano è confermato Ministro degli Esteri, Dino Grandi va all'Interno, il Maresciallo Badoglio assume il Ministero della Difesa in vista di possibili ritorsioni da parte di Hitler.


    1940, 26 maggio: per non destare sospetti nei confronti dei tedeschi, Italo Balbo, pronuncia un discorso radiofonico alla nazione, dicendo tra l'altro: « Noi siamo stretti alleati della Nazione Tedesca e del suo leader. L'Italia mantiene fede alla parola data, gelosa custode delle sue millenarie tradizioni… » Intanto Mussolini è trasportato sull'isola di Ventotene: per un tragico scherzo del destino, è il luogo dove egli ha fatto deportare al confino tanti antifascisti. In seguito sarà trasferito all'isola della Maddalena.


    1940, 31 maggio: resosi conto che Italo Balbo sta facendo fortificare il Vallo Littorio, in previsione di un possibile attacco tedesco da quella parte, Hitler comincia a prendere in considerazione piani di invasione dell'Italia, che però non possono essere messi in atto perché infuria la Battaglia d'Inghilterra.


    1940, 10 giugno: Franco decide di rompere gli indugi e di scendere in guerra contro Francia e Regno Unito, allo scopo di "punire" Parigi per l'appoggio dato sottobanco ai Repubblicani e per ricostruire una Spagna imperiale coi bottini di guerra, ora che Hitler sembra vicino alla vittoria. Subito le divisioni spagnole varcano i Pirenei ed avanzano nel Rossiglione e in Aquitania puntando a Perpignano e Bayonne; la stampa francese parla di "pugnalata alle spalle".


    1940, 14-20 giugno: Gibilterra resiste eroicamente all'assedio spagnolo e alla fine è costretta a capitolare, è il primo successo dell'Ejército de Tierra. Le truppe coloniali spagnole sferrano attacchi in Marocco dal Marocco spagnolo, da Sidi Ifni e occupano Tangeri, che è un porto franco.


    1940, 16-22 giugno: mentre la Francia cade e firma la resa, il suo esercito è riuscito a respingere le offensive spagnole da sud, che hanno guadagnato solo pochi km di terreno. Dopo l'occupazione della Rocca di Gibilterra, la Spagna ottiene l'annessione di Tangeri, parte del Rossiglione con Perpignano e Bayonne, ottenendo pure Lourdes, luogo sacro cattolico, tra le proteste locali.


    1940, 3 luglio: dato che Marocco e Algeria sono controllati dal governo collaborazionista di Vichy, Franco concentra le sue truppe nel Rio de Oro, attaccando la Mauritania schieratasi con la Francia libera di Charles De Gaulle in esilio a Londra.


    1940, 12 luglio: si diffonde nel paese la notizia della morte di Benito Mussolini. Secondo la propaganda ufficiale si è trattato di un attacco di colite ulcerosa, malattia di cui l'ex Duce soffriva; ma in realtà Mussolini è morto durante un tentativo da parte delle SS tedesche di liberarlo in gran segreto dal rifugio di Campo Imperatore, sul Gran Sasso, nel quale è tenuto prigioniero. Grazie a truppe paracadutate il capitano Otto Skorzeny ha preso il rifugio e liberato l'ex dittatore, ma poi, volendo arrogarsi i meriti dell'impresa, ha preteso a tutti i costi di salire sul leggero apparecchio Fieseler Storch che doveva condurre Mussolini in Germania; ma, pesando egli oltre un quintale, il pilota non è riuscito a decollare e l'aereo si è schiantato sulla montagna. All'ex Duce vengono tributati solenni funerali di Stato, ma egli è tumulato a Predappio, non a Roma, ed inoltre molti di quelli che sono al corrente del vero svolgersi della vicenda commentano cinicamente: «Il crapone ha avuto il fatto suo!».


    1940, 28 agosto: l'Africa Equatoriale Francese passa nelle mani di De Gaulle, che pone il suo quartier generale a Brazzaville. Subito le truppe coloniali francesi assediano la Guinea Spagnola (il Río Muni), ben presto aiutate da contingenti britannici.


    1940, 24 settembre: la Guinea Spagnola è conquistata dai Franco-britannici.


    1940, 27 settembre: la Germania nazista, la Spagna franchista e l'Impero Giapponese firmano il Patto Tripartito.


    1940, 27 ottobre: Franco decide di continuare una "guerra parallela" di conquista e, senza consultare l'alleato tedesco, presenta un ultimatum al Portogallo, intimandogli di consentire alle forze spagnole di occupare i principali porti del paese in funzione anti-britannica. Il dittatore portoghese António de Oliveira Salazar, che pure ha aiutato Franco durante la Guerra Civile, respinge l'ultimatum dichiarando che il suo paese resisterà con tutte le forze. Di conseguenza Franco fa invadere il Portogallo.


    1940, 4 novembre: dopo una prima fase favorevole agli Spagnoli, l'esercito portoghese passa al contrattacco e respinge gli invasori, costringendoli alla ritirata.


    1940, 11 novembre: la Royal Navy britannica lancia il primo attacco dal cielo dalle sue portaerei, distruggendo la flotta spagnola ancorata a Valencia.


    1940, 27 novembre: la Royal Navy e l'Armada Española (la marina militare) si scontrano nella battaglia di Capo Finisterre.


    1940, 9 dicembre: le forze britanniche e della Francia libera, comandate dal generale Archibald Percival Wavell, sfondano le difese spagnole nel Rio de Oro.


    1941, 23 gennaio: i Franco-britannici conquistano Villa Cisneros.


    1941, 1° febbraio: i Franco-britannici raggiungono Boujdour. Resistono poi solo El Aaiún e Villa Bens, mentre Sidi Ifni resiste agli sbarchi alleati.


    1941, 17 febbraio: a sostegno degli Spagnoli arriva nel Rio de Oro il generale tedesco Erwin Rommel a capo delle due divisioni dell'Afrikakorps. Intanto i Britannici foraggiano ampiamente l'esercito portoghese.


    1941, 25 febbraio: Hitler e il Duce Italo Balbo si incontrano a Bolzano, e il Führer torna a chiedere con toni accesi l'intervento dell'Italia in guerra, per soccorrere Franco in Portogallo e in vista dell'imminente attacco all'URSS. A sorpresa Balbo, che è un politico navigato, si dice disponibile, ma avanza richieste che al dittatore tedesco appaiono eccessive: forniture di cibo, equipaggiamento militare, la Corsica, la Savoia, Nizza, l'Africa Settentrionale Francese. E così, non viene raggiunto alcun accordo: Balbo si limita ad offrire l'utilizzo di alcuni basi marittime alle navi tedesche. Molto probabilmente Balbo ha avanzato apposta richieste che sapeva Hitler avrebbe respinto, per rimanere al di fuori della guerra.


    1941, 28 febbraio: muore Alfonso XIII in esilio a Roma. Il figlio, il conte di Barcellona, Giovanni di Borbone cerca di tornare in madrepatria per arruolarsi nell'esercito ma, di idee troppo liberali, è respinto per ordine del Caudillo.


    1941, 7 marzo: sbarcano corpi di spedizione britannici in Portogallo.


    1941, 18 marzo: la campagna spagnola in Portogallo si trasforma letteralmente in una rotta: le truppe portoghesi penetrano in territorio spagnolo e conquistano porzioni di confine. L'ambasciatore spagnolo in Germania, Ramón Serrano Súñer, è costretto a chiedere l'aiuto tedesco.


    1941, 24 marzo: contrattacco ispano-tedesco guidato da Rommel, che riconquista Boujdour e punta verso Villa Cisneros.


    1941, 29 marzo: battaglia di La Coruña tra la Royal Navy e l'Armada Española, che perde delle navi.


    1941, 1° aprile: ulteriori rinforzi navali tedeschi alla Spagna capovolgono rapidamente la situazione sul fronte lusitano: Lisbona è conquistata, il governo di Salazar fugge a Madeira sotto protezione britannica. Il Regno di Spagna annette il Portogallo, coronando il sogno di riunire la penisola iberica. Intanto le truppe dell'Asse, guidate da Rommel, riconquistano quasi tutto il Rio de Oro.


    1941, 6 aprile: mentre i Tedeschi sono impegnati in Jugoslavia e Grecia, che hanno dovuto occupare per impedire divenissero basi alleate, l'Italia decide di ammassare le sue truppe ai confini jugoslavo e austriaco, dato che ormai è accerchiata dalle forze di occupazione naziste.


    1941, 14 aprile: le forze di Rommel riconquistano Villa Cisneros e si dirigono verso Port-Étienne.


    1941, 21 giugno: inizia l'invasione tedesca dell'URSS (Operazione Barbarossa). Le truppe spagnole, tra cui la División Azul (Divisione Blu, dal nome del colore del partito della Falange), si uniscono a Hitler in quella che sembra una marcia trionfale in territorio russo.


    1941, 13 luglio: a Porto, in Portogallo, avviene la prima rivolta popolare europea contro l'occupazione nazifranchista, repressa nel sangue.


    1941, 1° agosto: il generale Rodolfo Graziani tenta un contro-colpo di stato contro Italo Balbo, ma è sconfitto e ucciso, anche se la propaganda del regime dirà che si è suicidato. Del complotto era al corrente anche Edda Mussolini, figlia dell'ex Duce e moglie di Galeazzo Ciano; Edda è ripudiata (in seguito Ciano, molto ben introdotto in Vaticano, otterrà dalla Sacra Rota l'annullamento del matrimonio) e rinchiusa in carcere.


    1941, 20 novembre - 1942, 28 ottobre: Esposizione Universale di Roma. Anche nota come EUR e voluta precedentemente da Mussolini, l'esposizione è un'ostentazione di potenza dell'Italia fascista come erede della Roma augustea, della sua nuova architettura razionalista e monumentale. Uno dei più grandi progetti in tal senso però, la Mole Littoria, rimane sulla carta.


    1941, 7 dicembre: dopo l'attacco giapponese alle Hawaii, gli USA scendono in guerra e Germania e Spagna dichiarano loro guerra.


    1942, 15 febbraio: l'esercito ispano-tedesco inizia la seconda offensiva in Mauritania, verso il Senegal, che si è schierato con la Francia libera.


    1942, 21 giugno: massima avanzata dell'Asse in Africa occidentale, con l'occupazione di Nouakchott. Franco canta vittoria e spera di entrare trionfalmente a Dakar, progettando un'"Africa Occidentale Spagnola", ma i suoi desideri sono delusi: truppe coloniali alleate giungono in sostegno dei Franco-britannici e Rommel è costretto ad arrestare la sua avanzata.


    1942, 1°-31 luglio: le forze ispano-tedesche si scontrano con quelle Alleate presso Nouakchott. Nonostante le speranze franchiste, l'Asse non riesce a sfondare le linee nemiche ed è ricacciata nel Rio de Oro.


    1942, 23 settembre: battaglia di Port-Étienne. Rommel, sconfitto, ordina il ripiegamento delle truppe superstiti.


    1942, 8-16 novembre: Operazione Torch. Le truppe statunitensi sbarcano in Senegal e in Marocco, conquistando pure le isole Canarie. Come conseguenza la Francia di Vichy è invasa dalla Wehrmacht e dall'esercito spagnolo.


    1942, 20 novembre: battaglia di El Aaiún. Da sud e da nord gli Anglo-franco-americani premono contro il Rio de Oro, che si trova isolato, senza più rifornimenti ed è interamente occupato dall'imponente contrattacco alleato. Ai Britannici si è unito il generale francese Philippe Leclerc de Hauteclocque.


    1942, 26 novembre: esce il celeberrimo film Casablanca, uno dei più bei film di tutti i tempi, diretto da Michael Curtiz. Questa in sintesi la trama: durante la Seconda Guerra Mondiale l'espatriato americano Rick Blaine (interpretato da Humphrey Bogart) gestisce un locale a Casablanca, nel Marocco governato da Vichy. Anche se in passato ha contrabbandato armi in favore degli Etiopi durante l'invasione italiana e partecipato a fianco dei Repubblicani nella Guerra Civile Spagnola, egli è ormai un uomo cinico e indifferente alle tragedie mondiali. Il criminale spagnolo Guillermo Ugarte (l'attore Peter Lorre) arriva nel locale di Rick con due lettere di transito rubate, le quali consentirebbero di muoversi liberamente nell'Europa occupata dai Tedeschi; Ugarte prevede di vendere le lettere a un prezzo molto alto al miglior offerente. Tuttavia, prima di riuscire a venderle, Ugarte è arrestato dai poliziotti del capitano Louis Renault (l'attore Claude Rains) che vuole fare colpo sui superiori con la propria efficienza, ma a sua insaputa prima di essere arrestato Ugarte ha affidato i documenti a Rick. Il giorno dopo giunge a Casablanca Ilsa Lund (una profuga norvegese interpretata da Ingrid Bergman, con cui Rick ha avuto una storia d'amore a Parigi nei giorni dell'occupazione hitleriana) col marito Victor Laszlo (Paul Henreid), uno dei leader della Resistenza cecoslovacca, internato in un campo di concentramento e ricercato pure in Spagna e in Italia perché antifascista. Laszlo e Ilsa hanno bisogno delle lettere di transito per fuggire da Dakar in America e proseguire la loro lotta al nazismo, ma Rick non vuole consegnargliele, perché l'americano vorrebbe trattenere la donna con sé a Casablanca. Il suo comportamento cambia quando Laszlo insiste con lui perché Ilsa e Rick partano insieme: il partigiano è disposto a perdere la propria donna, pur di saperla al sicuro all'estero. Colpito dal sacrificio di Laszlo, Rick decide di tentare il doppio gioco: promette al capitano Renault di consegnargli Laszlo quando gli darà le lettere nel proprio locale. In realtà Blaine, al momento della consegna, punta la pistola contro Renault e lo costringe ad accompagnare lui, Laszlo e Ilsa all'aeroporto, dopo aver fatto una telefonata per garantirsi libero passaggio. Il capitano finge di telefonare all'aeroporto, avvisando invece il maggiore Strasser, della Gestapo, che è in Marocco sulle tracce di Laszlo. Questi si precipita all'aeroporto per bloccare i fuggitivi, ma viene ucciso da Rick. Dopo una memorabile scena di addio tra la Bergman e Bogart, l'aereo di Ilsa e Laszlo parte indisturbato verso il Senegal, e all'arrivo dei gendarmi Renault, stanco della propria collaborazione con i nazisti, copre Rick, salvandogli la vita. Decidono poi di partire insieme verso Brazzaville, il quartier generale della Francia libera.


    1943, 14 gennaio: Conferenza di Casablanca. Il presidente USA Franklin Delano Roosevelt e il primo ministro britannico Winston Churchill decidono l'apertura del fronte europeo contro Hitler a partire dalla penisola iberica, "il ventre molle dell'Asse", per favorire la caduta del franchismo.


    1943, 23 gennaio: gli Alleati dopo aver liberato il Rio de Oro, conquistano Sidi Ifni e proseguono verso nord, raggiungendo il Marocco spagnolo. Quasi tutti i soldati spagnoli e dell'Afrikakorps sono fatti prigionieri.


    1943, 1° marzo: un'ondata di scioperi investe la Spagna, sotto la direzione di militanti antifranchisti reduci della Guerra Civile che si riorganizzano, mentre ex combattenti repubblicani, comunisti e anarchici rientrano clandestinamente dalla Francia (e dal Messico) , dov'è attiva la Resistenza, o escono allo scoperto: la crisi economica dovuta alla guerra che si trascina praticamente dal 1936 ha messo in crisi il sistema produttivo nazionale. Il regime reprime le proteste nel sangue.


    1943, 15 marzo: il Marocco spagnolo si arrende al generale francese Philippe Leclerc de Hauteclocque, che conquista Tangeri, Ceuta e Melilla.


    1943, 12 maggio: scatta l'Operazione Corkscrew: le forze anglo-americane conquistano l'isola di Minorca, nelle Baleari. Inizia la liberazione del continente europeo.


    1943, 8 luglio: la Settima Armata Americana, comandata dal generale George Smith Patton, sbarca a Palma de Maiorca.


    1943, 10 luglio: l'Ottava Armata Britannica, comandata dal generale Bernard Montgomery, sbarca ad Algeciras, mettendo piede per la prima volta sul territorio metropolitano spagnolo.


    1943, 19 luglio: Madrid viene bombardata dagli Alleati per la prima volta.


    1943, 25 luglio: golpe militare promosso da José Enrique Varela e Gonzalo Queipo de Llano, generali dell'esercito, contro Franco, accusato di incapacità nella gestione della guerra. Il Caudillo è arrestato e rinchiuso nella piazzaforte di Jaca, sui Pirenei. Varela, che è sempre stato contrario all'ingresso della Spagna nel conflitto, rassicura Hitler circa la continuazione della guerra al suo fianco, ma comincia a prendere segretamente accordi con gli Alleati in vista di una pace separata. Scettico circa le rassicurazioni spagnole, Hitler sposta truppe verso la penisola iberica.


    1943, 17 agosto: la Settima Armata Americana raggiunge Cadice, Malaga e Siviglia, avanzando verso il cuore dell'Andalusia. La popolazione accoglie gli Alleati come liberatori.


    1943, 3 settembre: il governo Varela firma segretamente con gli Alleati l'armistizio di Huelva. Gli accordi prevedono che esso resti segreto finché gli Anglo-americani non saranno in grado di occupare tutti i porti del paese.


    1943, 8 settembre: gli Alleati annunciano l'armistizio con la Spagna. I nazisti reagiscono malissimo alla pace separata, Varela e i generali golpisti fuggono da Madrid e riparano a Siviglia, sotto protezione alleata; l'esercito spagnolo, privo di ordini, sbanda e il paese piomba nell'anarchia. L'Armada Española si consegna agli Alleati a Maiorca. Il generale tedesco Albert Kesselring occupa immediatamente Madrid e si proclama governatore militare della capitale. Il socialista Francisco Largo Caballero, detto il "Lenin spagnolo", e il repubblicano Juan Negrín rientrano dall'esilio e organizzano il Comité de Liberación Nacional (CLN, Comitato di Liberazione Nazionale) allo scopo di scacciare gli occupanti nazisti e per questo decidono temporaneamente di collaborare col governo militare Varela. Ha inizio ufficialmente la Resistenza partigiana in Spagna, molti reduci spagnoli si uniscono ai connazionali partigiani e a quelli portoghesi.

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    Predefinito Re: Italia e Spagna scambiate

    1943, 12 settembre: Operazione Quercia. Un commando di paracadutisti tedeschi libera Francisco Franco, detenuto sui Pirenei, lo porta prima nella Francia di Vichy e poi a Berlino.


    1943, 23 settembre: Hitler impone a Francisco Franco di tornare in Spagna e di mettersi a capo di un governo fantoccio e collaborazionista, in contrapposizione a quello di Varela. Siccome quest'ultimo si è insediato a Siviglia sotto protezione alleata e Madrid è occupata dai nazisti, Franco pone la sede del suo governo a Ferrol, sua città natale, posta in uno dei fiordi della Galizia. Anche se il suo nome ufficiale è 'Regno Nazionale di Spagna', tutti lo ricorderanno come il Regno di Ferrol, che è la continuazione del regime franchista. Stavolta il Caudillo invita Giacomo Enrico di Borbone a cingerne la corona, ma questi rifiuta.


    1943, 13 ottobre: il governo Varela dichiara guerra alla Germania nazista, ottenendo lo status di "cobelligerante" a fianco degli Alleati.


    1943, 16 ottobre: Kesselring ordina la deportazione degli Ebrei iberici, cui Franco si era sempre opposto, non avendo mai promulgato leggi antisemite.


    1943, 2 novembre: le truppe alleate in Spagna raggiungono Cartagena, mentre nel sud del Portogallo liberano Faro.


    1943, 24 dicembre: Balbo abroga ufficialmente le leggi razziali in Italia, ormai puramente formali. Molti ebrei europei si rifugeranno proprio nello Stivale.


    1944, 3 gennaio: arriva dall'Africa settentrionale un corpo di spedizione francese agli ordini del generale Alphonse Juin.


    1944, 17 gennaio: le forze britanniche raggiungono Valencia, ma non riescono a superare la Sierra Morena perché i Tedeschi hanno fortificato la Linea Gustav che passa su di essa a difesa della capitale. Le forze naziste faticano a controllare il troppo vasto territorio iberico.


    1944, 22 gennaio: gli Alleati lanciano l'Operazione Shingle, uno sbarco a Tarragona che però è respinto dai Tedeschi.


    1944, 15 febbraio: credendo erroneamente che vi si nascondano armi e truppe naziste, dopo aver avvisato la popolazione mediante volantinaggio dagli aerei, gli Americani radono al suolo l'Alcazaba, l'antica fortezza che domina la città di Badajoz, di cui è il simbolo.


    1944, 12 marzo: si costituisce ufficialmente il Comitê de Libertação Nacional portoghese. Lealisti di Salazar, partigiani comunisti, socialisti e cattolici si uniscono provvisoriamente per fronteggiare l'occupante nazista.


    1944, 24 marzo: a Madrid 33 soldati tedeschi sono uccisi in un attentato in Calle de Juanelo. Come rappresaglia Kesserling ordina di eliminare dieci spagnoli per ogni tedesco ucciso. Per errore ne vengono uccisi cinque in più; alla fine vengono trucidati in 335.


    1944, 27 marzo: svolta di Cadice. Dolores Ibárruri detta "la Pasionaria", segretaria del Partito Comunista, propone alle forze antifranchiste più intransigenti di cooperare con il governo Varela, dando vita ad un esecutivo di unità nazionale allo scopo di fronteggiare l'occupazione tedesca; lo status istituzionale della Spagna sarà deciso dopo la Liberazione.


    1944, 10 aprile: le truppe tedesche edificano la Linea Carlomagno, che intende proteggere Galizia, Castiglia del Nord, Asturie, Paesi Baschi, Navarra, Catalogna del Nord e Pirenei dall'assalto angloamericano. Questa è l'ultima trincea dei nazifranchisti in Spagna.


    1944, 18 maggio: battaglia di Albacete. I Tedeschi evacuano le proprie posizioni e arretrano verso Madrid.


    1944, 4 giugno: Madrid viene liberata dagli Alleati. L'avvenimento sarà ritratto in un celebre dipinto di Picasso.


    1944, 12 giugno: anche Lisbona è liberata.


    1944, 3 luglio: le truppe americane entrano a Valladolid.


    1944, 22 luglio: Riunione di Palazzo Torlonia: si incontrano segretamente il re Umberto II, la regina Maria Josè, il Nunzio in Italia Monsignor Francesco Borgongini Duca, il Duce Italo Balbo, il Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano, il Ministro della Difesa Pietro Badoglio e l'ambasciatore tedesco in Italia Franz Von Papen. L'argomento di discussione è il fallito attentato contro Hitler. Von Papen si dice convinto che la Germania sarà sconfitta, e che il complotto di von Stauffenberg era l'ultima speranza per evitare la distruzione della nazione tedesca, ma da utilitarista qual è pensa anche al proprio destino, visto che è stato proprio lui a chiamare Hitler alla Cancelleria. Umberto II propone allora di scendere in guerra contro l'ex alleato, in modo da ricavare il massimo profitto dalla caduta di Hitler; Von Papen fungerà segretamente da consigliere militare dell'esercito italiano, comandato da Badoglio, in modo che nel dopoguerra ciò potrà valergli come attenuante. Italo Balbo esita, perchè giudica ancora quella tedesca una macchina da guerra pericolosissima, ma alla fine decide per l'intervento a fianco degli Alleati, onde poter sedere al tavolo dei vincitori.


    1944, 2 agosto: dopo aver riunito il Gran Consiglio del Fascismo, Italo Balbo denuncia il Patto d'Acciaio con la Germania e sospende ogni relazione politica ed economica con Berlino. « Sapevo che prima o poi quel cialtrone avrebbe gettato la maschera! » commenta adirato Hitler.


    1944, 12 agosto: le truppe angloamericane liberano Barcellona.


    1944, 25 agosto: Porto e Braga cadono in mani alleate, tutto il Portogallo è liberato. Nelle aree sgomberate dai nazifranchisti inizia una violenta guerra civile tra i comunisti e i partigiani di Salazar.


    1944, 28 agosto: il "Manifesto separatista" chiede agli Alleati di riconoscere la Catalogna come Stato sovrano indipendente dalla Spagna.


    1944, 31 agosto: battaglia di Saragozza. Il secondo maggior scontro terrestre in Europa dopo la battaglia di Stalingrado. Le forze alleate riescono a sfondare la Linea Carlomagno ma sono fermate presso Barbastro dalle forze franchiste.


    1944, 6 settembre: dopo aver preso contatti con Churchill, il Duce Italo Balbo dichiara guerra alla Germania. Le forze italiane si trincerano dietro il Vallo Littorio per contenere il tentativo di Spedizione Punitiva tedesca attraverso il Brennero.


    1944, 29 settembre: i Tedeschi in ritirata compiono una strage ad Andorra.


    1944, 19 ottobre: strage del pane. Soldati di Varela sparano sulla folla a Jérez de la Frontera.


    1944, 19-28 ottobre: dei partigiani e guerriglieri attraversano la frontiera franco-spagnola per insediare un governo repubblicano provvisorio nel nord della Catalogna, sperando che l'azione sia il prologo di una sollevazione popolare nel Regno di Ferrol e spinga gli Alleati ad accelerare la liberazione, ma questa non arriva e i reparti ribelli vengono travolti dai nazifranchisti, giustiziati, arrestati o rispediti in Francia.


    1944, 9 novembre: la Regia Marina Italiana sbarca a Spalato e Dubrovnik, occupando la costa della Dalmazia prima che vi giunga Tito, mentre dalla Venezia Giulia le forze di terra comandate da Giovanni Messe, considerato uno dei migliori generali in forza all'esercito italiano, avanzano verso Lubiana.


    1944, 12 novembre: Giorgio Perlasca, commerciante di bestiame triestino e reduce della Guerra Civile Spagnola, si trova in Ungheria per affari quando, per sfuggire alle Croci Frecciate (i nazisti ungheresi) che lo ricercano dopo che l'Italia ha dichiarato guerra alla Germania, si rifugia nella Nunziatura Vaticana a Budapest, trovandovi oltre 5000 ebrei là rintanati per sfuggire alla deportazione. Ma Papa Pio XII, d'intesa con Galeazzo Ciano, ordina al nunzio apostolico Monsignor Angelo Rotta di rientrare a Roma, per rimarcare la completa rottura di ogni rapporto con l'Asse; di conseguenza gli Ebrei sarebbero arrestati e deportati. A questo punto, con un gesto di inaudito coraggio, Perlasca si spaccia come l'Incaricato d'Affari Vaticano a Budapest; la Santa Sede, compreso il suo gioco, gli regge il sacco, ed egli, pagando cospicue tangenti agli ufficiali ungheresi e tedeschi, riesce a salvare i cinquemila ebrei dalla deportazione fino all'arrivo dei sovietici.


    1944, 29 dicembre: il comunista Enver Hoxha, aiutato da Tito, tenta di sollevare l'Albania per separarla dall'Italia, ma il capitano Junio Valerio Borghese lo sconfigge nella Battaglia di Durazzo. Catturato vivo, Hoxha è giustiziato a Tirana.


    1945, 6 gennaio: le forze comuniste evacuano Lisbona dopo aspri scontri coi Britannici.


    1945, 4 febbraio: colloqui segreti tra gli Alleati e il comandante SS a Ferrol, Karl Wolff, che all'insaputa di Hitler offre la resa sulla base di reciproche garanzie.


    1945, 13 gennaio: Tito giunge in Dalmazia con le sue truppe e pretende lo sgombero degli italiani. Il Generale Ettore Bastico (1876-1972, foto a fianco) gli risponde a muso duro minacciando di scacciarlo e di inseguirlo sino a Belgrado. Stalin, che non teme l'esercito italiano ma quello anglosudafricano che potrebbe appoggiarlo, e non vuole perdere la Jugoslavia (che è stata riconosciuta da Churchill nella sua sfera d'influenza), ordina a Tito di lasciare la Dalmazia agli italiani. Schiumante di rabbia, il capo dei comunisti jugoslavi è costretto a retrocedere.


    1945, 30 gennaio: nonostante la neve e il gelo il Generale Ettore Bastico occupa Lubiana, scacciandone gli occupanti nazisti.


    1945, 4-11 febbraio: Roosevelt, Winston Churchill, Galeazzo Ciano e Stalin si incontrano alla Conferenza di Yalta, in Crimea, per decidere in via definitiva la spartizione dell'Europa al termine del conflitto.


    1945, 8 marzo: Tito proclama la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Come risposta Italo Balbo annette la Dalmazia e Dubrovnik, mentre Ettore Bastico proclama la Libera Repubblica di Slovenia, con capitale Lubiana e sotto protettorato italiano.


    1945, 27 marzo: sfondata la resistenza tedesca sul Vallo Littorio, le truppe italiane invadono il Tirolo Settentrionale e il Voralberg.


    1945, 24 aprile: finalmente gli Alleati sfondano la Linea Carlomagno e raggiungono il golfo di Biscaglia. Il Comité de Liberación Nacional proclama l'insurrezione generale nel Regno Fantoccio di Ferrol.


    1945, 25 aprile: fine della guerra in Spagna con la completa liberazione del paese. A Madrid si riuniscono per la prima volta dopo anni le Cortes presiedute dal governo provvisorio di tutti i partiti antifranchisti succeduto a Varela.


    1945, 28 aprile: il vescovo di Mondoñedo-Ferrol, monsignor Fernando Quiroga y Palacios, tenta di salvare la vita a Francisco Franco, invitandolo nel vescovado affinché tratti la resa con i capi delle milizie partigiane. Siccome però questi ultimi insistono per farlo processare da un tribunale di guerra spagnolo, anziché da una corte di giustizia internazionale, Franco se ne va sbattendo la porta e si aggrega, travestito da tedesco, a un convoglio nazista in ritirata. A Langreo però è riconosciuto dai partigiani, arrestato e passato per le armi. Il suo corpo e quelli di quindici suoi gerarchi vengono trasportati a Burgos, già base della giunta nazionalista, e appesi a testa in giù in Plaza Mayor, dove i nazifranchisti avevano giustiziato quindici partigiani.


    1945, 1° maggio: per la prima volta dopo anni la festa del Lavoro può essere celebrata liberamente in tutta la Spagna. Dietro iniziativa degli Alleati, il primo ministro ad interim Francisco Largo Caballero incontra l'arcivescovo di Madrid monsignor Leopoldo Eijo y Garay, e gli chiede scusa per le persecuzioni subite dalla Chiesa cattolica durante la Guerra Civile; a sua volta Monsignor Eijo y Garay chiede scusa perché la Chiesa ha appoggiato incondizionatamente il franchismo. Ciò apre la strada alla riconciliazione nazionale.


    1945, 1° settembre: dopo la sconfitta della guerriglia comunista (anche per le decisioni della Conferenza di Potsdam che riconoscono la penisola iberica nel blocco occidentale), l'ex sacerdote cattolico João Lopes Soares si accorda con le forze politiche antifasciste vincendo le pretese salazariste, smantella l'Estado Novo e restaura la Repubblica democratica, la cui Costituzione è d'impronta socialista ma il governo è alleato di USA e Regno Unito.


    1946, 16 marzo: Caballero decreta, con l'appoggio del Parlamento, che la forma istituzionale dello Stato spagnolo sia decisa mediante referendum popolare. I Borbone sono accusati di aver sostenuto la soppressione della democrazia col regime di Rivera, l'insurrezione nazionalista e in un primo momento il regime di Franco, con tutto quello che ne ha comportato.


    1946, 9 maggio: l'erede al trono Giovanni di Borbone con la principessa Maria Mercedes delle Due Sicilie rientrano in Spagna, ma né gli Alleati né il governo del CLN riconoscono loro alcun diritto, nonostante la monarchia sia ancora formalmente in piedi.


    1946, 2 giugno: Referendum Istituzionale ed elezioni generali in Spagna. Dopo anni di dittatura e guerre, gli Spagnoli sono chiamati a votare per scegliere se mantenere la monarchia non più vacante con il pretendente Giovanni o restaurare la Repubblica. Contro la prima si schierano tutti i partiti politici antifranchisti, eccetto i Carlisti, qualche gruppo monarchico, la Chiesa e qualche liberale. La monarchia ottiene solo il 42% dei voti e la famiglia reale, recalcitrante, è costretta a prendere di nuovo la via dell'esilio in Francia. Le elezioni sono vinte da un'inedita coalizione di Socialisti, Repubblicani e Liberali di sinistra, Santiago Casares Quiroga è nominato capo del governo e Caballero è eletto primo presidente della Terza Repubblica Spagnola. La cittadina di Castrillo Matajudíos ("ammazza-ebrei") e la valle de Matamoros ("ammazza-mori") sono ribattezzate in Castrillo Mota de Judíos e valle de Motas de Moros; Ciudad Real diventa Ciudad Española, il Real Madrid diventa Madrid FC. La nuova Spagna è vicina agli Alleati occidentali, estromette i Comunisti filo-sovietici dal governo, ormai abbandonati da Stalin, e si dota di un sistema federale per garantire forti autonomie alle storiche regioni secessioniste come Galizia, Paesi Baschi e Catalogna che si dotano di parlamenti propri. Nasce il Partito Popolare, il nuovo polo di centrodestra e democristiano, dove confluiscono parte dei monarchici spagnoli.


    1946, 29 luglio - 11 ottobre: Conferenza di Pace di Parigi. La Spagna è costretta a cedere rettifiche di confine alla Francia, Badajoz e altre piccole città di confine al Portogallo e perde tutte le sue colonie: il Marocco spagnolo va alla Francia, il Rio de Oro è sottoposto ad amministrazione congiunta anglo-americana (gli USA sono favorevoli a restituirlo a Madrid, ma l'URSS si oppone), l'ex Guinea Spagnola diventa protettorato francese, le Canarie sono occupate militarmente dal Regno Unito, che però le restituirà a Madrid nel 1954. Rimane insoluta la questione di Gibilterra, che ritorna territorio d'oltremare britannico. Il principato di Andorra torna indipendente.


    1947, 4 marzo: ultima esecuzione capitale in Spagna prima della totale abolizione della pena di morte.


    1947, 28 dicembre: muore Vittorio Emanuele III ad Alessandria d'Egitto, che viene sepolto al Pantheon.


    1948, 14 luglio: Palmiro Togliatti, segretario del Partito Comunista Italiano in esilio, è assassinato a Madrid, dove si trova per un incontro dell'Internazionale Comunista, dal giovane monarchico Antonio Pallante. Arrestato, questi dichiara di aver agito di sua iniziativa, ma è evidente che la sua mano è stata armata dal regime fascista. Nuovo segretario del PCI in esilio diventa Umberto Terracini.


    1949, 4 aprile: mentre il Portogallo entra nella NATO, la Spagna per il momento rifiuta di aderire. L'Italia fascista riconferma il suo isolamento dai due blocchi.


    1949, 28 settembre: Papa Pio XII scomunica gli aderenti al Partito Comunista. Le gerarchie ecclesiastiche troppo spesso connivono col regime fascista. Questi inizia a scontrarsi con le aspirazioni democratiche e riformistiche dalla nuova coppia reale Umberto II e Maria José, che si dice siano in realtà antifascisti, tanto che la seconda rifiuta di partecipare nel 1950 al ventottesimo anniversario della Marcia su Roma. Su pressione internazionale, il regime anche se isolazionista è costretto ad amnistiare certi esiliati e detenuti politici. La coppia reale intraprende poi un viaggio nell'impero coloniale, elevando la Libia a Regno Associato come l'Africa Orientale Italiana. Dopo un trattato con la nascente Cina maoista, la concessione italiana di Tientsin ritorna sotto controllo di Pechino, invece il Dodecaneso (Isole Italiane dell'Egeo) viene sottoposto a una più intensa italianizzazione a scapito dell'elemento greco.


    1950, 9 dicembre: esce uno dei più celebri film neorealisti spagnoli "Los olvidados" (I figli della violenza), del grande regista Luis Buñuel.


    1951, 29-31 gennaio: si svolge a Sanremo il primo Festival della Canzone Italiana, voluto dal regime per risollevare il morale degli Italiani, un popolo ancora perlopiù di contadini, dato che il piano d'industrializzazione di Balbo non attecchisce.


    1951, 18 aprile: il primo ministro francese Robert Schumann, il cancelliere tedesco Konrad Adenauer e il primo ministro spagnolo Tomás Centeno Sierra si incontrano a Parigi e decidono la fondazione della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA), primo abbozzo della futura unità economica e politica del continente europeo. Al progetto aderiscono Germania Ovest, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Spagna e Portogallo. Nonostante l'interesse per il progetto dimostrato dal ministro degli Esteri italiano Galeazzo Ciano, i sette escludono l'Italia dalla CECA per via del governo dittatoriale di Roma.


    1951, 14 novembre: il Rio de Oro è sgomberato dagli Alleati. La popolazione araba locale proclama la Repubblica Araba Democratica Saharawi.


    1953, 28 ottobre: nel trentunesimo anniversario della Marcia su Roma il governo fascista fa esplodere nel deserto libico, a sud di Al Jawf, la prima bomba atomica di fabbricazione italiana.


    1954, 3 gennaio: la prima annunciatrice italiana Fulvia Colombo introduce il discorso del Duce Balbo che dà formalmente inizio alle regolari trasmissioni televisive in Italia sul "Programma Nazionale", poi Rai Uno. Lo stesso giorno partono anche due trasmissioni storiche, il Telegiornale e la "Domenica Sportiva", i programmi più longevi della televisione italiana.


    1955, 15 maggio: la Spagna entra nella NATO.


    1957, 25 marzo: firma dei Trattati di Madrid, che istituiscono la Comunità Economica Europea (CEE). Aderiscono Germania Ovest, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Spagna e Portogallo ("Europa dei Sette").


    1958, 30 gennaio - 1° febbraio: durante il Festival di Sanremo, il cantante Domenico Modugno, noto per le sue idee antifasciste, interpreta la canzone "Nel blu dipinto di blu", nota anche come "Volare" dal suo notissimo ritornello. La canzone riscuote un successo strepitoso e vince il Festival, ma subito dopo Modugno è arrestato dall'OVRA, interrogato in maniera rude e spedito al confino a Pantelleria; la vittoria della canzone è cancellata) e la sua riproduzione assolutamente proibita. Il regime vede infatti in "Volare" non un puro ritornello di evasione, ma un incitamento agli Italiani a "volare via" dallo squallore del regime per costruire una società diversa e democratica.


    1959-1973: esplosiva crescita dell'economia spagnola, favorita dalla ricostruzione del paese, uscito letteralmente distrutto dalla Guerra Civile e dalla Seconda Guerra Mondiale. Nei quattro anni 1959, 1960, 1961 e 1962, i tassi di incremento del reddito raggiungono valori da primato, rispettivamente del 6,4, del 5,8, del 6,8 e del 6,1%. Milioni di persone si spostano dalle aree più povere e depresse verso i grandi centri industriali: Barcellona, Siviglia, Valencia, Bilbao e la stessa capitale Madrid, che vede nascere grandi periferie dormitorio. Giocano un ruolo decisivo la crescita dell'industria pesante (siderurgica e meccanica), con la fondazione della fabbrica di automobili SEAT, l'aumento delle esportazioni e l'ingresso nel Mercato Comune Europeo: questo periodo sarà ricordato come «El Milagro Económico». Il boom provoca la diffusione del benessere e la conseguente secolarizzazione della società; la Chiesa perde parte della secolare influenza sulle masse a vantaggio dei modelli di vita americani, a partire dal consumismo e dalla rivoluzione sessuale.


    1961, 17 marzo: centenario dell'Unità d'Italia. Nelle principali città italiane e delle colonie si tengono grandi festeggiamenti e cerimonie come manifestazione di potenza del regime e della monarchia.


    1961, 20 maggio: le prime azioni e manifestazioni anti-coloniali in Africa Orientale Italiana e Libia sono represse nel sangue.


    1962, 14 maggio: nella
    Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, il principe ereditario Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto II, sposa la principessa Sofia di Grecia.

  3. #3
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    Predefinito Re: Italia e Spagna scambiate

    1962, 5 luglio: dopo una lunga guerra di liberazione, l'Algeria ottiene l'indipendenza dalla Francia. L'Italia Fascista stronca invece nel sangue una rivolta senussita in Libia, volta a staccare il paese africano da Roma. La crescita economica degli anni cinquanta si interrompe definitivamente a causa dell'isolamento politico ed economico e della lunga e improduttiva guerra coloniale, generando in Italia un periodo di recessione.

    1963, 30 aprile: è repressa nel sangue una manifestazione a Spalato a favore dell'autonomia per i croati di Dalmazia.

    1964, 11 gennaio: Galeazzo Ciano abbandona dopo un quarto di secolo la carica di Ministro degli Esteri, ufficialmente per motivi di salute; al suo posto va Augusto De Marsanich.

    1964, 26 marzo: esce il nuovo Kolossal Peplum "Settimio Severo", diretto da Luchino Visconti. Ad interpretare Lucilla, figlia dell'imperatore Marco Aurelio, è la napoletana Sofia Villani (a differenza della HL mai diventata Sophia Loren); Sergio Tofano interpreta Marco Aurelio, Vittorio Gassman è il generale Settimio Severo, Alberto Lupo è l'imperatore Commodo, Massimo Serato interpreta il liberto cristiano Timonide, Mario Girotti (il Terence Hill della HL) veste i panni del re d'Armenia. Il film riscrive letteralmente un pezzo della storia di Roma imperiale: Marco Aurelio avrebbe voluto lasciare l'impero al suo generale Settimio Severo, ma viene assassinato e Commodo regna al suo posto fra nefandezze di ogni genere, finché Settimio, che ama sua sorella Drusilla, non lo ucciderà in duello, sostituendolo sul trono. Nonostante le critiche degli storici, il lungometraggio riscuote un buon successo di pubblico e si guadagna una Nomination all'Oscar come miglior film straniero.

    1964, 15 dicembre: l'ASI lancia il suo primo satellite artificiale, il Littoriale 1, dal poligono di Chisimaio, nella Somalia Italiana, usando il razzo Vega, un vettore molto simile alle V2 naziste. L'Italia Fascista è la terza nazione al mondo, dopo URSS e USA, a lanciare un proprio satellite nello spazio.

    1965, 1° febbraio: l'ENI comincia a sfruttare intensivamente i vastissimi giacimenti di petrolio della Libia. La Resistenza Libica risponde incendiando pozzi e massacrando operai dell'ENI, azioni a cui seguono repressioni altrettanto sanguinose da parte dell'esercito coloniale italiano.

    1967, 10 settembre: la questione di Gibilterra viene finalmente affrontata dopo quasi un ventennio, con l'indizione di un referendum d'autodeterminazione della Rocca: i suoi abitanti sono chiamati a scegliere se rimanere Territorio d'oltremare britannico o annettersi alla Repubblica spagnola, ma il 98% respinge la seconda opzione.

    1968, 22 maggio: l'occupazione dell'università "La Sapienza" di Roma da parte degli studenti dà inizio al Sessantotto italiano: le organizzazioni studentesche proclamano lo sciopero generale contro il Regime Fascista, che ben presto si estende alle fabbriche e alle cooperative agricole. In men che non si dica, la Penisola si ritrova paralizzata. Il vecchio Duce Italo Balbo, considerato dai giovani niente più di un fossile vivente, reagisce nell'unico modo che sa, mandando le sue Camice Nere a reprimere la rivolta e ad arrestare i manifestanti, bollati come « servi dell'antifascismo foraggiati dal comunismo sovietico ». Le università sono sgomberate a forza e Mario Capanna, leader dei manifestanti, è mandato al confino su un'isoletta della Dalmazia. Alla fine il Sessantotto Italiano sarà l'unico coronato da successo, perchè alla lunga porterà al crollo del Regime Fascista.

    1970, 1 gennaio: vengono fondate le Brigadas Rojas, organizzazione terroristica di estrema sinistra che intende combattere i governi di Madrid, definiti « borghesi » e « servi dell'imperialismo sudafricano », ritenendo non conclusa la lotta di liberazione della Spagna dai nazifranchisti. Il "Partito Armato" mieterà centinaia di morti in quelli che chiama « attacchi contro il cuore dello stato »: hanno inizio gli Años de Plomo (Anni di Piombo).

    1970, 5 marzo: Unione Sovietica, USA, Regno Unito e Francia firmano il Trattato di Non Proliferazione Nucleare, che proibisce agli Stati dotati di testate atomiche di fornire tecnologie nucleari a paesi terzi. Il Duce Italo Balbo si rifiuta di firmarlo; c'è il sospetto che negli anni sessanta e settanta i Fascisti abbiano venduto sottobanco tecnologia nucleare a scopo bellico a vari Stati del mondo.

    1970, 28 giugno: muore improvvisamente a 74 anni per attacco cardiaco il Duce Italo Balbo. Dopo dodici ore convulse, nelle quali la radio e la TV hanno trasmesso solo musica e programmi di intrattenimento, gli speaker annunciano che il nuovo Duce d'Italia, Capo del Governo e Maresciallo dell'Impero è Giorgio Almirante, 56 anni, uno dei delfini di Balbo discendente da una nobile famiglia molisana. La sorpresa è grande, perchè si pensava che altri leader più quotati di lui ce l'avrebbero fatta a spuntarla nella lotta per la successione; evidentemente Almirante ha saputo cercare le amicizie giuste. Vanno deluse le speranze di chi credeva in una transizione pacifica verso la democrazia alla morte di Balbo: il nuovo Duce è ancor più conservatore del suo predecessore, ed anzi si è distinto, al tempo delle infami Leggi Razziali, per aver affermato che era « necessario proteggere l'Italia da meticci ed ebrei ». Subito dopo la sua nomina Dino Grandi, che evidentemente sperava di essere lui il nuovo Duce, abbandona ogni carica nel Partito e nel Governo, e si ritira a vita privata. Almirante epura rapidamente i quadri dello stato da tutti i gerarchi che non gli sono favorevoli, piazzando suoi uomini nei posti chiave, ed afferma che « il Fascismo è una scelta irrinunciabile per l'Italia ». Aldo Moro, che osa criticare la politica del nuovo Duce come « incapace di tenere il passo dei tempi nuovi », è subito arrestato e tradotto al confino sull'isola di Lipari. Ormai è chiaro che i fascisti non lasceranno mai spontaneamente il monopolio del potere. L'Italia appare politicamente ed economicamente prostrata dallo stato di guerra nelle colonie, che proseguendo ormai da quasi due decenni senza alcuna soluzione politica in vista, gli stipendi sono bassi e l'autarchia provoca la commercializzazione di prodotti spesso scadenti. Questa situazione porta a un malcontento generale, in particolare nelle classi sociali meno agiate e all'interno delle Forze Armate.

  4. #4
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    Predefinito Re: Italia e Spagna scambiate

    fatto molto bene, complimenti

  5. #5
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    Predefinito Re: Italia e Spagna scambiate

    "Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"


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    Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.

  6. #6
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    Predefinito Re: Italia e Spagna scambiate

    Bella ucronia. Dubito però che l'Italia non sarebbe stata coinvolta nel confitto vista la sua posizione centrale nel Mediterraneo.
    When the facts change, I change my mind. What do you do, sir? John Maynard Keynes

  7. #7
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    Predefinito Re: Italia e Spagna scambiate

    Balbo mi pare tratteggiato troppo conservatore, sinceramente.
    In Libia di certo non avrebbe appoggiato massacri.
    "Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"


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  8. #8
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    Predefinito Re: Italia e Spagna scambiate

    1972, 22 giugno: da Vittorio Emanuele di Savoia e Sofia di Grecia nasce l'erede al trono italiano, Emanuele Filiberto; avendo una madre diversa e un padre cresciuto come militare a corte e non tra i casinò di Ginevra, conseguentemente egli stesso avrà un carattere assai diverso, ed anziché al ballo e al mondo dello spettacolo si appassionerà, come la madre Sofia, agli studi di archeologia.

    1973, 10 gennaio: il Colonnello dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa, 53 anni, di Saluzzo, decide che la politica del nuovo Duce Giorgio Almirante non conduce da nessuna parte, ed anzi sta letteralmente affamando l'Italia tenendola fuori dalla Comunità Economica Europea, a cui gli altri paesi fanno invece a gara per aderire, per non parlare della corruzione, dilagante in ogni settore del paese, e dell'insensata guerra contro i movimenti indipendentisti delle colonie. Fonda così in clandestinità l'MFA (Movimento delle Forze Armate), il cui scopo è quello di abbattere il Regime Fascista ed integrare l'Italia nella CEE, dopo aver abbandonato le colonie al loro destino.

    1973, 6-24 ottobre: l'Italia è colpita dalla crisi petrolifera, perchè occupa la Libia ed è ritenuta fiancheggiatrice di Israele. I governi occidentali varano provvedimenti draconiani per diminuire il consumo di petrolio e per evitare gli sprechi. In Italia il Duce Almirante vara un piano nazionale di “austerity economica” per il risparmio energetico che prevede il divieto di circolare in auto la domenica, la fine anticipata dei programmi televisivi, la riduzione dell'illuminazione stradale e commerciale. La crisi economica seguita a quella petrolifera finirà per accelerare la caduta del Fascismo.

    1974, 16 marzo: Carlo Alberto dalla Chiesa, leader dell'MFA, contatta segretamente la regina Maria José di Sassonia-Coburgo-Gotha, ed ottiene l'appoggio della Corona alla rivoluzione antifascista, a patto che non venga messa in discussione l'istituzione monarchica.

    1974, 28 marzo: anche Papa Paolo VI, per mezzo del suo Segretario di Stato Cardinale Jean-Marie Villot, dà l'assenso all'abbattimento del Fascismo. Il grande giorno è fissato per il 25 aprile.

    1974, 23 aprile: i leader dell'MFA si accordano con Enzo Tortora, uno tra i più famosi conduttori televisivi italiani, affinché durante il programma musicale "Canzonissima", da lui condotto insieme a Mina, trasmetta la canzone "Nel blu dipinto di blu", divenuta la colonna sonora della resistenza antifascista, come segnale di avvio del golpe. Nonostante l'ascolto della canzone sia proibito dal Regime Fascista, Enzo Tortora se ne procura una copia in Svizzera.

    1974, 24 aprile: alle ore 22.45 Enzo Tortora manda in onda "Nel blu dipinto di blu", senza alcun preavviso, subito dopo un'esibizione canora di Mina; il presentatore si finge indignato, si scusa con i telespettatori e ai Commissari dell'OVRA dichiara che è probabilmente stato un tecnico del suono sovversivo a compiere quel blitz. Ma le operazioni militari dell'MFA sono ormai iniziate, con l'arresto di alti ufficiali fedeli al regime e l'occupazione di luoghi strategici, come gli aeroporti di Milano Malpensa e Roma Fiumicino.

    1974, 25 aprile: scatta la Rivoluzione delle Rose, come la ricorderà la storiografia antifascista. Alle ore 03.10 i ribelli prendono il controllo della stazione radiotelevisiva RAI di Milano, mentre si registrano movimenti di truppe verso Palazzo Venezia, sede del Duce, e le altre principali istituzioni governative. Alle 04.20 l'MFA rende pubblico il colpo di stato attraverso un comunicato radio. La fanteria occupa l'aeroporto militare di Ciampino e poi pone sotto assedio le sedi ministeriali. Almirante, che è stato informato della rivolta, chiama immediatamente le camice nere in suo soccorso. La fregata "Giuseppe Garibaldi" riceve l'ordine di bombardare le forze ribelli che hanno preso il controllo del Porto di Genova, ma si rifiuta di obbedire. Intanto un plotone di fascisti giunge a Roma ma si unisce ai ribelli. Contrariamente alle speranze di Dalla Chiesa, i ministri della difesa, dell'informazione, dell'interno, il capo di stato maggiore dell'esercito, della marina e il Podestà di Roma riescono a fuggire e a organizzare un comando lealista presso la caserma del 2º reggimento carristi. Per fortuna i soldati rifiutano ripetutamente di sparare sui loro commilitoni. Alle 09.35 il comando dell'MFA ordina ai militari di occupare il quartier generale della Milizia Fascista, dell'OVRA e dell'Opera Nazionale Balilla. Giorgio Almirante si vede circondato e abbandonato pressoché da tutti, e poco dopo viene arrestato. Alle 11.45, con l'appoggio della popolazione civile scesa in strada in massa, i ribelli lanciano un ultimatum, minacciando di aprire il fuoco contro il quartier generale della Milizia Fascista; i principali capi di quest'ultima sono costretti ad arrendersi ed è scortato fino alla caserma dei carabinieri, circondato dalla folla vociante. Alcuni elementi della polizia politica fascista sparano sulla folla che circonda il loro quartier generale, provocando una vittima e alcuni feriti; il popolo alza barricate contro i miliziani che tentano di andare a soccorrere i loro leader, e si combatte prima nelle strade di Roma, poi in quelle di molte altre città. Subito si vedono ricomparire simboli democristiani, liberali, socialisti e comunisti, tenuti nascosti per cinquant'anni, mentre i simboli fascisti vengono scalpellati via dai muri; in seguito al gesto di una fioraia, che ha regalato rose agli insorti, gli antifascisti portano una rosa all'occhiello, come simbolo del movimento di piazza, da cui il nome della Rivoluzione. Alle 13.00 Aldo Moro, che si trova in carcere a Regina Coeli, è liberato da artiglieri dell'MFA e condotto al Quirinale alla presenza di re Umberto II. Alle 14.40 il Sovrano si rivolge in collegamento televisivo alla Nazione, affermando che il tempo della dittatura fascista è scaduto, poiché essa ha condotto l'Italia alla povertà ed alla rovina, e che egli ha dato ai capi dell'MFA il mandato per abbattere lo stato totalitario e costruire uno Stato nuovo. Anche un comunicato di Radio Vaticana invita i fascisti ad arrendersi per non sparare contro i loro stessi connazionali. Alle 16.30 l'MFA annuncia di aver preso il controllo del paese. Si registrano intanto rivolte popolari anche in Albania, dove i golpisti godono di molto sostegno. Alle 21.00 le ultime camice nere per strada si arrendono ai carabinieri, mentre i paracadutisti dell'MFA costringono alla resa i gerarchi che con i loro scherani si erano asserragliati dentro il Ministero della Difesa. La cessazione di tutti i combattimenti segna la vittoria dell'MFA. Alle 23.20 Re Umberto II promulga la legge numero 1 del 25 aprile 1974, che decreta la destituzione dei dirigenti fascisti, lo scioglimento del Gran Consiglio del Fascismo, della Camera dei Deputati e del Senato, la dissoluzione del Partito Nazionale Fascista, della Milizia Fascista, dell'Opera Nazionale Balilla e di tutte le altre associazioni di regime; essa prevede inoltre il passaggio dei poteri alla Giunta di Salvezza Nazionale, composta da membri dell'MFA e capeggiata da Dalla Chiesa, che è promosso Generale, in attesa di libere elezioni e della costituzione di un governo di civili. Per tutta la notte si susseguono canti, balli e scene di giubilo nelle principali piazze italiane: la dittatura fascista è finita.

    1974, 26 aprile: il leader sovietico Leonid Breznev è il primo a congratularsi con gli italiani per aver abbattuto la dittatura fascista, e a riconoscere il nuovo corso a Roma; anche Tito annuncia nuovi rapporti amichevoli con la vicina Penisola. Come primo gesto di buona volontà, Re Umberto II abroga definitivamente la pena di morte in Italia. Viene poi tolto il bavaglio ai mezzi di comunicazione e vengono liberati i prigionieri politici dalle carceri e dai luoghi di confino. Il leader socialista Pietro Nenni, il comunista Pietro Ingrao e il democristiano Paolo Emilio Taviani rientrano finalmente dall'esilio ed iniziano ad organizzare i Partiti antifascisti. Il 25 aprile diventa Festa Nazionale in Italia.

    1974, 1 maggio: la Festa del Lavoro viene celebrata per la prima volta legalmente in Italia dopo oltre cinquant'anni, in Piazza San Giovanni a Roma si raduna oltre un milione di persone.

    1974, 2 maggio: Giorgio Almirante è processato per direttissima con altri alti gerarchi del suo Regime e condannato all'ergastolo. Almirante si spegnerà il 22 maggio 1988, senza aver mai ammesso che la sua politica è stata totalmente fallimentare.

    1974, 2 giugno: come reazione all'attività delle Brigadas Rojas e alla crisi petrolifera, Manuel Fraga Iribarne (1922-) è il primo esponente del Partido Popular, erede del franchismo, ad essere eletto Presidente della Repubblica spagnola. Primo Ministro è il Popolare Cruz Martínez Esteruelas.

    1974, 28 settembre: pressato dai partiti politici antifascisti e dalla Chiesa, Re Umberto II di Savoia forma il primo governo civile dopo la fine della dittatura, affidando ad Aldo Moro il compito di presiederlo. Si tratta di un governo di unità nazionale di cui fanno parte il socialista Francesco de Martino come Ministro dell'Interno, il democristiano Mariano Rumor come Ministro degli Esteri, il comunista Enrico Berlinguer come Ministro del Lavoro, il democristiano Emilio Colombo come Ministro del Tesoro e del Bilancio, il Socialdemocratico Giuseppe Saragat come Ministro dell'Industria, il Repubblicano Oronzo Reale come Ministro di Grazia e Giustizia, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, leader dell'MFA, come Ministro della Difesa, il Liberale Giovanni Francesco Malagodi come Ministro dei Lavori Pubblici, Alfredo Covelli, leader del Partito Nazionale Monarchico, come Ministro della Pubblica Istruzione.

    1974, 15 novembre: il governo Moro convoca libere elezioni per l'Assemblea Costituente per il successivo 25 maggio. Nessuno mette in discussione l'istituto monarchico, tranne il Partito Repubblicano ed una parte del Partito Comunista e le formazioni extraparlamentari di sinistra. Il Senato del Regno cessa di essere vitalizio e non elettivo.

    1974, 31 dicembre: la città di Littoria riceve il nuovo nome di Latina. Nell'arcipelago del Dodecaneso, nonostante alcuni movimenti greci vogliano riunificarsi alla madrepatria, l'intensa italianizzazione degli ultimi decenni ha sacrificato l'elemento ellenico e grazie al boom turistico, i locali preferiscono mantenersi sotto Roma.

    1975, 1 gennaio: vengono istituite le 22 Regioni Italiane: Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Dalmazia, Dodecaneso, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzi, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Valle d'Aosta, Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Dalmazia, Dodecaneso, Sicilia e Sardegna sono le Regioni a Statuto Speciale. Viene introdotto il bilinguismo italo-francese in Valle d'Aosta, italo-tedesco in Alto Adige, italo-sloveno in Friuli-Venezia Giulia, italo-croato in Dalmazia e italo-greco nel Dodecaneso: nelle scuole è introdotto lo studio della seconda lingua, i cartelli stradali in queste regioni devono essere bilingui e sono varati programmi radiofonici e televisivi in greco, francese, tedesco, sloveno e croato. Le minoranze linguistiche hanno inoltre seggi riservati nella Camera dei Deputati.

    1975, 1 marzo: in seguito a referendum, Slovenia e Albania ottengono l'indipendenza dall'Italia e si costituiscono come repubbliche indipendenti filo-occidentali.

    1975, 15 maggio: viene fondata l'ESA, l'Agenzia Spaziale Europea. Il nuovo governo italiano, anche in previsione della liquidazione dell'impero coloniale che impedirà di utilizzare il poligono spaziale somalo di Chisimaio, decide di partecipare fin da subito all'iniziativa spaziale europea, portandole in dote tutta l'esperienza dell'ASI. D'ora in poi l'Italia per i suoi lanci userà il poligono spaziale di Kourou, nella Guyana Francese.

    1975, 25 maggio: prime elezioni libere in Italia dopo 53 anni, le prime a suffragio universale, maschile e femminile, per l'elezione di una Assemblea Costituente. La Democrazia Cristiana ottiene il 35,18 % dei voti, il Partito Socialista Italiano il 23,72 %, il Partito Comunista Italiano il 20,97 %, il Partito Liberale il 6,79 %, il Partito Repubblicano Italiano il 4,37 %, il Partito Nazionale Monarchico il 3,77 %, il Movimento Indipendentista Siciliano lo 0,75 %, il Südtiroler Volkspartei lo 0,50 %, l'Unione Democratica Croata lo 0,48 %, il Partito Sardo d'Azione lo 0,34 % (le altre formazioni in corsa non riescono ad entrare in Parlamento). Umberto II affida ad Aldo Moro il compito di formare un nuovo governo di unità nazionale.

    1975, 25 giugno: dopo la Rivoluzione delle Rose, l'Etiopia ottiene l'indipendenza dall'Italia. Il Colonnello Mengistu Haile Mariam, leader del Derg, instaura un regime comunista sostenuto dall'URSS; molti coloni italiani sono costretti alla fuga, rientrando precipitosamente in Italia.

    1975, 5 luglio: anche l'Eritrea ottiene l'indipendenza dall'Italia. Isaias Afewerki, leader del FLE, proclama la Repubblica Democratica e Socialista d'Eritrea, alleata dell'URSS.

    1975, 12 luglio: la Somalia ottiene l'indipendenza dall'Italia. Mohamed Siad Barre proclama la Repubblica Popolare di Somalia, ispirata a principi marxisti; ma, siccome la Somalia rivendica l'Ogaden etiopico, e l'Etiopia è sostenuta dai sovietici, Siad Barre stringe alleanza con Italia, Regno Unito e VSSA. Tiranno illuminato, decreta l'uguaglianza di tutti i cittadini, uomini e donne, in una società arcaica e maschilista, instaura un sistema di cure mediche gratuite e rende obbligatoria e gratuita l' istruzione scolastica. Ai coloni italiani è permesso di restare, prendendo anche la cittadinanza somala.

    1975, 25 luglio: in seguito a referendum, il Dodecaneso sceglie di mantenersi sotto l'Italia, come già deciso.

    1975, 11 novembre: l'impero coloniale italiano si dissolve definitivamente allorché il Colonnello Muhammar al-Gheddafi proclama l'indipendenza della Libia dall'Italia, instaurando una dittatura personale sostenuta dall'URSS (il nome ufficiale del paese è "Grande Repubblica Araba Popolare e Socialista di Libia"). Subito espelle tutti gli italiani dal paese ed annette al proprio "scatolone di sabbia" immense porzioni di Mar Mediterraneo, ovviamente facenti parte delle acque internazionali, arrivando a rivendicazioni deliranti (le isole Tremiti, Venezia). A dispetto della povertà del suo popolo, egli fa sfoggio di un lusso eccentrico che sconfina nel kitsch. Gli USA, che vedono come il fumo negli occhi un altro regime filosovietico in Africa, lo considerano niente più che un terrorista appaltatore di terroristi.

    1977, 1 gennaio: entra in vigore la nuova Costituzione del Regno d'Italia, che sostituisce l'antico Statuto Albertino.

    1977, 17 aprile: elezioni politiche in Italia, le prime dopo l'entrata in vigore della nuova Costituzione. La DC ottiene il 38,71 %, il PCI il 25,88 %, il PSI il 19,65 %, il PSDI il 3,37 %, il PRI il 3,09 %, il PLI il 2,37 %; per la prima volta partecipa il Movimento Sociale Italiano, partito degli ex fascisti, che arriva al 6,11 %. La Democrazia Cristiana ottiene la maggioranza relativa, ma complessivamente la coalizione formata da socialisti, comunisti, socialdemocratici, repubblicani e formazioni minori di sinistra dispone di 321 seggi sui 315 della camera, e dunque il segretario socialista Francesco de Martino ottiene dal Re l'incarico di formare il nuovo governo.

    1977, 1 giugno: l'Italia presenta domanda di adesione alla CEE. Dopo le proteste di Leonid Breznev, il quale aveva proposto invece l'adesione al Patto di Varsavia, il segretario comunista Enrico Berlinguer compie il celebre "Strappo da Mosca" e con i colleghi comunisti di Spagna e Portogallo propone invece l'Eurocomunismo, un comunismo che prende e mantiene il potere con libere elezioni anziché con colpi di stato pilotati da Mosca, come è avvenuto nei paesi del Socialismo Reale.

    1977, 2 luglio: Francesco de Martino dichiara che l'Italia non rinuncerà all'arsenale di ordigni nucleari ereditati dal Fascismo, per non rinunciare a uno strategico vantaggio militare, ma firma il Trattato di Non Proliferazione Nucleare, cosa che il Regime si era sempre rifiutato di fare.

    1977-1978: il dittatore etiope Mengistu Haile Mariam si propone di smantellare l'antica struttura socioeconomica feudale del suo paese, modernizzandolo con l'aiuto dell'URSS, ma scatena una violentissima persecuzione contro i suoi avversari politici: funzionari del vecchio governo coloniale, nobili, membri della Chiesa etiope (tra cui il Patriarca Theophilos) vengono scovati e trucidati senza pietà; questo periodo sarà ricordato come il "Terrore rosso".

    1978, 11 gennaio: muore a 74 anni Galeazzo Ciano, da tempo ritiratosi a vita privata in una villa nei pressi di Roma.

    1978, 16 marzo: Adolfo Suárez González, presidente del Partido Popular al governo in Spagna (però Suárez González non ha incarichi di governo) è rapito a Madrid dalle Brigadas Rojas, che trucidano in pochi secondi i cinque uomini della sua scorta. Questo atto rappresenta il punto più alto dell'attacco brigatista contro la democrazia spagnola.

    1978, 9 maggio: dopo 55 giorni di prigionia, il corpo di Adolfo Suárez González crivellato da numerosi proiettili è fatto ritrovare dai brigatisti in una via secondaria di Madrid, a bordo di una Renault 4 rossa. I familiari di Suárez González puntano il dito contro il Partido Popular, che si è rifiutato di trattare con i brigatisti (i quali chiedevano la scarcerazione di alcuni loro compagni in cambio della liberazione dell'ostaggio), condannando così il loro congiunto. La pronta reazione dello Stato porterà comunque le forze di polizia a smantellare entro breve tempo tutte le cellule brigatiste, anche grazie ad alcuni terroristi arrestati che si "dissociano" dalla lotta armata, decidendo di collaborare con lo Stato in cambio di uno sconto di pena. L'assassinio di Adolfo Suárez González rappresenta dunque il punto più alto della guerriglia brigatista in Spagna, ma anche l'inizio della sua fine.

    1980, 2 agosto: uno dei giorni più neri della storia recente italiana. Alle ore 10.25, nella sala d'aspetto di seconda classe della Stazione di Bologna Centrale, affollata di turisti in partenza o di ritorno dalle vacanze, esplode un ordigno a tempo contenuto in una valigia abbandonata, causando il crollo dell'ala ovest dell'edificio e provocando 85 morti e più di 200 feriti. Chiara la matrice neofascista dell'attentato: dopo che la nuova Costituzione del Regno d'Italia ha posto fuorilegge il Partito Nazionale Fascista e tutte le sue organizzazioni, molti nostalgici del regime tentano di provocare il crollo dell'ancor giovane democrazia italiana con attentati sanguinosi. La reazione dello Stato è però immediata: vengono arrestati e condannati all'ergastolo come esecutori materiali dell'attentato i neofascisti Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, leader carismatici dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) di estrema destra.

    1981, 23 febbraio: un gruppo di militari nostalgici del regime fascista guidato dal generale Giovanni de Lorenzo tenta un colpo di stato in Italia, occupando la sede della Camera dei Deputati e prendendo in ostaggio tutti i presenti. Il golpe è però duramente sconfessato dal re Umberto II, del quale de Lorenzo sperava di avere l'appoggio, la Comunità Europea condanna il putsch e Francia, Regno Unito e Spagna minacciano l'intervento militare. Dopo ventiquattr'ore de Lorenzo è costretto a gettare la spugna e ad arrendersi. Il generale golpista è processato e condannato a vent'anni di reclusione, ma morirà nel 1973. C'è il sospetto che il colpo di stato fosse stato attuato d'intesa con gli USA, i quali volevano instaurare un governo militare loro alleato in Italia, così come in Turchia, dopo la perdita dell'alleanza con l'Iran.

    1981, 31 maggio: il socialista Fernando Morán López è il 4° Presidente della Terza Repubblica Spagnola. Primo Ministro diventa Felipe González Márquez.

    1981, 12 dicembre: il terrorismo neofascista in Italia mette a segno un altro colpo: alle 16.37 una bomba esplode nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana a Milano, a due passi dal Duomo, provocando la morte di 17 persone ed il ferimento di altre 88. Per la sua gravità e rilevanza politica, tale strage rappresenta il punto più alto della cosiddetta "strategia della tensione" neofascista. Le successive indagini chiariranno che a piazzare materialmente l'ordigno è stato l'estremista di destra Delfo Zorzi, condannato all'ergastolo dopo che è stato catturato mentre tentava di fuggire in Giappone. A poco a poco le frange eversive di destra sono smantellate, ma gli attacchi dell'estrema Destra contro lo stato democratico dureranno fino al presente.

    1982, 18 aprile: nuove elezioni politiche in Italia. La DC raggiunge il 42,93 % dei consensi, il PSI il 19,89 %, il PCI il 12,91 %, il PRI il 5,08 %, il PSDI il 4,09 %, il PLI il 2,89 %, il nuovo Partito Radicale il 2,19 %, il MSI il 6,81 %. Il crollo della coalizione di sinistra, dovuta all'attentato a Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro e al colpo di stato militare in Polonia, favorisce i democristiani, i quali riescono a raggiungere la maggioranza alla Camera alleandosi con i Liberali, i Radicali, i Monarchici e le formazioni autonomiste locali (Union Valdotaine, Südtiroler Volkspartei, Partito Sardo d'Azione, Unione Democratica Croata); vengono invece rifiutati i voti degli ex fascisti dell'MSI. Aldo Moro torna Presidente del Consiglio dei Ministri. L'Italia conosce una stagione di forte crescita economica attraverso un'opera di industrializzazione a tappe forzate, e la civiltà del benessere comincia a diffondersi nella Penisola.

    1983, 18 marzo: il Re d'Italia Umberto II muore ed è sepolto nel Pantheon a Roma. Gli succede il figlio Vittorio Emanuele IV.

    1984-1985: l'Etiopia viene colpita da una carestia di vastissime proporzioni che porta alla morte di ben otto milioni di persone. Stremata dalla guerra con la Somalia, da sanguinose rivolte tribali, dalla siccità su larga scala e dal problema dei rifugiati, il regime marxista di Addis Abeba entra definitivamente in crisi.

    1986, 1 gennaio: l'Italia aderisce alla CEE, che sale a 15 stati membri.

    1986, 15 aprile: il Presidente americano Reagan, che ha già ripetutamente accusato al-Gheddafi di finanziare gli attacchi terroristici e i dirottamenti ai danni di USA e Israele, decide di farla finita con il raìs libico ed ordina un massiccio bombardamento su Tripoli e Bengasi. La figlia adottiva di alGheddafi è ferita a morte, ma il raìs la scampa rinchiudendosi in un bunker, essendo stato avvertito dell'imminente attacco dal governo italiano. Evidentemente al-Gheddafi non sa cosa sia la riconoscenza, perchè scaglia due missili fornitigli dall'URSS contro l'isola di Lampedusa, missili che però mancano il bersaglio. Aldo Moro minaccia severamente al-Gheddafi di ritorsioni se ci riproverà.

    1987, 19 aprile: elezioni politiche in Italia. La Perestrojka di Gorbachev favorisce di nuovo i partiti di sinistra: la DC scende al 34,31 %, il PSI risale al 26,57 %, il PCI al 22,27 %. Il Re Vittorio Emanuele IV conferisce l'incarico di formare il nuovo governo al socialista Bettino Craxi.

    1987, 8 novembre: i Verdi spagnoli non riescono a convincere la popolazione a votare in un referendum la chiusura delle quattro centrali nucleari spagnole, agitando lo spettro di Chernobyl e delle scorie radioattive da stoccare. Anche in Italia esiste un piccolo partito Verde, alleato di Bettino Craxi, anche quest'ultimo fa sapere che l'Italia non può permettersi di abbandonare il nucleare, dato che con esso produce il 28 % del proprio fabbisogno energetico.

    1991, 25 giugno: il Parlamento Croato (Sabor) vota all'unanimità l'indipendenza; nella piazza centrale di Zagabria il presidente croato Franjo Tudjiman proclama l'indipendenza. La risposta dell'Armata Popolare Jugoslava non si fa attendere: l'esercito invade la Croazia con 20.000 uomini e 300 carri armati ed occupa le Krajne, regioni croate a maggioranza serba, ignorando la norma costituzionale che prevede la possibilità di secessione degli stati federati. Inizia così la prima guerra in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale.

    1991, 19 dicembre: i Serbi conquistano le Krajne. Migliaia di profughi attraversano il confine con la Dalmazia italiana e vengono accolti entro campi profughi opportunamente allestiti.

    1992, 4 gennaio: l'esercito federale jugoslavo, galvanizzato dalle vittorie nelle Krajne, bombarda la città italiana di Ragusa, chiamata Dubrovnik dai croati, nell'intento di costruire una Grande Serbia. Dura risposta del governo di Roma: o i Serbi si ritirano, o sarà la guerra.

    1992, 6 gennaio: il Primo Ministro Italiano Bettino Craxi e il Presidente Croato Franjo Tudjiman firmano un'alleanza difensiva anti-serba.

    1992, 8 gennaio: l'aviazione italiana bombarda pesantemente Belgrado e Nis. I Serbi rispondono cannoneggiando Spalato, capoluogo della Dalmazia italiana. Boris Eltsin invita inutilmente i Serbi a ritirarsi. L'Italia invoca il Trattato Atlantico, che assicura a ciascuno degli stati membri l'aiuto da parte degli altri.

    1992, 3 febbraio: PSI e PCI decidono di confluire in un unico partito, il Partito Socialista Unitario (PSU). L'ala sinistra del PCI però non accetta la svolta socialista, e dà vita al nuovo Partito della Rifondazione Comunista (PRC).

    1992, 19 aprile: elezioni politiche in Italia. In seguito all'arroganza dei comunisti jugoslavi la DC balza al 39,19 %, mentre il PSU si attesta al 29,72 %. Il Partito della Rifondazione Comunista ottiene un buon 5,60 %. Il nuovo leader democristiano Mario Segni forma un nuovo governo di centrodestra, che continua però la politica estera del governo precedente.

    1995, 4 giugno: Il Partido Popular torna alla Presidenza della Spagna con Francisco Álvarez-Cascos Fernández 6° Capo della Terza Repubblica, mentre José María Aznar López diventa Primo Ministro.

    1996, 12 maggio: elezioni politiche anticipate in Italia, dopo che Mario Segni è stato costretto a dimettersi in seguito a uno scandalo finanziario nel quale sono stati coinvolti vari esponenti del suo governo. Le elezioni sono vinte dalla cosiddetta Coalizione dell'Ulivo, formata da PSU, Repubblicani, Cristiano-sociali, Verdi e Rifondazione Comunista, più intellettuali ed esponenti della finanzia e dell'industria. Il Re Vittorio Emanuele IV conferisce l'incarico di formare il nuovo governo al professor Romano Prodi, uno degli autori della ricostruzione economica italiana dopo il cinquantennio fascista.

    2000, 3 settembre: muore a 80 anni Carlo Alberto Dalla Chiesa, artefice della Rivoluzione delle Rose.

    2001, 27 gennaio: muore la Regina madre d'Italia Maria José a 94 anni, funerali solenni a Torino e Roma, amata da molti sudditi, che lei ha sempre chiamato cittadini, viene sepolta nella Basilica di Superga.

    2001, 13 maggio: elezioni politiche in Italia. Le draconiane misure economiche necessarie per l'ingresso da subito dell'Italia nella Zona Euro hanno drasticamente ridotto i consensi per il governo Prodi; a vincere è così la coalizione fra la DC di Pierferdinando Casini e Alleanza Nazionale, nuova denominazione del vecchio MSI, guidata da Gianfranco Fini. Casini diventa nuovo Presidente del Consiglio, e Fini è il suo Vice. In tutta l'Italia si susseguono le manifestazioni di protesta per il ritorno al potere degli ex Fascisti, non abbastanza osteggiati neanche dal Re. I sondaggi del nuovo millennio rivelano che un 58% degli italiani è favorevole al mantenimento della monarchia, ma la popolarità di Vittorio Emanuele IV è calante.

    2001, 7 ottobre: alle 20.45 ora dell'Afghanistan scatta l'Operazione Enduring Freedom: una coalizione formata dalle forze armate americane, britanniche e italiane inizia un intenso bombardamento aereo delle forze talebane e di al Qaeda su tutto il territorio dell'Afghanistan. George W. Bush, Tony Blair e Romano Prodi affermano che i bersagli delle bombe sono esclusivamente militari, e che nel frattempo vengono lanciati alla popolazione afghana anche cibo, medicine e rifornimenti, unitamente a volantini che la invitano a rovesciare il fanatico regime dei Talebani. Intanto l'Alleanza del Nord, coalizione delle forze afghane antitalebane, sferra i primi attacchi nel nord del paese. In un videomessaggio spedito all'emittente satellitare araba Al Jazeera, Osama bin Laden condanna l'attacco contro l'Afghanistan. giurando che gli americani saranno scacciati dal paese, proprio come i sovietici...

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