Le parole del vicepremier leghista, che a più riprese ha chiesto "manette" e "galera" per i due migranti indagati (anche quando ancora non lo erano) infastidiscono il presidente Minisci: "Rispettare autonomia sancita dalla Costituzione". Interviene il Guardasigilli mentre Davigo al Fatto dice: "Escludo che un ministro possa dare ordini alla magistratura".
I “violenti dirottatori” devono scendere “in manette“, se “aggressione c’è stata” devono “finire in galera“, e poi ancora la richiesta che “le indagini spieghino agli italiani cosa è accaduto”. È il glossario di Matteo Salvini sul caso della nave Diciotti, sbarcata giovedì sera a Trapani. “Basta interferenze“, risponde ora l’Associazione nazionale magistrati per bocca del presidente Francesco Minisci che definisce in contrasto con l’indipendenza della magistratura “ogni richiesta di adozione di provvedimenti dell’autorità giudiziaria, da chiunque provenga”. Tanto che sulla vicenda deve intervenire anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “I magistrati lavorano in piena indipendenza ed autonomia rispetto al potere politico: voglio rassicurare tutti”.
Un monito al ministro dell’Interno arriva anche da Piercamillo Davigo, fresco di elezione al Csm, che intervistato dal Fatto Quotidiano dice: “La Costituzione della Repubblica riserva le decisioni sulla libertà personale all’Autorità giudiziaria, anche per la convalida degli arresti. Escludo che un ministro possa dare ordini alla magistratura“.
Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/201...trati/4489596/