Le vicende propriamente dette degli assassinii, cioè delle violenze omicide compiute mediante uso di sassi e sassaiole, furono identificate e narrate dagli inizi per opera degli studiosi indiani di cultura araba alle prese con le cronache dei cosiddetti "hashishins" ovvero sicari dediti anche ad usi personali di hascish ovvero hashish, sostanza complessa derivata dalla canapa indiana, pianta dagli effetti stupefacenti.
Tali sicari, dapprima disuniti poi uniti in circolo sotto guida di un capo e mandante non a sua volta dedito, poi in circoli, erano noti per l'assurdità delle modalità delle esecuzioni: lanci di oggetti pesanti, direttamente eseguite o provocate creando risse.

Gli studiosi, di cultura islamica, si domandavano come mai nelle narrazioni criminologiche, ampiamente diffuse in Oriente ed Occidente e a Sud, ci fossero discordanze.
Nei Vangeli si riportavano esempi di cronaca di assassinii, i quali non erano confermati dai romani, che conobbero sassaiole solamente quali reazioni belliche durante le guerre giudaiche o malcontenti di rivoltosi, diversamente nessuna altra conferma neanche dagli storici giudei. Inoltre durante il Medioevo gli storici arabi africani non rilevavano alcun reale fatto che potesse essere a premessa di reali assassinii nelle più importanti vicende note della umanità; ed in particolare in Africa Nera v'erano i racconti opposti, di assenza di omicidi in forma di assassinii, però tale distinzione recava segno, da culture tribali, di esistenza altrove di ipotesi di segno opposto e scandalose per i selvaggi. Inoltre in precedenza, cioè prima della formazione dei circoli degli "hashishins", alcuni delitti compiuti in Europa erano rimasti senza identificazione di vittime e colpevoli, che i maldicenti insinuavano fossero vichinghi o normanni i quali però a riesami dei fatti risultavano invece privi assolutamente di moventi al delitto, mentre altre descrizioni lasciavano pensare a gente venuta dal Nuovo Mondo e già decaduta in sapienza e potenza sociale o da imitatori ed altri di tal gente.

Trovate le cronache degli assassinii legate realmente agli ambienti di usi di canapa indiana ed hascish ovvero hashish, gli studiosi notarono che a creare i casi erano state le assunzioni della sostanza da parte di volontari incapaci a decidere di gestirne gli effetti su di sé ed in concomitanza con altrui uguale incapacità con gli effetti sugli altri. Ovvero, notarono che senza le confusioni dovute agli abusi di hascish ovvero hashish non sarebbero stati possibili gli assassinii e potettero ricostruire anche le vicende bibliche delle lapidazioni con morte delle vittime, durante le quali interveniva a confondere i lanciatori lo stato allucinatorio e analgesico delle vittime stesse, prostitute o travestiti entrambi giudicati colpevoli le une di sfruttamento, gli altri di inganno. Quindi ricostruirono le più vecchie vicende analoghe veterotestamentarie, episodi di violenza reiterata di lanciatori realmente offesi e minacciati, ma, questa la scoperta degli studiosi, in stato allucinatorio ed analgesico. I violenti, già da prima minacciando di mettersi all'opera non con sassi ma oggetti peggiori e senza identificare reali colpevoli, Mosé ordinava di condurli davanti a colpevoli perlomeno e dando sassi non taglienti quali armi, riuscendo in tale limitazione della violenza per il tramite della ispirazione religiosa, che suscitava senso del sacro e descriveva la fede monoteista, dai violenti intesa ma non capita.
Non erano invece ancora esistenti gli assassinii al tempo specifico di Hammurabi e delle Confessioni da costui fatte redarre e proposte quali limitazioni delle faide, tramutate in vendetta per giudizio statale di minor danno, favorito da indulti per gli ex dediti a faide e vendicatori non occulti, cioè avvicinabili per esser mossi ancora a maggior pietà: ciò concludendo quegli studiosi, aggiungevano infine la cronaca del dilagare degli assassinii durante la modernità, a causa non più del solo uso di quella droga, ma di replicazioni di analoghe circostanze psicofisiche ed ambientali.

MAURO PASTORE