
Originariamente Scritto da
Josef Scveik
Quando passi in treno sulla linea ferroviaria
che va da Roma fino al sud Italia
ricorda i giorni del massacro,
ricorda la caccia al sardo.”
Da “Il treno”di Dr. Drer & Crc posse, 2017
https://www.youtube.com/watch?v=WZsYoAscRPE
Centosei anni fa, nel 1911 – così come oggi nel 2017 – il 12 luglio cadeva di mercoledì. E fu quel giorno che cominciò un massacro, proseguito e inasprito il giorno dopo e poi praticamente cancellato dalla storia italiana e dalla stessa memoria dei sardi: il linciaggio, con l’uccisione di 8 sardi e il ferimento di 60 fra i 1000 operai sardi impegnati nella costruzione del tratto di ferrovia Roma/Napoli. Quattrocento di questi erano alloggiati nei pressi di Itri, un comune allora in provincia di Caserta e oggi di Latina, nel basso Lazio.
Strage passata quasi sotto silenzio, esclusi alcuni articoli su “La Nuova Sardegna,” e con un processo ai 33 itrani rinviati a giudizio che durò 3 anni, e vide tutti gli imputati assolti per “non aver commesso i fatti”.
Fu il giovane ricercatore algherese Antonio Budruni, collaboratore di Manlio Brigaglia nella stesura dell’enciclopedia “La Sardegna” (edizioni Della Torre), a scoprire la notizia e pubblicarla sulla rivista “Ichnusa” nel numero di maggio/giugno1986 e poi ad approfondire la ricerca e pubblicare (in occasione del centenario della strage) per Carlo Delfino Editore: I giorni del massacro. Itri, 1911. La camorra contro gli operai sardi.
In seguito al lavoro di Budruni altri hanno raccontato la storia, anche “dalla parte degli autori” del massacro, e l’ultimo contributo alla conoscenza viene in una delle forme più efficaci, con la canzone “Il treno”, contenuta nell’ultimo bellissimo disco dei Dr. Drer & Crc posse, “Terra”, uscito quest’inverno.
La storia
Mille sardi erano impegnati nella costruzione della ferrovia Roma/Napoli, alloggiati fra i comuni di Itri e di Fondi. Con gli immaginabili pregiudizi di sempre nei confronti degli “stranieri poveri” e che conosciamo e vediamo benissimo, purtroppo, tutt’oggi.
“Erano anni in cui i sardi erano perseguitati dai pregiudizi alimentati da una classe dirigente che ricorreva alle teorie pseudoscientifiche di Lombroso e di Niceforo” (“La Nuova Sardegna” 18/7/2012.)
Quindi c’erano spesso episodi di intolleranza e piccoli scontri. Eppure solo a Itri, e non a Fondi, le cose precipitano.
Il professor Budruni conferma: “Dalla documentazione che ho potuto consultare risulta che la camorra, l’impresa Spadari e i politici di Itri cominciarono a mettere gli operai sardi nel mirino, quando questi si rifiutarono di pagare il pizzo sul salario, come sembra facessero tutti gli altri lavoratori provenienti dalle altre regioni d’Italia.” (
Girodivite: Il massacro di Itri)
Del resto è un fatto che “i lavoratori sardi erano molto sindacalizzati all’epoca, e molti erano reduci dalle battaglie nel bacino minerario del Sulcis. Non pochi avevano partecipato, a Bugerru, alla lotta per il salario, sfociata con l’intervento dell’esercito che aveva sparato contro gli operai, uccidendo tre e ferendone alcune decine. In risposta a quell’eccidio, la CGL proclamò il primo sciopero nazionale d’Italia.” (
Girodivite: Il massacro di Itri.)
Quindi “quei selvaggi avevano un’altra colpa: con il loro orgoglio e la loro dignità non rispettavano la legge del pizzo imposta dalla camorra. E furono gruppi camorristici a soffiare l’odio su quel clima già teso, coinvolgendo in un sentimento di rancore collettivo e di odioso razzismo anche le autorità locali. Tutto fa pensare a un complotto, a un’aggressione programmata. La tragedia scoppia il 12 luglio quando un lavoratore sardo viene provocato (e ferito) nella piazza di Itri. E’ come una scintilla che fa divampare l’incendio di follia e di violenza. Centinaia di itrani si riversano armati nella piazza Incoronazione e assalgono i sardi al grido: «Morte ai sardegnoli». E’ un linciaggio. Intervengono anche i carabinieri, ma sparano sui sardi. La caccia riprende l’indomani con inaudita violenza. Alla fine i morti saranno 8 e 60 i feriti. C’è poi la tragica beffa: alcuni sardi vengono arrestati e altri espulsi. Nel processo sui fatti di Itri, che si celebrerà a Napoli nel 1914, un avvocato sosterrà l’incredibile tesi della «legittima difesa di una folla»”; così “La Nuova Sardegna” del 18/7/2012.
I fatti di Itri dimostrano“la sottomissione fino alla schiavitù di centinaia di persone e la presenza dei c.d. comitati dei galantuomini che governavano il territorio” (Budruni, su
Girodivite: Il massacro di Itri.)
Recensendo il libro di Budruni, di cui ha scritto la prefazione, Gian Antonio Stella scrive sul “Corriere della Sera” del 7 luglio 2011: “I lettori scopriranno pagina dopo pagina una storia agghiacciante. Che rivelerà come la strage di Castel Volturno del settembre 2008, quando sei africani furono assassinati in un eccidio voluto dalla camorra, oppure la caccia all´immigrato di Rosarno del gennaio 2010 istigata dalla ´ndrangheta, per citare due soli episodi, ebbero quel lontano precedente con altri «stranieri»: gli immigrati sardi”.
BIBLIOGRAFIA E LINK
Antonio Budruni, I giorni del massacro. Itri, 1911: la camorra contro gli operai sardi, Delfino ed. 2011
Intervista al prof. Budruni su Girodivite
Girodivite: Il massacro di Itri
Fuori i sardegnoli!!! di Franziscu Dettori
Sotziu Limba Sarda
Itri 1911, il massacro dei sardi che dissero no alla camorra - Regione - la Nuova Sardegna
Parola di donna: La strage dei sardi a Itri nel 1911, una pagina dimenticata - Cronaca - L'Unione Sarda.it
https://it.wikipedia.org/wiki/Itri
https://www.youtube.com/watch?v=WZsYoAscRPE
Infine, a dimostrare che ancora oggi c’è chi continua a credere che la Storia non debba raccontare proprio tutto… l’opinione di uno ”storico” delle vicende itrane:
Pino Pecchia: I sardi a Itri: i tragici avvenimenti dal 12 e 13 luglio 1911, Arti grafiche Kolbe, 2003
Pino Pecchia: 1911 la rivolta di Itri: a cento anni da un eccidio: il fatto, il pretesto, il contesto, il processo, il commento Arti grafiche Kolbe, 2011
1911-La rivolta di Itri
13 luglio 1911, Itri (Latina): la strage dei sardi ? La Bottega del Barbieri