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  1. #1
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    Predefinito Costituzione israeliana elevata non negata alla comunità ebraica, vani i no esterni.

    Lo Stato di Israele si definisce e limita prerogative di funzione e ruolo di Stato ebraico, ora Stato-nazione ebraica ma non per Costituzione cioè soltanto per condizione e non unica, eleggendo per propria capitale Gerusalemme, che nella cultura e religioni ebraiche e nell'ebraismo e per gli ebrei non rappresenta mai luogo esclusivo ma anche di giudei e giudaismo ed anche per tutti i mondi affini od in contatto. Inoltre la lingua ebraica viene accolta quale lingua ordinariamente usata nello Stato e la lingua araba quale lingua non ordinariamente usata, entrambe con ruolo ufficiale. Infine lo Stato stabilisce che la funzione di nazione ebraica accolta al proprio interno quale una e non la sola non deve implicare il sostegno privilegiato ed esclusivo alla colonizzazione ebraica dei propri territori.

    In Italia reazioni di intolleranza ed incomprensione proprio dagli ebrei in comunione con Israele, i quali hanno accusato il provvedimento di razzismo e sono stati esortati dai provveditori a considerare sostegno non esclusivo a nazionalità ebraica non forma ambivalente di razzismo ma tutto il contrario, libera e chiara manifestazione di rispetto o passione.

    Perché dal Paese italiano, dove sorse Facoltà di scienze storico-religiose e proprio a Roma, tanta ignoranza religiosa domina gli atti politici anche di ebrei, non soltanto dei comuni cattolici? La risposta è a suo modo contenuta nella domanda, nel senso che l'oscurantismo cercando di rendersi più aberrante rifiuta studi laici e rigorosi sulla religione, sulle religioni, sugli eventi e cose relativi; e ciò, questo rifiuto oscurantista, pone la politica italiana ed internazionale in difficoltà.

    MAURO PASTORE

  2. #2
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    Predefinito Re: Costituzione israeliana elevata non negata alla comunità ebraica, vani i no ester

    Questo che segue è un faticoso prezioso rapporto politico di quanto già accaduto recentemente, alcune settimane addietro; a questi tempi non altri si riferisce il testo seguente con "in questi giorni":

    CONSIDERAZIONE PRELIMINARE: La religione consiste nel rapporto al Mistero e il monoteismo non contempla misteri umani, neppure il Cristianesimo si fonda sul pensare ad uomo né ne scaturisce. Inoltre il mercato "cattolico" dei santini e dei crocifissi è nemico della spiritualità cristiana. Le vere tradizioni cristiane a Gerusalemme hanno per origine l'età medioevale dei Cavalieri, che cercando in Terrasanta il vero Graal, la vigoria antica che salva, non cercavano reliquie di sassi né di ossa né di resti di sangue; la loro alchimia, riuscita e passata alla leggenda, fu composta dai liberi e tranquillissimi amori sessuali, di ogni genere che Natura prevede, che in Europa essi non trovavano, o che fuori Europa sapevano assenti. Non conviene limitarsi al pensiero del rito del bacio dei Templari... per intendere bisogna evitare di rifugiarsi soltanto nei riti e nella limitatezza di essi e deprecare gli scongiuri sessuofobici che il cattivo clero cattolico vuol rinnovare col commercio di simboli spurii, o per cattiva e fuorviante estetica, o per scambio di figure od oggetti. Simbolo del Cristianesimo non è mai il Crocifisso ma una Croce senza morto appeso sopra.
    AVVERTENZA.
    Bisogna nel considerare gli appartenenti ad una religione evitare di basarsi sulle dichiarazioni esclusivamente formali degli stessi e basarsi sulle manifestazioni concesse dagli stessi involontariamente o volontariamente e da sistemi di riconoscimento opportunamente valutati e scelti: la psicologia ed antropologia e glottologia quali scienze empiriche aiutano poco o niente, le semplici catalogazioni scientifiche sono relative ad eventi non del presente in atto e di volta in volta così e non altro; la filosofia con le proprie discipline rigorose di studi non scientifici integra o aggiunge; servono quindi cultura e politica ed anche da sole non sempre con scienze e filosofie; ma soprattutto serve la volontà di capire l'appartenenza ed il suo senso, non enumerare le affermazioni di fede, credi, dogmi e le azioni corrispondenti, perché la religione è anche un modo di stare al mondo e non si identifica dai soli modi delle affermazioni di religione. Ed in ultimo è necessario ottenere intelligenza sulla ipocrisia del mondo anche intrusa in politica. Fatto tutto ciò, si può raccontare di tragiche o drammatiche assenze di religiosi e religiose, sacerdoti o non, clero o laici che fossero; e si può dire anche degli eventi conclusisi in questi giorni a Gerusalemme.
    INTRODUZIONE PRELIMINARE.
    Le economie religiose non sono indice di irreligiosità o materialismo. Esistono tali economie secondo codici e diritti economici anche. La effettività di esse dipende da scopi di venditori e acquirenti e da rispondenza della merce agli scopi; se gli scopi sono religiosi e gli oggetti ne sono mezzi realmente, si tratta di scambio economico religioso. Ovviamente non mi riferisco al tanto di più religioso che vi potrebbe essere.
    SULLA CHIUSURA DELLA CHIESA DEL SANTO SEPOLCRO DELLA "CITTÀ SANTA" A SÈGUITO DI RICHIESTA DI TASSE DA PARTE DELLE AUTORITÀ CITTADINE.
    Ritengo sommamente ed urgentemente necessario ed utile esporre quanto ho dedotto da questa notizia e da mie conoscenze già in mio possesso e dai miei rapporti con le chiese cristiane:
    Israele resta uno Stato teocratico ed il simbolo religioso del Santo Sepolcro resta di interesse e pertinenza anche di tal Stato. Specificamente ed ufficialmente la omonima chiesa reca questo simbolo secondo tre differenti credi cristiani: "cattolico", "ortodosso", "orientale", che non sono nella circostanza in una comunione tra i credi stessi. Una decisione semplice e drastica da Israele significa necessità da parte di tal Stato di non condividere più il proprio interesse con quello della detta Chiesa in ragione di una divergenza che può essere soltanto inconsistenza o alienazione religiose; dunque essendo la mozione stata condotta e sostenuta fino in fondo dalla gestione cattolica, questa ultima è stata stimata da Israele per inautentica; ed essendo, la mozione, stata dalla gestione ortodossa condivisa solo in parte cioè senza appello neppure ad autorità proprie e superiori, questa gestione è stata considerata da Israele differente dal pensabile ma autentica; mentre l'adesione alla condotta ortodossa da parte della gestione "orientale", non essendo questa ultima con funzione rituale né dipendente anche dagli eventuali o effettivi valori storici del luogo (questo è statuto di quella cattolica), è stata evidentemente valutata da Israele per disaccordo e non altro; motivo questo in ultimo di proposta economica favorevole ai gestori, invece la moderazione ortodossa è stata stimata compatibile con futura presenza anche ortodossa a nuove condizioni; per cui motivazione decisiva dell'esproprio avviato dallo Stato è ravvisabile (a mio avviso) soltanto da ineludibile incompatibilità dello Stato con l'operato e le intenzioni del gestore cattolico il quale d'altronde, non avendo ricevuto speciali notifiche, evidentemente è stato raggiunto da una considerazione di inadempienza riguardante l'interesse storico quale già esplicitato, di cui lo Stato di Israele non soltanto non ha potuto continuare a constatare pertinenza o possibilità di pertinenza, ma evidentemente ha anche rilevato inopportunità non importunità religiosa da parte cattolica, in merito a: concordanza di dogmi monoteisti cristiani, dogmatica ufficiale cattolica, peculiarità dell'edificio e storia di esso.
    Per risultato dell'accertamento e del decreto teocratico (di cui appunto questo mio è commento, con funzione di esplicazione, a notizia), lo Stato di Israele non ha aggiunto all'esproprio la confisca, decidendo quindi per concessione di diritto diversa, non secondo possesso-non-proprietà bensì secondo nuova e diversa concessione, cioè di stanziamento non occupazione, difatti la chiusura volontaria da parte dei tre gestori non ha provocato inibizione giudiziaria statale delle procedure adottate nella fattispecie da Israele.
    SULLA RATIFICA DELLA VALIDITÀ DELLA RICHIESTA MEDESIMA ANCHE SENZA RISCOSSIONE CIOÈ IN BASE A MOTIVAZIONI DI ORDINE NON SOLO ECONOMICO MA ANCHE DI ORDINE POLITICO.
    Lo stato di fatto prodottosi a sèguito dell'intervento gerosolimitano non è provvisorio perché in seconda istanza è stato avvalorato quale decisione inerente non solamente i rapporti economici ma la stessa relazione politica tra le Autorità israeliane di Gerusalemme e le rappresentanze cristiane della suddetta Chiesa, con conseguenze dirette ed inoppugnabili anche sui rapporti tra Israele e Santa Sede del Vaticano. Difatti da prima istanza di ingiunzione con richiesta, lo Stato di Israele ha sospeso l'attuazione del provvedimento lasciandolo in vigore, prospettandosi ai destinatari di esso volontario adempimento o chiarimento ma in ogni caso restando fissati i termini e le ragioni delle ingiunzioni e richieste senza possibilità di alcun appello che sia basato su motivazioni in contraddetto a ragioni e termini dei provveditori stessi.
    CONTESTO STORICO IN CONSIDERAZIONE DELLA PARTE CATTOLICA COINVOLTA E SENSO DELL'AVVENIMENTO PARTICOLARE.
    Lo scontento di molti fanatici cattolici (si trovano in abbondanza nelle comunicazioni i loro sproloqui che introducono doppi significati in sensi poco chiari alludendo a violenza generica tramite lo sfruttamento di chi sa già e proprio della stessa violenza allusa) è il segno involontario di una improvvisa mutazione di poli geo-politico-religiosi: il Vaticano fuori da Italia ma in zona restata italiana dopo caduta del fascismo, il Vaticano non accettato in ONU e neppure in UE, il Vaticano costretto sotto ingiunzione giudiziaria delle autorità britanniche ad esporre le libertà diaconali, il Vaticano estromesso e sostituito dalla Cina per le nomine sacerdotali in Cina e costretto ad accettare tale condizione dallo stato non cattolico e laico della Cina stessa (sconfitta più dura di quella avuta coi neogallicani ultimamente)... Ora da Israele una legiferazione che esclude confusione tra interessi storici vaticani e culti gerosolimitani... Una volta molti cattolici arroganti usavano i comunicati ufficiali vaticani, ora sono sotto la critica degli editti teocratici di Israele.
    Le religioni hanno subìto le persecuzioni del marxismo-comunismo che per ultimo attacco diede condizioni di vita religiosa per chiese e templi estremamente precarie e dipendenti finanziariamente dalla società, dai socialismi, dalla dittatura omologatrice delle folle, dalle richieste quasi inassolvibili ai singoli. Per questo motivo dopo la Revisione dello Stato in seguito alla condanna ad A. Eichmann e alle controdenunce accolte e non senza gli effetti corrispondenti di moderazione ed incriminazione degli eccessi delle accuse, dopo la sdoganizzazione delle differenze tra religioni ebraico-giudaiche e religioni altre accaduta negli ultimi anni senza la caduta del Sistema Teocratico cioè culturalmente e politicamente monoteista, Israele è diventato uno Stato dalla vita politica molteplice e varia sia pur nella unicità della direzione politica ed amministrativa. In tale varietà, la durezza ai confini esterni coesiste con sentenze politicamente e religiosamente illuminate da provvidenziale acume per il mondo politico e per il cosiddetto potere del Villaggio Globale.
    PRECISAZIONE.
    Per quanto concernente l'avvenimento analogo in Italia, cioè di ridefinizione di rapporti tra Stato ed esponenze religiose, in fattispecie cattolico-vaticane, bisogna assolutamente operare questo discernimento:
    Non si tratta di attribuzione di torto alla Repubblica Democratica Italiana, ma di precisazione nei confronti di tal nostro Stato e di rettifica e smentita delle pretese vaticane, perché la esenzione è stata da Europa Unita giudicata da riconferire secondo esclusive e specifiche e concrete richieste locali, non secondo regola fatta valere comunitariamente né esternamente ad Italia stessa e suo Stato unitario (non unico, che esiste anche Repubblica San Marino che vuol star per conto proprio, mentre il Vaticano è stato considerato legislativamente organizzazione ecclesiastica ma non interlocutore statale, né indipendente né altro, e questa considerazione legislativa è giusta e preziosa ed anche per i non riconosciuti, cioè gli interlocutori vaticani).
    SULLA RIAPERTURA. CONCLUSIONE.
    A fronte di tutto l'evolversi degli eventi, l'edificio è stato sciolto dalla necessità di restare precluso al proprio uso né si tratta di un atto indifferente in tanta densità di significati ed intensità di emozioni.
    Perciò non si può intendere vuota la dichiarazione di cui riportato su un giornale italiano e riferito nonché attribuito al capo di Stato israeliano Netanyahu:
    "Israele è orgoglioso di essere l'unico paese in Medio Oriente dove i cristiani e i seguaci di tutte le fedi hanno piena espressione di religione e fede".
    Vi si comunica infatti non esemplarità o decisività dei fatti, ma se ne determina la implicazione politica. Inoltre informandosi, in medesimo articolo di stesso giornale, del passaggio della intera faccenda, così descritta per appartenenza di scopo, dal capo di Stato al ministro, se ne può dedurre che gli eventi non sono scaduti dall'interesse dello Stato di Israele trattandosi quindi di questioni non transitive ma fondamentali.
    Ciò sicuramente rappresenta un passo decisivo nel mondo per la affermazione, non di parte né di tutti e non fondamentalista, dei fondamenti religiosi della politica ispirata da fedi teologiche.
    MAURO PASTORE

 

 

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