Originariamente Scritto da
alfa-beta
Ma a quanto ammonta il debito morale - pardon, materiale - che la Fiat ha contratto nei confronti della collettività? Checché ne dicesse Luca Cordero di Montezemolo un paio d'anni fa, quando era ancora presidente del gruppo, («da quando sono alla Fiat non abbiamo ricevuto un euro dallo Stato»), la storia del Lingotto gronda di aiuti pubblici. Sotto ogni forma: sussidi, incentivi alla rottamazione, finanziamenti, sostegni indiretti. Per fare un esempio, solo nel 2009 gli ecoincentivi hanno portato un beneficio di
600 milioni di euro nelle casse della Fiat. Dal 2004 al 2010 - il periodo in cui Montezemolo ha ricoperto la carica di presidente - l'azienda ha beneficiato di
altri 600 milioni di agevolazioni pubbliche per investimenti e attività di ricerca. Per il decennio tra il 1999 e il 2009 la stessa Commissione europea avviò sei procedure di indagine riguardo ad alcuni aiuti dello Stato italiano a vantaggio della Fiat per una somma totale di
120 milioni di euro, per sospetta infrazione delle norme della disciplina comunitaria per l'industria automobilistica. E se si va a ritroso nel tempo, dalla fine degli anni Settanta a oggi, la Fiat avrebbe incassato dallo Stato la bellezza di quasi
un miliardo e mezzo di euro (così scrive sul proprio blog Antonio Di Pietro), ai quali vanno aggiunti gli aiuti sotto forma di cassa integrazione, pari a diverse decine di milioni di euro. Un altro studio messo a punto dalla Cgia di Mestre (il centro studi dell'Associazione artigiani piccole imprese), invece,
alza addirittura a 7,6 miliardi gli aiuti statali ricevuti dal Lingotto dal '77 a oggi. Di questi, 6,2 miliardi sarebbero stati impiegati per investimenti. La somma non tiene conto però dei soldi pubblici spesi in ammortizzatori sociali, né degli ultimi contratti approvati dal Cipe nel biennio 2010-2011. «In assoluto – spiega sempre la Cgia di Mestre – l’investimento più importante è stato quello che si è reso necessario per la costruzione degli impianti produttivi di Melfi e Pratola Serra (1990-1995) che sono costati alle casse dello Stato quasi
1,28 mld di euro». Pesano anche le ristrutturazioni alla Sata di Melfi (1997-2000) e all’Iveco di Foggia (2000-2003). Per la prima, lo Stato ha investito 151 milioni di euro, per la seconda 121,7 milioni.
Lo Stato italiano, a pensarci bene, con tutti questi soldi, la Fiat avrebbe potuto comperarsela da tempo.
Fiat, ci sei costata cara. E ora te ne vai