Ci si imbatte ancora in encomi per il politico Giorgio Almirante. A quale periodo si riferiscono?
Almirante era stato il teorico del razzismo di tutti contro tutti, non sopportando le condizioni etniche che aveva conosciuto in Italia e senza sufficienti conoscenze e senza saper neppure essere etnicamente italiano. Da fascismo e nazifascismo e neofascismo, era approdato al neonazismo, fino a che non fu arrestato dalle Autorità italiane, bloccato cioè in pubblico mentre diffondeva le sue idee, posto in stato di fermo, liberato dal fermo a patto di agire contro tutto ciò che aveva fatto, inoltre il suo partito ricevendo obbligo a definire programma politico non razzista. Nonostante non ne chiudesse attività, i vertici del partito e lui stesso diedero nolente inizio, costretti dagli agenti armati, una politica diversa, ed avendo dovuto cancellare i programmi più o meno segreti di azione violenta. Almirante non si dimise. I suoi sostenitori neppure. Non accettando di buon grado gli ordini furono nuovamente raggiunti da provvedimenti giudiziari, e indagati poi fu intimato loro di mettere in chiaro tutto fermandosi del tutto. Restarono sotto ingiunzione della magistratura perché davvero non avevano cessato ostilità con tentativi non riusciti di eludere gli ordini giudiziari.
Le attività di partito, in parte restate non coinvolte in tutto l'illecito o in vari altri scopi legittimi distinte, erano quasi interrotte, quando internamente cominciavano ad ottenere facoltà e consensi frange non violente che volevano una estrema destra onesta, non totalitaria, non nazista, non fascista, non nazifascista, non neonazista... insomma non totalitaria.
Da questo rivolgimento anti-totalitario nacquero i legittimi movimenti di estrema destra attuali, i quali però se rinnegano tale origine diventano fuori legge ed anche fuori statuto, questa ultima alternativa invece col partito di Almirante non capitava, mancandogli proprio sufficiente premessa che ne fosse statuto politico autentico.
Al termine della sua triste parabola Giorgio Almirante fu giudicato dai magistrati ed inquirenti mai pentito e senza neppure ripensamenti ma anche senza più volontà di perdurare nelle ostilità, che erano state in definitiva anti-italiane; aveva smesso di fare violenze perché senza più convenienza personale ma soprattutto senza più capacità, difatti a volte voleva finir male per ostinazione però mancandogli occasione personale, fallendo più volte finanche nel suicidio. La sua consorte lo maledisse, giudicandolo traditore e codardo, mostrando d'essere lei stessa etnofobica ed anti-italiana.
A differenza del dittatore Mussolini che aveva piena coscienza della propria scelleratezza e non solo politica, l'agitapopolo ovvero sbandapopolo G. Almirante non ebbe mai consapevolezza sufficiente di essere in realtà un intruso in politica ed in definitiva un senza nazione né paese né patria. Delle sue azioni non è rimasto niente tranne guai e sciagure sociali e culturali, aggiuntesi a quelle del fascismo. Almirante fu riconosciuto politicamente delittuoso e mai scagionato dai Giudici, i quali però riconobbero che lui aveva per forza di cose attuato progressiva cessazione delle ostilità.
MAURO PASTORE