Diffondo via internet tali mie conclusioni, redatte alcune settimane orsono, constatando che esse risultano necessarie probabilmente sin da adesso, dato che colmano un vuoto culturale disastroso, soprattutto in Occidente, per la umana vitale corrispondenza.
Non si tratta di un testo scientifico, tranne nelle avvertenze, che menzionano rigorosamente limiti e compiti di scienze. Per questo basterebbe al lettore anche la sola cultura liceale. Si sa che anche ai Licei si studia scienza.

AVVERTENZA
Chi pensasse antiscientifico tale prospetto, consideri dunque i metodi principali biologici di ricerca abbinati alle scoperte della paleontologia, ma tutti assieme: evoluzionismo, genetica, teorie sugli ambienti; evitando di interpretarli assolutisticamente e analizzando interamente del dato scientifico-biologico sulla alterità la sua funzione di limite delle ricerche non di limitazione del pensiero non ricercante deducente, di natura istintiva oltre che dal possibile potenziale filosofico.
SULLA GENESI E SULLE PALINGENESI ANTROPOLOGICHE
L’umanità non esiste da sempre. Ciascun essere umano nascendo è il formarsi di una vita nuova. L’umanità esistente è una trasformazione perenne, causata dai singoli ognuno più o meno diverso solo per mentalità (i gemelli) o solo per fisicità (i sosia) o per entrambe ma comunque in guisa tale che ciascun umano è altro dagli altri umani.
L’umanità nascendo muta il mondo ed è un compimento della natura dell'universo; per questo se si fosse estinta poi sarebbe rinata fatalmente ed è evidente allora che ciò è eventualità diversa dall’accadimento assolutamente originario. Se l’umanità restasse in presenza ridotta, se ne aggiungerebbe altra, per rinascita; ed in tale nuovo compimento, essendo esso parziale, non sarebbe possibile soltanto la nascita individuale, perché la vita ricercando ciò che fa vivere crea corrispondenza, per questo la nuova umanità aggiuntasi è costituita dal riformarsi di singoli umani già stati, i quali in tale rinascita si formano secondo umanità diversa da quella precedente, a causa del corrispondere alle nuove singolarità di medesima singolarità riformantesi.
Tali processi di rinascita sono evolutivi transpersonalmente, cioè sono mossi da forze vitali-universali amorfe, che nelle combinazioni naturali agiscono energeticamente, conducendo il mondo alla coincidenza somma per eccezionalità ambientale e analogia biologica e senza scaturigine energetica, sostituita dagli effetti prodotti già da precedenti scaturigini vitali i quali si tramutano in cause.
Invece l'evento di nascita individuale si attua energeticamente per scaturigine non tramutazione, restando tutto il resto uguale, analogia biologica che manifesta la forma umana da rivoluzioni dell'ambiente vitale, che diventa accogliente.
Da distinguersi parimenti l'evento passato del nascere della umanità, dagli eventi passati delle nascite della umanità dopo la fine di quel nascere, genesi fatta di tempi compiutamente materiali separati da tempi prettamente energetici, entrambi legati ad un inizio nella materia non della materia. Infatti essendo l’umanità un compimento della natura universale, essa non è fatta di una formazione-riformazione ciclica, perciò dopo il formarsi dei primi esseri umani, non potrebbe accadere estinzione-rinascita reiterata, ma solo estinzioni non ripetibili. Tali interruzioni complete della presenza umana nel mondo accaddero perché la natura si compiva non ancora compiuta, ma non per contrarietà del mondo quale causa, bensì per indifferenza degli umani verso il mondo, ciononostante era ancora non terminata l'eccezione ambientale della origine, per cui il venir meno delle vite umane accadeva in ambienti di ulteriore formazione umana perdurante.
AVVERTENZA
Questo che segue non è un prospetto antiscientifico, infatti la interdisciplinarità biologica-psicologica-fisiologica non assomma a nessuna affermazione di vita ulteriore però giungendo a risultato nullo che non va confuso con teoria né con ipotesi, cioè restando affermazione di negazione non negazione di affermazione.
SULLA METEMPSICOSI BIOLOGICAMENTE DETERMINATA, ANTROPICAMENTE VALUTATA
La dimensione altra, non negata dalla empiria psicologica anzi da questa indirettamente confermata quale intuizione sugli esiti ultimi vitali dell'evento biologico della morte, reca il pensiero della sopravvivenza di restante energia, non distrutta dalla fine del corpo vivente, infatti questo trasformandosi in inerzia senza distruzioni energetiche, il che è osservazione empirica di biologia. Come pensare tale energia sopravvissuta non negli spazi e tempi di ciascun accadere di morte, bensì nella sterminatezza che è la possibilità degli spazi e dei tempi? Bisogna considerare tali energie restanti soggette a trasformazioni finali, in quanto dinamicamente portate alla aspazialità ed atemporalità e perciò provvisoriamente appartenenti a queste due realtà energetiche, dunque respinte dal non-spazio e dal non-tempo. Pensando alla vita ulteriore dopo la morte fisica bisogna pensare pure alla provvisorietà di tale stato vitale latente nell’universo senza collocazione, tenendo conto che il ritorno alle dimensioni spaziali e temporali può accadere per corrispondenze vitali diverse da quelle della nascita, non ripresentandosi stesse persone manifestate in aspetti prima del tutto occulti, ma stessi individui sotto forma di non medesime persone, in circostanze universali differenti, dopo la ridotta presenza umana precedente.

MAURO PASTORE