Via Negri è razzista. Lo dice il navigatoreSalgo su un taxi: mi può portare in via Gaetano Negri al numero 4? L’autista, probabilmente alle prime armi, non sa dove si trovi. Nessun problema, siamo nel 2018, siamo crocifissi da reti che passano miliardi di dati e informazioni. Difatti il tassista si rivolge immediatamente al navigatore del suo smartphone e ripete con tono, tanto stentoreo quanto monocorde, l’indirizzo che gli ho indicato. Poi si gira attonito verso di me: «Non mi dà l’itinerario perché contiene una parolaccia: N****». Certo, è ovvio. Gaetano Negri, scrittore e senatore del regno d’Italia, non si può nemmeno più nominare. Censurato. Razzista. È una parolaccia, un insulto, non un uomo che ha fatto una porzioncina della storia del nostro Paese. Perché uno stupido navigatore lo scambia per il dispregiativo con cui si nominano gli africani. Lo devo chiamare Gaetano Di Colore, Gaetano Africano, Gaetano Abbronzato? Allora penso di dirgli che via Negri è vicino a piazza Affari, ammesso che gli affari non siano troppo affari, troppo neoliberisti e quindi un po’ politicamente scorretti e turbino la sensibilità del navigatore.