La storia del salvataggio della Tagina (di Gualdo Tadino), quando anche il salvataggio di un’azienda diventa uno strumento di lotta politica al coltello

A Gualdo Tadino (comune di 15 mila abitanti) fino a qualche anno fa uno dei pochi punti forti del tessuto economico era la?azienda Tagina. La Tagina è infatti un’azienda che conta circa 150 dipendenti, si occupa della produzione di ceramiche di medio alto livello, è un marchio storico ed uno degli ultimi presidi industriali rimasti su quel territorio e che purtroppo, da qualche anno, si è trovato ad affrontare grosse difficoltà.
L’azienda negli anni migliori era riuscita ad impiegare 235 dipendenti, ma poi i primi segnali di difficoltà nel 2014 ed un 2015 chiuso con pesantissime perdite, ha portato alla chiusura di uno stabilimento produttivo (il n.2) e la messa in esubero di 70-80 persone. Quello fu l’inizio di una lunga serie di problematiche che portarono l’azienda a spegnere i forni e a terminare l’attività produttiva a fine 2017, presentando a gennaio 2018 la domanda di concordato in bianco con prospettive di liquidazione.
Una situazione di profonda crisi perdurata per almeno tre anni, che portarono l’azienda a fare un profondo e continuo uso di ammortizzatori sociali, tanto che si utilizzò la Cassa integrazione dal 18 gennaio 2016 al 17 gennaio 2017 e di ulteriori 12 mesi dal 18 gennaio 2017 al 17 gennaio 2018.
La situazione sociale si presentava drammatica con il rischio di arrivare a fare la fine delll’impresa Merloni (che notoriamente ha spezzettato e ceduto l’impresa a pezzetti) ma poi per fortuna negli ultimi mesi un nuovo imprenditore ha acquistato la proprietà dellla Tagina mostrandosi disposto a riprendere in mano l’impresa.
Questo però non è a bastato a calmare gli animi, visto che tra l’altro a Gualdo Tadino a breve ci saranno le elezioni comunali nel 2019, ed è subito scattata una feroce polemica politica con Il sindaco del PD Presciutti che accusava il nuovo governo (entrato in realtà in carica solo negli ultimi tre mesi) di rimanere inerte e di non muoversi per sostenere con provvedimenti specifici la cassa integrazione degli operai della Tagina.
Qual’era infatti il problema? Il problema è che giuridicamente Jobs Act ha modificato la normativa eliminando la possibilità - per le imprese che cambiano proprietario - di non computare eventuali periodi di CIGS già utilizzati prima della trasformazione societaria, ai fini del raggiungimento del limite massimo complessivo di integrazione salariale. Pertanto gli operai rischiavano di non vedersi pagato ben un anno di cassa integrazione già svolta.
Il nuovo governo è però alla fine intervenuto con una deroga (passata nel decreto milleproroghe) con cui ha permesso di estendere anche a queste imprese tagliate fuori (come la Tagina) l’utilizzo della Cassa integrazione.
Fine delle polemiche? Macchè. Nella visita alla tagina il ministro del lavoo Di Maio ha “tirato uno schiaffo” alla regione non invitando esponenti della Giunta regionale (che pure paga una parte della Cassa integrazione)e il sindaco Massimiliano Presciutti e la presidente della Regione Catiuscia Marini (cosi come anche l’ex sindaco gualdese di Forza Italia Morroni) si sono scatenati sui giornali attaccando il ministro del lavoro Di Maio accusandolo di fare propaganda politica ed accusandolo di aver invitato alla visita del ministro all’azienda solo il sindaco di Gualdo Tadino tagliando fuori tutti gli altri esponenti politici regionali del PD e di Forza Italia (e ovviamente il ministro grillino ha ribattuto colpo su colpo) . Insomma anche il salvataggio di un’azienda è diventato uno strumento di lotta politica al coltello.