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Milano, 70enne violentata al rientro dalla spesa: fermato 42enne, aveva già una condanna a 10 anni
Lo stupro il 21 settembre in Comasina. La persona in manette è romena, era uscito dal carcere da meno di due mesi. Salvini: "Castrazione chimica"
di MASSIMO PISA30 settembre 2018
C'è voluta una notte. Di ricerca degli ultimi riscontri, di elementi che solidificassero il quadro investigativo. E alla fine è arrivato il fermo per il presunto violentatore e rapinatore della 69enne che il 21 settembre scorso era stata aggredita al rientro dalla spesa, derubata in casa di borsa e cellulare e poi costretta a subire un rapporto sessuale. Secondo la ricostruzione dei poliziotti, era entrato nell'abitazione per rubare e poi, trovando la donna, l'ha aggredita.
Il lavoro degli agenti del commissariato Comasina prima, e degli investigatori della Squadra mobile poi, ha isolato il profilo di un romeno di 42 anni che era stato condannato
a 10 anni per un caso analogo avvenuto a Genova nel 2009, dove aveva violentato una donna di 30 anni.
Nel 2012 era stato estradato in Romania per scontare là il resto della pena. Secondo quanto spiegato in questura, era uscito dal carcere da meno di due mesi e si trovava a Milano da circa un mese, dove frequentava dormitori e mense per i poveri.
La polizia è risalita a lui dalle tracce del telefonino, era a Quistello, in provincia di Mantova, dove si nascondeva a casa di alcuni conoscenti la cui posizione dovrà essere valutata dall'autorità giudiziaria. Sabato sera era stato portato in via Fatebenefratelli come sospettato. Il momento più delicato è stato quello del riconoscimento da parte della vittima, ancora fortemente provata. Poi il fermo. Ora si trova in carcere a Mantova.
Il commento del ministro Matteo Salvini è solo uno di quelli che si registrano tra le file del centrodestra. Salvini su Facebook chiede la "castrazione chimica" e aggiunge, parlando del fermato, "era già stato rispedito in Romania per un'altra violenza di dieci anni fa ma, uscito dal carcere ha pensato bene di tornare subito in Italia!".
Ancora più estrema la dichiarazione del vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli. Anche lui chiede di inserire nell'ordinamento "la castrazione chimica e, nei casi più gravi, quella chirurghica".