L'ISPI (Istituto Studi Politica Internazionale), uno dei più prestigiosi think tank italiani in materia di politica internazionale, ha pubblicato lo scorso 1 ottobre lo studio “Sbarchi in Italia: il costo delle politiche di deterrenza” (https://www.ispionline.it/it/pubblic...terrenza-21326) sull'andamento della crisi migratoria, proponendo un raffronto tra le politiche attuate dal Ministro Minniti e quelle attuate dal Ministro Salvini.
Lo studio conclude che le politiche Salvini hanno prodotto “un nuovo forte aumento del numero dei morti e dei dispersi” e hanno un rapporto costi/opportunità per niente soddisfacente.
Si tratta dell'ennesimo studio con cui si vuole dimostrare una tesi precostituita e si scelgono criteri e periodo di riferimento in modo confacente al raggiungimento del risultato voluto.
Per le politiche-Minniti viene scelto il periodo dal 16 luglio 2017 (data in cui le milizie libiche hanno cominciato a bloccare le partenze di migranti dalla Libia) a maggio 2018, quando il Ministro ha cessato le sue funzioni.
Per le politiche-Salvini, invece, il periodo da giugno 2018, quando diventa Ministro, a settembre.
C'è un però: Minniti è diventato Ministro nel dicembre 2016, ma il periodo prescelto comincia nel luglio 2017, guarda caso quando si registra un calo delle tragedie nel Mediterraneo centrale.
Allora, per omogeneità, anche per Salvini sarebbe corretto prendere in esame il periodo che comincia da quando le sue politiche sono efficaci, ad esempio da luglio 2018, dopo la vicenda Acquarius, quando anche Malta ha chiuso i porti alle ONG.
Così facendo il risultato della ricerca cambierebbe parecchio, perché escluderebbe giugno 2018, il mese in cui si sono contate le maggiori tragedie degli ultimi mesi.
Altra assurdità dello studio dell'ISPI è che confronta periodi disomogenei: da luglio a maggio per le politiche Minniti; da giugno a settembre per le politiche Salvini. Peccato che sia assodato che i flussi migratori nel Mediterraneo abbiamo andamento stagionale e in inverno c'è una netta diminuzione di partenze e arrivi rispetto al resto dell'anno.
Sarebbe un po' come se per raffrontare le temperature dell'aria del 2017 e del 2018 si prendesse in esame gennaio per il 2017 e agosto per il 2018.
Quindi il risultato del raffronto cambia di molto a seconda del periodo che si sceglie.
Se si pensasse, in modo più sensato, di confrontare i mesi di agosto e settembre 2017 con agosto-settembre 2018, quando tutte le le politiche erano pienamente efficaci, sia quelle Minniti che quelle Salvini, si ricaverebbero i seguenti risultati:
persone arrivate agosto-settembre 2017: 10.196
persone arrivate agosto-settembre 2018: 2.930
persone morte agosto-settembre 2017: 245
persone morte agosto-settembre 2018: 149
In sostanza:
gli arrivi 2018 rispetto al 2017 sono calati di circa il 70%
i morti 2018 rispetto al 2017 sono calati di circa il 40%.
Quest'ultimo raffronto riguarda un periodo molto breve e un bilancio più completo dovrà essere verificato nei prossimi mesi o anni. Ha comunque il pregio di essere più onesto di quello proposto da ISPI.
Sembra banale concludere che le politiche di contrasto dell'immigrazione illegale nel Mediterraneo vanno proseguite fino al suo completo azzeramento.
Tutti i dati sono presi dal sito “Missing Migrants Project” di IOM (International Organization Migration) un'agenzia dell'ONU: https://missingmigrants.iom.int/