Originariamente Scritto da
Agesilao22
Ma quale crimine e crimine! Crimine che un popolo con popolazione in esubero conquisti terre? Bisognava restasse ammassato in in lembo di terra senza materie prime, per la maggior parte montuoso, e prima del fascismo con plaghe paludose e malariche, per l'eternità? Un popolo che dalla sabbia ha tirato fuori il grano, grazie al lavoro dei suoi coloni? Che ha costruito strade, scuole ospedali città? Acquedotti dove prima c'era deserto? Crimine di che? Speravo che non dappertutto la retorica dei "diritti" avesse fatto presa... non scambiare il colonialismo di rapina di matrice anglosassone con quello fascista, popolare, che garantì lavoro agli umili e non prebende agli speculatori. E comunque anche il primo ebbe una sua nobiltà, e gli uomini che conquistarono e ressero l'Impero erano animati dallo spengleriano "spirito faustiano" che è il sigillo dell'anima europea. Spirito di lotta, di conquista, di affermazione, di dominio. Come diceva Mussolini, la vita è imperialismo. Un popolo vivo si espande, uno animato dalla debolezza rinunciataria, è già prossimo alla rovina.
Tu mi dicessi: eh, ma allora di che lamentarsi riguardo l'invasione di immigrati in Italia e in Europa? Fanno più figli, fanno ciò che noi faremmo al loro posto, come biasimarli? Io ti risponderei che non mi appartiene questo modo di pensare. Sono italiano e europeo, mi interessa il destino italiano e europeo. Di quello libico, si interessino i libici. Di quello neozelandese, i neozelandesi, e così via.
E certamente non sono questi tempi in cui si possono riproporre o anche solo teorizzare conquiste europee: bisogna stare sulla difensiva, ma rinnegare le eperienze passate, quella vitalità, quella manifestazione di volontà di popolo e delle sue avanguardie migliori, mi pare, perdonami, un atteggiamento catastrofico.