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  1. #1
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Predefinito Zaia: inserire il Veneto nella legge 482 e insegnarlo a scuola

    Dopo il discorso di Umberto Bossi a Vittorio Veneto il ministro rilancia il progetto: «Lo parlano sette residenti su dieci, salvaguardiamolo»

    Zaia: dialetto obbligatorio nelle scuole

    Zaia: dialetto obbligatorio nelle scuole - Local | L'espresso

    TREVISO. Bilinguismo nella Marca. «La scuola insegni il dialetto». Parola di Umberto Bossi, nella sua recente tappa a Vittorio Veneto. Il ministro delle politiche agricole Luca Zaia rilancia: «La Lega lo farà riconoscere nella legge sulle lingue e ne chiederà l’insegnamento obbligatorio, perché lo parlano 7 residenti in regione su 10 ed è la prima lingua, dopo quella materna, degli immigrati». Replica Diego Bottacin del Pd: «Sì all’uso del dialetto, ma no all’insegnamento obbligatorio a scuola».

    Ore 8, lezione di dialetto. Ore 9, la storia della Serenissima. E dopo un’ora di matematica, che non può essere veneta, ecco, alle 11, un’ora di geografia: i paesaggi di Andrea Zanzotto. Alle 12 L’italiano. Al ministro Luca Zaia non dispiacerebbe una mattinata di scuola così programmata. «L’insegnamento del dialetto a scuola è una necessità», afferma. Lo ha detto, per la verità, anche Umberto Bossi fermandosi, l’altra sera, a Vittorio. «La lingua veneta la parlano 7 residenti su 10 ed è il primo idioma, dopo la loro lingua, utilizzato dagli immigrati, che neppure conoscono l’italiano», insiste Zaia, convinto che anche in provincia di Treviso e in Veneto debba essere introdotto il bilinguismo, come accade in Alto Adige o nel vicino Friuli. Bilinguismo che comporta, appunto, l’obbligatorietà («che non significa coercizione») dell’insegnamento e apre la strada per l’uso del dialetto perfino negli atti pubblici. E nella toponomastica (i cartelli stradali, ad esempio). Zaia parla spesso in dialetto. A suo avviso lo si dovrebbe poter fare anche nei consessi istituzionali, a cominciare dai consigli comunali. E - perché no? - anche la Chiesa dovrebbe celebrare in veneto, come in diocesi di Pordenone e, più ancora in quella di Udine, accade con il friulano. «La lingua materna è il primo dato dell’identità personale e comunitaria. Se vogliamo tutelare e valorizzare un popolo, con il patrimonio di cultura, di storia, di tradizione, di dna religioso che lo contraddistingue, dobbiamo passare - insiste Zaia - anzitutto per la riscoperta, la tutela, la promozione della lingua. Esattamente come fanno in Catalogna. E’ anche questo, se vogliamo, un fattore di sicurezza».

    Da qui la decisione della Lega di aggiornare la legge 482 sulle lingue minoritarie, per inserirvi anche il dialetto veneto («adesso siamo al governo e possiamo farcela»). E’ peraltro già operativa da un anno la legge regionale sull’identità veneta. L’ha votata anche il Pd, oltre al Centrodestra. E il promotore è stato il consigliere trevigiano Diego Bottacin. «Una cultura è viva, insieme alla sua storia, se è viva la lingua. E il dialetto è vivo soltanto se lo si parla. Ma da qui a sostenere che vi deve essere l’insegnamento obbligatorio a scuola proprio no - mette le mani avanti Bottacin -. C’è infatti chi potrebbe non essere assolutamente interessato ad apprendere il dialetto. E’ invece necessario che a scuola si trovi il modo, dalle elementari alle medie, ma direi anche alle superiori, di conoscere la storia, la cultura e le tradizioni della terra in cui si abita». L’esponente del partito democratico pone, comunque, delle condizioni. «Bisogna assolutamente evitare il folclore. Tanto più occorre prestare la massima attenzione perché questo passaggio non conduca alla mera conservazione, ampiamente intesa, compresa la dimensione politica». Tra l’altro non è indifferente il problema di quale idioma usare qualora diventasse obbligatorio il dialetto a scuola. A Treviso e nella Destra Piave l’intercalare non è quello della sinistra Piave, ovvero della cosiddetta «razza Piave». A Mogliano prende il sopravvento, talvolta, il veneziano, lungo la Pedemontana addirittura il Bellunese. «E’ ovvio che non possiamo immiserirci in queste diatribe - taglia corto il ministro -. L’importante è riappropriarci della nostra lingua. Poi ogni comunità si comporterà come meglio riterrà opportuno».

    (18 maggio 2009)

  2. #2
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Predefinito Riferimento: Zaia: inserire il Veneto nella legge 482 e insegnarlo a scuola

    Lingua veneta, tenerla viva è nostro dovere

    Non voglio fare polemica con il Ministro Gelmini, ma le sue dichiarazioni sul dialetto sono l'indizio di una mancanza di conoscenza della cultura veneta

    Lingua veneta, tenerla viva è nostro dovere - Newsfood.com

    Se il Ministro fosse disponibile a fare due passi con me, per le strade della mia Regione, le farei incontrare capitani d'industria abituati a trattare affari nelle parti più lontane del mondo, pensando in veneto e parlando tedesco, cinese o inglese. Potremmo anche trovare interi Consigli di amministrazione che si svolgono in dialetto e incontrare gli extracomunitari, la stragrande maggioranza di quelli che lavorano e si sono integrati in questo territorio, capaci di passare dalle loro lingue al dialetto: un segno tangibile di coesione sociale e culturale, come può esserlo solo il parlare la stessa lingua.

    Non voglio insegnare al Ministro della Pubblica Istruzione ciò che ovviamente sa, ma credo fosse l'imperatore Adriano, uno dei più grandi, ad affermare che aveva sempre governato in latino ma pensando in greco, in quella che considerava la sua lingua madre. La maternità della lingua veneta, lingua che si è fatta letteratura e poesia, anche se in questi centocinquanta anni di unità è stata spesso censurata in nome di un'idea falsa dello sviluppo della lingua e della letteratura nazionali, è testimoniata ovunque e da chiunque: non è la lingua di un ceto «basso», del «popolino», da contrapporre all'italiano aulico dei ricchi.

    Tutti, in questa Regione e anche altrove, dove decenni fa ci ha portati la nostra storia, da Arborea alla provincia di Latina, tutti noi pensiamo e parliamo nello stesso modo: perché non insegnare anche a scuola questa lingua che unisce?

    Sette veneti su dieci si riconoscono in quello che sto dicendo: perché non dare loro gli strumenti culturali più avanzati e moderni per studiare la loro storia, perché non dare un supporto scolastico al patrimonio umano di questo popolo?

    Su questi temi si gioca l'identità di questo territorio. Noi difendiamo e difenderemo la nostra radice profonda, nazionale-veneta e cristiana, che ci fa essere e lavorare e immaginare il futuro in un modo piuttosto che in un altro. Credo che questa sia una battaglia in cui ci troviamo al fianco della Chiesa cattolica, che di questo patrimonio storico e culturale è la prima custode, con le centinaia di sacerdoti che da sempre vivono in mezzo alle loro comunità, interpretandone i pensieri, parlando nella loro stessa lingua e vivendo gli stessi comuni valori, quelli cristiani e universali.

    Tenere vivi i nostri valori religiosi, identitari e culturali è un nostro dovere, come lo è mantenere fertile la terra che nutre le nostre famiglie. Compassione e solidarietà sono principi che si imparano lavorando nei campi. Come i veneti hanno sempre fatto, cementando la loro comunità attorno a questi principi, tanto più importanti oggi, che siamo chiamati a riscrivere il nostro futuro su basi nuove.

    Luca Zaia

  3. #3
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    Predefinito Riferimento: Zaia: inserire il Veneto nella legge 482 e insegnarlo a scuola

    Lengua veneta, Zaia: No son drio difender un dialeto, ma ‘na lengua viva

    Lengua veneta, Zaia: No son drio difender un dialeto, ma ‘na lengua viva - Newsfood.com

    La mea no le ‘na bataglia in difesa de un dialeto, ma de ‘na lengua. Bataglia che porte avanti come omo politico, come Ministro de la Repùblica Italiana e come veneto.

    ‘El Red Book of Endangered Languages' pensà dall'Unesco par tutelar le lengue a ris-cio in tel mondo, el clasifica el veneto tra le lengue che no le è a ris-cio de estinsion e che le dòpara le stese maniere de trasmissiòn par le nove generassiòn. Par capirse, l'è in te la stesa area de clasificassiòn de l'inglese, del spagnolo, del catalan, del portoghese e de l'italian. L'è na lengua che la vien riconosua da l'Unesco come viva e utile a la trasmissiòn del saver tra le generassiòn.

    Come che go dito in te ‘sti ultimi dì, le lengue le è richesse che le ghe apartien alla zent e no a le burocrassie. El veneto l'è lengua e sen orgogliosi. Nesun l'è stat in grado de spiegarne parchè no la posa eser insegnada a scuola, cusita coren el ris-cio de disperder ‘na radisa, ‘na vitalità e ‘na cultura che invenze l'è nostro dover mantègner.

    El veneto l'è ‘na lengua trasversal a tuti quanti. Tutti noialtri la pensen e la parlen, l'è parte de quea identità cultural che saria un disastro pèrder par la nostra comunità. In questo sentin de far parte de ‘na civiltà, quea cristiana, che la sa unir el local co l'universal e la se fonda sui valori de la solidarietà e de la compassiòn. Sta qua no l'è ‘na bataglia de retroguardia, ma l'è uno sguardo de popoli atenti al futuro. Par sto motivo son solidal! coi senatori che i a firmà un disegno de lege par la difesa de le lengue dei popoli e continuarò a insister anca parchè la scuola italiana, in Veneto, la se fae carico de sta enorme responsabilità. Come del resto za avien, co suceso, par altre lengue in altre regiòn italiane.

  4. #4
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    Predefinito Riferimento: Zaia: inserire il Veneto nella legge 482 e insegnarlo a scuola

    Bravi veneti, apriteci la strada.

    Una volta scalfito, il mito dell'omogeneità italiana, crollerà come una vetrara colpita da un martello.
    "Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
    Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"

  5. #5
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    Predefinito Riferimento: Zaia: inserire il Veneto nella legge 482 e insegnarlo a scuola

    mi ca tanto bene, ho letto dall'articolo dialetto veneto obbligatorio nella scuola..... se è così non è per nulla libertario questo provvedimento.
    Liberalizzare la produzione di Moneta ORA!
    http://www.lucidamente.com/wordpress...nostre-monete/

    Autogestione delle reti idriche!

  6. #6
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    Predefinito Riferimento: Zaia: inserire il Veneto nella legge 482 e insegnarlo a scuola

    Citazione Originariamente Scritto da Domenico Letizia Visualizza Messaggio
    mi ca tanto bene, ho letto dall'articolo dialetto veneto obbligatorio nella scuola..... se è così non è per nulla libertario questo provvedimento.
    L'italiano obbligatorio, ed il veneto no. :mmm:

    Hai ragione. rendiamo facoltativo l'italiano.
    "Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
    Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"

  7. #7
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    Predefinito Riferimento: Zaia: inserire il Veneto nella legge 482 e insegnarlo a scuola

    Non ha tutti i torti. Perfino il friulano che è tutelato ufficialmente dalla 482 è facoltativo. Nel senso che la scuola è obbligata ad inserirlo nell' offerta formativa ed è facoltà del genitose scegliere se far frequentare il corso di ligua al figlio oppure meno.

  8. #8
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    Angry Riferimento: Zaia: inserire il Veneto nella legge 482 e insegnarlo a scuola

    E per la lingua Milanese, nagòtta? Bravo zaia. ricordo a tutti che fino al 1924 -( Milano faro d'Europa, da sempre) , a Milano, dove tutti hanno sempre avuto un'alta scolarità, i libri delle elementari erano scritti in Milanese (ho la copia di un libro di quarta elementare). Nella prima pagina c'è scritto: Si invitano i signori maestri a trasformare i testi )dal Milanese..CHE TUTTI GLI ALLIEVI CONOSCONO BENISSIMO....all'itagliano (acciocché, imperocché, eziandio - aggiungo io - uniamoci tutti nell'itagliano, anzi nel dialetto toscano). Il vocabolario Milanese-itagliano del Cherubini è di 12 volumi. Ci trattano così perchè siamo la mucca da mungere..nessun politico lotta per questo adesso.

  9. #9
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Predefinito Riferimento: Zaia: inserire il Veneto nella legge 482 e insegnarlo a scuola

    Citazione Originariamente Scritto da Domenico Letizia Visualizza Messaggio
    dialetto veneto
    Comunque, lengoa veneta.

  10. #10
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Predefinito Riferimento: Zaia: inserire il Veneto nella legge 482 e insegnarlo a scuola

    Cosa vuol dire essere inseriti nella legge 482/99.

    Legge 482

    La legge 482/99

    Art. 2.

    1. In attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princípi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo.

    Art. 4.

    1. Nelle scuole materne dei comuni di cui all'articolo 3, l'educazione linguistica prevede, accanto all'uso della lingua italiana, anche l'uso della lingua della minoranza per lo svolgimento delle attività educative. Nelle scuole elementari e nelle scuole secondarie di primo grado é previsto l'uso anche della lingua della minoranza come strumento di insegnamento.

    2. Le istituzioni scolastiche elementari e secondarie di primo grado, in conformità a quanto previsto dall'articolo 3, comma 1, della presente legge, nell'esercizio dell'autonomia organizzativa e didattica di cui all'articolo 21, commi 8 e 9, della legge 15 marzo 1997, n. 59, nei limiti dell'orario curriculare complessivo definito a livello nazionale e nel rispetto dei complessivi obblighi di servizio dei docenti previsti dai contratti collettivi, al fine di assicurare l'apprendimento della lingua della minoranza, deliberano, anche sulla base delle richieste dei genitori degli alunni, le modalità di svolgimento delle attività di insegnamento della lingua e delle tradizioni culturali delle comunità locali, stabilendone i tempi e le metodologie, nonché stabilendo i criteri di valutazione degli alunni e le modalità di impiego di docenti qualificati.

    (...)

    5. Al momento della preiscrizione i genitori comunicano alla istituzione scolastica interessata se intendono avvalersi per i propri figli dell'insegnamento della lingua della minoranza.

    Art. 7.

    1. Nei comuni di cui all'articolo 3, i membri dei consigli comunali e degli altri organi a struttura collegiale dell'amministrazione possono usare, nell'attività degli organismi medesimi, la lingua ammessa a tutela.

    2. La disposizione di cui al comma 1 si applica altresí ai consiglieri delle comunità montane, delle province e delle regioni, i cui territori ricomprendano comuni nei quali é riconosciuta la lingua ammessa a tutela, che complessivamente costituiscano almeno il 15 per cento della popolazione interessata.

    3. Qualora uno o piú componenti degli organi collegiali di cui ai commi 1 e 2 dichiarino di non conoscere la lingua ammessa a tutela, deve essere garantita una immediata traduzione in lingua italiana.

    4. Qualora gli atti destinati ad uso pubblico siano redatti nelle due lingue, producono effetti giuridici solo gli atti e le deliberazioni redatti in lingua italiana.

    Art. 9.

    1. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 7, nei comuni di cui all'articolo 3 é consentito, negli uffici delle amministrazioni pubbliche, l'uso orale e scritto della lingua ammessa a tutela. Dall'applicazione del presente comma sono escluse le forze armate e le forze di polizia dello Stato.

    (...)

    3. Nei procedimenti davanti al giudice di pace é consentito l'uso della lingua ammessa a tutela. Restano ferme le disposizioni di cui all'articolo 109 del codice di procedura penale.

    Art. 12.


    1. Nella convenzione tra il Ministero delle comunicazioni e la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e nel conseguente contratto di servizio sono assicurate condizioni per la tutela delle minoranze linguistiche nelle zone di appartenenza.

    2. Le regioni interessate possono altresí stipulare apposite convenzioni con la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo per trasmissioni giornalistiche o programmi nelle lingue ammesse a tutela, nell'ambito delle programmazioni radiofoniche e televisive regionali della medesima società concessionaria; per le stesse finalità le regioni possono stipulare appositi accordi con emittenti locali.

    3. La tutela delle minoranze linguistiche nell'ambito del sistema delle comunicazioni di massa é di competenza dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di cui alla legge 31 luglio 1997, n. 249, fatte salve le funzioni di indirizzo della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

    Art. 14.

    1. Nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio le regioni e le province in cui siano presenti i gruppi linguistici di cui all'articolo 2 nonché i comuni ricompresi nelle suddette province possono determinare, in base a criteri oggettivi, provvidenze per l'editoria, per gli organi di stampa e per le emittenti radiotelevisive a carattere privato che utilizzino una delle lingue ammesse a tutela, nonché per le associazioni riconosciute e radicate nel territorio che abbiano come finalità la salvaguardia delle minoranze linguistiche.

 

 
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