Ma questi soldi non ci sono più...Ora con cosa li pagano?Vedi che non sai neanche cosa posti?quello che dici non e' vero.
Camminando per Riace è un susseguirsi di botteghe, attività, iniziative fondate sull’inclusione. C’è il laboratorio del vetro e del rame, dove eritrei e italiani lavorano fianco a fianco ridando linfa all’artigianato locale, o quelli del legno, della ceramica e della lana. Altri migranti sfruttano la conoscenza della lingua per fare da traduttori e mediatori culturali, mentre anche la manutenzione delle strade, delle aree verdi e la gestione dei rifiuti è in mano a un team multietnico. Se molte iniziative di questo tipo in giro per l’Italia mascherano forme di sfruttamento, chiedendo agli immigrati un lavoro “volontario” e non retribuito, a Riace il lavoro è tale a tutti gli effetti, stipendiato. Il team del sindaco Lucano ha infatti messo in piedi un sistema alternativo per utilizzare i fondi stanziati dal governo per l’accoglienza dei rifugiati. Sono stati creati due strumenti finanziari ad hoc, attraverso cui superare l’approccio meramente assistenzialista dell’accoglienza. Le “borse lavoro” costituiscono una paga fissa versata dall’amministrazione comunale alle cooperative che a loro volta la girano alle persone immigrate impiegate nelle botteghe da loro gestite, sotto forma di salario. I “bonus” sono invece una sorta di coupon spendibili sul territorio comunale, così da dare potere di acquisto agli immigrati e allo stesso tempo stimolare i consumi e dunque l’economia locale.
https://thevision.com/attualita/riac...llo-villaggio/
gli SPRAR (gestiti dai comuni, come quello di riace) funzionano.
I CAS (mineo tra i primi), gestiti dalle prefetture, no.