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  1. #1
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    Predefinito Il lupo perde il pelo ma non il vizio

    Auto blu, il presidente leghista del Friuli nei guai: usata per andare dalla fidanzata

    La Corte dei Conti: Ballaman avrebbe usato l'auto per finalità
    non istituzionali. Aperto inchiesta per eventuali danni erariali


    TRIESTE (1° settembre) - La Procura della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia ha aperto un'inchiesta per verificare eventuali danni erariali in merito all'utilizzo dell'auto blu da parte del presidente del Consiglio regionale Edouard Ballaman (Lega Nord). A dirlo è il procuratore generale della stessa Corte dei Conti, Maurizio Zappatori, che ha precisato che l'iniziativa è stata avviata sulla base di un servizio pubblicato oggi sul quotidiano Messaggero Veneto.

    Il giornale ha riportato una serie di episodi nei quali, dal 2008 al marzo 2010, Ballaman avrebbe utilizzato l'auto di servizio e l'autista per finalità non istituzionali. Secondo il quotidiano Ballaman avrebbe fatto dei viaggi a Caorle (Venezia), dove possiede una casa per le vacanze, e in altre località dove si svolgevano iniziative o incontri politici della Lega Nord. Inoltre sono elencati tragitti per impegni professionali, verso la casa della fidanzata e attuale moglie a Camponogara (Venezia) e viaggi diretti ad aeroporti del Nord Italia non collegati a impegni istituzionali.

    Dall'aprile del 2010, Ballaman ha rinunciato all'auto blu, ottenendo il rimborso chilometrico previsto per i consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia. Per i consiglieri residenti a Pordenone, come Ballaman, il rimborso è di 3200 euro al mese.

    Edouard Ballaman è laureato in economia e commercio ed è dottore commercialista. E' stato deputato nella XII, XIII e XIV legislatura, questore della Camera dei deputati e parlamentare dell'Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione europea (Osce). E' presidente del Consiglio regionale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia dall'insediamento della X legislatura, il 6 maggio 2008.

    http://forum.politicainrete.net/newt...newthread&f=21

  2. #2
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    Predefinito Rif: Il lupo perde il pelo ma non il vizio

    facciamo un po' di amarcord:

    Parlamento, la Lega fa lo scambio di coppie

    Ballaman e Balocchi si assumono le mogli

    Sorpresa: gli scambisti sono sbarcati in politica. Certo, non gli scambisti a luci rosse dei club privé. Almeno che si sappia. Ma due deputati leghisti, forse per marcare una innovazione padana nei confronti del vecchio nepotismo partitocratico, si sono scambiati davvero le mogli.

    Ognuno ha assunto in ufficio, a spese dello Stato e quindi di noi cittadini, la moglie dell'altro.
    Una bella pensata che, aggirando gli stucchevoli paletti di una legge bigotta contro il familismo, apre nuovi orizzonti al mantenimento di figli e cugini, generi e cognati, zie e concubine. Senza più il fastidioso ingombro di provvedere al vitto e alloggio dei propri cari, comodamente collocati a carico delle pubbliche casse. I protagonisti della nostra storia, che pare fosse nota a un mucchio di addetti ai lavori rigorosamente omertosi ma non ai cittadini, sono Maurizio Balocchi ed Edouard Ballaman. Due personaggi piuttosto noti.

    Il primo è sottosegretario agli Interni, il secondo questore della Camera. Il primo, un genovese di nascita fiorentina, è stato il fondatore dell'Associazione italiana amministratori di condomini, è parlamentare dal 1992 e della Lega è stato il segretario amministrativo. Il secondo, nato in Svizzera ma cresciuto a Pordenone, è un commercialista finito spesso sui giornali. Prima per aver dato fuoco in diretta tivù al concordato fiscale del governo Dini. Poi per aver battuto Vittorio Sgarbi nell' uninominale anche grazie a volantini in cui invitava i cattolici a votare per lui (insegnante in una scuola salesiana) e non per gli avversari giacché uno era «comunista» e l'altro un «noto libertino frequentatore di pornostar». Quindi per aver proposto per due volte l'abolizione del «made in Italy» da sostituire al Nord con «made in Padania. Per non dire delle sparate sul diritto di Pordenone a diventare una provincia autonoma o di un'intervista al «Sole delle Alpi» dove alla domanda su cosa detestava rispondeva: «Il tricolore». Amici da anni, i due hanno vissuto insieme almeno tre avventure finanziarie. La prima fu la tentata speculazione immobiliare leghista a Punta Salvore, in Istria, che vide come progettista il futuro presidente del consiglio regionale veneto Enrico Cavaliere e come investitori nella «Ceit srl» un sacco di esponenti del Carroccio, a partire dalla moglie di Umberto Bossi: un'operazione disastrosa, finita con la sparizione di due miliardi, il fallimento e la decisione del pm Paolo Luca di contestare all'intero consiglio di amministrazione la bancarotta fraudolenta e il falso, «per aver segnato sui libri contabili della società che le quote ammontavano a cento mila lire, quando in realtà le azioni costavano dai quaranta milioni in su».

    La seconda fu la fondazione, ancora con soci leghisti come Stefano Stefani e il solito Enrico Cavaliere, della società «Santex» per gestire il casinò dell'Hotel Istria di Pola. Una vicenda chiusa con la vendita delle quote. A chi? Giuseppe Ragogna e Stefano Polzot, nel libro «L'aquila tradita», scrivono che «secondo alcuni periodici croati sarebbero state cedute a Moshe Leichner e al figlio Zvi, due americani di origine israeliana arrestati a Los Angeles per una presunta truffa valutaria da 77 milioni di dollari ai danni di un centinaio di risparmiatori ».

    La terza avventura fu quella delle sale Bingo. Maurizio Balocchi puntò sulla «Bingonet», della quale era amministratore unico e azionista di maggioranza. Il secondo, allora vicepresidente della commissione Finanze, sulla «Cristallina», una sua creatura che riuscì a ottenere la concessione di quattro sale: a Pordenone, Treviso, Belluno e Trieste. «Che male c'è?», rispose a chi sollevava perplessità. E spiegò: «Quando ho saputo che gli imprenditori romani volevano venire qui a far soldi mi sono attivato affinché la gestione fosse targata Destra Tagliamento». Finì malissimo.

    Fallì la «Bingonet», nonostante lo sconcertante prestito avuto dalla padana «Credieuronord», la banca di cui Balocchi era consigliere d'amministrazione (!) e i cui soci, piccoli risparmiatori leghisti rovinati, deliberarono «un' azione di responsabilità nei confronti degli amministratori e dei direttori generali per il risarcimento dei danni». E fallì, anche qui con uno strascico di denunce di soci che si ritenevano truffati, pure la «Cristallina». La quale, nata con un capitale di 20 milioni di lire, aveva puntato a rastrellare 14 miliardi e distribuito quote per oltre 4. Ma tra tante disavventure, almeno un'idea è stata per entrambi un affare.

    Quella che i due ebbero subito dopo la vittoria elettorale del 13 maggio 2001, quando la possente ondata liberale e liberista avrebbe dovuto spazzare il vecchio sistema clientelare del passato: perché non fare cambio delle mogli? Professionalmente, si capisce. E così, detto fatto, alla metà di giugno il neosottosegretario agli Interni Maurizio Balocchi prese come collaboratrice Tiziana Vivian, da quattro anni signora Ballaman. E contemporaneamente, la stessa settimana, il neoquestore della Camera Edouard Ballaman arruolò nel suo ufficio a Montecitorio la signora Laura Pace, cioè la nuova compagna che a Balocchi, separato dalla prima moglie, avrebbe di lì a poco dato un figlio di nome Riccardo.

    Dicono ora, nel piccolo mondo della politica, che erano in tanti a sapere. Come in tanti sapevano della scelta del sottosegretario azzurro alla sanità Elisabetta Casellati di assumere come capo della segreteria sua figlia. O del figlio Riccardo e del fratello Franco di Umberto Bossi mandati a fare i consiglieri a Bruxelles e fatti rientrare solo dopo lo scoppio dello scandalo.

    E in tanti ammiccano che insomma, i casi di «aiutini» tra parenti di questa Seconda Repubblica che avrebbe dovuto chiudere con le antiche botteghe familiste, sono diversi. E alludono a chi ha imbarcato mogli e chi cugini, chi cognati e chi amanti e insomma «è sempre andata così». Ecco: fosse davvero così, sarebbe bello se per una volta, a destra o a sinistra, qualcuno facesse «outing» prima di essere scoperto. Ma c'è da sperarci?
    Gian Antonio Stella
    27 settembre 2005

    Corriere della Sera - Parlamento, la Lega fa lo scambio di coppie

  3. #3
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    Predefinito Rif: Il lupo perde il pelo ma non il vizio

    Ridicolo, da Udine a Caorle saranno 60km. Mi sembra strumentale.
    Sono Cristiano, Bianco, Etero, Insubre, Favorevole al porto d'armi. Domande?

  4. #4
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    Predefinito Rif: Il lupo perde il pelo ma non il vizio

    Perdonami l' espressione: ma "col cazzo!".
    nn c'entrano i km.
    Se il caso marrazzo nn avesse fatto scuola, qui per gli umani comuni si tratterebe di peculato bello e buono.
    Per la serie: chi moralizza i moralizzatori?
    Ultima modifica di Furlan; 01-09-10 alle 16:56

  5. #5
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    Predefinito Rif: Il lupo perde il pelo ma non il vizio

    Sono leghisti belleriani
    O si taglia o il caos

  6. #6
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)

  7. #7
    phasing out
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    Predefinito Rif: Il lupo perde il pelo ma non il vizio

    è sereno...
    L'occasione fa l'uomo italiano

  8. #8
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    Predefinito Rif: Il lupo perde il pelo ma non il vizio

    mica tanto...

    Regione Fvg, auto blu a uso privato
    La maggioranza isola Ballaman

    Scoppia la bufera politica dopo il dossier del Messaggero Veneto che ha svelato che sono circa settanta (guarda) i viaggi con auto blu che il presidente del consiglio regionale ha compiuto nei due anni e mezzo da presidente del parlamentino del Friuli. L'esponente leghista si dichiara "sereno" e aggiunge "se ho sbagliato pagherò". La Lega Nord del Friuli Venezia Giulia si dice "basita". Intanto la Corte dei conti ha aperto un’inchiesta per eventuali danni erariali
    di Anna Buttazzoni
    UDINE. È bufera politica sul caso dell’auto blu utilizzata per viaggi personali da Edouard Ballaman. Che si trincera dietro un’a ltalena di dichiarazioni tra «sono sereno» e «se ho sbagliato pagherò», senza smentire l’accaduto. Ma intanto la Corte dei conti ha aperto un’inchiesta per eventuali danni erariali, mentre nè dal suo partito, la Lega, nè dagli alleati di Pdl e Udc arrivano convinte difese d’ufficio. Il presidente del Consiglio è il protagonista di un dossier, dettagliato e rivelato dal Messaggero Veneto, che riporta una settantina di spostamenti “privati” con la vettura di servizio, anche documentati da ricevute del telepass.

    LEGGI I suoi viaggi | Ora ha un rimborso di 3.200 euro il mese

    Contattato ieri mattina, Ballaman al nostro quotidiano non ha rilasciato dichiarazioni, chiudendo la comunicazione appena capito chi c’era dall’altra parte del telefono e dopo un «grazie». Atteggiamento diverso, invece, con il quotidiano Il Piccolo. Cui spiega: «Se ho sbagliato, pagherò. Probabilmente, a lasciarli a casa, mi sono inimicato qualche autista. La maggior parte degli spostamenti sono già stati giustificati, sul resto vedranno gli avvocati. Parleranno i legali – dice il presidente del Consiglio –, saranno loro a dettare la linea, ma in ogni caso la stragrande maggioranza dei casi ha una spiegazione. Per quelli non spiegabili, se ho sbagliato, pagherò, ma non fino alle dimissioni. Si paga il giusto, non di più».

    Diverse ancora le parole usate con l’Ansa. «Sono sereno e tranquillo. Ho visto – ha detto Ballaman all’agenzia – una notevole serie di anomalie e incongruenze sui dati riportati dalla stampa. A ogni modo, ho dato mandato a un legale affinché si proceda nelle sedi opportune. Sono assolutamente sereno e preferisco il giudizio della Corte dei Conti, nella quale ho la massima fiducia, rispetto a quelli sommari di qualche giornalista». E poi una conclusione: «Ho ricevuto testimonianze di solidarietà da parte del partito e trasversalmente anche da altri esponenti politici, un fatto che mi ha fatto molto piacere».


    Eppure i partiti sembrano pronti a “scaricarlo”, tanto che ieri nel palazzo del Consiglio, dove Ballaman per l’intera giornata non ha fatto capolino, si mormorava il nome della sostituta alla presidenza dell’assemblea: Mara Piccin, come Ballaman leghista e di Pordenone. O forse Maurizio Franz, di Udine. I maligni, invece, sussurrano che Ballaman potrebbe dimettersi e la richiesta di dimissioni arriverebbe da Milano, dal quartier generale del Carroccio, dal coordinatore delle segreterie regionali della Lega, Roberto Calderoli.

    Voci. Ipotesi. Congetture. Sono ufficiali (e imbarazzate), invece, le parole di Pietro Fontanini, capo della Lega in Friuli Vg. «Sono basito e dispiaciuto, queste cose non fanno bene al partito. Sono fatti che vanno verificati – afferma Fontanini – e comunque sono scelte che ha fatto Ballaman, non la Lega, e delle quali ha lui la responsabilità. Anche quando ha deciso di rinunciare all’auto blu (il 1° aprile 2010) non gliel’ha chiesto il partito, è stata una sua decisione. Noi portiamo avanti la politica del risparmio della spesa pubblica e un gesto Ballaman lo aveva fatto rinunciando a macchina e autista. Ciò che ha fatto prima non lo so. E se si è spostato per impegni di partito, beh, è stato eletto per la Lega».

    Sullo sfondo del palazzo della Provincia di Udine, di cui Fontanini è presidente, c’è ancora il caso dell’ex presidente Marzio Strassoldo, coinvolto in un caso di scambio di voti e sfiduciato dall’intero Consiglio, episodio che portò all’elezione di Fontanini. «Mi pare un caso molto diverso», conclude il segretario Fvg della Lega. Il capogruppo del Pdl in Consiglio, Daniele Galasso, si dice sorpreso e dispiaciuto. Ma, se un errore nel comportamento del leghista sarà appurato, non esclude le dimissioni. «Auspico che Ballaman possa dare contezza puntuale dell’� utilizzo legittimo dell’auto blu. Se risulteranno scorrettezze, e saranno evidenti e gravi – afferma Galasso –, ritengo che Ballaman non metterà nessuno in condizioni di imbarazzo e saprà fare le scelte politiche adeguate». Edoardo Sasco, capogruppo dell’Udc, parla di fatti gravi, se confermati. «Sulle auto blu le regole devono essere applicate in modo tassativo e rigoroso. E mi risulta che l’auto blu si usi per servizio. Se quegli spostamenti saranno confermati – aggiunge Sasco – si tratterà di fatti gravi e di rilievo politico e istituzionale. Vedremo come comportarci». Ridurrebbe drasticamente le auto blu, invece, Roberto Asquini, capogruppo del Gruppo Misto. «Salvo casi eccezionali ritengo inopportuno l’uso della macchina di servizio. Se c’è stato un uso improprio – commenta Asquini –, verrà valutato da altri, di certo mi fa piacere che Ballaman in aprile abbia rinunciato all’auto blu».

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/d...llaman/2313243
    Ultima modifica di Furlan; 02-09-10 alle 09:23

  9. #9
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    Predefinito Rif: Il lupo perde il pelo ma non il vizio

    Per chi volesse conoscere i dettagli dei viaggi ad uso personale:

    Fronte Friulano

    viaggio per viaggio

    http://www.frontefriulano.org/public...man%202010.jpg

  10. #10
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    Predefinito Rif: Il lupo perde il pelo ma non il vizio

    è veramente triste vedere come i leghisti non perdano occasione per farsi prendere con le mani nel sacco della marmellata dei malcostumi, sprechi, latrocini della politica itagliona da sempre condizionata da senso civico e onestà INESISTENTI
    però mi piacerebbe che questi controlli, inchieste e "attenzioni" venissero rivolte anche alle auto blu utilizzate a latitudini un po' più basse, ma credo che sia una speranza molto vana ....

 

 
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